IMMIGRAZIONE: TRE DOMANDE AD ANGELINO ALFANO

di Emanuel Galea
 
Nel summit “ Europa a due, Merkel-Hollande” l’Italia è stata richiamata perché si affretti a istituire dei campi profughi. Essere richiamati da Berlino ci fa irritare, invece essere richiamati da Hollande non fa che farci sorridere.
Il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Marziere non ha faticato a convincere il ministro italiano degli Interni Alfano, che subito si è adeguato. Con circolare riservata, Angelino Alfano, ordina alle prefetture e questure la schedatura dei profughi. La circolare denuncia, come se non si sapesse già, "il mancato foto segnalamento di numerosi migranti che, dopo essere giunti in Italia, proseguono il viaggio verso i Paesi del Nord Europa”.

Due le considerazioni da fare: la prima che la circolare parla di “schedatura dei profughi” e non d’immigranti in genere e l’altra considerazione, anch’essa importante, dimostra che fino all’entrata in vigore di quella circolare, la maggior parte degli immigranti formavano una “massa di gente sconosciuta, per il ministero direi fantasma”. Quale sarà la situazione dopo la circolare, lo lascio immaginare!
 
Evitiamo di porre domande alle donne dell’esecutivo,
le tante che presiedono nei salotti dei talk show televisivi, dame stereotipate alla dottrina renziana. Intellettualmente tutte sincronizzate e robotizzate per ripetere la tiritera Renzi è bravo, Renzi è buono, Renzi sta portando avanti le riforme, Renzi cambia l’Europa, l’immigrazione è un fenomeno che Renzi sta governando. E’ un vinilico logoro che andrebbe avanti fino al prossimo aggiornamento programmatico.

Le domande li facciamo direttamente all’interessato, il ministro degli Interni. Con la circolare riservata, Alfano si china alla normativa Ue e obbliga prefetture e questure a seguirla pronunciando la fatidica “obbedisco!” La circolare, come immaginavate, è tutto a beneficio di Germania e Francia. Chi sbarcherà in Italia oppure a chi fanno sbarcare in Italia da navi inglesi e francesi, in Italia deve rimanere. Se fa il furbo e scappa, e dovesse entrare in uno dei paesi sopra citate, se poi viene preso, verrà subito restituito indietro all’Italia. Soprassedendo a questi aspetti, che sono pure essi importanti, passiamo a chiedere al ministro Alfano se ha fatto mai il seguente ragionamento.Visto e considerato che fino ad oggi tanti immigrati si sono rifiutati di fornire generalità, impronte digitali e farsi fotografare, chi ha garantito, fino ad ora, che in mezzo alle migliaia di nuovi arrivi non siano sbarcati “persone non grate”?
Seconda riflessione che proponiamo al ministro Alfano è questa: Sembra che prima di fuggire da “guerre, sevizie, atrocità e orrori” qualcuno li ha ben istruiti sulle procedure del paese ospitante, cioè di non dare generalità o farsi fotografare o rilasciare impronte per proseguire liberi e irriconoscibili.
 Dovuta riflessione: fuga o espatrio programmato? Un fatto che non è sfuggito a tanti lo poniamo anch’esso come riflessione al ministro. Constatato che molti arrivano privi di documenti, non interessa se privi perché li hanno smarriti oppure per altra ragione, tanto vero che il ministero si trova in difficoltà nei casi di rimpatrio, non conoscendo ufficialmente il paese d’origine, senza documenti, come si è fatto, a oggi, a stabilire che un immigrato sia minorenne o meno? Forse il minorenne “presunto” si sottopone all’autocertificazione?
L’ultima riflessione è quella che fa  nascere le maggiori perplessità in tanti italiani. Secondo un ultimo rapporto Istat, classifica circa il 10% della popolazione come poveri assoluti ovvero coloro che “non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa”, aggiungendo poi le persone che vivono in condizioni di povertà relativa si arriva al 16,6% della popolazione, ovvero circa 10 milioni. Teniamo ben in mente questi dati e poniamo l’ultima riflessione al ministro dell’Interno.
Stando a quanto viene dichiarato dagli stessi immigrati, tutti dicono di aver sborsato da 5000 a 8000 euro per arrivare dal paese d’origine, attraversando, dicono loro, tutte le traversie, fino al loro arrivo in Italia. Chi non riesce a procurarsi il minimo necessario muore soffocato nella stiva di qualche carretta del mare.
Ancora molti dichiarano di essere in attesa di trasferte di denaro da casa per proseguire il viaggio verso il nord Europa. Quindi altre migliaia di euro da aggiungere alle già sborsate. Si è fatto un’idea, il nostro ministro Alfano, dove procurano tutti i soldi, questi “poveri profughi”? Facciamo un passo indietro. Siamo certi che quei 10 milioni di poveri italiani, di cui parla l’Istat, in caso dovessero avere la necessità di scappare dall’Italia, siamo sicuri che trovino tutti le 5000, le 8000 e le oltre per espatriare? Gli italiani sono buoni, qualcuno è cattivo ma pochi sono stupidi.
 




