ROBERTA RAGUSA: QUEL FORNO CREMATORIO SOSPESO CHE HA FUNZIONATO NEL PERIODO DELLA SCOMPARSA

di Simonetta D'Onofrio

Gello di San Giuliano Terme – Tanti ancora gli elementi da accertare sul caso Roberta Ragusa, sparita nella notte del 10 gennaio del 2012 da Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa.

In queste ore ci sono state delle importanti novità, anche a seguito dalla chiusura per le indagini avvenuta il 22 settembre scorso.

Tornando a parlare del cimitero, la trasmissione "La vita in diretta" ha fatto emergere nuovi elementi: sembrerebbe rafforzarsi la prova che il forno crematorio sia stato messo in funzione in concomitanza della sparizione di Roberta Ragusa.
Ecco il particolare: a differenza dei mesi passati durante i quali il forno non è risultato in funzione, sono stati riscontrati l’utilizzo di metri cubi di combustibile effettivamente adoperati, che sono stati fatturati all’amministrazione comunale per l’impiego del combustibile del forno crematorio. Clamoroso il fatto che il periodo del consumo combacerebbe con la data di sparizione della Ragusa. Una prova inequivocabile che accerta l’uso dell’impianto, che a quel momento era momentaneamente sospeso. Logli avrebbe avuto la possibilità di accesso all’interno dell’area cimiteriale, perché aveva le chiavi della struttura a seguito di una sua collaborazione alla società che eroga servizi per l’amministrazione comunale.

Sembrerebbe che il marito di Roberta, accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere, avrebbe dichiarato il falso agli inquirenti, creando una simulazione di condizioni oggettive per screditare il racconto dei testimoni.

Gli inquirenti avrebbero captato un’intercettazione con GPS installato sull’auto di Logli, il quale si sarebbe recato sul posto indicato dal teste Loris Gozi, vicino di casa. Gozi, in sede d’incidente probatorio, disse di avere visto il marito di Roberta Ragusa in auto quella notte sul ciglio di una strada nei pressi della sua abitazione e di avere assistito a un litigio tra un uomo e una donna, quest’ultima indossava un pigiama rosa. La lite sarebbe stata sentita anche dalla moglie del testimone Gozi e da un vigile del fuoco che passava nei dintorni.
Infatti, agli inquirenti apparve subito anomala la presenza del Logli il 25 gennaio del 2013, giorno in cui si recò insieme a un suo amico sul posto per verificare se fosse stato possibile in oscurità vedere l’ombra di alcune persone in movimento. In quella circostanza Logli fece delle vere simulazioni, alle ore 18.15, in piena oscurità, per accertarsi se si distinguessero le persone.
Tutto ciò accadeva dopo la testimonianza fatta dal test Gozi, solo due giorni dopo, che la notizia fu resa pubblica. Dettagli e contenuto delle informazioni che il marito della Ragusa non poteva esserne a conoscenza.
Quanto affermato dal super testimone sono state sempre negate dal marito di Roberta Ragusa, supportate anche dalla tesi di Sara Calzolaio, sua amante e attuale convivente, la quale avrebbe affermato in sua presenza quanto riferitole da Roberta Ragusa “Tutto può ancora succedere”, frase la quale sembrerebbe giustificare l’allontanamento volontario.
Logli all’inizio delle indagini nascose anche la relazione pluriennale ed extraconiugale con Sara Calzolaio, ex baby sitter dei suoi figli e poi segretaria dell’autoscuola di famiglia, in seguito sua compagna di vita.




ROBERTA RAGUSA: IL CORPO NON SI TROVA

C.R.

Il corpo di Roberta Ragusa non si trova, gli investigatori hanno cercato al cimitero di Orzignano e al vecchio deposito militare di Titignano ma senza successo. Le carte dell’accusa che sta per notificare ad Antonio Logli la chiusura delle indagini sono innumerevoli e il legale di Logli, l’avvocato Roberto Cavani, ha già annunciato che avrà bisogno di molto più tempo rispetto ai 20 giorni concessi per presentare eventuali memorie difensive.

 

Intanto l’attenzione rimane alta sul caso di Roberta, scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 dopo un litigio con il marito Antonio Logli con il quale il rapporto si era andato deteriorando negli ultimi tempi anche a causa del fatto che Logli aveva un rapporto clandestino con Sara Calzolaio, attuale compagna alla luce del sole che ormai cresce i figli di Roberta. 

Il gruppo Facebook di Andrea Marotto, "Troviamo Roberta Ragusa" ha creato un evento per tenere alta l'attenzione su Roberta. L'evento di Roberta, programmato per lunedì 3 novembre alle 17:00, consiste nel "postare" pensieri e fotografie, immagini, poesie e quant'altro per ricordare Roberta.

