Inchiesta su Matteo Salvini. Assotutela ipotizza spreco di denaro pubblico e prepara querela nei confronti del pm di Agrigento

“Sul Caso Diciotti, il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio ha aperto a carico del ministro Salvini una indagine per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Un indagine che, a nostro giudizio, non avrebbe fondamento giuridico. Comunque sia, in attesa di comprendere come si svilupperà l’inchiesta, questa associazione annuncia già da oggi che, in caso di archiviazione o nulla di fatto in merito alla posizione del leader della Lega, depositerà una denuncia querela nei confronti del pm di Agrigento per spreco di denaro pubblico. Le indagini e i processi in Italia hanno un costo sociale assai elevato e non è accettabile che si dia il via a indagini, a nostro giudizio evitabili, e che potrebbero avere obiettivi dal mero sapore politico”.

Così, in una nota, il presidente nazionale di Assotutela, Michel Emi Maritato.




Nomine regionali sanità Lazio, Maritato: "direttori privi di titoli"

 

Red. Cronaca


Regione Lazio – "Sanità, al via la ‘girandola’ dei direttori privi di titoli". – Dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato a margine delle neo nomine regionali ai vertici della sanità che hanno visto, tra l'altro, Antonio D'Urso come nuovo direttore generale degli Istituti fisioterapici ospedalieri (Ifo) e Marta Branca allo Spallanzani. Nomine, queste, per le quali Antonello Aurigemma (FI), Francesco Storace (La Destra) e Pietro Sbardella (Gruppo Misto) hanno domandato se D'Urso avesse i requisiti previsti dal decreto ministeriale 70, che dal 18 settembre disciplina le nomine dei direttori. Inoltre hanno espresso un giudizio molto critico su questi due anni di gestione del San Camillo. Secondo Aurigemma, in particolare, questa nomina è "una cambiale elettorale che Zingaretti deve pagare". Davide Barillari (M5s), da parte sua, ha affermato che non ci sono elementi per poter giudicare l'operato di D'Urso, né per capire i motivi della scelta. Critico anche Fabio De Lillo (Cuoritaliani), soprattutto "sul silenzio della maggioranza". A queste obiezioni ha replicato Alessio D'Amato, responsabile della cabina di regia della sanità regionale, secondo il quale "D'Urso è in possesso dei requisiti previsti dal decreto 70. I risultati nella gestione del San Camillo sono positivi anche se si poteva fare di più. Abbiamo ritenuto che all'Ifo ci fosse bisogno di un profilo professione più "medico" che gestionale". Per quanto riguarda Marta Branca, D'Amato ha spiegato che il programma della Regione prevedeva l'unificazione di Ifo e Spallanzani, ma su questo percorso c'è stata l'opposizione del governo, perché le norme vietano l'unificazione di tre istituti (gli ifo derivano a loro volta dalla fusione di Regina Elena e San Gallicano). Da qui la scelta di affidare l'istituto per le malattie infettiva a Branca. Sulla seconda votazione, invece, proprio quella che ha riguardato il direttore generale dello Spallanzani, va registrata la dichiarazione di Storace che non ha partecipato per protestare contro "la violazione dell'articolo 27 del regolamento". Storace aveva, infatti, richiesto la presenza di Zingaretti, nella veste di firmatario dei decreti di nomina, ma il presidente della commissione, Rodolfo Lena, ha risposto che tale eventualità deve essere richiesta dall'intera commissione e non da un singolo consigliere.


L'accusa "Ad alcuni manca il requisito dei 5 anni di direzione di struttura complessa previsti per legge – ha proseguito il presidente di AssoTutela – Con una fretta sospetta e con il consueto sprezzo delle regole, a otto mesi dagli ultimi avvicendamenti, la Regione Lazio dà il via a un nuovo valzer di poltrone in Asl, ospedali, istituti di ricerca. Il tutto, prima che la riforma Madia sulla Pubblica amministrazione detti regole ferree per le nomine per cui, molti dei prescelti nel Lazio sarebbero incandidabili alla poltrona più alta. Alla Roma 2, che ha accorpato le ex Asl B e C, – aggiunge Maritato – la dottoressa Flori De Grassi già direttore del dipartimento socio sanitario della Regione, sarà nominata direttore generale avendo superato i limiti di età, per la legge Madia. Opportunità vorrebbe che si soprassedesse ma Zingaretti, la cui arroganza rende addirittura grossolano, procede speditamente e segue lo stesso passo per tutte le nomine.

