La Regina (Asl Roma 6): Avviare un nuovo umanesimo, puntare sui Leu

Il 20 marzo giornata studio con esperti in Medical Humanities

“Papa Francesco ci ha insegnato a rimettere al centro la persona e a darle dignità. Non possiamo non dare dignità a chi soffre, perché chi aspetta di essere visitato in corsia non è un numero ma una persona con le sue esperienze, le sue paure e anche le sue potenzialità”. Così Vincenzo Carlo La Regina, direttore sanitario della Asl Roma 6, spiega il cambio di prospettiva che accompagnerà il suo lavoro: “Andare verso un percorso di umanizzazione delle cure, che guarda ai Livelli essenziali di umanizzazione (Leu)”.

“Abbiamo bisogno del paziente nell’alleanza terapeutica per avere un’aderenza della terapia altrimenti rischiamo di non essere efficaci. Oggi c’è bisogno di coraggio- rimarca il medico- per avviare un nuovo umanesimo della salute. Dobbiamo ridefinire anche i percorsi al livello organizzativo partendo dalla sicurezza e creando un’interdipendenza tra umanizzazione e benessere organizzativo degli operatori. Abbiamo intitolato il piano della performance ‘Umanizzare le cure umanizzando l’organizzazione’ perché dobbiamo mettere in campo questa interdipendenza. È difficile riuscire se gli operatori non sono felici- sottolinea La Regina- basti pensare che negli Stati Uniti ci sono i master sulla felicità”.

Il progetto di umanizzazione delle cure nella Roma 6 è partito, quindi, da un percorso formativo all’interno dell’Unità operativa del rischio clinico e della sicurezza delle cure. “Abbiamo trovato 60 facilitatori in tutta l’azienda, e di questi 30 hanno aderito al processo e al progetto dell’umanizzazione delle cure. Il 20 marzo promuoveremo una grande iniziativa nella nostra azienda affinché si inizi un percorso vero e proprio verso i Livelli essenziali di umanizzazione (Leu). Dobbiamo abituarci a selezionare le classi dirigenti anche attraverso coloro che sono aderenti ai Leu. Se non immaginiamo una organizzazione che tenda a questo- afferma il direttore sanitario- è chiaro che non riusciremo a raggiungere l’obiettivo”.

Il 20 marzo la Asl Roma 6 avvierà un confronto con gli esperti in Medical Humanities. “Attraverso questa giornata diamo inizio a un piccolo processo culturale dove gli operatori che hanno deciso volontariamente e gratuitamente di intraprendere questo percorso, potranno aiutarci a verificare il livello di umanizzazione presente nei reparti. C’è un metodo sviluppato dall’Agenas nel 2011 che può essere utilizzato per verificare da 1 a 100 il livello di umanizzazione, dato che in alcuni reparti è difficilissimo anche visitare i pazienti al di là del Covid. Attraverso la somministrazione di questionari reparto per reparto potremo capire dove agire per elevare i Leu”.

Gli operatori coinvolti sono medici, infermieri, oss e tutti coloro che producono e forniscono assistenza. “Un mondo che deve cambiare modo di interagire con chi non è più un numero, ma è una persona con la sua dignità, le sue debolezze e le sue potenzialità. Dobbiamo rispettare quella persona che in quel momento è fragile” dice La Regina.

Un nuovo umanesimo parte da un nuovo paradigma: agire sul modello culturale e alzare il livello delle persone che devono essere assistite a domicilio, “portandole al 10%. Il Pnrr ci viene incontro- conclude- il luogo di cura deve diventare la casa perché c’è tanta inappropriatezza nelle cure e la maggior parte delle patologie sono croniche, per cui la cronicità si deve risolvere sul territorio. Quella è già umanizzazione”.




Prassi di umanizzazione, innovazione sanitaria e sociale

La prassi di umanizzazione è un approccio all’assistenza sanitaria che mette al centro il paziente e le sue esigenze fisiche, emotive, sociali e spirituali. Si tratta di una filosofia che mira a garantire che i pazienti siano trattati con dignità, rispetto e compassione durante il loro percorso di cura. L’umanizzazione dell’assistenza sanitaria è diventata sempre più importante nel contesto dell’innovazione sanitaria e sociale, poiché le nuove tecnologie e i cambiamenti nelle modalità di erogazione dei servizi possono influenzare l’esperienza del paziente e dei professionisti sanitari.

Innovazione Tecnologica e Umanizzazione

L’innovazione tecnologica nel settore sanitario, come l’introduzione di sistemi digitali, robotica, intelligenza artificiale e telemedicina, può migliorare l’efficienza e l’accessibilità dei servizi sanitari. Tuttavia, è importante garantire che queste tecnologie siano integrate in modo da migliorare l’esperienza del paziente e non sostituire il rapporto umano tra paziente e operatore sanitario. Ad esempio, i sistemi di telemedicina possono consentire ai pazienti di accedere alle cure da remoto, ma devono essere progettati in modo da mantenere una comunicazione efficace e un sostegno emotivo.