 

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ROBERTA RAGUSA: LE RICERCHE, IL RINVIO A GIUDIZIO E… I MESSAGGI DELLE SENSITIVE

 

Ci sono due nuove segnalazioni di due sensitive che il nostro quotidiano L’Osservatore d’Italia ha raccolto grazie alla collaborazione di Donatella Raggini.

 

di Chiara Rai

Gello di San Giuliano (Pisa) – Partiamo da dati oggettivi che riguardano la scomparsa di Roberta Ragusa. L’ex prefetto di Pisa Francesco Tagliente, che ha profuso un impegno costante nel caso di Roberta Ragusa in stretta collaborazione con la Procura, ha detto che per le ricerche della Ragusa sono stati mobilitati migliaia di uomini e che nessuna segnalazione, neppure quelle delle sensitive, viene trascurata. 

Alla fine dello scorso gennaio il territorio è stato battuto lembo dopo lembo. Le ricerche si sono avvalse anche del coinvolgimento delle unità specializzate di Forze e Corpi di Polizia (sommozzatori e speleologi).Ma anche del volontariato sociale. Ben 39 «capi maglia», individuati nei comandanti delle Stazioni dei Carabinieri dei comuni della provincia, coadiuvati dalle polizie municipali e da tutte le articolazioni del volontariato presenti sul territorio. Oltre 1500 le forze messe in campo.

 Il lago di Massacciuccoli, uno degli ipotetici luoghi dove si sarebbe potuto occultare un cadavere, è stato scandagliato con il georadar fin dove era possibile arrivare con mezzi e uomini. 

Addirittura gli inquirenti sono tornati in quel lago dopo le segnalazioni di una sensitiva di Roma che è stata accompagnata sino al lago di Massacciuccoli assieme alle cugine di Roberta. La sensitiva avrebbe indicato un punto preciso del lago, ma in quel punto non è stato trovato alcun corpo, altrimenti oggi si sarebbe discusso di altro. Avremmo saputo probabilmente in quale maniera Roberta Ragusa sia morta, se è morta veramente visto che dalla sua sparizione sono trascorsi oltre due anni.

Una notizia certa appresa dall’ambiente investigativo è che gli elementi raccolti a carico di Antonio Logli sono più che sufficienti ad ottenere un rinvio a giudizio per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa nonostante non sia stato ancora ritrovato il corpo della donna.

Marzo 2013

Svolta nel caso di Roberta Ragusa. E’  stato reso noto il contenuto dei reperti finora segreti  in mano agli inquirenti, si tratterebbe di parti del pigiama e dell'orologio della donna. 

L'orologio è stato ritrovato, sembrerebbe da un passante, in un campo vicino all’abitazione di Roberta Ragusa, in via Gigli, esattamente il luogo dove un testimone ha riferito di aver visto, intorno alle 1.30 della notte fra il 13 e il 14 gennaio del 2012, il marito di Roberta, Antonio Logli, litigare calorosamente con una donna, che potrebbe essere stata proprio la moglie. Il ritrovamento dell'orologio nel campo chiarirebbe quindi ogni dubbio sull'identità di questa persona,  provando che a litigare con Logli era proprio la moglie: Roberta Ragusa.

 Il testimone dell'accaduto, ha ripetuto mercoledì scorso durante la trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?", di aver udito dei colpi, come se il corpo o la testa di qualcuno venisse sbattuta contro la carrozzeria di un’automobile, e una donna urlare, proprio in quel campo e quella stessa sera, prima di veder fuggire dal luogo una vettura a tutta velocità. "Nel corso di altre battute di ricerca – rende noto  Tgcom24 – sarebbero inoltre stati trovati alcuni brandelli del pigiama rosa, indossato da Roberta Ragusa nella notte della scomparsa, in un’area del Monte Serra a circa 200 metri da una strada sterrata". Al momento l’unico indagato per omicidio e occultamento di cadavere resta il marito di Roberta Ragusa, Antonio Logli. 

A giugno dello scorso anno il prefetto di Pisa Francesco Tagliente, insieme con il procuratore della Repubblica Ugo Adinolfi, dal sostituto procuratore Aldo Mantovani, che ha la delega delle indagini sul caso di Roberta Ragusa hanno incontrato i familiari per fare il punto sulle ricerche. All'incontro c'erano anche il vice comandante provinciale dei carabinieri Angelo De Luca e altri investigatori impegnati nelle indagini.

Il prefetto Francesco Tagliente ha espresso la comprensione per il dramma umano vissuto e la vicinanza al dolore della famiglia di Roberta Ragusa. Ha spiegato che le Istituzioni non si sono mai arrese nelle ricerche di Roberta, con il coinvolgimento del mondo del volontariato che è straordinario.