 

La richiesta di chiarimenti Sempre a proposito di direzione dell’assessorato – evidenzia Maritato – abbiamo al San Camillo un figlio d’arte: Fabrizio D’Alba – figlio di Elda Melaragno, anch’essa potente direttore della sanità per 10 anni – che da curriculum, dichiara di avere soltanto 4 anni di direzione di struttura complessa, ovvero sarebbe arrivato al vertice per volontà divina più che per titoli. Ci chiediamo poi – conclude il presidente di AssoTutela – se corrisponda al vero, l’incarico che D’Alba ebbe come consulente informatico della Asl Roma C, alla modica cifra di 10 milioni di lire, da tale Maria Giuseppina Iannuzzi, meglio conosciuta come lady Asl, sulle cui gesta, il potente responsabile della cabina di regia Alessio D’Amato pubblicò un infuocato pamphlet. Ce lo spieghi, dottor D’amato, non per odore di bruciato ma sempre per opportunità, politica s’intende….”.
 




Roma, gestione parcheggio Villa Borghese: AssoTutela denuncia Virginia Raggi

Red. Politica

ROMA – "Sono passati molti giorni… ormai troppi dalla nostra prima comunicazione in cui chiedevamo alla Raggi di richiedere indietro i soldi dovuti dai gestori del parcheggio di Villa Borghese. – Dichiara in una nota il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato e ex candidato sindaco alle trascorse comunali capitoline  –  Ad oggi sembrerebbero svariati milioni di euro, – prosegue Maritato – così stamattina presenteremo una denuncia querela alla procura della Repubblica nei confronti della Sindaca e di tutti quelli che i Pm ravvedranno coinvolti in questa strana vicenda".

Le accuse del presidente di AssoTutela sono quelle di omissione d'atti d'ufficio, danno erariale, passando per altri reati sempre nei confronti della Pubblica Amministrazione. "Stessa sorte per la Muraro – prosegue l'ex candidato sindaco – Siamo convinti della buona fede della Muraro e del sindaco Raggi ma purtroppo non basta. L'incompatibilità sulla Muraro emersa a seguito dell'attività svolta dalla stessa all'interno dell'Ama è talmente evidente e abnorme che non esistono soluzioni alternative alle dimissioni". Maritato evidenzia inoltre il fatto che la stessa Muraro ha confermato un astio personale nei confronti dell'Ad di Ama Daniele Fortini. "Altro elemento che aggrava la sua posizione, – dichiara ancora Maritato – considerato che un soggetto con incarichi istituzionali dovrebbe essere assolutamente neutrale e al di sopra di qualsiasi sospetto. È ovviamente presto per emettere giudizi, ma la vicenda Muraro/Raggi è veramente paradossale. Tra direttori, fidanzati dei direttori, consulenze milionarie del passato, rapporti ambigui con chi ha gestito il servizio sul territorio, siamo dentro un disastro. La Muraro – conclude il presidente di AssoTutela – si dovrebbe dimettere".

Non è della stessa idea Virginia Raggi che a una domanda sul caso rifiuti ha detto che l'assessore Muraro sta facendo un ottimo lavoro.
"Le dimissioni dell'assessore? Considerando che le chiede il Pd mi pare bizzarro. Ha dichiarato Raggi – Considerando che Ama è stata praticamente appannaggio del Pd e del Pdl per anni, – ha proseguito la prima cittadina – che oggi vengano a fare polemiche fa un pò sorridere. Diciamo che stanno facendo polemiche – ha concluso – contro la loro gestione di Ama".
 




REGIONE LAZIO: A.A.A. CERCASI CONSIGLIERI REGIONALI

Redazione

Regione Lazio – “Anche gli studenti sono tornati in classe. Da tempo la maggioranza dei cittadini di Roma e del Lazio hanno riposto ombrelloni e sdraio nelle cantine e sono tornati alla vita di tutti i giorni. I consiglieri regionali no. Di loro si sono perse le tracce dal tre agosto, giorno dell’ultima seduta del Consiglio regionale. E’ da più di un mese che l’organo esecutivo della nostra Regione è infatti chiuso e immobile”. Lo dichiara Michel Emi Maritato, presidente di Assotutela.