MAFIA CAPITALE 2: FRATELLI D’ITALIA PUNTA IL DITO SU IGNAZIO MARINO E ANGELINO ALFANO

di Cinzia Marchegiani

Roma –Al governo Rampelli presenta l'Interrogazione sulle iniziative volte a garantire il rispetto da parte delle amministrazioni locali delle vigenti normative in materia di appalti relativi al sistema di gestione dell'accoglienza e dell'assistenza degli emigranti". In base all’accesso agli atti, chiesto da Fratelli d’Italia, è stato scoperto che il sindaco Ignazio Marino, al contrario di ciò che afferma, ha svolto soltanto 1% di gare pubbliche su 221 milioni di spesa sociale. E mentre le risorse per i servizi ai disabili sono diminuite del 30%, quelle per i servizi agli immigrati sono aumentate del 600%. Il ministro Alfano ha autorizzato la deroga per l’arrivo di 3000 immigrati a Roma, rispetto ai 250 stabiliti dal suo stesso dicastero. E quella deroga andava in perfetta coincidenza con le richieste fatte dal principale imputato di Mafia Capitale: Luca Odevaine. Grazie a lui, e al ministro Alfano, le periferie di Roma sono state letteralmente invase da immigrati aumentando le tensioni sociali in aree già fortemente a rischio, come Tor Sapienza. Questa curiosa coincidenza dimostra una responsabilità politica oggettiva del ministro Alfano e del sindaco Marino. L’unica strada d’uscita al commissariamento della Capitale d’Italia per mafia sono le dimissioni immediate.
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LA CAMPAGNA ELETTORALE SUGLI SPALTI DI UNO STADIO

di Maurizio Costa

I fattacci avvenuti allo Stadio Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia hanno scatenato un putiferio all'interno della politica italiana. Tutti i maggiori leader del Bel Paese, che proprio in questi giorni stanno portando avanti le loro campagne elettorali, hanno colto al volo l'occasione e stanno cercando in tutti i modi di far pendere la bilancia dei favori del popolo italiano dalla loro parte. Genny 'a Carogna, che avrebbe dato il permesso ai capi alti del calcio italiano e della Digos di giocare la partita, Ciro Esposito, che è in condizioni critiche in ospedale e Daniele De Santis che avrebbe sparato allo stesso tifoso napoletano, sono i nomi che i politici in questi giorni stanno pronunciando per cercare di denunciare lo scandalo delle tifoserie violente, come se prima di questi fatti nessuno se ne fosse accorto.

Il primo a cogliere la palla al balzo è stato Matteo Renzi. Il premier era presente allo stadio durante la contestazione e anche quando il pubblico fischiava durante l'Inno d'Italia, ma non ha mosso ciglio. Il bello è venuto dopo: "Facciamo finire la campagna elettorale e il campionato e poi riuniamo tutte le autorità e interveniamo in modo serio – ha detto il Primo Ministro – il calcio non lo lasceremo a quelle persone, non lo lasceremo ai vari Genny 'a Carogna. Lo ridaremo alle famiglie e a chi vuole partecipare con gioia ad un evento sportivo." Parole al miele, che sanno molto di tessere elettorali.