A luglio dello scorso anno i militari hanno ispezionato un furgone utilizzato dal marito di Roberta Ragusa, Antonio Logli, l’auto della sua nuova compagna e del padre dell'uomo, Valdemaro Logli. Mentre sul veicolo di quest'ultimo non è stato trovato nulla, due reperti biologici sono stati rinvenuti nel vano di carico del furgone di Antonio Logli e nell'auto di Sara Calzolaio (Ford Fiesta rossa). Tuttavia, la traccia del furgone sarebbe troppo piccola e dunque inutilizzabile. Ma sull'altra, repertata su un tappetino dell'abitacolo dell'auto della Calzolaio, l’entità sarebbe stata sufficiente per la refertazione.

Proprio per consentire l'ispezione della sua vettura, Sara Calzolaio ha ricevuto l'avviso di garanzia con l'accusa di favoreggiamento. Valdemaro Logli è accusato di concorso in occultamento di cadavere.

Adesso, si parla maggiormente di due luoghi dove potrebbe essere stato occultato il corpo di Roberta: il lago di Massacciuccoli e l’ex deposito militare di Titignano. 

Ci sono due nuove segnalazioni di due sensitive che il nostro quotidiano L’Osservatore d’Italia ha raccolto grazie alla collaborazione di Donatella Raggini. 

Tutte e due le sensitive vogliono rimanere anonime quindi di una citeremo l’ iniziale del nome di battesimo che è V. e dell’altra il nome per esteso che è Claudia. 

 

La testimonianza di V. 

V. dice di aver avuto la visione di Roberta due mesi fa. La sensitiva vede Roberta in un sacco nero nell’acqua del lago di Massacciuccoli dalla parte della pineta in una “rientranza semicircolare” dove ci si arriva con la macchina. V. asserisce che del suo corpo verrà ritrovato ben poco perché nel frattempo è stato divorato dai gamberi killer. Secondo V., il corpo potrebbe essere ritrovato addirittura prima che inizi il processo se solo gli inquirenti seguissero le sue indicazioni. V. è convinta che gli inquirenti non abbiano mai cercato in quel determinato punto. 

Ma a noi risulta che le ricerche sono state fatte anche lì e laddove non si è riusciti ad arrivare, neppure colui che ha occultato il cadavere avrebbe potuto arrivarci. 

 

La testimonianza di Claudia che ci ha inviato un disegno

Claudia non si definisce una sensitiva ma fa dei sogni e ha delle sensazioni. Lei vede Roberta in una sorta di cisterna in muratura, una struttura stretta come un ascensore con parti di cemento armato non di mattoni,  accosciata con l’acqua fino alle cosce con al collo la sciarpina o foulard con la quale sarebbe stata strangolata dopo essere stata tramortita con una botta alla testa. Il suo corpo sarebbe in un posto umido e freddo, nel raggio di 25 chilometri dall'abitazione. Altro non ci ha detto. Ci si può attaccare ad un sogno? Non pensiamo che un sogno non sia sufficiente a ritrovare Roberta, nonostante la buona volontà di Claudia. 

 

 “Toni” torna a scrivere 

“Caro Valdemaro Logli, confessati. Dai ai tuoi nipoti e alle cugine di Roberta una tomba su cui pregare questa povera donna. Dobbiamo superare l’ultimo esame. L’unico che valga davanti a Dio. Siamo tutti malandati, può succedere quando meno te lo aspetti. Agguanta questa mano e stringila forte. Salvati. Tu e tuo figlio”.

Chi scrive è ancora “Toni”.. Si tratterebbe del contenuto della seconda lettera. Toni si definisce un ex militare e dice di essere una vecchia conoscenza di Valdemaro Logli, padre di Antonio e suocero di Roberta Ragusa.

Secondo la testimonianza di “Toni”, i quattro parlavano di luoghi segreti in cui sarebbe stato possibile nascondere un cadavere in modo che nessuno potesse mai più ritrovarlo. Antonio Logli avrebbe citato un nascondiglio che diceva di conoscere soltanto lui. Si tratta di una grossa cisterna per la conservazione del carburante che si trova all’interno dell’ex deposito militare di Titignano, un paesino a circa tredici chilometri da casa Logli.

La cisterna, abbandonata da tanti anni, è ancora oggi completamente interrata e sovrastata da una folta vegetazione. Per entrarvi, presumibilmente di notte, quel qualcuno avrebbe dovuto rompere la rete metallica per introdursi nell’area che tra l’altro all’epoca della scomparsa di Roberta Ragusa era presumibilmente occupata da nomadi. 

