Edilizia residenziale, Lazio: l'ombra della criminalità organizzata sulle occupazioni abusive

 

Red. Cronaca

 

La commissione speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata nel Lazio del Consiglio regionale ha incontrato oggi i rappresentanti delle Aziende territoriali per l'edilizia residenziale di Roma, Latina e Frosinone per un'audizione sulla situazione della sicurezza presso gli alloggi Ater e su eventuali fatti che evidenzierebbero interesse per il patrimonio immobiliare da parte della criminalità organizzata. Dalle loro relazioni è emersa una generale opera di riordino e di risanamento dei conti negli ultimi anni, comune a tutti e tre gli enti, ma una diversità di situazioni, che vanno dalle criticità esposte dall'Ater di Roma e di Latina all'assenza di casi di infiltrazioni criminali in provincia di Frosinone.
 
La situazione più grave è stata illustrata da Giovanni Tamborrino, commissario straordinario dell'Ater di Roma – che gestisce circa 48mila alloggi – il quale ha spiegato che è stato riscontrato nella gestione degli anni passati un certo disordine amministrativo e contabile nell'azienda e una carente attività di denuncia di tutte le occupazioni abusive. Recentemente, invece, è cominciato un processo di razionalizzazione per censire puntualmente tutti gli alloggi e i relativi occupanti, che sta dando buoni risultati. Solo dal settembre 2015 al febbraio 2016, ha raccontato Tamborrino, l'Ater ha trasmesso all'autorità giudiziaria 72 notizie di reato di occupazione abusiva, che sono i casi più gravi. Ma poi sono stati citati anche circa 1500 casi di assenza o cessazione dei requisiti previsti dalla legge che però vengono affrontati con procedure da codice civile e segnalati al Comune. A tal proposito, il commissario straordinario ha comunicato alla commissione che a partire dal biennio 2015-2016 sono stati affrontati i 300 casi più scandalosi, che vedevano alloggi occupati da persone che avevano redditi elevati o altre proprietà e di cui oggi ne restano solo 80-90.

Sulla possibilità che dietro le occupazioni abusive possano esserci vere e proprie organizzazioni criminali, Tamborrino si è limitato a dire che vi sono molti casi all'attenzione della Procura di Roma dei quali non ha potuto dar conto e che su migliaia di occupazioni abusive solo una parte marginale è costituita da episodi spontanei, mentre la gran parte a suo avviso è gestita da organizzazioni che usano metodi intimidatori e assoggettamento basato sulla paura, come attestato da fatti pubblici (minacce e gambizzazioni). Situazione comprovata anche dalla scoperta di circa 30-40 alloggi nelle zone di Spinaceto, Casilino e Torre Gaia ascrivibili a un noto clan della Capitale.

Il commissario dell'Ater di Roma ha poi suggerito alla commissione alcune proposte per migliorare le norme in vigore: sul cosiddetto canone in deroga, Tamborrino ha chiesto che venga individuato un reddito limite oltre il quale gli alloggi devono comunque essere sgomberati; sulla possibilità di far lasciare l'alloggio a coloro che hanno altre proprietà, il commissario ha chiesto che – rispetto alla recente normativa regionale dell'estate 2016 – tale obbligo venga esteso anche se le proprietà appartengano ad altri componenti del nucleo familiare; sul canone minimo a 7,70 euro mensili, Tamborrino ha proposto di azzerarlo del tutto di fronte ai casi più gravi ma di elevarlo almeno fino a 30 euro negli altri casi; sulle vendite degli alloggi, infine, il commissario ha espresso contrarietà al pagamento rateale perché ci sono già 11 milioni di crediti non recuperati per il passato, una parte dei quali neanche richiesti per lungo tempo, a rischio di prescrizione.
 
Tamborrino ha chiuso la sua relazione auspicando che sia posta più attenzione alla riqualificazione delle periferie, citando gli esempi positivi di Primavalle e Decima e che siano introdotte norme più restrittive sulle compravendite degli alloggi per impedire che siano rivenduti poco dopo a prezzi anche 10 volte superiori, costituendo una ghiotta opportunità di affari per la criminalità organizzata.
 