Non è stato da meno neanche Angelino Alfano, leader del Nuovo Centrodestra. L'ex alleato di Berlusconi, infatti, il giorno dopo la partita, ha attaccato e denunciato subito questi comportamenti: "Il pallone è nostro e ce lo riprenderemo. Lo toglieremo ai Genny carogna per ridarlo alle famiglie e ai bambini." Con una consecutio temporum basata sull'anteriorità del futuro, il Ministro dell'Interno non si fa sfuggire un telegiornale per portare avanti la sua campagna elettorale, che, ricordiamo, trae spunto da un ragazzo in fin di vita e da un capo ultrà: "Stiamo lavorando anche su Daspo preventivo e sulla recidiva. Nel senso che chi è già colpito da provvedimento e continua a delinquere, potrà essere allontanato fino a otto-dieci anni dagli stadi." Un vero e proprio comizio quello del Ministro.

Passiamo a Beppe Grillo, l'anti-tutto, che però questa volta prende la scia dei suoi nemici e tocca l'argomento della sicurezza negli stadi: "Io già vedo che Genny la carogna sarà invitato al Nazareno da Renzi il bastardo per fare la legge sugli stadi. Il mondo sta andando in un modo che non è più capibile." Soliti modi gentili del leader del Movimento 5 Stelle. Grillo ha anche spostato la campagna elettorale su un fatto di musica e di Inni: "La povera Alessandra Amoroso ha cantato l’inno e fatto un tributo alla politica ed è stata fischiata. C’erano i politici schierati sull’attenti e poi sono fuggiti con le loro auto blu."

Anche Silvio Berlusconi ha voluto tirare acqua al suo mulino: "L'inasprimento dei Daspo è utile ma va applicato ai tifosi che lo meritano." Una cosa abbastanza scontata. Da Presidente del Milan, il Cavaliere ha poi aggiunto: "Non è utile e possibile che la sicurezza sia affidata alle società di calcio. Tutte presentano bilanci difficili, molti in deficit, non potrebbero permetterselo e mai avrebbero la competenza necessaria." Se lo dice lui.

Forse siamo talmente poveri di idee e iniziative che per dare vita ad una campagna elettorale prendiamo spunto da casi ignobili e disdicevoli, che non fanno altro che infangare la poca dignità che ci rimane nei confronti degli altri Paesi europei.




BERLUSCONI: ERANO I TEMPI DEL GIAGUARO!

di Angelo Parca

Non so, questo Silvio Berlusconi in Tv prorio non mi convince. Ha perso la grinta è meno imprevedibile e più pacato. E’ meno Cav. Sì pare proprio che rinunciando al titolo avesse rinunciato ad un’armatura. Lo smalto e l’ironia di quando ha spolverato la sedia a Travaglio sembra un lontano ricordo. Adesso c’è un vecchietto di 77 anni che, volenti o nolenti, ha fatto un pezzo di storia della politica italiana ed ha finito la sua carriera ai servizi sociali. Il suo tempo è terminato. Purtroppo, quello che spaventa è che all’orizzonte non c’è nulla di nuovo e tutto il vecchio che avanza è pronto a fagocitarsi i “buoni” propositi di Matteo Renzi, una matricola al Governo, cui presto faranno capire che bisogna chinare il capo.

Del resto il fiorentino lo ha detto che o gli fanno fare ciò che vuole o torna da dove è venuto. Forse già rimpiange la fascia da primo cittadino, certo fare il capo del Governo è altra storia perché certi parassiti in poltrona sono difficili da scrostare via. A dare la notizia al premier che non passerà nulla al sentato riguardo la riforma dello stesso è proprio l’ex senatore Silvio, sì proprio lui, il pregiudicato che aspetta giustizia dall’Europa.

E se da un lato in maniera se vogliamo paranoica, nostalgica e autolesionista si prende coscienza di quanto Silvio sia ormai giunto al capolinea, dall’altro non rimangono che poche stringate riflessioni con un contorno di zero idee e zero carisma e zero democrazia.

Angelino Alfano dovrebbe tornare a fare il proprio mestiere. Non piace alla massa e non sarà in grado di cavalcare l’onda senza aggrapparsi ad una tavola da surf più grande del suo salvagente: quello che gli tirò Letta quando Silvio sperò fino all’ultimo di non aver perso il suo fido delfino.