“Da oltre 40 giorni – ricorda Maritato – nessuna legge viene approvata dai cinquantuno consiglieri regionali. Sul sito del Consiglio l’agenda degli appuntamenti non ne segnala alcuno per i prossimi sette giorni. Un dato allarmante che va approfondito. E’ inconcepibile questa scarsa predisposizione al lavoro di chi è stato eletto dal popolo. L’organo legislativo dovrebbe varare provvedimenti in grado di migliorare la qualità dei cittadini della nostra regione e invece dal 3 di agosto assistiamo al silenzio assoluto. Non sappiamo se le ricadute di mafia capitale hanno creato malumori tra le mura di via della Pisana, ma è certo che questo stato di attesa non fa bene alle istituzioni”.
“E’ per questo – conclude Maritato – che ho deciso di consultare i legali dell’associazione per vedere se ricorrono i termini per presentare un esposto alla Corte dei conti per danni erariali allo Stato”.




ASL ROMA B, ASSOTUTELA: "QUELLE STRANE NOMINE FUORI DA OGNI REGOLA"

Redazione
Roma
– “Asl Roma B, piovono direttori scelti non si sa con quale criterio, senza la prevista selezione o il prescritto avviso”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che segnala: “Con le delibere della Asl Roma B, rispettivamente la numero 508 del 28 novembre 2014, numero 226 e 232 del 12 e 15 giugno 2015, vengono assegnate le cosiddette Unità operative complesse, assimilabili alla direzione di un reparto e/o servizio, a dirigenti sanitari che però, ironia della sorte, andranno a svolgere compiti amministrativi. E non per un breve periodo, si parla di 5 o 7 anni addirittura quando nella Pubblica amministrazione è obbligatorio da tempo l’istituto della rotazione dei dirigenti. Ė evidente che con il rimaneggiamento delle Asl da parte di Zingaretti, che procederà, anche lui fuori dalle regole esautorando il Consiglio regionale, all’accorpamento della Roma B con la Roma C, qualcuno si vuole assicurare il futuro. Così, per gli amici degli amici, congiunti e/o affini, si procede senza avviso o selezione: si ottiene il posto per grazia divina. D’altra parte, con una Regione investita in pieno dalla ‘nominopoli’, cosa ci si doveva aspettare? Tutto in nome della trasparenza…Dopo mafia capitale, ad esempio, chi ci assicura che un ‘nominato’ in qualche assessorato di punta, non abbia aderenze – per amicizia o rapporto familiare – con gli inquisiti frettolosamente rimossi?”, conclude Maritato.  




REGIONE LAZIO, GARA CUP: BOTTA E RISPOSTA TRA ASSOTUTELA E NICOLA ZINGARETTI

Redazione
Il presidente Maritato dopo aver chiesto sulla pagina ufficiale di Facebook del presidente Zingaretti il motivo per il quale non viene annullata la gara cup,Zingaretti 24ore dopo risponde sulla medesima che non può farlo in quanto il bando è corrispondente alle normative Anac.
Pronta la risposta del legale di AssoTutela l'avvocato Antonio Petrongolo che immediatamente,chiede la conferma in atto pubblico che l'Anac abbia certificato tale gara. "Non parliamo di noccioline ma di essere umani che stanno perdendo la loro dignità, – commenta Maritato – il lavoro e la voglia di vivere, persone che perderanno il lavoro entro giugno 2016 se il bando non viene bloccato.Inoltre – conclude Maritato – vogliamo che la Regione Lazio i politecnici li faccia con le associazioni di tecnici e non con la politica sindacale. Auspichiamo nel buon senso di Nicola Zingaretti".