Approccio Olistico alla Cura

L’umanizzazione dell’assistenza sanitaria promuove un approccio olistico alla cura, che considera non solo i sintomi fisici del paziente, ma anche i suoi bisogni emotivi, sociali e spirituali. Questo può implicare l’integrazione di servizi di supporto psicologico, assistenza sociale, consulenza spirituale e terapie complementari nei piani di cura. Inoltre, promuove la partecipazione attiva dei pazienti e delle loro famiglie nelle decisioni relative alla cura, riconoscendo il loro ruolo essenziale nel processo di guarigione e nel mantenimento del benessere.

Cultura Organizzativa e Pratiche Professional

L’umanizzazione dell’assistenza sanitaria richiede anche una cultura organizzativa e pratiche professionali che valorizzino l’empatia, la comunicazione efficace e la collaborazione interprofessionale. Ciò implica la formazione del personale sanitario nell’ascolto attivo, nell’empatia e nella gestione delle emozioni, nonché nell’integrazione di valori etici e umani nei processi decisionali. Inoltre, promuove un ambiente lavorativo che favorisca il benessere e la soddisfazione del personale, riconoscendo il loro ruolo fondamentale nel fornire cure di qualità ai pazienti.

Misurazione dei Risultati e Feedback dei Pazienti

Infine, l’umanizzazione dell’assistenza sanitaria implica la misurazione dei risultati basati sull’esperienza del paziente e il feedback dei pazienti e delle loro famiglie. Questo può includere sondaggi di soddisfazione del paziente, focus group e valutazioni qualitative per valutare l’impatto delle iniziative di umanizzazione e identificare aree di miglioramento. Il coinvolgimento attivo dei pazienti nel processo decisionale e nella valutazione dei servizi è essenziale per garantire che le loro voci siano ascoltate e che le cure siano orientate alle loro esigenze e preferenze.

In conclusione, l’umanizzazione dell’assistenza sanitaria è un elemento essenziale dell’innovazione sanitaria e sociale, che mira a garantire che i pazienti siano trattati con dignità, rispetto e compassione durante il loro percorso di cura. Questo approccio promuove un ambiente sanitario centrato sul paziente, che integra tecnologie innovative con un approccio olistico alla cura e una cultura organizzativa basata sull’empatia e sulla collaborazione interprofessionale.




Oncologia pediatrica, l’importanza di garantire la presenza di psicologi che si prendano cura dei vissuti del bambino e della sua famiglia

L’oncologia pediatrica è un campo complesso e delicato che richiede un approccio multidisciplinare per garantire il benessere globale del bambino malato e della sua famiglia. Oltre alle cure mediche, è fondamentale considerare anche gli aspetti psicologici e emotivi legati alla malattia. In questo contesto, il ruolo dei psicologi diventa cruciale per affrontare le sfide emotive e psicologiche legate alla diagnosi e al trattamento del cancro pediatrico.

L’impatto della malattia sul bambino e sulla famiglia

La diagnosi di cancro in un bambino può scatenare una serie di reazioni emotive intense e complesse sia nel bambino stesso che nei suoi genitori e familiari. La paura, l’ansia, la rabbia, la tristezza e la confusione sono solo alcune delle emozioni che possono emergere di fronte a una situazione così difficile. Inoltre, il processo di cura e i trattamenti come la chemioterapia e la radioterapia possono causare effetti collaterali fisici e psicologici che influenzano il benessere complessivo del bambino e della sua famiglia.

Il ruolo del supporto psicologico

I psicologi specializzati in oncologia pediatrica sono addestrati per fornire un supporto emotivo e psicologico mirato al bambino malato e alla sua famiglia. Questi professionisti sono in grado di offrire un ambiente sicuro e non giudicante in cui esplorare e affrontare le emozioni legate alla malattia. Attraverso la terapia individuale, di coppia o familiare, i psicologi possono aiutare il bambino e i suoi genitori a comprendere e adattarsi alla situazione, sviluppando strategie di coping efficaci per affrontare lo stress e le difficoltà legate alla malattia.

Supporto durante il trattamento e oltre

Durante il trattamento, i psicologi lavorano a stretto contatto con il team medico per fornire un supporto continuo al bambino e alla sua famiglia. Possono aiutare a mitigare l’ansia legata ai trattamenti, a gestire il dolore e a affrontare le sfide pratiche legate alla malattia. Inoltre, i psicologi possono fornire consulenza sulla comunicazione familiare, sull’adattamento alla vita ospedaliera e sull’organizzazione delle cure nel contesto domestico.

La cura oltre la malattia

Anche dopo il completamento del trattamento, i psicologi continuano a svolgere un ruolo importante nel supportare il bambino e la sua famiglia nel processo di guarigione e di adattamento alla vita dopo il cancro. Possono aiutare a gestire le preoccupazioni legate al rischio di recidiva, a supportare il reinserimento sociale e scolastico del bambino e a promuovere una migliore qualità della vita per l’intera famiglia.

