Isis, pericolo attentato: arrestato macedone che faceva il boscaiolo a Tolfa

TOLFA (RM) – I Carabinieri dei Ros hanno arrestato in provincia di Potenza Agim Miftarov, un macedone di 29 anni, accusato di addestramento ad attività con finalità di terrorismo internazionale. Durante le perquisizioni sono state trovate nella sua casa dei droni, abbigliamento militare e un cellulare, nel quale sono state trovate, oltre a numerosi video di propaganda jihadista, ricerche su tecniche di autoaddestramento, in particolare con l’uso di droni commerciali armati e realizzazione fai da te di pistole taser. Il 29enne viveva come un eremita ed aveva sviluppato una sorta di terrore nei confronti delle forze dell’ordine. Secondo quanto ricostruito, svolgeva l’attività di boscaiolo e viveva in un appartamento a Tolfa, in provincia di Roma. “La gravità ed attualità dei fatti fa ritenere imminente e concreto” il pericolo di “porre in essere un attentato attesa l’azione di auto addestramento compiuto”, scrive il gip Anna Maria Gavoni nell’ ordinanza di custodia cautelare.




TUNISIA: SPARI CONTRO LA POLIZIA A SOUSSE. TORNA L’INCUBO DEL TERRORISMO

di Ch. Mo.

Sousse – A distanza di qualche mese, in Tunisia si respira nuovamente aria di terrore. Dopo le stragi del museo del Bardo del marzo scorso e a inizio estate del resort di Sousse, ieri, proprio a Sousse, si è sparato di nuovo.
Secondo la versione del Ministero dell’interno tunisino, "Nel tardo pomeriggio tre poliziotti, in atto di recarsi al lavoro, sono stati oggetto di colpi di fucile da caccia sparati da due uomini a bordo di una grossa motocicletta nei pressi del ponte dopo l'incrocio della strada che porta a Msaken, a 7 chilometri da Sousse. Uno di loro è deceduto durante il trasporto all'ospedale, gli altri due non sono stati colpiti".


Secondo i media locali invece si tratterebbe di un vero e proprio attacco terroristico ma ancora non è giunta alcuna conferma. Il segretario di Stato incaricato per la Sicurezza nazionale, Rafik Chelly, ai media locali ha spiegato che è in corso un'inchiesta e non è possibile aggiungere altro per il momento, mentre la tv di Stato ha parlato di un attacco da parte di un ''gruppo armato'' nei confronti di alcuni poliziotti.

 

L’attentato del 25 Luglio. Sempre a Sousse, il 25 luglio scorso si verificò un episodio simile, seppur con esiti non altrettanto tragici, mai del tutto chiarito. Una pattuglia delle forze dell'ordine, di servizio all'entrata della città (Zaouiet Sousse), intorno alle 06.30 del mattino, fu fatta oggetto di colpi di fucile, da parte di due individui in moto, poi datisi alla fuga, e il tutto terminò con il ferimento di un luogotenente della polizia. ''Non possiamo sapere se si tratti di un atto terroristico se non dopo l'arresto dei responsabili'', dichiarò nell'occasione un responsabile della sicurezza tunisina, ma i due fuggitivi non vennero mai trovati.

L’attentato di Giugno. Tunisia, costa orientale, due alberghi nel mirino dell’Isis frequentati per lo più da europei si trasformano in luoghi di terrore e morte. Oltre 35 morti tra cui diversi turisti e lo stesso attentatore. Almeno due i terroristi che si sono cimentati in questa strage: uno, armato di kalashnikov sarebbe stato ucciso dalle forze dell’ordine; l’altro, catturato poco dopo. Gli hotel finiti nel mirino sono l'Hotel Riu Imperial e il Port el Kantaoui. Era proprio l'Occidente e gli occidentali gli obiettivi della spiaggia di Sousse. Secondo alcune testimonianze dei sopravvissuti, i terroristi avrebbero scelto le proprie vittime tra i bagnanti della spiaggia. 




CAIRO, ESPLODE AUTOBOMBA: BLACK BLOCK RIVENDICA L'ATTENTATO

di A.B.
 