Su Renzi è già detto, l’unica speranza è che riesca a far saltare il sistema. La domanda è: fino a che punto vuole che salti?

Poi c’è Grillo che aldilà dei buonissimi prpositi e impegno civico dei militanti Cinque Stelle che ci credono, dovrebbe iniziare davvero ad “uscire dal blog” cercando fuori quella democrazia che ben poco è riuscito a conseguire dentro il web, nella cosidetta rete. Ho paura che la rivoluzione che tanto sbandiera si possa rivelare come una grande bolla di sapone: quando scoppia non rimane nulla, tranne che le speranze infrante degli italiani e dei militanti che l’hanno seguito. Vorrei tanto sbagliarmi. Grillo comunque prenderà consensi alle Europee.

giorgia Meloni non sarà una forza politica capace di camminare con le proprie gambe. Idem Ncd. Forza Italia darà ancora un discreto risultato, ben lontano dagli anni d’oro perché ormai non ci crede quasi più nessuno. Renzi rimarrà ancora in piedi con una buona scia di fans. Fino a quando non lo decideranno loro… loro chi? I Matusa. 




'NDRANGHETA: NUOVI STRUMENTI DI SICUREZZA CONTRO IL FENOMENO MAFIOSO

Redazione

Le nuove strategie contro la criminalità organizzata sono state al centro di una conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio a Roma al ministero dell'Interno.
Il ministro dell'Interno Angelino Alfano insieme al capo della Polizia Alessandro Pansa, ha presentato al Viminale il Piano d'azione nazionale e transnazionale contro la criminalità organizzata di tipo mafioso calabrese.

Saranno a disposizione degli investigatori nuovi sistemi per migliorare l'attività di contrasto a un'organizzazione criminale ritenuta, ad oggi, la più pericolosa.
La direttiva siglata dal Ministro, ieri pomeriggio, permetterà ai prefetti l'attuazione del Piano studiato proprio per arginare il fenomeno mafioso della 'Ndrangheta.

Il Piano prevede la sinergia tra le attività svolte in Calabria, e quelle svolte nel resto d'Italia da tutte le forze di polizia; in particolare la sinergia verrà attuata nelle attività di controllo del territorio, nelle investigazioni mirate ai patrimoni illecitamente accumulati e nella ricerca dei latitanti.
È previsto anche il monitoraggio delle regioni italiane, dove la 'Ndrangheta ha manifestato ed esteso i propri interessi economici, come il Lazio, l'Emilia Romagna, il Piemonte, la Liguria e la Lombardia.
Infine la direttiva interesserà l'intera rete degli esperti per la sicurezza italiani all'estero.
Anche nuove tecnologie saranno a disposizione degli investigatori che potranno contare su vere e proprie centrali statistiche dove è possibile la consultazione di mappe, cartine interattive e database interforze.

Le tecnologie

• Il Sistema di georeferenziazione dei reati (Sigr) si sviluppa attraverso una cartografia Google e permette di esaminare i tipi di reati commessi nell'intera Nazione.

• Il Sistema di georeferenziazione dei controlli di polizia (Geo.c.ope) consente di visualizzare, nella stessa cartina, i controlli eseguiti dalle forze di Polizia e di risalire a tutti i dati relativi alle auto controllate e ai suoi occupanti.

• L'archivio delle Mappe della criminalità organizzata (Ma.Cr.O) rende possibile la comprensione di ogni singolo gruppo criminale anche attraverso la visualizzazione dei singoli affiliati, dei ruoli ricoperti all'interno dei clan, del territorio controllato ed anche gli eventuali collegamenti con altre organizzazioni criminali.

• Infine sarà a disposizione anche un sistema di georeferenziazione delle mappe della criminalità organizzata (Geo.M.A.Cr.O) che riporta, sempre nella cartina di Google, ogni forma di organizzazione; attraverso questa mappa sarà possibile comprendere, immediatamente, la composizione, la zona di origine e le eventuali ramificazioni diffuse sul territorio nazionale dei singoli gruppi criminali.