Conclusioni

In conclusione, la presenza di psicologi specializzati nell’oncologia pediatrica è fondamentale per garantire una cura completa e olistica ai bambini malati di cancro e alle loro famiglie. Questi professionisti forniscono un sostegno emotivo e psicologico mirato che aiuta a migliorare il benessere complessivo del bambino, a favorire la resilienza familiare e a promuovere un processo di guarigione più completo e soddisfacente. Investire nelle risorse psicologiche in oncologia pediatrica è quindi essenziale per garantire che ogni bambino affetto da cancro riceva la migliore cura possibile, non solo per il suo corpo, ma anche per la sua anima.




Asl Roma 6, riflettori accesi sull’Ospedale dei Castelli protagonista mondiale assoluto nella chirurgia oculistica

All’evento di presentazione di questa tecnica di chirurgia oculistica tutta “Made in Italy” presenti i vertici regionali e governativi

Protagonista la signora Anna Maria De Luca, 66 anni, residente ad Ariccia, la quale ha riacquistato la vista dopo circa 5 anni di buio totale da un occhio che era completamente cieco da 21 anni. Si tratta di un intervento effettuato con una tecnica tutta italiana denominata Cheratoprotesi, ovvero l’installazione di una protesi artificiale biologica a lungo termine bio integrabile capace di risolvere i casi complicati non risolvibili con il trapianto di cornea.

E’ stata ripristinata la vista per mezzo di una cornea artificiale costituita da un lenticolo ottico ancorato ad un supporto osseo ricoperto dalla mucosa buccale del paziente per garantirne la chiusura a sigillo e permettere così il passaggio della luce attraverso la cornea danneggiata da un leucoma vascolarizzato in conseguenza di danni fisici chimici o da malattie autoimmuni.

Il dottor Franco Arrigoni, Dirigente Responsabile della Uos di chirurgia vitreo retinica dell’ospedale dei Castelli, insieme all’equipe multidisciplinare, ha assunto l’impegno di continuare a tramandare questa tecnica iniziata con il Prof. Strampelli nel 1963 e continuata dal prof. Falcinelli

Grande successo di partecipazione e gradimento ha registrato l’evento che si è tenuto presso Ospedale dei Castelli e che vede protagonista il Lazio come eccellenza rispetto ad altri Paesi nel mondo grazie a una particolare tecnica di chirurgia oculistica “Made in Italy”, nata e perfezionata da luminari italiani. 

L’evento moderato dal giornalista Fulvio Benelli, ha visto la partecipazione straordinaria di ospiti d’eccezione a partire dal Capo di Gabinetto del Ministero della Salute dottor Marco Mattei il quale ha portato i saluti del Ministro Orazio Schillaci e si è congratulato per il percorso intrapreso dalla direzione strategica teso a valorizzare le eccellenze e implementare i servizi sul territorio, il Presidente del Consiglio regionale del Lazio Antonello Aurigemma, l’Assessore regionale al Bilancio e all’Agricoltura Giancarlo Righini, il Senatore della Repubblica Marco Silvestroni e il Deputato della Repubblica Andrea Volpi. Presenti il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 Francesco Marchitelli e il Direttore Sanitario Asl Roma 6 Vincenzo Carlo La Regina. Tra gli interventi il dottor Franco Arrigoni Dirigente Responsabile Uos chirurgia vitreo retinica ospedale dei Castelli e il dottor Augusto Pocobelli, Primario Oculista Azienda San Giovanni Addolorata e Responsabile della Banca degli occhi.

L’Ospedale dei Castelli, grazie alla sensibilità del Commissario Straordinario Marchitelli e del Direttore Sanitario la Regina che puntano sull’umanizzazione delle cure, intende dunque combattere la cecità corneale grazie alla Cheratoprotesi, ereditata dai grandi maestri dell’oftalmologia italiana. Arrigoni ha conosciuto personalmente il prof. Strampelli e il prof. Falcinelli 31 anni fa ed è stato diretto allievo di Falcinelli. Il prof. Petitti, presidente della fondazione Falcinelli ha sempre riconosciuto in Arrigoni “l’erede” del luminare Falcinelli e l’auspicio e intenzione futura è tramandare questo sapere anche a nuovi chirurghi oculisti.

Finora i centri specializzati che portano avanti l’osteocheratoprotesi si trovano in India, Germania, Inghilterra, Colombia e Usa. Oggi il Lazio torna protagonista tra le eccellenze mondiali grazie all’impegno assunto dalla Asl Roma 6 che pone l’ospedale dei Castelli come punto di riferimento per questo speciale intervento chirurgico.

Molto apprezzato un saluto con videomessaggio del Console Onorario d’Italia a Busan (Repubblica di Corea) Prof Vincenzo Campitelli che si è congratulato per il grande risultato portato a segno dall’equipe italiana e ha aperto a una futura collaborazione tra medici coreani e italiani per trasferire la tecnica anche in Corea del Sud.