Houston – Un’autobomba è esplosa davanti al distretto di Shubra El-Kheima, nella periferia nord del Cair portando al ferimento di 29 persone. Il numero comunque rimane provvisorio e non si esclude che potrebbe cresce esponenzialmente. L'attentato è avvenuto a distanza di 48 ore dal nuovo giro di vite voluto dal presidente Abdel Fattah al Sisis che ha approvato una nuova legge antiterrorismo decisamente più dura rispetto a quella già in vigore che comporta pene più dure e da maggiore potere alle forze di Polizia. Erano le 2 del mattino quando un uomo  ha improvvisamente fermato la sua auto davanti all'edificio della sicurezza nazionale, e' saltato fuori ed e' fuggito a bordo di una motocicletta che seguiva il veicolo, subito dopo è avvenuta l’esplosione. L’edificio è stato parzialmente distrutto, riferiscono alcuni testimoni, intanto arriva la rivendicazione dell’attentato da parte di una sconosciuta organizzazione che si autodefinisce Egyptian Black Block che sulla sua pagina face book ha scritto: “Rivendichiamo la piena e completa paternita delle esplosioni” aggiungendo inoltre “la richiesta di liperare tutti i prigionieri politici contro i quali non ci sono accuse altrimenti torneremo a colpire”. Ma in Sinai è avvenuto un sequestro di recente, uomini armati fino ai denti hanno rapito quattro palestinesi dopo aver intercettato il loro autobus che era diretto vero l’aeroporto del Cairo. Alcuni testimoni riferiscono che a fermare l’autobus sono stati dei miliziani a volto coperto, presumibilmente dell’Isis, che hanno sparato in aria, hanno fermato il bus dopo appena mezz’ora essere entrato nella penisola egiziana. 



CAIRO, CONSOLATO ITALIANO: L'ATTENTATO E' FIRMATO ISIS

di Angelo Barraco
 
Cairo – E’ stato rivendicato dall’Isis l’attentato che è stato compiuto stamane presso il consolato italiano al Cairo. Il gruppo Jihadista ha scritto  su Twitter “Attraverso la benedizione di Allah, i soldati dell'Isis sono stati in grado di detonare un'autobomba parcheggiata con 450 chili di esplosivo presso la sede del consolato italiano nel centro del Cairo. Raccomandiamo che i musulmani si tengano alla larga da questi covi che sono obiettivi legittimi per gli attacchi dei mujaheddin”. Questo è il testo della rivendicazione. 
 
L’attentato. Stamane alle 6,30 un’autobomba è stata fatta esplodere accanto al consolato italiano al Cairo. L’esplosione ha distrutto il lato sinistro dell’edificio situato su El Galaa Street, nel centro della città.  Intanto si conta il bilancio delle vittime ed emerge che l’esplosione ha causato la morte di una persona. I medici, precedentemente avevano riferito di 7 feriti di cui due agenti, tre passanti e una donna con i suoi 3 figli. L’agenzia Ufficiale Mena riferisce che qualcuno avrebbe piazzato un ordigno sotto un’automobile e l’avrebbe poi fatta esplodere con un radiocomando. Questo è il mese del Ramadan e l’Isis ha esortato i suoi “discepoli” a colpire obiettivi occidentali. Forse questo voleva essere un segnale per l’Italia? Ricordiamo che l’ultima terribile strage compiuta dagli Jihadisti è avvenuta sulle spiagge si Sousse in Tunisia. Intanto l’Unita di Crisi della Farnesina si è attivata, il ponte Sei Ottobre, che passa accanto al consolato del Cairo, è stato chiuso in entrambe le direzioni. In paese vi è una cellula terroristica e nei mesi scorsi Ansar Bait al Maqdis ha giurato fedeltà alle bandiere nere dell’Isis e in primis al califfo  Abu Bakr al Baghdadi. 



SOUSSE: RIAPRE LA SPIAGGIA DELLA STRAGE MA… I TURISTI SONO GIA' ANDATI VIA

di Christian Montagna

Tunisia – Un esodo di massa è quello che sta vivendo la Tunisia nei due giorni dopo la strage di Sousse che ha visto morire per mano dei terroristi quasi quaranta persone e ferirne altrettante. I due alberghi di lusso presi nel mirino preso si sono trasformati in luoghi di morte e disperazione. A colpi di kalashnikov, i terroristi hanno puntato su ombrelloni e sdraio per sparare all’impazzata.La spiaggia protagonista di morte e distruzione è stata riaperta ma di turisti nemmeno l'ombra.
L’obiettivo dell’Isis. Erano proprio l'Occidente e gli occidentali gli obiettivi della spiaggia di Sousse. Secondo alcune testimonianze dei sopravvissuti, i terroristi avrebbero scelto le proprie vittime tra i bagnanti della spiaggia. "Siamo di fronte ad un terrorismo autoctono e microcellulare formato da piccoli gruppi difficili da identificare" ha riferito Magdi Allam in merito all'attentato. I tunisini oggi sono scesi in piazza chiedendo di non essere lasciati soli in questa lotta al terrorismo.