Le Forze dell’ordine e i volontari hanno cercato in lungo e in largo non sottovalutando alcuna segnalazione. Le ricerche non si sono esaurite. E’ vero che gli elementi a carico di Logli sono molti ma anche vero anche che il corpo non è stato ritrovato. Riteniamo non si possa dare troppo peso a delle sensazioni e alle persone sensitive perché in gioco ci sono i sentimenti dei familiari di Roberta Ragusa che cercano certezze e il processo deve basarsi su delle prove concrete.

Noi abbiamo riportato le dichiarazioni di due sensitive per non lasciare nulla al caso. Del resto sono state ascoltate in passato e possono essere d’aiuto anche oggi, nonostante il beneficio del dubbio. Il processo, qualora ci sia il rinvio a giudizio presumibilmente ci sarà, sarà molto complesso e dovrà essere sostenuto da prove con la maiuscola. Quelle di cui finora siamo a conoscenza (è ovvio che con il segreto istruttorio e la non volontà di dare vantaggio alla difesa non è stato detto quasi nulla) sono elementi che possono far accrescere il sospetto. Ci sono bugie e incongruenze di orari, ci sono delle testimonianze. Ma Roberta Ragusa è scomparsa. 

 

La scomparsa

Roberta Ragusa è svanita nel buio della notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012, un venerdì e un sabato, da Gello di San Giuliano, alle porte di Pisa: con sè non ha portato nulla, né un cappotto, né la borsa con soldi e documenti, né un cellulare, né, tantomeno, i suoi gioielli più preziosi, due ragazzi che adorava, Daniele, oggi sedicenne, liceale al classico, e Alessia, undici anni compiuti senza la mamma. L’ultimo a vederla in quella gelida notte, la stessa in cui naufragò la Concordia al Giglio, è il marito, Antonio Logli, 49 anni, elettricista alla Geste, una partecipata del Comune di San Giuliano, e socio con lei ed il padre Valdemaro dell’autoscuola di famiglia, la Futura, una società in accomandita semplice.

 

L'appello del nostro giornale

Facciamo un appello alle amiche di Roberta Ragusa: vorremmo intervistarle per ripercorrere quello che era lo stato d'animo di Roberta negli ultimi tempi, senza trascurare nulla. Le nostre interviste potrebbero rivelarsi utili in qualche modo. Ripercorrere più volte la stessa strada è fondamentale. Un caso del genere va snocciolato fino in fondo. 

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ROBERTA RAGUSA: IN ATTESA CHE LA PROCURA DI PISA SI ESPRIMA

di Chiara Rai

In attesa che si spalanchino le porte del processo per l’unico indagato che è il marito di Roberta e che quindi la magistratura vada fino in fondo e riesca ad individuare il colpevole della scomparsa di Roberta, ci sono cittadini che non si arrendono alla ricerca di indizi, forse anche del corpo della povera donna che potrebbe essere stata uccisa da chi avrebbe dovuto esserle accanto. E in suo nome si organizzano e perlustrano il territorio per trovare quella giustizia tanto attesa, confidando, prima di tutto nel lavoro senza sosta delle forze dell’ordine coadiuvate dal procuratore capo della Repubblica di Pisa, Ugo Adinolfi il quale a marzo ha richiesto che Logli fosse rinviato a giudizio per omicidio.

La perlustrazione  

 Sabato 9 agosto è stato dunque compiuto un giro di perlustrazione, un’attento giro di ricognizione ma non certo alla stregua di quello che sono in grado di operare gli investigatori con mezzi e forze adeguate,  in quattro zone "sensibili" del territorio pisano, con Gaia Ghilarducci, Tiziano Vason e  Donatella Raggini, che è arrivata dall'Emilia Romagna fino in Toscana per parteciparvi. Tutti appartengono al gruppo Fb ufficiale dedicato a Roberta, fondato da Andrea Marotta poche ore dopo la scomparsa di Roberta nel 2012.   Il primo luogo visitato è stato il fiume Morto, lungo la Via Figuretta.

Il secondo luogo la Via Gigli. Il terzo luogo l'ex deposito militare di Titignano. Infine è stata perlustrata la tenuta di Coltano.

Il deposito di Titignano, nel comune di Cascina (Pisa) è un ex deposito militare dei paracadutisti della Folgore  ormai dismesso da almeno 35-40 anni circa. 

Il gruppo di persone ha avuto la grande fortuna di conoscere una persona che vive lì di fronte in condizioni molto precarie, in una roulotte con un piccolo terreno recintato,  il quale ha raccontato che il lucchetto di chiusura è stato apposto circa due mesi fa, quindi dopo la testimonianza di un tale che in una lettere anonima al settimanale Giallo si è firmato Tony.