Il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 Dottor Francesco Marchitelli si è detto entusiasta e grato: “Abbiamo un grande tesoro che intendiamo difendere e tramandare: questa tecnica tutta “made in Italy” che grazie a questo straordinario intervento chirurgico sarà praticata proprio qui all’Ospedale dei Castelli. L’importanza di puntare sulle tecniche chirurgiche e mediche italiane per farne delle eccellenze risiede nella creazione di un sistema sanitario robusto e affidabile, in grado di offrire risposte certe alle persone che hanno bisogno non solo di fidarsi ma di affidarsi. Questo nuovo capitolo per la chirurgia oculistica avviato all’Ospedale dei Castelli consentirà di migliorare la qualità di vita delle persone che per noi è la missione principale che detta tutte le azioni che questa Asl sta mettendo in campo per dare delle risposte concrete. Inoltre, l’evento di oggi può dare un buon contributo a consolidare la reputazione internazionale del nostro sistema sanitario italiano e del Lazio in particolare modo che continua a raggiungere importanti risultati. Le nostre eccellenze mediche e chirurgiche non solo possono garantire trattamenti di alta qualità per i pazienti del Lazio, ma possono anche attirare l’interesse di altri Paesi del mondo proprio come successo con questa tecnica che nel corso degli ultimi 30 anni è stata adottata all’estero con grande attenzione. Ringrazio tutte le istituzioni e autorità civili e religiose presenti, il Presidente della Regione Francesco Rocca che è sempre attento e presente sul territorio. Concludo col dire che questa grande Comunità della Asl Roma 6 è carica di entusiasmo e desiderio di essere sempre più vicina alle persone che per noi sono i massimi destinatari delle nostre attenzioni. Insieme riusciamo a raggiungere grandi risultati e lo facciamo giorno dopo giorno”.

Il Direttore Sanitario della Asl Roma 6 Dottor Vincenzo Carlo La Regina ha aggiunto: “Vedere il sorriso della signora Anna Maria è forse l’immagine più bella che questo importante evento ci potesse regalare. Questo è un segnale forte, è un grande cambiamento di prospettiva che pone l’attenzione non solo sul trattamento dei sintomi fisici, ma anche sul benessere della persona, prendendo in considerazione aspetti emotivi, mentali e sociali.

Riportare l’attenzione dei pazienti al centro significa anche coinvolgerli attivamente nel processo decisionale riguardo alle proprie cure e Anna Maria lo ha partecipato attivamente e ci ha rallegrato e motivato. E la cosa straordinaria che è successa è proprio questa: si è pensato a favorire un rapporto terapeutico basato sulla fiducia reciproca e sulla collaborazione e questo ha permesso di migliorare sensibilmente anche i risultati clinici. Con queste poche parole sentite e che caratterizzano un particolare percorso che sto condividendo questa meravigliosa comunità Asl Roma 6 ringrazio davvero tutti di cuore per essere qui a festeggiare insieme a noi questi sensazionali risultati”.




L’importanza del processo di umanizzazione delle cure in sanità

Nel mondo della sanità, il focus sull’umanizzazione delle cure sta diventando sempre più centrale. Questo processo non solo migliora l’esperienza del paziente, ma anche la qualità complessiva dell’assistenza sanitaria.

Dal rapporto medico-paziente alla progettazione degli ambienti sanitari, l’umanizzazione delle cure rappresenta un aspetto cruciale che va ben oltre la semplice somministrazione di trattamenti medici.

Definizione di umanizzazione delle cure

L’umanizzazione delle cure si riferisce all’approccio che pone il paziente al centro dell’assistenza sanitaria, considerando non solo le sue necessità fisiche, ma anche quelle emotive, sociali e spirituali.

Questo approccio si propone di garantire che ogni individuo riceva un trattamento rispettoso, personalizzato e compassionevole, preservando la sua dignità e autonomia.

Miglioramento dell’Esperienza del Paziente

Uno degli aspetti più evidenti dell’umanizzazione delle cure è il miglioramento dell’esperienza del paziente. La comunicazione empatica da parte del personale sanitario, la condivisione delle informazioni in modo comprensibile e l’ascolto attento delle preoccupazioni del paziente sono tutti elementi chiave per creare un ambiente in cui il paziente si senta al centro dell’attenzione.

Risultati clinici migliorati

Numerose ricerche hanno dimostrato che l’umanizzazione delle cure non solo porta a una maggiore soddisfazione del paziente, ma può anche influenzare positivamente i risultati clinici. I pazienti che si sentono supportati e compresi hanno maggiori probabilità di aderire alle terapie prescritte, riducendo così il rischio di complicazioni e migliorando i tempi di recupero.

Ruolo del personale sanitario

Il personale sanitario svolge un ruolo fondamentale nell’umanizzazione delle cure. È essenziale che gli operatori sanitari siano formati non solo sul piano tecnico, ma anche sull’importanza dell’empatia, della comunicazione efficace e del rispetto per la dignità del paziente.

Inoltre, è importante che gli operatori sanitari si prendano il tempo necessario per ascoltare attivamente i pazienti, rispondere alle loro domande e coinvolgerli nel processo decisionale riguardo alle proprie cure.