La fuga dalla Tunisia. Quasi 2200 turisti britannici e seicento belgi che alloggiavano presso le località di El Kantaoui, hanno lasciato il paese a bordo di dieci aerei diretti nel Regno Unito e quattro nel Belgio. Il commissario regionale per il turismo a Sousse aveva annunciato il grande esodo in seguito ai fatti del 26 Giugno. Anche I tour operator britannici Thomson e First Choice avevano annunciato sul loro sito web l'invio di dieci aeromobili in Tunisia per rimpatriare i loro clienti, in seguito all'attacco.


Le vittime. Riguardo la nazionalità delle vittime, ancora non e' stata ancora accertata quella di tutte le vittime dell'azione rivendicata dallo Stato islamico. L'Unita' di crisi della Farnesina sta verificando l'eventuale presenza di italiani, che attualmente non sembrano essere coinvolti nella strage. Ma i controlli stanno continuando, in collegamento con la nostra ambasciata. Il ministero dell'Interno tunisino ha diramato un primo elenco che comprende cinque tunisini, cinque tedeschi, quattro britannici, tre francesi e un belga. Secondo fonti ospedaliere fra le vittime vi sarebbero anche cittadini polacchi e cechi. L'Irlanda ha confermato la presenza di una propria cittadina tra i morti.


Il ritrovamento. La Protezione Civile, ieri mattina ha ritrovato in mare un cellulare gettato da uno degli attentatori: si tratta di Seifeddine Rezgui. Grazie ad alcune testimonianze, si è saputo che il terrorista aveva fatto una telefonata poco prima dell’attacco e aveva gettato il cellulare a mare. Da questo elemento, le autorità sperano di ricavarne informazioni utili a chiarire gli aspetti dell'accaduto.


Il ministro degli Esteri britannico. Sono 15 i morti accertati al momento in Gran Bretagna alla strage di Sousse. Il Foreign Office però teme che il numero dei caduti possa crescere nelle prossime ore. Nella storia del Regno Unito, quella di Sousse è la strage più grande del terrorismo dopo gli attentati della metropolitana e degli autobus del 7 Luglio 200 in cui morirono 55 persone e ne rimasero ferite oltre 700.




ATTENTATO A SOUSSE: I TURISTI SCAPPANO DALLA TUNISIA

di Christian Montagna

Tunisia – Un venerdì nero è quello che abbiamo appena vissuto in tutto il mondo: paura, terrore e angoscia in quattro paesi del mondo. Francia, Tunisia, Kuwait city e Somalia ieri sono state sotto scacco del terrorismo per l’intera giornata. Rivendicati dai terroristi attraverso social network, gli attentati hanno causato la morte di diversi civili tra cui anche molti bambini. In Tunisia, nel venerdì di Ramadan di fronte ai due hotel di lusso, i terroristi hanno seminato il terrore tra i bagnanti. Una spiaggia che presto si è trasformata in un cimitero, colorata improvvisamente di morte. I terroristi giunti dal mare hanno sparato senza alcuna remore su ombrelloni e lettini colpendo ad ora 39 persone e ferendone altrettante 36. Appena dopo tre mesi dalla strage del Bardo dunque in Tunisia si torna a parlare di terrorismo.

Tra i morti al momento non risultano italiani ma tunisini, tedeschi, belgi e britannici. Un attacco al turismo quello di ieri, fonte di ricchezza per ogni paese. Al momento i turisti hanno lasciato la Tunisia e molte altre agenzie turistiche hanno cancellato le prenotazioni presso quei luoghi. Alcuni turisti sono stati intervistati in aeroporto e raccontano ancora sotto shock quei minuti di terrore e panico. Fuga di massa questa mattina da parte dei numerosi turisti che tornano nei propri paesi.

 

Sui social Isis. Sono state mostrate sui social le foto dell’attentatore tunisino osannato e idolatrato come un eroe. E’ uno studente 22 enne proveniente dai sobborghi di Sousse che spesso frequentava le moschee del luogo. Proprio in merito alle moschee, il primo ministro tunisino ha dichiarato di voler chiudere entro una settimana circa 80 moschee al di fuori del controllo dello stato tunisino. Proprio una di queste 80 moschee sarebbe quella che spesso frequentava l’attentatore.

