ANDRIA: 2 MILA EURO PER RESTITUIRE LA "GIULIETTA" RUBATA

Redazione

Andria – Ha preteso 2000 euro da un 63enne professionista andriese per la restituzione della sua Alfa Romeo Giulietta rubata. Scoperto è finito in manette. Si tratta di un  18enne incensurato di Andria, arrestato dai Carabinieri della locale Compagnia con l’accusa di tentata estorsione e di ricettazione.

Poche ore dopo essersi accorto di aver subito il furto della sua autovettura parcheggiata in garage la vittima riceveva una telefonata sul suo cellulare nel corso della quale un anonimo interlocutore pretendeva la consegna di 2mila euro in cambio della restituzione della sua autovettura. All’appuntamento però si sono presentati i Carabinieri che sono riusciti ad intercettare e bloccare il 18enne mentre era in attesa della consegna della somma richiesta. Tratto in arresto il giovane, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, è stato associato presso la locale casa circondariale mentre sono in corso indagini finalizzate all’identificazione di eventuali complici del giovane.




ANDRIA: UN "DISOCCUPATO DI LUSSO"

Redazione

Andria – Dalle prime luci dell’alba i Carabinieri della Compagnia di Andria stanno eseguendo, un’ordinanza di sequestro preventivo di beni per un milione di euro emessa dal Tribunale di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 46enne del luogo, già arrestato per spaccio continuato di cocaina, hashish e marijuana, attualmente sotto processo per tali accuse.

Gli accertamenti patrimoniali sul soggetto hanno evidenziato disponibilità di beni mobili e immobili, per un valore stimato di un milione di euro circa, assolutamente sproporzionata rispetto all’esiguo reddito di 658 euro al mese, comprensivo di indennità di disoccupazione e assegni familiari. Inoltre, negli ultimi anni il 46enne ha acquistato e rivenduto 29 autoveicoli e 13 motocicli.

Il provvedimento è stato emesso ai sensi della legislazione antimafia che consente, anche per altri reati, tra cui lo spaccio di stupefacenti, di sequestrare i beni di cui l’interessato non è in grado di dimostrare la legittima provenienza. Il provvedimento cautelare diverrà confisca nel caso di condanna definitiva e i beni transiteranno nel patrimonio dello Stato.

Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.00 di giovedì 10 luglio presso la Procura della Repubblica di Trani alla presenza del Procuratore Capo, dott. Carlo Maria CAPRISTO, e del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bari, Col. Rosario CASTELLO.




ANDRIA: 48 ENNE NASCONDEVA LA DROGA IN CUCINA

Redazione

Andria (BT) – I Carabinieri della Compagnia di Andria, nel corso di un servizio finalizzato a reprimere il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno arrestato un 48enne censurato del luogo. I militari, durante una perquisizione effettuata presso l’abitazione dell’uomo, dove nei giorni scorsi era stato segnalato un andirivieni di giovani, hanno rinvenuto, ben nascosta all’interno di un mobile della cucina 36 dosi di “marijuana”, una busta contenente 145 grammi della stessa sostanza nonché 28 di hashish suddivisi in piccoli pezzi.

La sostanza stupefacente è stata sottoposta a sequestro mentre l’uomo, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, è stato associato presso la locale casa circondariale. 




ANDRIA: SPACCIAVANO DROGA IN UN MONOLOCALE, 5 PERSONE IN MANETTE

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Andria (BA) – I Carabinieri della Compagnia di Andria, nel corso di un servizio predisposto per il contrasto alla illecita attività dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno arrestato 5 andriesi e sequestrato quasi tre chili tra marijuana, cocaina ed hashish. Era l'imbrunire quando i Carabinieri si sono appostati nei pressi dell'abitazione di un noto pregiudicato del luogo dove, poco prima, era stato notato un insistente via vai di persone. Al momento opportuno hanno fatto irruzione all'interno del monolocale dove hanno sorpreso i cinque, un 37enne, un 42enne, un 36enne ed una coppia di coniugi proprietari del monolocale, un 41enne ed una 36enne, con 2,7 kg di marijuana, contenuti in 3 cassette della frutta, 156 grammi di cocaina purissima da "tagliare" e 63 grammi di hashish. La sostanza, che avrebbe prodotto un illecito guadagno pari a 60mila euro, è stata sottoposta a sequestro unitamente ad un bilancino di precisione Su disposizione della Procura della Repubblica di Trani il 37enne, il 36enne ed il 41enne sono stati associati presso la casa circondariale di Trani, mentre la 36enne ed il 42enne collocati agli arresti domiciliari.