Progettazione degli ambienti sanitari

Oltre al rapporto medico-paziente, l’umanizzazione delle cure si estende anche alla progettazione degli ambienti sanitari. Questo include la creazione di spazi accoglienti e confortevoli che favoriscano il benessere del paziente, nonché la riduzione dei tempi di attesa e la semplificazione dei processi amministrativi per ridurre lo stress e l’ansia del paziente.

Conclusioni

In conclusione, l’umanizzazione delle cure rappresenta un imperativo etico e clinico nell’ambito dell’assistenza sanitaria. Oltre a migliorare l’esperienza del paziente, questo approccio può portare a risultati clinici migliori e a una maggiore efficacia complessiva dei servizi sanitari.

È essenziale che gli operatori sanitari, i responsabili delle politiche sanitarie e gli stakeholder del settore collaborino per promuovere una cultura dell’umanizzazione delle cure che metta sempre al primo posto il benessere e la dignità del paziente.




Asl Roma 6, agli ospedali riuniti di Anzio e Nettuno accesi i riflettori su Maxima ed Evo

Due tac di nuovissima generazione già operative per migliorare la cura e assistenza dei pazienti

Taglio del nastro agli Ospedali riuniti di Anzio e Nettuno per due nuove Tac (tomografia assiale computerizzata) di ultima generazione, già installate e subito operative. Entusiasmo e partecipazione hanno animato il reparto di radiologia in un sabato mattina assistito anche dal bel tempo.

Il Commissario Straordinario Francesco Marchitelli ha ringraziato tutti i medici, gli operatori e i professionisti che hanno lavorato su questo grande obbiettivo:”Proseguono importanti acquisizioni di moderne tecnologie da destinare ai nostri Ospedali che ci pongono tra le aziende sanitarie al passo con nuovi tempi dettati dalla ricerca e lo sviluppo. Grazie al percorso di rinnovamento dei macchinari riusciamo sempre di più a soddisfare le esigenze dei nostri pazienti e dare loro risposte certe: questo è ciò che abbiamo più a cuore”.

Il Direttore Sanitario Dottor Vincenzo La Regina si è detto emozionato e ha lanciato un messaggio di ottimismo puntando su una “ricetta” che ha trovato tutti d’accordo: “Umanizzazione delle cure e benessere della persona al centro. Questi macchinari – ha detto – altamente sofisticati, ci permetteranno, grazie a tecnologie di ultima generazione, d’effettuare esami sempre più accurati garantendo immagini ad altissima risoluzione in tutte le applicazioni cliniche cui è destinata e in tempi rapidi. Cerchiamo di fornire la massima attenzione alle persone che si affidano a noi. Coscienti di questa grande responsabilità, siamo davvero molto contenti oggi di restituire un ulteriore servizio ai nostri utenti che troveranno risposte all’avanguardia presso gli Ospedali riuniti di Anzio e Nettuno. Ringrazio tutti coloro che nell’azienda si impegnano ogni giorno per rendere la nostra Asl un’eccellenza. Insieme si riescono ad affrontare grandi sfide”.

Parole di apprezzamento sono arrivate anche dal presidente del Consiglio regionale del Lazio On. Antonello Aurigemma: “La nuova apparecchiatura di tomografia assiale computerizzata (tac), inaugurata oggi presso gli ospedali riuniti di Anzio e Nettuno rappresenta una misura importante che rafforza i servizi di un presidio sanitario, vero punto di riferimento per i cittadini del litorale, e non solo. Così – aggiunge – si valorizza la sanità dei nostri territori”.

Sono due le Tomografie Computerizzate nuove installate ad Anzio. La Revolution Maxima totalmente finanziata con Fondi Europei del Piano di Ripresa e Resilienza ha sostituito la esistente. La Revolution Evo è totalmente finanziata con Fondi Statali con obiettivo ‘Piano Operativo Regionale per il recupero delle liste di attesa’. Sono due Tomografie computerizzate di ultima generazione, entrambe da 128 slices in ricostruzione e dotate di sistemi di controllo della Dose di radiazione in linea e nel pieno rispetto del Dlgs 101/20.

Sono intervenuti anche il dottor Ciriaco Consolante Direttore Sanitario dell’ Ospedale di Anzio, il procuratore capo di Velletri Giancarlo Amato, il commissario straordinario del comune di Nettuno Dottor Antonio Reppucci, la dottoressa Nicoletta Guatelli Direttore Unità Complessa di Radiologia Ospedale Anzio, il Monsignor Carlo Passamonti. Franco Quaranta, geometra che ha diretto i lavori esecutivi di installazione. 
 
Presenti il Dott. Matteo Mauro Orciuoli, gli Ingegneri dottoressa Alessandra Candreva direttrice Uoc Ingegneria Ospedaliera e delle Tecnologie Sanitarie e il Dottor Alessandro Banin, il dottor Carlo Capotondi, Direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica e cura il coordinamento di tutti i responsabili delle radiologie aziendali e il Dott. Daniele Panichelli.

LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE DUE TAC

Revolution Maxima è stato progettato per l’esecuzione di indagini diagnostiche di imaging nei vari distretti corporei di pazienti anche in situazioni di urgenza medica e chirurgica. Il macchinario è adatto per applicazioni di oncologia e di routine radiologica (vascolare, toracico, encefalo, addominale, ortopedico).

Revolution EVO garantisce tempi di scansione più veloci che consentono di ridurre le apnee e di evitare la sedazione, contribuendo contemporaneamente a ridurre gli artefatti causati dal movimento del paziente o dell’organo. Per esempio, utilizzando un pitch più elevato, è possibile eseguire la scansione total body di un trauma di 1000 mm in soli 6 secondi.




Asl Roma 6: pioniera della psicoterapia a distanza

Il Comitato Etico “Lazio 2″* ha approvato il progetto della Asl Roma 6 sulla psicoterapia a distanza. Lo studio, realizzato dalla Asl Roma 6 in collaborazione con la start-up Transiti.net, Università degli Studi di Palermo e Università degli Studi di Torino, permette di sviluppare un modello di intervento maggiormente efficace, tempestivo e capillare nel contrasto ad ansia e depressione, tramite un metodo certificato di psicoterapia breve (Terapia dinamica interpersonale) erogato online tramite sistema D-Voip.

Dai dati Istat 2015-2017 la depressione risulta essere il disturbo mentale più diffuso: si stima che in Italia i soggetti che ne soffrono superino i 2,8 milioni (5,4% delle persone di 15 anni e più). E’ quindi fondamentale mettere a punto interventi efficienti e sostenibili.

La Asl Roma 6, in linea con la Regione Lazio, punta sulla telemedicina e sulla digitalizzazione della Sanità nell’ottica di un efficientamento dell’assistenza.

La ricerca si articola in due studi, uno rivolto a 180 soggetti di età compresa fra 16 e 35 anni, con sintomatologia ansioso-depressiva, afferenti ai servizi del TSMREE (Tutela salute mentale e riabilitazione in età evolutiva) e dei CSM (Centri di salute mentale) della Asl Roma 6 e uno rivolto a 42 donne, incinte o puerpere, con sintomatologia depressiva post-partum, afferenti ai Consultori aziendali.

Nello specifico il progetto di ricerca ha voluto dimostrare la maggior efficacia del protocollo Tdi (Terapia dinamica interpersonale) per ansia e depressione, rispetto ai trattamenti usualmente erogati nei servizi di salute mentale, nonché i vantaggi della telemedicina, con l’obiettivo di razionalizzare i costi e consentire l’accesso alle cure al maggior numero di pazienti possibile.




Asl Roma 6, presentato “Tutti a scuola”: associazioni, scuola e comunità per il benessere educativo

ALBANO LAZIALE (RM) – Sono state presentate questa mattina le attività relative al progetto “Tutti a Scuola”, selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e organizzato da Asl Roma 6, Csv (Centro di servizi per il volontariato) Lazio, le scuole e le associazioni del territorio. Contrastare la povertà educativa è l’obiettivo dell’iniziativa, di durata triennale, che interessa un territorio molto esteso: dalla Città metropolitana di Roma fino al Sud pontino, coinvolgendo l’intera provincia di Latina. Nel territorio della Asl Roma 6 è coinvolta la zona dei Castelli, con i Comuni di Albano, Genzano, Ariccia, Lariano, Velletri e il Litorale, con Anzio e Nettuno.

Con la collaborazione delle associazioni partecipanti – Andos Comitato di Albano, APS Con_tatto, Percorsi di Auto Mutuo Aiuto, Cooperativa Sociale Raggio di Sole, Coordinamento Insieme nella diversità, Associazione Vedere Altrimenti – verranno svolte attività per adolescenti dagli 11 ai 17 anni, per i genitori e per l’intera comunità educante, con l’intento di supportare le fasce socialmente più deboli nell’accesso alle risorse del territorio e nello sviluppo di capacità e competenze, per un effettivo incremento della capacità di progettare il proprio futuro. Le attività spazieranno dai doposcuola ai laboratori didattici, creativi ed espressivi, fino agli sportelli di ascolto per ragazzi e genitori, con particolare attenzione a tutte le problematiche che possono influire sui percorsi evolutivi. Lo yoga della risata, corsi di meditazione e autoconoscenza, corsi per l’acquisizione di life skills, fotografia, teatro, contribuiscono a incrementare l’offerta già presente, rendendola accessibile a tutti.
Le scuole partner sono il Liceo Scientifico Vailati e l’Istituto di istruzione Superiore Sandro Pertini di Genzano, il CPIA 7 di Pomezia con diverse sedi, anche ad Albano, e il Liceo Artistico Pablo Picasso, sezione di Anzio.

«La collaborazione della Asl Roma 6 al progetto coinvolge principalmente i servizi territoriali in cui opera e svolge una duplice funzione: da un lato offre attività di educazione e orientamento sociosanitario da parte dei servizi a nuclei familiari socialmente svantaggiati, dall’altro dà all’azienda la possibilità di allargare l’offerta con ulteriori attività – laboratori, incontri, occasioni per acquisire nuove competenze, socializzare, costruire relazioni e aspirazioni», ha detto Narciso Mostarda, Direttore generale Asl Roma 6.