Il presidente tunisino. Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi ha ammesso che "la Tunisia non può rispondere agli attentati da sola" ma "serve una strategia globale". Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha sentito il collega tunisino, con il quale ha discusso di iniziative future anti-terrorismo, ma anche economiche: i danni al turismo del Paese dopo il secondo gravissimo attacco terroristico in pochi mesi saranno pesanti.
Allerta anche in Italia. Già da ieri, in Italia i livelli di allarme erano abbastanza alti. Il ministro degli Interni Alfano aveva già annunciato di aver allertato questure e prefetture. Un'azione comune contro il terrorismo e' stata invocata anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a Bruxelles per il Consiglio europeo, ha espresso "dolore e vicinanza" al governo e al popolo tunisini.




TUNISIA, SOUSSE :UCCISE A COLPI DI KALASHNIKOV OLTRE 35 PERSONE

 
di Christian Montagna

Sousse –
Tunisia, costa orientale, due alberghi nel mirino dell’Isis frequentati per lo più da europei si trasformano in luoghi di terrore e morte. Oltre 35 morti tra cui diversi turisti e lo stesso attentatore. Almeno due i terroristi che si sono cimentati in questa strage: uno, armato di kalashnikov sarebbe stato ucciso dalle forze dell’ordine; l’altro, catturato poco dopo. Gli hotel finiti nel mirino sono l'Hotel Riu Imperial e il Port el Kantaoui.
 
L'Isis contro l'Occidente.  Era proprio l'Occidente e gli occidentali gli obiettivi della spiaggia di Sousse. Secondo alcune testimonianze dei sopravvissuti, i terroristi avrebbero scelto le proprie vittime tra i bagnanti della spiaggia. "Siamo di fronte ad un terrorismo autoctono e microcellulare formato da piccoli gruppi difficili da identificare" ha riferito Magdi Allam in merito all'attentato.

I morti. Ancora del tutto ignote le nazionalità delle vittime. Il Ministero non ha ancora effettuato i controlli per risalire alle origini. Sarebbero per la maggior parte tedeschi e britannici secondo quanto riferito dalle radio locali. La zona presa di mira infatti è spesso frequentata da turisti provenienti dalla Gran Bretagna.
 

Le foto apparse sui social. Sono strazianti le immagini che da Facebook, ad Instagrama a Twitter sono state diffuse: numerosi uomini distesi sulla sabbia in pozze di sangue. Ovunque distruzione e morte in seguito anche ad un’esplosione così come raccontato dai sopravvissuti.
 

Il racconto dei sopravvissuti. I turisti hanno raccontato di essersi barricati per sfuggire alla furia dei due terroristi. L’attacco non è stato ancora rivendicato ma nei giorni scorsi, lo stato avrebbe lanciato un appello proprio in occasione dell’inizio del mese di Ramadan.  Una turista tunisina ha raccontato alla radio pubblica irlandese Rte di aver fatto appena in tempo a fuggire una volta sentiti gli spari. "Era circa mezzogiorno e ho visto a circa 500 metri da me una piccola mongolfiera venire giù e poi subito una sparatoria. Poi ho visto alcune persone correre verso di me, io pensavo fossero fuochi d'artificio”. E ancora, “Ho pensato, 'oh mio Dio, sembrano colpi d'arma da fuoco', così sono corsa in mare, ho acchiappato i miei figli e le nostre cose e mentre correvo verso l'hotel i camerieri e il personale gridavano “correte! Correte”! Così siamo corsi verso il nostro bungalow e siamo ancora intrappolati qui dentro. Non sappiamo che cosa sta succedendo.”



PESHAWAR, ATTENTATO 2009: FERMATO IL RESPONSABILE

di A.B.
 
Sassari – Ieri la Digos di Sassari ha arrestato all’aeroporto di Fiumicino Siyar Khan, uno dei presunti autori dell’attentato avvenuto al mercato di Peshawar nel 2009 e che ha causato cento morti e duecento feriti. Il 24 aprile scorso furono fatti degli arresti in merito alla vicenda e furono coordinati dalla Dda di Cagliari a Olbia dove sono finite in manette ben 18 persone appartenenti alla cellula olbiese di al Qaeda, ma l’uomo era sfuggito a questa ondata di arresti.
 