EX PROVINCIA DI ROMA, ASSOTUTELA: "IL MISTERO DEI 263 MILIONI DI EURO SPESI DA NICOLA ZINGARETTI"

Redazione
Roma
– “Non solo un monumento allo spreco: è un affronto ai cittadini tartassati e privati dei servizi essenziali. Il grattacielo dell’Eur, destinato ad ospitare gli impiegati della ex provincia di Roma è ancora lì, vuoto e sprezzante a testimoniare quanto gli amministratori siano più interessati agli affari immobiliari che alle esigenze della collettività”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che racconta: “Nel 2005 la giunta provinciale guidata da Enrico Gasbarra stabilì di riunire tutti gli uffici presso un’unica sede, da prendere in locazione. Passato il testimone a Zingaretti, si pubblicò un bando ‘esplorativo’ per ‘locazione di cosa futura con diritto di opzione per l’acquisto’ e l’interesse cadde sul grattacielo in costruzione in zona Eur Castellaccio, del gruppo Parsitalia appartenente alla famiglia Parnasi, la stessa dello stadio a Tor di Valle. Si decise infine, nonostante il pesante passivo di 600 milioni dell’ente ormai in via di scioglimento, di investirne altrettanti 263, 4 mentre si mettevano in vendita gli immobili pregiati del centro di Roma. Nei giorni scorsi, sul sito della Regione Lazio – di cui Zingaretti è attuale presidente – è apparso un manifesto che spiega il futuro del Forlanini, ospedale dismesso dal governatore lo scorso 30 giugno. Si parla di trasferimento di alcuni uffici regionali negli edifici ‘non monumentali’. Viene spontaneo chiedersi: perché non nell’immenso grattacielo inutilizzato, restituendo servizi sociosanitari nel cuore di Monteverde che ne ha estremo bisogno? Il presidente dovrebbe chiarire. Non ci contentiamo della superficiale indagine che la Corte dei conti all’epoca riservò al grattacielo ‘monstre’ e andremo fino in fondo”, chiosa Maritato.  




ROMA, SAN CAMILLO. ASSOTUTELA DENUNCIA LA REGIONE LAZIO PER INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

Redazione

Roma – "Non avevamo dubbi: la chiusura dell’ospedale Forlanini ha provocato disastri incalcolabili. Il più macroscopico è la condizione in cui si trovano attualmente i pazienti ricoverati all’Ucri, l’unità di cure residenziali intensive, dedicata a persone in stato vegetativo e di minima coscienza, bisognose di un’accurata assistenza e particolari servizi”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che rievoca il momento dell’inaugurazione del reparto presso il Forlanini e i motivi che portarono a tale scelta. “Nel 2011 si scomodò perfino il presidente della Repubblica Napolitano – che insieme al ministro della Salute Fazio, a Renata Polverini e all’allora direttore generale Aldo Morrone, aprì la strada ai primi 8 posti letto, che sarebbero dovuti diventare 30, per pazienti sfrattati da una struttura privata poco distante. Secondo quanto riferito da uno stretto collaboratore dell'allora presidente regionale, fu un tentativo di rilancio dell’ospedale di Monteverde, per evitare quella chiusura da tutti paventata e che Zingaretti non ha avuto alcuna remora a praticare in modo scriteriato lo scorso 30 giugno. – incalza Maritato – Con le spalle al muro, minacciati di vedere i propri congiunti buttati per strada, i parenti dei ricoverati Ucri sono stati costretti ad accettare l’insano ricatto regionale. Adesso i loro cari si trovano stipati in uno stanzone del sesto piano del padiglione Puddu al San Camillo, privi di qualsiasi assistenza residenziale, senza fisioterapia, logopedia e altri servizi indispensabili alla loro assistenza. AssoTutela denuncerà la Regione Lazio e la direzione ospedaliera per aver causato quella che si configura come una vera e propria interruzione di pubblico servizio. Biechi motivi economici a detrimento del diritto alla salute”, assicura Maritato.
 




ROMA: DOPO L'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA E L'INTERVENTO DI ASSOTUTELA LUCREZIA VIENE RICOVERATA AL GEMELLI

 

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di Cinzia Marchegiani

Roma – L’osservatore d’Italia aveva dato voce alla signora Lucrezia, nome di fantasia, donna disabile e costretta su un letto a causa di una malattia neurodegenerativa molto grave e rara. Nonostante Lucrezia avesse presentato al pronto soccorso la richiesta del medico curante in cui si chiedeva il ricovero urgente per effettuare accertamenti per sospetta meningite, si era vista negare il suo diritto di malata al Policlinico Gemelli di Roma e veniva dimessa e rimandata immediatamente a casa senza controlli effettuati e senza alcuna diagnosi. Nella cartella di pronto soccorso rilasciata alla sventurata Lucrezia, veniva però consigliato di tornare in ospedale se lei o i suoi familiari avessero ravvisato dei particolari sintomi, quali cefalea severa o ingravescente, confusione, sonnolenza o difficoltà a rimanere svegli, convulsioni, vomito ripetuto, instabilità della marcia, mancanza di equilibrio, disturbi visivi o visione doppia, riduzione della forza di un braccio o di una gamba. Il Pronto soccorso invitava tra l’altro ad effettuare una visita infettivologica e una serie lunghissima di accertamenti a pagamento per poter accertare l’infezione, tra cui :