«Csv Lazio ha proposto questo progetto, svolgendo un ruolo che gli è proprio: fare da tramite tra le istituzioni locali (Comuni, Asl, istituti scolastici) e territorio, qui rappresentato dalle associazioni di volontariato. Siamo convinti che un tema complesso e articolato come quello della povertà educativa si può affrontare solo se si attiva la comunità educante e se tutti i soggetti del territorio si alleano tra loro», Antonio D’Alessandro, Vice presidente Csv Lazio.

Tutti a scuola, maturato all’interno dei “Laboratori di Territorio Europa” (che da tre anni lavorano per la costruzione di partenariati stabili per lo sviluppo locale) e selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, sviluppa una rete di 62 enti – associazioni, istituti scolastici, enti pubblici – che hanno come capofila il Csv (Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio). Più specificamente, i partner provengono per il 63% dal Terzo settore, per il 24% dalle scuole, per il 6% da Enti locali e per il restante 7% da altri enti accademici, sanitari e della giustizia minorile.




Pomezia, nuovo centro di salute mentale per la Asl Roma 6

POMEZIA (RM) – La Asl Roma 6 si dota di una nuova sede per il Centro di salute mentale di Pomezia, che è stata inaugurata nel pomeriggio di ieri, 5 giugno, alla presenza del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, dell’Assessore regionale alla Sanità e l’Integrazione Socio-sanitaria, Alessio D’Amato e del Direttore generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda. La nuova struttura, di proprietà della Asl, misura circa 800 mq su un unico piano e consentirà di migliorare l’assistenza psichiatrica territoriale in termini di accessibilità, razionalizzazione e valorizzazione degli spazi. Il servizio comprende gli ambulatori del Centro di salute mentale e il Centro diurno riabilitativo e si trova in via Del Mare, Km 19, località “Macchiozza”.

L’Ambulatorio si compone di 6 stanze per i medici, 3 stanze per gli Psicologi, un’ampia sala riunioni per gli incontri di gruppo e per i briefing quotidiani, una medicheria, una segreteria, una stanza per l’assistente sociale, una stanza per la coordinatrice infermieri, ampi spazi per l’attesa. Il Centro Diurno comprende due sale attività, di cui una con annesso terrazzo esterno, una cucina e un ampio spazio comune. La segreteria è posta nella sala infermieristica. In prospettiva è previsto un campo sportivo polivalente (calcio a 5, pallavolo, tennis, ) e l’utilizzo degli spazi aperti appartenenti alla struttura.

CENTRO SALUTE MENTALE

Il Centro di Salute Mentale svolge nel territorio dei Comuni di Ardea e Pomezia, tutte le attività di prevenzione, trattamento e riabilitazione del disagio psichico cercando di offrire una risposta valida e articolata alla domanda di assistenza psichiatrica sempre più in aumento, considerate le caratteristiche demografiche del territorio. Opera dal 1990 in un territorio che ha subito negli ultimi anni notevoli trasformazioni, sia riguardo al forte aumento dei residenti (circa 115.000: Pomezia 65.438 e Ardea 49.594). Al CSM accedono ogni anno in media 1.700 persone. I pazienti che si rivolgono al Servizio ricevono, nelle situazioni valutate più gravi, una consulenza psichiatrica immediata. Oltre alle visite psichiatriche, nel Servizio si effettuano altre prestazioni quali sedute di psicoterapia individuale e di gruppo, gruppi psicoeducazionali, somministrazione di test psicodiagnostici, somministrazione di terapie long-acting, attività di consulenza urgente su richiesta del 118 e del Pronto Soccorso.

CENTRO DIURNO RIABILITATIVO

Il Centro Diurno Riabilitativo H4 è una struttura socio-sanitaria semiresidenziale territoriale specifica per pazienti psichiatrici i quali necessitano di un trattamento quotidiano che si integri ad un progetto terapeutico-riabilitativo più complessivo. Le attività del Centro Diurno sono individuali e di gruppo e possono svolgersi sia all’interno che all’esterno dello stesso sviluppando o utilizzando, laddove presente, la rete sociale del territorio dove esso è ubicato. I pazienti inseribili in un Centro Diurno sono pazienti provenienti dal CSM trattati ambulatorialmente o pazienti provenienti da altre strutture intermedie di tipo residenziale. I dati rilevati alla frequenza del Centro Diurno Riabilitativo H4: dal 2011 al 2017 gli accessi nell’anno sono aumentati da 1.778 a 2.993 (+40,6%). Le attività che si svolgono sia all’interno della struttura sono Laboratori di scrittura, tessitura, lettura, cucina e pittura e all’esterno della sede del Centro, ortoterapia, attività sportive, Cinema e attività riabilitativa in ambiente equestre.