La testimonianza

Secondo questa lettera anonima di Tony, una fonte presumibilmente attendibile, i resti della donna potrebbero essere nascosti in un luogo che Antonio Logli conosceva bene, l’ex deposito militare di Titignano. Tony ha ha indicato l’ex deposito militare di Titignano come luogo all’interno del quale giacerebbero, nascoste nelle cisterne che un tempo custodivano il carburante, le spoglie della donna. La zona sarà battuta dagli investigatori di Pisa, che hanno deciso di non tralasciare nessuna indicazione aprendo l’ipotesi ad una nuova possibile pista.

All'epoca del delitto il luogo era stato anche abitato da nomadi, e comunque era utilizzato dal personaggio che abita di fronte per allevare le sue galline, tanto è vero che ha dichiarato che spesso riparava la recinzione che veniva saltuariamente danneggiata.

La tenuta di Coltano (Pisa) ove in passato sono stati ritrovati diversi cadaveri. Si presta bene all'occultamento di un corpo poiché molto vasta, c'è un torrente che corre lungo i campi e non è molto frequentata. La frazione di Coltano è un piccolo borgo agricolo, antico possedimento mediceo, e costituisce una delle storiche Tenute in cui è suddiviso il Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli.

Cinque cadaveri sono stati ritrovati in passato in quella zona, ma si è sempre trattato di prostitute. Può darsi anche che chi abbia ucciso Roberta, sempre che Roberta sia morta, abbia voluto nasconderla in quella zona boscata e abbandonata e far credere che anche la povera Ragusa sia stata vittima di un maniaco serial killer che ancora si trova in giro. Sui cordoni dunosi, che un tempo emergevano dalle paludi, si trovano le uniche fasce boscate della Tenuta. Non sembrerebbe quindi difficile occultare un cadavere da quelle parti

Via Gigli

I carabinieri dedicano particolare attenzione alla testimonianza di Silvana Piampiani. Casalinga, 58 anni, la donna vive con la mamma in via Gigli, la strada che più di via Dini, dove abitano i Logli, sembra conquistare un ruolo di luogo cruciale per la messa in scena di azioni su cui si poggia la tesi dell’accusa nei confronti di Logli.

 Silvana Piampiani, una vicina di casa e Filippo Campisi, vigile del fuoco hanno riferito ai carabinieri di avere visto Logli in via Gigli intorno all'1 di notte. Campisi, che stava tornando a casa dal suo turno di lavoro, ha riferito di aver sentito anche un urlo di donna. Tutto questo si aggiunge ai risultati dei test a cui sono stati sottoposti i cani molecolari che hanno fiutato la presenza di Roberta tra la sua abitazione e un punto preciso di via Gigli nei pressi della ferrovia.

Il supertestimone e via Gigli

il supertestimone che la notte della sparizione di Roberta Ragusa, tra il 13 e il 14 gennaio 2012, vide prima Antonio Logli fermo in macchina in via Gigli, e poco dopo un uomo e una donna litigare in strada. Si chiama Loris Gozi e abita proprio in via Gigli. Gozi ha ripercorso tutti i momenti di quella sera, tornando a sottolineare ciò che era successo la mattina dopo, quando Antonio Logli aveva suonato alla sua porta con una foto della moglie in mano per chiedere se per caso l'avesse vista. Anche nel pomeriggio Logli è tornato a bussare alla porta, stavolta ha parlato con la moglie di Gozi, per chiedere ancora una volta se qualcuno avesse visto qualcosa. Una circostanza strana visto che è stata l'unica porta alla quale il marito di Roberta avrebbe bussato per avere notizie della donna scomparsa, una circostanza però che non appare poi così strana se si considera che Gozi è sicuro che quella sera Logli fermo in auto lo aveva visto mentre stava rientrando a casa in auto.

Ricordiamo che gli inquirenti considerano il testimone comunque attendibile, perchè ciò che ha raccontato, con il percorso fatto, è perfettamente confermato dalle celle agganciate dal suo cellulare lungo il tragitto che da Pisa, dove lavora la moglie, lo ha riportato a casa, in via Gigli.

 

Più di qualcuno pensa però che la chiave di volta sia all’Elba. Settembre 2013

Vacanze del marito, dei figli di Roberta e di Sara Calzolaio: sono andati tutti all'isola d'Elba, come accadeva anche quando c'era ancora Roberta. 

 

 Quel viaggio all’isola d’Elba di Logli e suo padre

un viaggio all’isola d’Elba, a ridosso della scomparsa di Roberta, del marito, Antonio Logli, e del suocero, Valdemaro. I due, secondo la versione data agli inquirenti, volevano andare a vedere se nella casa al mare ci fossero tracce di lei. Un viaggio molto strano in quel momento. I due si sono mossi con tutta tranquillità e soltanto molti giorni dopo la scomparsa gli inquirenti avrebbero cercato nella casa marina dei Logli.