Anche il direttore generale dell'Ater di Latina, Paolo Ciampi, ha indicato nelle occupazioni abusive il problema più grave da risolvere, segnalando che sui circa 7000 alloggi gestiti dall'Ater circa 400 risultano assegnati a soggetti diversi da quelli che invece ne hanno la reale disponibilità. Situazione che ha visto protagoniste anche persone legate alla criminalità organizzata. Per questo motivo, nel luglio scorso, l'Ater di Latina ha sottoscritto un Protocollo d'intesa con la Questura di Latina che, secondo Ciampi, sta già dando ottimi risultati in termini di sgomberi e ripristino della legalità, anche attraverso il Tavolo tecnico creato ad hoc, visto che da quella data non risultano casi di occupazioni abusive.
 
Nessun problema di criminalità né tantomeno di infiltrazioni mafiose a Frosinone, secondo Antonio Ciotoli, commissario straordinario dell'Ater di quella provincia, il quale ha invece incentrato la sua relazione sull'opera di risanamento che dal 2013 ha posto in essere nel suo ente che gestisce circa 7300 alloggi, si cui solo 350 risultano occupati senza titolo. Anche Ciotoli ha chiesto che il canone minimo di 7,70 (corrispondente a quello di 15mila lire fissato nel 1987) dovrebbe essere aumentato. Ma il commissario ha sottolineato come nonostante i canoni bassi l'Ater di Frosinone abbia prodotto un bilancio consuntivo positivo nel 2015 e altrettanto si accinge a fare per il 2016.



ATER ROMA: CON IL PIANO ANTICORRUZIONE L'ENTE DIVENTA TRASPARENTE

Redazione

Roma – Il Commissario straordinario dell’Ater del comune di Roma, Daniel Modigliani, ha approvato l’adozione da parte dell’Azienda del Piano triennale anticorruzione 2014-2016, recependo così le direttive della legge nazionale del 6 novembre 2012 n. 190 in materia di prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità e del decreto legislativo del 14 marzo 2013 n. 33 relativo agli obblighi di trasparenza amministrativa della pubblica amministrazione.

 Con tale adempimento l’Azienda si propone di perseguire elevati livelli di legalità nella propria azione amministrativa con l’obiettivo di prevenire le illegalità e i comportamenti impropri. Con il controllo di un dirigente responsabile per questa materia e attraverso un sistema integrato di misure previste dal Piano, l’Ater intende garantire ai cittadini interessati la correttezza del proprio operato, rendendo trasparenti e accessibili le informazioni, così da assicurare il controllo sociale sulla sua attività e sull’impiego delle risorse e favorendo, al tempo stesso, all’interno dell’Azienda, la cultura della legalità, della meritocrazia e della buona amministrazione.




ROMA, EDILIZIA POPOLARE. ALLARME IMU: SI ATTENDE RISPOSTA DALLA REGIONE

A.P.

“E’ doveroso, da parte della Regione Lazio rispondere prontamente all’allarme lanciato dal Presidente dell’Ater di Roma Bruno Prestagiovanni”, lo dichiara in una nota Antonio Paris, Capogruppo del Gruppo Misto alla Regione Lazio. “L’Ater non può pagare l’Imu e per di più conteggiandola come se i suoi alloggi fossero seconda casa. Questo ci fa capire – prosegue Paris- come La Regione debba rivedere il regolamento con il quale sono state create le Ater del Lazio e le metodologie con le quali gli vengono affidati alloggi da parte dei comuni.Dovremmo rivedere, inoltre, i parametri con i quali vengono stabiliti e concessi i i canoni d’affitto ai cittadini che fanno richiesta degli alloggi” “In più – conclude Paris -dovremmo prevedere all’interno dell’ organigramma delle Ater l’inserimento di dirigenti nei punti chiave che guidino questi enti verso il risanamento rendendo le Ater autonome e quindi un valore aggiunto per l’edilizia popolare , motivo per il quale sono stati creati, altrimenti come dice il Presidente Prestagiovanni: “l’edilizia popolare è destinata a morire”