1) RM Cervello e Tronco Encefalico Angolo ponto cerebellare;

2) RM Rachide Cervicale;

3) RM Rachide Lombosacrale;

4) RM Rachide Dorsale;

5) Eco color doppler Tronchi Epioaortici;

6) Ecodoppler Cardiaca.

7) Eco Reni e Surreni;

8) V. Urologica.


Lucrezia era disperata, aveva convulsioni continue, dolori e cefalea, impossibilitata a muoversi non poteva più usufruire dell'assistenza domiciliare, poiché le assistenti, senza un certificato di diagnosi che scongiurasse il contagio da meningite, si rifiutavano di entrarvi in contatto. Così oltre a non sapere la causa del suo forte malessere, si è vista privata delle cure quotidiane che le sono necessarie per la sopravvivenza.

La nuova richiesta del medico curante per ricovero urgente.
Il medico curante di famiglia che si era recato di nuovo dalla signora Lucrezia per un peggioramento del suo quadro clinico aveva formulato una richiesta stavolta di ricovero per sospetta meningite, specificando che “il paziente è affetto da Meningocele laterale affetta Sindrome di Lehman, che presenta da 10 giorni febbricola, cefalea pulsante ingravescente, edema della mucosa e episodi convulsivi, trattata con antibiotico gentalin 80 mg fin qui senza alcun beneficio, spiegando tra l’altro che la paziente ha un pregresso infarto del miocardio”, ma dall'ospedale, la signora Lucrezia riferiva, le rispondevano che comunque avrebbe dovuto fare l'accesso tramite il Pronto soccorso e sarebbero passati anche altri sette giorni.

Decisivo il supporto legale di AssoTutela. Una storia incredibile stava divorando Lucrezia e la sua famiglia.
L’osservatore d’Italia in questo caso è riuscito a fare da tramite tra la signora Lucrezia e l’associazione AssoTutela, che subito è intervenuta difendendo i diritti di un malato, tra l’altro in una condizione di disabilità grave, a cui venivano a mancare anche l’assistenza basilare giornaliera per la sua sopravvivenza, poiché non aveva la diagnosi e la certezza che non fosse contagiosa.
Il legale dell'associazione l'avvocato Antonio Petrongolo ha inviato immediatamente una pec indirizzata al ministro Beatrice Lorenzin per via del Consiglio Sanitario Nazionale, oltre alle varie competenze e uffici dello stesso Policlinico Gemelli, inviando anche la documentazione in possesso del nostro giornale, e segnalava urgentemente il caso della signora Lucrezia che si era vista rifiutare il ricovero in maniera ingiustificata da parte del Policlinico Gemelli in Roma dichiarando: “Atteso che le risposte rese non hanno spessore esaustivo, attesa la ingravescenza della patologia citata, mi determino ad adire le stesse Autorità internazionali allo scopo preposte (CEDU) avvisando che, qualora la situazione della signorara dovessero peggiorare, sarete solidalmente ritenuti responsabili delle dannose conseguenze alla stessa arrecate”.

Vittoria, quindi, per Lucrezia, grazie soprattutto all'intervento determinante di Assotutela.
La signora Lucrezia, il giorno dopo l'articolo di denuncia del nostro giornale e dell’azione legale di Assotutela, è stata contattata immediatamente dalla direzione sanitaria del Policlinico Gemelli che le ha dato appuntamento per le ore 16:00 dello stesso giorno al fine del ricovero senza passare per il pronto Soccorso. Insomma, la fortuna di Lucrezia è l’aver gridato la sua grave disavventura e aver trovato chi è riuscito a dare voce ma soprattutto a difendere i suoi diritti.
Il presidente AssoTutela Michel Maritato intervistato da l’Osservatore d’Italia spiega: “Eravamo sicuri della professionalità di uno dei più importanti nosocomi d'Italia e non abbiamo perso la fiducia nonostante siamo dovuti intervenire per questo ricovero, ora vigiliremo che non sia soltanto un paliativo per la stampa”.
Un grazie anche all’Avvocato Petrongolo che prontamente ha letto la documentazione a lui inviata e deciso un azione di diffida nei confronti del Policlinico e del Ministero della Salute, il quale ammonisce: “Questi sono purtroppo i difetti della spending review di Zingaretti la quale ha effetti deleteri anche su chi versa in condizioni di effettivo bisogno di avere una prestazione necessaria per la patologia delle quali è affetta”.