GENZANO COMMISSARIATO A RISCHIO CHIUSURA: FLAVIO GABBARINI SCRIVE AD ANGELINO ALFANO

Redazione

Genzano (RM) – Il sindaco di Genzano, Flavio Gabbarini, ha scritto al ministro dell’Interno, Angelino Alfano e al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro per scongiurare la chiusura del commissariato di Polizia. Con la circolare del 3 marzo, il ministero dell’Interno ha comunicato la soppressione di undici commissariati su tutto il territorio nazionale per la spending review, tra i quali quello di Genzano. Il Consiglio comunale tutto, con delibera n.9 del 27 marzo 2014 ha approvato un ordine del giorno per far sì che il commissariato resti al servizio della città, oltre alle comunità di Nemi e Lanuvio. Nella lettera, il sindaco ha espresso “preoccupazione per quanto previsto dal piano di razionalizzazione, considerato che il commissariato di Genzano garantisce la tutela della sicurezza su un bacino di oltre 40mila persone”.




ROMA, ASSEMBLEA COSTITUENTE DEL NUOVO CENTRO DESTRA: PRESENTI ANCHE I PRESIDENTI DEI CIRCOLI DEL MOLISE

Redazione

Roma – Anche i presidenti dei circoli del Nuovo Centro Destra del Molise hanno partecipato all’assemblea costituente del Nuovo Centro Destra che si è svolta a Roma da venerdì 11 a domenica 13 aprile, concludendosi con l’acclamazione all’unanimità di Angelino Alfano come primo presidente della nuova formazione politica.

Nel discorso conclusivo del presidente Alfano sono emerse tutte le ragioni che hanno portato alla nascita del Nuovo Centro Destra: il senso di responsabilità che ha portato ad anteporre il bene comune a logiche di interessi personali, la volontà di lavorare non per distruggere ma per costruire, liberando da vincoli eccessivi tutti coloro che hanno intenzione di impegnarsi in prima persona per la costruzione della società civile, la difesa di valori quali la persona, la famiglia, la sussidiarietà e la solidarietà.

Sono le stesse ragioni che hanno portato alla nascita anche in Molise di alcuni circoli del Nuovo Centro Destra, in particolare i 4 circoli nati a Termoli e denominati “Costruiamo il futuro”, caratterizzati per l’attenzione al lavoro (Agostino De Fenza), ai giovani (Christian Zaami), all’educazione (Mario Mascilongo) e al sociale (Giulio De Santis), ed il circolo “Vaclav Havel” di Isernia (Goffredo Giacca).

Come ricorda uno dei promotori dei circoli, l’ex assessore del Comune di Termoli Agostino De Fenza, questo tentativo di costruzione dal basso richiede impegno e spirito di sacrificio, ma consente di essere protagonisti in prima persona, senza lasciare che la propria vita sia determinata da scelte calate dall’alto.

 




SCUOLA DEMOCRISTIANA DOCET

di Chiara Rai

Angelino ha deciso di ammaliare Renzi con una chiacchiera democristiana. Anche se non ama definirsi un moderato fine a se stesso, parla del giovane segretario Pd come di una persona sincera scevra dai retaggi della vecchia politica ma in realtà dietro a queste parole si nasconde la consapevolezza delle aderenze del toscanaccio, una rete di consensi che neppure gli scandali sollevati dal suo stesso partito in merito a spese pazze, riescono a forare per liquidare in quattro e quattr’otto la sua carriera politica. C’è chi all’interno del Pd vede già passare i sottotitoli: “Hai osato troppo”. Ma il ragazzetto Matteo, nato a Firenze l’11 gennaio del 1975 si muove bene perché ha iniziato presto ha imparare la dialettica della scuola della balena bianca, infatti prima di diventare sindaco era già consigliere comunale di Rignano sull'Arno tra il 1985 e il 1990 per la Democrazia Cristiana. Ora, se Angelino parla come un oracolo a corto di seguaci è perché teme che Renzi e Berlusconi possano dialogare alle sue spalle su una possibile convergenza in tema di modelli elettorali e allora il rischio è che potrebbe ballargli la poltrona prima del 2015. Ma poi, stringe i denti e punta sulla morale propinando avvertimenti con i guanti bianchi all’alleato Matteo, tanto il linguaggio adoperato dai due è lo stesso: "Renzi e' un giovane politico, ha tutto l'interesse a dire una cosa e farla perché non mantenere le cose dette e' tipico dei vecchi leader, lui ha detto pubblicamente che non vuole far cadere il governo e io ho deciso di fidarmi di lui. Ci fidiamo – ha aggiunto Alfano – e siamo convinti che Renzi non usera' l'approvazione rapida della legge elettorale per tornare al voto". Intanto la legge elettorale approderà in Aula alla Camera il prossimo 27 gennaio. Lo ha stabilito la conferenza dei Capigruppo. A buon intenditor poche parole.