ANDRIA, MONNEZZOPOLI: APPALTO SUI RIFIUTI DA 90 MILIONI DI EURO

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Andria – I Carabinieri della Compagnia di Andria, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Trani, hanno dato esecuzione, su tutto il territorio nazionale, ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP dello stesso Tribunale a carico di quattro persone accusate, a vario titolo, dei reati di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e concussione.
L’indagine, partita all’indomani di un attentato dinamitardo subito, nel marzo del 2011, proprio dall’ex assessore comunale presso il suo mobilificio, ha consentito di accertare l’esistenza di costanti e frenetici contatti tra l'amministratore pubblico e quattro dirigenti di una società operante nel settore dei rifiuti finalizzati ad aggiudicarsi l’appalto per la c.d. raccolta differenziata “porta a porta” dei rifiuti solidi urbani nelle città di Andria e Canosa di Puglia, per un valore complessivo di circa 90.000.000 di euro, evento in ogni caso non verificatosi.
In particolare gli indagati, responsabili di un reato di recente introduzione normativa, al fine di condizionare le modalità di scelta da parte della Pubblica Amministrazione a vantaggio di una nota azienda privata operante nel settore della raccolta dei rifiuti, hanno tentato con promesse, collusioni ad altri mezzi fraudolenti di turbare il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del predetto bando di gara.
Inoltre l'ex assessore comunale ha indotto la stessa azienda privata, che già gestiva in proroga il servizio di raccolta dei rifiuti, sia ad affidare indebitamente le mansioni superiori ad un dipendente sia ad assumere a tempo determinato due netturbini.
Nel corso delle indagini sono emersi elementi di collegamento con analoga attività investigativa svolta dalla Procura della Repubblica di Monza, relativa proprio alle modalità di aggiudicazione della stessa gara di appalto ad un'altra azienda, a seguito della quale lo stesso ex assessore comunale è stato attinto da una diversa misura cautelare in carcere per il reato di corruzione.

Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10.00 presso la Procura della Repubblica di Trani alla presenza del Procuratore Capo, dott. Carlo Maria CAPRISTO, e del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bari, Col. Rosario CASTELLO.




ANDRIA: CONFISCATI DAI CARABINIERI BENI PER 4 MILIONI DI EURO.

I provvedimenti eseguiti nella giornata di IERI sono stai emessi uno dal Presidente della 4ª Sezione Penale della Corte d’Appello del Tribunale di Bari ed un altro dal Presidente dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trani

 


Redazione 
Andria (BT) – Dopo circa un anno e mezzo dal sequestro d’urgenza eseguito nei confronti del pluripregiudicato Sgaramella Riccardo, detto “Salotto”, 58enne di Andria ritenuto contiguo al clan “ex Pastore”, i Carabinieri della locale Compagnia hanno eseguito un provvedimento di confisca beni, riconducibili all’uomo o intestati a “prestanome”.

Gli accertamenti patrimoniali, eseguiti dai militari e coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani utilizzando la norma introdotta dal codice antimafia e dalle misure di prevenzione che consente di “aggredire” i patrimoni di tutti i soggetti che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose, hanno evidenziato come lo Sgaramella ed il proprio nucleo familiare abbiano nel tempo mantenuto un tenore di vita notevolmente superiore alle proprie reali possibilità economico-finanziarie e capacità reddituali.

Lo stesso, coinvolto nel procedimento legato al traffico di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione “Castel del Monte”, ha intestato, nel corso degli anni, ad un prestanome le proprietà acquistate con i proventi di attività delittuose. Le indagini hanno inoltre evidenziato che lo Sgaramella ha sempre dichiarato redditi imponibili assolutamente al di sotto delle proprie reali possibilità, a conferma della palese sproporzione tra quanto dichiarato rispetto al valore economico dei beni sottoposti a confisca.