L’Osservatore d’Italia ha contattato telefonicamente Lucrezia che ha spiegato di essere stata ricoverata al reparto neurologia e ringrazia del provvido intervento. Dal Gemelli le hanno comunicato che servirà una settimana per fare tutti gli accertamenti, consapevoli che ha una malattia talmente grave che deve essere anche maneggiata con cura. Lei stessa spiega che nella sua casa ha tutte le sue comodità e conforto, ma la sua permanenza necessaria all’ospedale le permetterà di avere finalmente una diagnosi che possa dare una terapia e risolvere le sue sofferenze insorte ultimamente, che vanno a sommarsi al suo quadro clinico davvero serio.
 




ROMA, MAFIA CAPITALE: ASSOTUTELA CHIEDE CHIAREZZA IN MERITO ALL'-I60

di M.L.S.


Roma – Una coltre di fumo avvolge il Progetto dell' I-60, il piano di costruzione pensato per l'area verde ai margini del Parco naturale dell'Appia Antica, tra Via di Grottaperfetta e Via Ballarin, in corrispondenza del Fosso delle Tre Fontane recentemente sbloccato. Per lo spicchio di terra, infatti, già dal 2008 è in corso una disputa che vede negli anni la cittadinanza ed il Municipio contrapposti all'amministrazione e ai costruttori del “Consorzio Grottaperfetta”, tra i quali, manco a farlo apposta, spunta il nome di Bernardino Marronaro, più volte protagonista delle intercettazioni ambientali dei Ros in merito alla inchiesta su Mafia Capitale. Nello specifico, il Marronaro, viene citato da Salvatore Buzzi che, addirittura, in una conversazione con Massimo Carminati lo dipinge come:”Uno dei nostri”. Ed è proprio in merito a questi presunti rapporti che nella giornata di martedì 11 agosto, il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato ha chiesto chiarezza sulla vicenda, lasciando affiorare lecite perplessità ed interrogativi sull'intera vicenda.

I fatti. L'intervento urbanistico numero 60, meglio conosciuto come I-60, affonda le sue radici agli inizi degli anni 90', quando ad un gruppo di costruttori fu negata la possibilità di concretizzare un piano edilizio all'interno del Parco dell'Appia Antica, quando questo era ancora la Tenuta di Tor Marancia. I “palazzinari”, messi alle strette da cittadini e forze politiche , misero in tasca la sconfitta e si appostarono in attesa della rivalsa che arrivò poi qualche anno dopo, nel 2003. Proprio tre anni dopo l'ingresso nel XXI secolo, la giunta capitolina guidata da Walter Veltroni volle appianare la faccenda consentendo ai costruttori uniti nel “Consorzio Grottaperfetta” l'aggiudicarsi di un lotto da 20 ettari per la messa in opera del progetto rimasto incompiuto anni prima, oltre a tanti altri sparsi per la capitale. In quella stessa sede, inoltre, fu aggiunto alla cubatura dettata dal disegno primario un bonus da 220mila mc, che sommati ai 180mila mc del piano pregresso, portarono ad un totale di 400mila mc le costruzioni da effettuare. Di questi 400mila mc, 220mila mc sarebbero messi in piedi ad uso residenziale mentre i restanti 180mila andrebbero destinati ai servizi dell'intero intero complesso. Col passare degli anni, però, il progetto venne bloccato su più fronti dalle contestazioni dei cittadini di zona e del minisindaco Catarci, convinti che il polmone verde al margine del Parco naturale dell'appia Antica dovesse rimanere inalterato per scongiurare un'ulteriore intasamento della zona, già satura di abitanti. Inoltre, in corrispondenza della zona interessata dal piano urbanistico furono portati alla luce reperti archeologici, oltre al fosso delle Tre Fontane, intoccabile habitat naturale che fu elemento centrale  dell'interdizione della zona da parte del MiBACT. Ad oggi, però, dopo i reiterati stop del cantiere, la palla sembra essere passata nuovamente tra i piedi del Consorzio di costruttori. Pochi giorni fa, infatti, il "Consorzio Grottaperfetta" ha recintato la zona misteriosamente dissequestrata,  su cui ancora pende l'interdizione del MiBACT. Una storia infinita quella dell'I-60, su cui secondo AssoTutela dovrebbe essere fatta la giusta chiarezza.