ROMA, ELEZIONI CAMPIDOGLIO: GIANNI SCELTO ANCORA DA ALFANO E NEL PD PRIMARIE IL 7 APRILE

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Alberto De Marchis

Roma – Gianni Alemanno è sempre l’uomo del Pdl, candidato a sindaco di Roma per tentare un secondo mandato. Parola di Angelino. "Gianni Alemanno e' il candidato a sindaco di Roma del Popolo della Liberta'. In questi cinque anni ha lavorato molto bene, nonostante il buco di bilancio di 12,3 miliardi ereditato dalle giunte di sinistra, la grande crisi economica e i continui tagli a cui tutti i comuni sono stati costretti dal Patto di stabilita' e dalla spending review imposta dal governo Monti". Questo quanto affermato dal segretario del Pdl, Angelino Alfano. Intanto si preparano le primarie del centrosinistra per la corsa al Campidoglio.  Che gli elettori del Pd si preparino 2 euro a testa per votare il proprio candidato preferito. Si votera' il 7 aprile e la rosa degli aspiranti primi cittadini di Roma è ampia: Paolo Gentiloni, Patrizia Prestipino, Umberto Marroni, David Sassoli e Alessandro Bianchi. Sel 'porta' Luigi Nieri e Gemma Azuni. Poi ci sono i candidati del Psi, del Cd, l"indipendente' Sandro Medici, oltre all'outsider Alfio Marchini. E oltre alla candidatura del senatore Marino, non e' esclusa quella del suo supporter Goffredo Bettini.




ELEZIONI POLITICHE: ITALIANI A BORDO, SI SALPA VERSO L'ISOLA CHE NON C'E'

Bersani era sicuro che Berlusconi avrebbe mandato a casa Monti e in questo momento starà ballando qualche danza romagnola per poi tornare a condannare il gesto come irresponsabile.

 

Chiara Rai

Roma – L’elettorato sta diventando schizzofrenico. Berlusconi ha costretto Monti a scendere a valle e una risalita sarà davvero difficile. Perché Monti rimane nell’opinione popolare e nei fatti un uomo che ha mandato sul lastrico migliaia di famiglie italiane e se a Natale ci sarà meno ciborio e la cedola dell’Imu pagata sotto l’albero lo dobbiamo al professore e alla maggioranza in Parlamento che finora gli hanno dato fiducia.

Monti era quel super Mario che avrebbe dovuto regalare i conti corrente ai pensionati, ma i nonni ai voglia a cercarli, ciò che hanno trovato sono solo interessi e hanno dovuto indossare le tute da super eroi per sostenere i propri figli, approvvigionare i nipoti, insomma i nonni si sono sostituiti al tecnico che come Robin Hood avrebbe dovuto riequilibrare gli averi, ma invece, d’accordo con compagnia bella, ha fatto piazza pulita di moneta corrente e di posti lavoro con la sola pietà della Fornero che si è ripresa dalla commozione quando ha definito i giovani disoccupati “choosy”.

Lei il solco sul viso ce l’ha per quante volte ha pronunciato simili sproloqui ma al ceto medio le rughe sono venute per l’impossibilità di arrivare alla metà del mese. Ma ora davanti agli occhi di chi neppure oggi che è domenica riuscirà a meritarsi un pasto decente o di quegli imprenditori che in questo momento stanno togliendo la targa made in Italy e abbassando le saracinesche il quadro politico è cristallino.