Ariccia, contrasto alla violenza di genere e sui minori: al via il protocollo operativo tra Asl Roma 6 e Procura della Repubblica di Velletri

ARICCIA (RM) – Giovedì 8 marzo alle ore 10:00, a Palazzo Chigi di Ariccia, verrà presentato il protocollo operativo per il contrasto alla violenza di genere e sui minori, realizzato dalla Procura della Repubblica di Velletri e dalla Asl Roma 6.

Il progetto vede coinvolti inoltre il Tribunale di Velletri, il Tribunale e la Procura per i minorenni di Roma, la Regione Lazio, la Questura di Roma, il Comando provinciale dei Carabinieri, l’Ufficio Scolastico Regionale e i Sindaci del territorio di Velletri. All’evento parteciperanno anche il Procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma, Giovanni Salvi, la rappresentanza dell’Avvocatura di Velletri, i ragazzi del mondo della scuola e alcuni referenti locali dell’associazionismo.

Nel corso dell’incontro, moderato da Chiara Rai, giornalista e direttore de L’Osservatore d’Italia

verranno esposti i punti salienti del protocollo, che si propone di promuovere iniziative finalizzate all’assistenza, alla protezione e all’ascolto delle vittime di violenza mediante un approccio integrato (con il concorso di istituzioni giudiziarie, servizi socio-sanitari, centri anti-violenza, forze dell’ordine). “La rete interistituzionale a tutela delle vittime di violenza, oggi, con la sottoscrizione del protocollo di intesa, assume una dimensione più ampia e porta a compimento un percorso iniziato già diversi anni fa.

Presso l’ospedale diurno “Luigi Spolverini” di Ariccia saranno attivi uno spazio per l’ascolto e uno per l’audizione protetta dei minori

Sul nostro territorio avremo inoltre, a completamento del progetto, una casa rifugio per le donne maggiormente in difficoltà”, dice il Direttore Generale della Asl Roma 6, Narciso Mostarda. L’inaugurazione dello spazio per le audizioni protette si terrà l’8 marzo, alle ore 9:30, alla presenza del Vescovo di Albano, Marcello Semeraro. “Tali strutture, messe a disposizione dalla Asl Roma 6, sono il segno tangibile dell’impegno delle istituzioni per dare una concreta risposta in termini di sicurezza e protezione delle vittime sul territorio della provincia di Roma, nella consapevolezza della necessità di una sinergia tra i vari soggetti impegnati nel contrasto di un fenomeno socio criminale sempre più preoccupante nel nostro Paese”, fa sapere la Procura della Repubblica di Velletri.




Albano Laziale, Asl Roma 6: sottoscritto protocollo antiviolenza


Red. Cronaca

 

ALBANO LAZIALE (RM) – Si è svolto nella mattinata di giovedì 15 dicembre 2016, presso la Direzione Aziendale della ASL ROMA 6 ad Albano Laziale, un incontro per la sottoscrizione di un protocollo tra enti istituzionali e la contemporanea attivazione di un tavolo permanente per il contrasto alla violenza, che ha visto impegnati i rappresentanti della Procura e del Tribunale di Velletri, delle Compagnie dei Carabinieri e della Polizia di Stato ed, infine, numerosi sindaci del territorio della ASL ROMA 6.

Sono intervenuti nel dibattito: Il Direttore Generale della ASL ROMA 6, dott. Narciso Mostarda, il Procuratore Capo di Velletri, dott. Francesco Prete, il Presidente del Tribunale di Velletri, dr.ssa Mariella Roberti, il Sostituto Procuratore del Tribunale Minorenni di Roma, dr.ssa Tullia Monteleone, il Sindaco di Albano, Dr. Nicola Marini, il Ten. Colonnello Comandante del Gruppo Carabinieri di Frascati, Stefano Cotugno, il Sostituto Procuratore  di Velletri, Dr. Giuseppe Patrone, Il Vice Questore Dirigente Commissariato P.S. di Albano Laziale Dr. Augusto Pallante, il Comandante della Polizia Locale di Albano Dr. Giuseppe Nunziata, il Dr. Gabriele Sepio Consigliere del Comune di Albano.

Gli intervenuti hanno sottoscritto il protocollo per l’adozione di interventi coordinati nei casi di maltrattamenti e abuso all’infanzia ed alla violenza di genere e contemporaneamente assunto l’impegno a realizzare un intervento permanente ed esteso nelle aree periferiche mediante l’insediamento del “GRUPPO ISTITUZIONALE” nell’ambito del progetto definito “PROTECTION NETWORK”. In particolare, il Procuratore Capo di Velletri, dott. Francesco Prete, ha sottolineato alcuni aspetti cruciali: massima penetrazione sul territorio, anche quello più periferico, massima attenzione al fenomeno e, soprattutto, massimo rispetto dei livelli istituzionale ed un deciso no per strutture alternative. Infatti, la Rete interistituzionale per contrastare la violenza è attiva nel Distretto di Albano Laziale, alla quale si sono aggiunti oggi i Comuni di Anzio, Lariano, Monte Porzio Catone, Nettuno, Lanuvio,  Pomezia e Velletri. Altri stanno predisponendo le relative delibere di adesione.