Secondo gli investigatori Siyar Khan avrebbe fornito anche il supporto logistico al kamikaze che nel 2010 doveva fare a Roma un attentato suicida che non è andato a compimento grazie alla Polizia. Gli attentatori volevano infiltrarsi a San Pietro e il loro obiettivo era quindi colpire il Vaticano e questo emerge dalle intercettazioni ambientali. I terroristi comunque sentivano su di essi il fiato sul collo degli inquirenti e questo emerge nelle intercettazioni ambientali. Siyar Khan è si trova attualmente nel carcere di Civitavecchia ed è accusato di strage e terrorismo internazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. 



STRAGE DEL BARDO, I PM: "TOUIL ERA IN ITALIA IL GIORNO DELL'ATTENTATO"

di Christian Montagna

Milano– Sembrano ormai esserci pochi dubbi sulla presenza di Touil in Italia lo scorso 18 Marzo, giorno in cui a Tunisi si consumava la carneficina di matrice terroristica al Museo del Bardo. I primi accertamenti della Procura e delle forze dell'ordine di Milano che hanno eseguito il mandato di arresto internazionale emesso dall'autorità giudiziaria tunisina, rilevano particolari contrari. Touil dunque per i pm era in Italia e lo testimoniano anche i registri sequestrati ieri della scuola di italiano che il giovane frequentava due volte a settimana. Interrogate anche le insegnanti della scuola che hanno confermato tale ipotesi.

 

I DATI FORNITI QUESTA MATTINA

E’ Abdelmajid Touil il nome del marocchino 22 enne arrestato ieri sulla base delle indagini tunisine in seguito alla strage del Museo del Bardo. Secondo le autorità italiane, che hanno semplicemente eseguito un mandato di cattura internazionale, ci sono numerose testimonianze che parlano del marocchino in Italia il giorno della strage al Museo. Spunta addirittura l’ipotesi che vede il giovane impegnato in un corso di italiano per stranieri a Gaggiano il giorno della strage. Il Premier Renzi ha così commentato l’arresto di ieri: "Grazie alle forze dell'ordine che hanno arrestato in Lombardia uno dei ricercati della strage di Tunisi. Orgoglioso della vostra professionalità". Ancora incerta dunque l’eventuale partecipazione al commando terroristico che uccise 24 persone e ne ferì 45. Al momento è la Procura di Milano che sta verificando la posizione del giovane. Ancora incerto è anche il ruolo eventuale ricoperto dal marocchino nella strage. Nulla è stato ritrovato nell’abitazione del giovane che potesse richiamare al terrorismo: durante la perquisizione, gli agenti hanno sequestrato chiavette, telefoni cellulari e due schede sim. Intanto il ministro Angelino Alfano ha riferito alla Camera oggi.

ALFANO RIFERISCE ALLA CAMERA
Giunto in Italia, Touil, fu identificato e fu predisposta l’espulsione ma, le autorità tunisine non avevano segnalato alcunché a riguardo e per questo non fu ritenuto un elemento pericoloso. E’ proprio il mezzo sul quale è giunto in Italia a far scatenare le polemiche adesso: Alfano ha dichiarato di non aver mai sottovalutato il rischio terrorismo portato dai barconi della speranza e di non aver mai escluso l’ Italia dal rischio terrorismo. L’arresto che al momento è sotto analisi della Procura, così come ha riferito il ministro, è stato frutto di una collaborazione tra diversi Paesi impegnati nella lotta al terrorismo. Sempre durante l’informativa alla Camera, Alfano con dati alla mano ha detto di aver espulso dalla nazione soltanto nel 2015 ben 33 soggetti coinvolti nella minaccia del terrorismo.

L’ARRIVO di TOUIL IN ITALIA CON I BARCONI
Era il 17 febbraio scorso quando Touil giunse in Italia sbarcando a Porto Empedocle ad Agrigento. Con lui sui barconi della speranza altri 642 migranti soccorsi prontamente dalla Marina Militare. La foto di Touil ripreso su un molo prima delle pratiche di identificazione, ora, sta facendo il giro del mondo. Appare diverso da come è stato ritrovato oggi: manca la barba e i capelli sono più corti. Sarebbe stato il fratello stesso a riconoscerlo nelle foto scattate al momento dello sbarco.