Bersani era sicuro che Berlusconi avrebbe mandato a casa Monti e in questo momento starà ballando qualche danza romagnola per poi tornare a condannare il gesto come irresponsabile. Nel centrosinistra non si è voluto guardare al rinnovamento, ha vinto l’usato che non definirei sicuro e per Berlusconi è stata una festa più eccitante di quelle in Costa Smeralda. Le primarie sono state una sorta di libro cuore le cui pagine hanno fomentato un disegno già scritto da quando ha concesso in comodato la poltrona a Monti e come un fidanzatino ha detto all’Italia: vi lascio affogare nello spred e quando sarete saturi e avrete attribuito a Monti il peggio della eredità gestionale politica, ritorno.

Berlusconi sa che contro Bersani ha già vinto una volta e l’Italiano con il cappio al collo tra un Berlusconi che probabilmente ricomincerà con la politica della detassazione e un Bersani che vuole lasciarci con 50 euro in tasca e una carta di credito vuota per pagare tutto, sceglierà il male minore.

Bersani non vuole illudere nessuno, ma in questo momento c’è davvero bisogno di altri annunci forneriani? Tanto si vive alla giornata e sicuramente l’ultima cosa che passa in testa ai comuni mortali martoriati dalle tasse, è di fare bella figura con l’Europa.

Ci si è stufati di ammiccare alla Merkel, visti i nefasti esiti. La fame è l’oblio del marcio, dei bunga bunga, dei siluri che abbiamo incassato. Probabilmente finiremo nei Casini che sa usare bene il verbo e sa vendersi più delle migliori maitresse sul mercato. I centristi moralizzatori, che in queste ore oscillano come un pendolo impazzito, appena Monti si farà venire qualche febbre da cavallo saranno pronti a farsi contagiare con ancora la mano tesa per stringere l’accordo con Pierluigi che rimarrà con qualche proverbio in più da dire e il buon Vendola che gli ricorda di parlare come un uomo di sinistra.

E allora ci si tappa il naso, si stringe un fazzoletto tra i denti e la puntura indolore la farà proprio il Cavaliere che non appena ha deciso che la punizione era finita ha invertito la rotta e dato un calcio nel deretano al tecnico, come un puparo farebbe col suo burattino.

E il professore, che non ha messo le mani nella cioccolata ma che non ha saputo neppure preparare un antidoto adeguato, ha voluto recitare questa parte fino in fondo restituendo la parola a chi di spot pubblicitari se ne intende.

Ma se c’è qualcuno che in televisione sa dare il meglio di sé c’è un diktat che naviga su rete che non si lascerà scappare l’occasione di dominare facendo governare chi decide lui. Le sue pedine le muove come vuole perché è vero che tutto è discusso e condiviso su rete ma tra il mondo virtuale e la realtà di un comico che riempie le piazze c’è una oceanica differenza: perché è lui che attraversa lo stretto a nuoto e non lo fa fare al nuovo che avanza? Perché alla fine, quando si è cliccato e dato la preferenza e detta la propria c’è sempre un solo uomo che decide?

L’alternativa allo “psiconano” è uno “psicocomico” che vuole intascarsi gli Italiani e per una volta ridere lui anziché far sorridere gli altri.

Allora, a questo punto verrebbe voglia di fare un bel disegnino sulle schede elettorali piuttosto che metterci “un estraneo in casa”.

Ma l’astenzionismo è il vero nemico e non dobbiamo permettere che s’impossessi di noi poveri disgraziati. Se questo è lo scenario politico che ci ritroviamo davanti, bene che vada siamo rovinati.

E dovremmo decidere: o si continua con l’autoflagellazione e o ci si illude che salendo sul barcone verso l’isola che non c'e', si riuscirà a raschiare una romanella in più sulla tavola che riuscirà a farci vedere il bicchiere mezzo pieno. Del resto domani è un altro giorno. 




CENTRODESTRA, LA FEBBRE DELLE PRIMARIE

Chiara Rai
Roma – Oggi 26 novembre alle ore 17,30 in via dell'Umiltà si terrà un presidio per garantire le primarie del Pdl. Dopo l’esempio del Pd con 3,6 milioni di cittadini che hanno mandato al ballottaggio Bersani e Renzi, spazzando via lo spauracchio dell’astensione e dando conferma di un centrosinistra in vantaggio, fare un passo indietro per il centrodestra, soltanto per un balletto del Cavaliere, sarebbe assurdo arrivati a questo punto.