 

Testimonianza o depistaggio?

Un nuovo avvistamento o un depistaggio?. Tempo fa, l’avvistamento è partito da Milano, dove un uomo dice di aver visto Roberta Ragusa in un bar, in via Filiberto, all’angolo con Corso Sempione. La donna indicata, due grandi, indimenticabili, occhi blu, avrebbe avuto un cappotto nero. Scrive su facebook la moglie del testimone, Rosalba Trapani, infermiera professionale: «Noi siamo persone serie». Ma non abbiamo saputo più nulla.

 

La sensitiva

''Roberta Ragusa è sepolta nel giardino di una casa sul mare". Sarebbe il messaggio scritto da una sensitiva e recapitato in busta chiusa al quotidiano la Nazione di Pisa. La sensitiva sarebbe una vicina di casa di Roberta e di suo marito Antonio Logli

 

La versione di Logli

Antonio Logli, indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere, ha invece sempre detto di essere andato a dormire intorno alle 23.45 e di essersi accorto dell'assenza della moglie la mattina seguente

 

L’incidente domestico

Il 10 gennaio 2012 a Roberta accade un incidente. Sara Calzolaio, l’amante di Logli, ha ricordato che quella quella mattina in autoscuola vi era Roberta la quale disse di recarsi a casa senza un motivo particolare, poi ricomparve nel pomeriggio verso le 16,30 con un aspetto che faceva pensare che stesse male.

Aveva il viso pallido ed era dolorante a un gomito e alla testa. Sembrerebbe che quella mattina, appena entrata in casa fosse stata colpita da dei cartoni di Natale che Logli stata riponendo in soffitta. Lei l'aveva raggiunto sulla scala per poi vedersi il cartone venire addosso perché era sfuggito a Logli.

 

Le telefonate con Sara Calzolaio, la sera prima che scomparisse Roberta

 La sera prima Logli con il cellulare dedicato aveva chiamato Sara verso le 23 per rimanere circa una mezz'ora al telefono, secondo quanto dichiarato dall’amante, i due, il giorno seguente sarebbero dovuti andare all'Ikea a Firenze. E presero un appuntamento. E se Roberta avesse sentito la telefonata e i due coniugi avessero iniziato a litigare mentre i bambini dormivano? Sara e Antonio si sentiranno un'altra volta, alle 00,17 per un manciata di secondi. Poi nei verbali i testimoni Loris Gozi e Silvana Piampiani raccontano di aver visto Antonio Logli litigare con una donna in via Gigli, fuori dall'abitazione, nelle ore in cui lui ha sempre sostenuto di essere rimasto a letto.

Torniamo con una interrogaizone importante per la risoluzione del giallo di Roberta Ragusa: Perché Logli ordinò all'amante Sara Calzolaio di distruggere i telefonini utilizzati per parlarsi negli 8 anni della loro relazione clandestina? I due hanno parlato di qualcosa di cui non dovevano? 

 

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ROBERTA RAGUSA: INDAGINI VICINE ALLA SVOLTA?

di Chiara Rai

Gello di San Giuliano (PI) – Un mistero ancora irrisolto quello della scomparsa di Roberta Ragusa fra il 13 e 14 gennaio del 2012. Una mamma premurosa con i suoi figli che aveva un marito che la tradiva con la Baby Sitter Sara. Una relazione mai interrotta che adesso è ufficiale e alla luce del sole. Mentre non si sa dove sia finita la povera Roberta, presumibilmente morta e presumibilmente le responsabilità del marito verranno a galla. Ciò perché le indagini degli inquirenti sono serrate e volte a risolvere una volta per tutte questo giallo. 

Sara, ora trascorre il tempo con i figli di Roberta: in una lettera di una amica di Roberta inviata a Giallo, l’amica che vuole rimanere anonima parla del nuovo rapporto che Sara, l’amante di Logli, avrebbe instaurato con i figli della povera Roberta Ragusa: “…. come è ormai noto in tutto il paese, Roberta è stata di fatto sostituita con l’amante, che abita con Antonio e i due figli che oggi hanno 12 e 17 anni. All’inizio Logli invitava le amichette della figlia a casa sua e faceva in modo di non farla sentire sola. Ma dopo qualche tempo le ha fatto addirittura cambiare classe. Una classe in cui non conosceva nessuno. Alcune settimane fa ho visto la figlia di Roberta passeggiare insieme a Sara. Sembrava che quella donna fosse la sua “nuova” mamma. Allora io mi chiedo: chissà cosa hanno detto a questi bambini?». 