La voce di AssoTutela. “Vorremmo fosse fatta chiarezza sulle dichiarazioni di Salvatore Buzzi, relative a sospetti traffici sulla vendita di case dal suo fraterno amico Bernardino Marronaro”. Queste le parole del numero 1 AssoTutela, Michel Emi Maritato, che spiega: “Ci ha molto inquietato leggere due tabella del quotidiano ‘La Repubblica’, il primo del 17 dicembre 2014, il secondo dell’altro ieri, domenica 9 agosto, relativi a una salda amicizia, nata dietro le sbarre, tra il boss delle cooperative e il boss dell’edilizia romana Marronaro. In particolare, leggere – secondo l’intercettazione del Ros dei carabinieri – che un collaboratore dell’onorevole Umberto Marroni, Pd figlio di Angiolo (per decenni garante dei detenuti del Lazio), contrattava al telefono con Buzzi la compravendita di due appartamenti dal costruttore, mentre due sarebbero stati regalati all’uomo di Marroni proprio da Marronaro, pone inquietanti interrogativi”, continua il presidente. “Interrogativi che si fanno pressanti considerando la lunga vicenda giudiziaria che grava sul cantiere che regala, grazie alle compensazioni, 400 mila metri cubi al consorzio di costruttori di cui Marronaro è socio. Lo stesso cantiere, su cui grava un vincolo ambientale legato allo storico fosso delle Tre Fontane, è stato improvvisamente dissequestrato mentre la soprintendenza ai Beni paesaggistici confermava la validità del vincolo sul fosso”, conclude il presidente.




CASALE SAN NICOLA AGLI IMMIGRATI: ASSOTUTELA SCENDE IN CAMPO PER GLI ITALIANI

Redazione

Casale San Nicola (RM) – "Vergogna, vergogna e ancora vergogna. In questo paese ormai c'e' posto solo per gli immigrati e ci si dimentica che esistono gli italiani. Questo quanto accade a Casale San Nicola dove il prefetto Gabrielli, quest'oggi, non ha avuto nemmeno il tempo di salutare i nostri connazionali durante il blitz a sorpresa che è stato propedeutico ad autorizzare l'ingresso degli immigrati nella struttura. – Duro il commento di Ivan Galea Coordinatore di Roma e provincia per AssoTutela –  Siamo ormai un paese con seri problemi di salute mentale. – Prosegue Galea – Suggerisco quindi alle persone in presidio di sbarcare insieme agli immigrati a Pozzallo, Catania o Palermo perché solo così potranno ricevere presto un alloggio, vitto incluso! Massima solidarietà alle famiglie italiane da parte della nostra associazione. – Galea poi conclude – Mi interfaccerò con il presidente Maritato per valutare eventuali azioni da mettere in campo a tutela delle famiglie italiane".

“Noi ci auguriamo in un rapido ripensamento e al tempo stesso ribadiamo la necessità di rivedere tutto il sistema dell’accoglienza poiché non c’è pianificazione e si opera solo sull’emergenza, è chiaro quindi l’intento di non far capire nulla ai cittadini e i trasferimenti notturni lo dimostrano. Diciamo ancora no a chi vuole usare i quartieri di Roma come parcheggi per rifugiati e richiedenti asilo, il fallimento del sistema è sotto gli occhi i tutti ma il Governo e il Campidoglio fanno finta di nulla, pubblicano altri bandi continuando a sperperare risorse pubbliche per creare altri ghetti e disagi“. Lo dichiarano Federico Rocca responsabile romano enti locali Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, Fulvio Accorinti Consigliere FDI-AN Municipio XIV e Giorgio Mori del Dipartimento Immigrazione di FDI Roma.