SPARATORIA PALAZZO CHIGI: L'ATTENTATORE UN CALABRESE DI 49 ANNI

Redazione

Roma – Un uomo ha sparato contro due carabinieri davanti a palazzo Chigi. Uno è grave, l'altro ferito alla gamba, ma non sono in pericolo di vita. Sparatoria e probabilmente  un attentato. Mentre il governo giurava, davanti a palazzo Chigi, in piazza Colonna, si sono uditi otto colpi di pistola. Due i carabinieri feriti: uno grave con una ferita al collo, ricoverato all’ospedale San Giovanni di Roma e l'altro in condizioni meno gravi con  una ferita d’arma da fuoco alla gamba, ma non sono in pericolo di vita. È stato già arrestato lo sparatore Luigi Prete, uno squilibrato calabrese di Rosarno nato nel 1967. Secondo la ricostruzione l'uomo è rimasto ferito durante una colluttazione con le forze dell'ordine, ma non colpito da un'arma da fuoco.Scattato immediatamente lo stato di "massima allerta" sul piazzale antistante il Quirinale dove le forze dell'ordine hanno iniziato a far defluire la folla dopo la sparatoria. La misura, secondo uno degli agenti in forza davanti al Quirinale, sarebbe dovuta alla possibilità che ci sia in circolazione un uomo armato. Stando alle prime testimonianze l’attentatore, un uomo di 49 anni, calabrese originario di Rosarno affetto da disturbi psichici,  si è presentato in giacca e cravatta, ha attraversato la piazza quindi è arrivato nelle vicinanze dei carabinieri ai quali ha sparato a bruciapelo, tentando successivamente la fuga. È stato ferito e bloccato. Tra i feriti anche una donna.  La passante è stata ferita di striscio da un proiettile, non sarebbe in pericolo di vita ed è stata soccorsa dal 118 e trasportata in ospedale. I volti dei nuovi ministri sono passati dalla gioia, all'incredulità poi allo sgomento appena appresa la notizia della sparatoria. Alcuni ministri hanno già lasciato il Quirinale dopo la cerimonia del giuramento. Alcuni esponenti del nuovo governo sono rimasti a colloquio con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dopo la sparatoria. Al Quirinale non c'è stata alcuna disposizione per non far uscire i ministri, ma con ogni probabilità di quanto accaduto gli esponenti del governo ne hanno parlato con Napolitano.