Altre segnalazioni anonime e altre novità

I Carabinieri di Pisa non si arrendono e vagliano tutte le piste, anche le segnalazioni anonime. La lettera giunta a Giallo e firmata Tony,  il quale dichiara di essere un maresciallo dell'Aeronautica in pensione, apre a nuove strade da percorrere.

Nella lettera anonima, Tony ammette di aver conosciuto in passato il marito di Roberta Ragusa, Antonio Logli, durante il servizio militare e proprio in quel periodo sostiene di aver avuto una conversazione con il marito della donna, in merito ad alcuni luoghi che dovrebbero oggi essere presi in considerazione dagli inquirenti in quanto il corpo di Roberta Ragusa potrebbe essere stato nascosto proprio in una cisterna dell'ex deposito militare di Titignano. Un’altra missiva fa riferimento ad un misterioso incendio scoppiato alla fine di marzo del 2012, dopo circa due mesi e mezzo dalla scomparsa di Roberta Ragusa, a pochi chilometri dal luogo in cui la donna viveva. Nel rogo fu distrutto un materasso, utilizzato probabilmente per alimentare le fiamme e l'ipotesi fu quella di incendio doloso. In base a quanto scritto nella nuova lettera anonima giunta a Giallo sotto forma di denuncia alla procura di Pisa, l'incendio sarebbe stato appiccato proprio al fine di ridurre in cenere il corpo di Roberta Ragusa. 

 

Gennaio 2013

Sono riprese le ricerche del corpo di Roberta Ragusa. A darne notizia per primo è stato il procuratore capo della Repubblica di Pisa, Ugo Adinolfi, a seguito di un incontro con il prefetto Francesco Tagliente.

Si è tenuta una maxi-battuta su tutto il territorio con il supporto della protezione civile, delle associazioni venatorie e dei cercatori di funghi.

Lo stesso procuratore Adinolfi ha lanciato un appello a chiunque sappia qualcosa su quanto avvenuto la notte in cui Roberta è scomparsa, anche in forma anonima. Infatti, dopo la notizia del super testimone che avrebbe visto il marito Antonio Logli, uscire di casa quella notte, smontando dunque il suo alibi, il procuratore ritiene che possano esserci altre persone che possono contribuire a raccogliere ulteriori particolari.

 

Marzo 2013

Svolta nel caso di Roberta Ragusa. E’  stato reso noto il contenuto dei reperti finora segreti  in mano agli inquirenti, si tratterebbe di parti del pigiama e dell'orologio della donna. 

L'orologio è stato ritrovato, sembrerebbe da un passante, in un campo vicino all’abitazione della Ragusa, in via Gigli, esattamente il luogo dove un testimone ha riferito di aver visto, intorno alle 1.30 della notte fra il 13 e il 14 gennaio del 2012, il marito di Roberta, Antonio Logli, litigare calorosamente con una donna, che potrebbe essere stata proprio la moglie. Il ritrovamento dell'orologio nel campo chiarirebbe quindi ogni dubbio sull'identità di questa persona,  provando che a litigare con Logli era proprio la moglie: Roberta Ragusa.

 Il testimone dell'accaduto, ha ripetuto mercoledì scorso durante la trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?", di aver udito dei colpi, come se il corpo o la testa di qualcuno venisse sbattuta contro la carrozzeria di un’automobile, e una donna urlare, proprio in quel campo e quella stessa sera, prima di veder fuggire dal luogo una vettura a tutta velocità. "Nel corso di altre battute di ricerca – rende noto  Tgcom24 – sarebbero inoltre stati trovati alcuni brandelli del pigiama rosa, indossato dalla Ragusa nella notte della scomparsa, in un’area del Monte Serra a circa 200 metri da una strada sterrata". Al momento l’unico indagato per omicidio e occultamento di cadavere resta il marito di Roberta Ragusa, Antonio Logli. 

 

Il marito Antonio Logli è unico indagato. L’accusa per l’elettricista è di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Roberta è scomparsa da un anno senza dare alcuna notizia ai due figli Daniele e Alessia. E’ possibile che una madre non cerchi i propri figli? Il Procuratore non è di questo avviso.

 "La vita di Roberta è sospesa tra ricerche e indagini, tra silenzi e dichiarazioni – ha affermato Elisa Pozza Tasca, presidente dell'associazione Penelope, che in tutta Italia si occupa di persone scomparse – chi dimentica, cancella e noi non dimentichiamo".