I provvedimenti eseguiti nella giornata di IERI sono stai emessi uno dal Presidente della 4ª Sezione Penale della Corte d’Appello del Tribunale di Bari ed un altro dal Presidente dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trani e riguardano beni per un valore stimato di circa 4.000.000 di euro. In particolare si tratta di:

– 2 società di gestione di stazioni di servizio per la distribuzione di carburante “Erg”, di cui una fornita di attività di bar – tabaccheria – gelateria; con sedi sociali in Andria e Foggia;

– 1 ristorante-pizzeria, una sala giochi, una autorimessa, 3 appartamenti, siti in Foggia;

– 3 immobili, di cui uno in Margherita di Savoia (BT) e due in Andria;

– 3 imprese individuali, 1 portafoglio commerciale, 3 quote societarie, 1 società – s.r.l., 6 polizze assicurative, 26 conti correnti/dossier titoli bancari; 4 auto/moto veicoli, 2 posti auto, 4 terreni di cui uno con una casa rurale ed un altro con fabbricato destinato all’attività agro-turistica con servizio di ristorazione con maneggio annesso e 30 cavalli tra gli altri animali presenti.

L’odierna indagine patrimoniale si inquadra in una ampia attività di contrasto alla locale criminalità organizzata che, nel solco degli indirizzi che provengono in tal senso dalla DDA barese è rivolta soprattutto ad aggredire i patrimoni illecitamente acquisiti. Il contrasto ai patrimoni illeciti diventa così non solo uno dei mezzi, forse il più importante, per un serio contrasto all’attività delinquenziale.

 




ANDRIA: I CARABINIERI DONANO 200 MILA PANNOLINI IN BENEFICENZA

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Andria (BT) – Lo scorso luglio un imprenditore di Andria è stato denunciato in stato di libertà dai militari della locale Aliquota Operativa per ricettazione. La denuncia scaturisce a seguito di una perquisizione eseguita  a carico di un imprenditore del luogo presso il suo capannone ubicato nella zona industriale, durante la quale i militari hanno rinvenuto, tra i vari beni, 4.000 confezioni di pannolini.

Gli accertamenti svolti non hanno consentito di risalire ai legittimi proprietari e, per questo motivo, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, su richiesta dei militari dell’Arma, ha disposto che i pannolini fossero donati in beneficenza.

Fra le varie organizzazioni di volontariato presenti sul territorio, la Procura di Trani, su indicazione dei carabinieri, ha individuato nella sede della “Casa di accoglienza Santa Maria Goretti di Andria”, l’istituto destinatario di tale gesto caritatevole.

L’ingente quantitativo di materiale è stato consegnato a Don Geremia Acri, direttore dell’istituto, che ha voluto ringraziare personalmente i militari dell’Arma, a nome dell’Istituto e di tutte le famiglie che, in questo particolare momento di crisi, potranno beneficiare della donazione.

 




ANDRIA: RECLUTA EXTRACOMUNITARI PER RACCOGLIERE OLIVE

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Andria (BA) – Fingendosi il legittimo proprietario di un terreno, un ottantenne andriese ha reclutato tre cittadini extracomunitari per la raccolta di olive, non corrispondendogli neanche la paga giornaliera, giustificando il fatto che stessero dormendo nel casolare ubicato "nella sua proprietà". I legittimi proprietari, accortisi dello strano viavai dal fondo, dopo aver fermato uno dei cittadini extracomunitari e rendendosi conto cosa stesse succedendo, hanno allertato le forze dell'ordine. I Carabinieri della Stazione di Andria, al termine di una breve ed efficace attività di indagine, hanno identificato e denunciato a piede libero il falso proprietario del fondo. Si tratta di un ottantenne incensurato del luogo. Le olive sottratte in maniera fraudolenta ammonterebbero a 14,5 quintali, che sono state tutte vendute ad un frantoio della zona per la somma di circa 600 euro.