Sembrano essere sette i candidati che hanno presentato le firme per le primarie del PdL. Un parterre di aspiranti pronti a mettersi in gioco ma sempre in bilico come i funamboli, oscurati dall’ombra dell’inarrestabile Silvio. E’ in gioco il segretario Alfano, il leader dei "formattatori" Cattaneo, il banchiere modenese Samorì, Crosetto, Meloni, Biancofiore e l’agguerrita Santanché.

Ha consegnato le firme necessarie per la candidatura anche Galan, che però ha poi deciso di ritirarsi. Ora le firme passeranno al vaglio del Comitato organizzatore della Commissione di Garanzia: entro martedì 27 novembre l'ammissione ufficiale.

Il voto è convocato per il 16 dicembre (giorno prima della scadenza della seconda rata dell’Imu) . Forse.  Questa mattina Maurizio Belpietro su Canale 5 ha chiesto al telefono a Silvio Berlusconi se in caso di una sua candidatura salterebbero le primarie del Pdl. Il Cavaliere ha risposto: "La domanda non è da rivolgere a me, ma alle istituzioni del Pdl e all'ufficio di presidenza che si esprime sempre con grande democrazia e che dovrà prendere posizione dopo le primarie del Pd.

Gli italiani sono lontani dalla politica. Il 70% del popolo e' disgustato dalla politica e dai partiti. Serve – dice l'ex presidente del Consiglio – cambiare tutto, aprire gli occhi. Credo che sia giusto che chi ha avuto l'onore di guidare il governo per dieci anni rifletta su cosa fare per compiere quella rivoluzione liberale che non si e' realizzata ma non per colpa mia. Stiamo valutando con grande senso di responsabilità la situazione", dice ancora Berlusconi che detta le prossime mosse da attuare, cioè cambiare le regole della Costituzione e gli strumenti che il Governo ha. Il Cavaliere torna a ripetere che il suo passo indietro come capo del Governo e' stato imposto da forze esterne al Paese. E intanto Angelino Alfano accelera sulla necessità di coinvolgere gli elettori nel processo di selezione della classe dirigente. Tutto questo mentre il Cavaliere è intenzionato a mandare tutto all’aria, far saltare quella Casa delle Libertà che ha iniziato ad avere inquilini scomodi da quando Gianfranco si è messo per traverso e la nave azzurra ha iniziato ad imbarcare acqua favorendo la volata al centrosinistra.  Un piatto allettante per Silvio che ama la competizione quando il Transatlantico affonda è fondare da zero un nuovo partito in stile Forza Italia, liberandosi di vecchie zavorre  che continueranno ad appesantire il barcone del Pdl che affonda. Silvio lo vorrebbe con sé Alfano, forse l’unico vero competitor che va portato in salvo sul nuovo contenitore; il problema è quale contenuto mettervi dentro e fino a che punto il delfino risponderà agli input di “papà Silvio”: “sono stati aperti oltre mille comitati a mio sostegno – ha detto Alfano. –  Le primarie ci sono e sono in campo, ma se si candida Berlusconi si riunirà l’ufficio di presidenza e lui darà una comunicazione e stabiliremo cosa fare”.

Dunque? Per ingannare l’attesa meglio correre al sit in, non si sa mai.  Tra il capo e l’ex delfino si stanno incrinando le visioni. L’idea di aprire a un nuovo centrodestra senza il fondatore alletta troppi. Nel partito delle primarie c’è sicuramente una Giorgia Meloni, che per il Cavaliere è già bruciata. Vuole camminare con le sue gambe, lo ha ripetuto più volte che preferisce fare da Kamikaze piuttosto che riproporre un candidato non eletto democraticamente. Ieri (domenica), la Meloni ha fatto visita a un seggio del Pd. Per lei è stata una esperienza talmente positiva, si palesa “gelosa” dell’erba del vicino anzi del rivale. Un erba talmente verde che non dispiace neppure a Gianni, re di Roma che gode del sostegno della romantica Renata, romantica perché il suo tempo a parere di molti è già volto al tramonto.