 

La storia:

Questa mamma, 44 anni al momento della sparizione, è svanita nel buio della notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012, un venerdì e un sabato, da Gello di San Giuliano, alle porte di Pisa: con sè non ha portato nulla, né un cappotto, né la borsa con soldi e documenti, né un cellulare, né, tantomeno, i suoi gioielli più preziosi, due ragazzi che adorava, Daniele, oggi sedicenne, liceale al classico, e Alessia, undici anni compiuti senza la mamma. L’ultimo a vederla in quella gelida notte, la stessa in cui naufragò la Concordia al Giglio, è il marito, Antonio Logli, 49 anni, elettricista alla Geste, una partecipata del Comune di San Giuliano, e socio con lei ed il padre Valdemaro dell’autoscuola di famiglia, la Futura, una società in accomandita semplice.

 

La sofferenza di Roberta:

La sofferenza di Roberta ha un nome e un cognome: Sara Calzolaio, oggi trentenne, che ha iniziato a lavorare presso l’agenzia di Logli a 18 anni per prendere la patente. Lì è nata la passione con Antonio, che la presenta alla moglie come baby sitter dei bambini e poi la vuole vicino a sé in autoscuola come segretaria. Dieci anni di relazione clandestina, undici con quello passato senza Roberta, un amore che non si è affievolito neppure dopo la scomparsa della povera Roberta, infatti, da settembre Sara trascorre parte della settimana a casa di Antonio, accanto a lui e ai ragazzi.




GIALLO ROBERTA RAGUSA: INQUIRENTI VICINI ALLA RICOSTRUZIONE DEI FATTI, SI PARLA DI OMICIDIO PREMEDITATO

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Chiara Rai

Gello di San Giuliano (PI) – Riprendono le ricerche del corpo di Roberta Ragusa. A darne notizia è il procuratore capo della Repubblica di Pisa, Ugo Adinolfi, a seguito di un incontro con il prefetto Francesco Tagliente.

In programma c'è una maxi-battuta su tutto il territorio con il supporto della protezione civile, delle associazioni venatorie e dei cercatori di funghi.

Lo stesso procuratore Adinolfi lancia un appello a chiunque sappia qualcosa su quanto avvenuto la notte in cui Roberta è scomparsa, anche in forma anonima. Infatti, dopo la notizia del super testimone che avrebbe visto il marito Antonio Logli, uscire di casa quella notte, smontando dunque il suo alibi, il procuratore ritiene che possano esserci altre persone che possono contribuire a raccogliere ulteriori particolari.

La puntata di quarto Grado di questa sera sarà incentrata sui nuovi importanti sviluppi che ci sono stati sul caso di Roberta Ragusa. Per la prima volta, infatti, si è cominciato a parlare di omicidio premeditato.

Il marito Antonio Logli è unico indagato. L’accusa per l’elettricista è di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Roberta è scomparsa da un anno senza dare alcuna notizia ai due figli Daniele e Alessia. E’ possibile che una madre non cerchi i propri figli? Il Procuratore non è di questo avviso.

 

"La vita di Roberta è sospesa tra ricerche e indagini, tra silenzi e dichiarazioni – ha affermato Elisa Pozza Tasca, presidente dell'associazione Penelope, che in tutta Italia si occupa di persone scomparse – chi dimentica, cancella e noi non dimentichiamo".

La storia:

Questa mamma, 44 anni al momento della sparizione, è svanita nel buio della notte fra il 13 e il 14 gennaio scorsi, un venerdì e un sabato, da Gello di San Giuliano, alle porte di Pisa: con sè non ha portato nulla, né un cappotto, né la borsa con soldi e documenti, né un cellulare, né, tantomeno, i suoi gioielli più preziosi, due ragazzi che adorava, Daniele, oggi sedicenne, liceale al classico, e Alessia, undici anni compiuti senza la mamma. L’ultimo a vederla in quella gelida notte, la stessa in cui naufragò la Concordia al Giglio, è il marito, Antonio Logli, 49 anni, elettricista alla Geste, una partecipata del Comune di San Giuliano, e socio con lei ed il padre Valdemaro dell’autoscuola di famiglia, la Futura, una società in accomandita semplice.

La sofferenza di Roberta:

La sofferenza di Roberta ha un nome e un cognome: Sara Calzolaio, oggi 29 anni, che ha iniziato a lavorare presso l’agenzia di Logli a 18 anni per prendere la patente. Lì è nata la passione con Antonio, che la presenta alla moglie come baby sitter dei bambini e poi la vuole vicino a sé in autoscuola come segretaria. Dieci anni di relazione clandestina, undici con quello passato senza Roberta, un amore che non si è affievolito neppure dopo la scomparsa della povera Roberta, infatti, da settembre Sara trascorre parte della settimana a casa di Antonio, accanto a lui e ai ragazzi.