ALCUNI TESTIMONI SCAGIONANO TOUIL
Era stato espulso il marocchino 22 enne e secondo le autorità sarebbe tornato nel suo paese il 18 Marzo per compiere l’attentato. Al momento dell’arresto, l’uomo irregolare è stato trovato in casa con la madre e i suoi fratelli regolari in Italia. A testimoniare la sua innocenza ora sono proprio la mamma e il fratello. La prima ricorda perfettamente il giorno dell’attentato e il momento in cui, in Italia e con Touil davanti al televisore apprendevano di quanto accaduto al Bardo. “La Jihad non gli piace per niente” continua a ripetere, “Mio figlio è innocente”. Anche il fratello del marocchino è convinto della sua innocenza: “E' arrivato su un barcone come tanti altri e da quel momento non è più partito" ; "rimasto sempre in Italia". Non solo i parenti del ragazzo ma anche i vicini di casa avvertono le forze dell’ordine di un possibile errore commesso nell’arresto del giovane. “E’ un bravo ragazzo” dice la vicina di casa di Touil.

Intanto, venerdì 22 si terrà la prima udienza per l’estradizione del giovane davanti ai giudici della Corte d’Appello di Milano. Anche nella Capitale in cui è stato aperto un fascicolo d’indagine sulla strage di Tunisi per la morte dei quattro italiani, si cerca di indagare sul caso in collaborazione con i pm milanesi.




CAGLIARI, QUARTU: ATTENTATO AGLI UFFICI COMUNALI

di A.B.
 
Cagliari- Nella notte è stato compiuto un attentato dinamitardo a Quartu Sant’Elena, un centro alle porte di Cagliari. L’attentato ha avuto luogo alle ore quattro di notte dove una bomba è esplosa davanti ad una finestra degli uffici comunali. L’esplosione della bomba ha scardinato l’inferriata e ha provocato danni all’infisso ma non vi sono stati feriti. Immediatamente sono accorsi i Carabinieri di Quartu.
 
Attualmente vi sono indagini in corso per risalire agli autori del gesto e al motivo che li ha spinti a compiere tale gesto, non si sa attualmente quali siano le piste investigative vagliate dagli inquirenti e se si sta valutando l’ipotesi di un attentato verso una singola persona del comune, oppure se il gesto possa in qualche modo essere collegato alle imminenti elezioni amministrative del 31 maggio. 
 
La bomba è stata piazzata sotto una finestra  e fortunatamente l'esplosione non ha causato alcun ferito.



ATTENTATO AL MUSEO DEL BARDO: ARRESTATO MAROCCHINO NEL MILANESE

di Christian Montagna

Milano – L’Italia si gela questa mattina alla notizia che un terrorista ricercato a livello internazionale perché coinvolto nell’attentato al museo del Bardo a Tunisi si nasconde a Milano. E’ un cittadino marocchino di 22 anni, quello che è stato arrestato dalla Digos. Al momento non sono stati forniti maggiori dettagli; bisognerà attendere la conferenza stampa delle 11 alla Questura di Milano.

Era il 18 Marzo scorso quando un gruppo di terroristi armato fece irruzione all’interno del famoso museo prendendo in ostaggio i visitatori. Fu una vera e propria strage che vide morire 24 persone e ferirne 45. Anche gli italiani tra le vittime: numerosi passeggeri della Costa Fascinosa erano in tour a Tunisi e rimasero coinvolti nel sequestro. Ma non solo, tra le vittime anche sei famiglie torinesi. Le forze dell’ordine riuscirono a compiere un ottimo lavoro liberando la maggior parte degli ostaggi e uccidendo due terroristi armati di kalashnikov. La strage coinvolse tutti i paesi: tra le vittime c’erano francesi, spagnoli, britannici e italiani. Su Twitter girarono le foto del rapimento velocemente, immagini che difficilmente si riuscirà a dimenticare: diverse persone e alcuni bambini seduti a terra sotto la minaccia delle armi e sui loro volti saggiamente disegnato il terrore.

L’obiettivo era quello di assaltare il Parlamento ma una volta respinti, i terroristi, travestiti da soldati, ripiegarono sul museo dei mosaici . Il Bardo, sviluppato in tre piani e situato nella periferia ovest di Tunisi, era il più antico del mondo arabo, noto per la più importante e ricca collezione di mosaici romani del II e IV secolo. Una struttura importante che ogni anno veniva visitata da milioni di turisti; in gran parte anche da italiani.

Chi è il marocchino arrestato? Il giovane era già stato identificato nel febbraio 2015 a Porto Empedocle dopo essere arrivato con un barcone con altre 90 persone.Touil Abdelmajid aveva ricevuto un'ordine di espulsione. Secondo le accuse e la ricostruzione degli investigatori Abdelmajid sarebbe poi tornato nel proprio Paese per compiere l'attentato del 18 marzo. Il 22enne è stato preso in un appartamento di in una palazzina in via Pitagora, a Gaggiano (Milano) che condivideva con madre e due fratelli.