SCANDALO AVASTIN LUCENTIS. IL PRESIDENTE SOI: "LE ISTITUZIONI TUTELINO LA SALUTE VISIVA DEI CITTADINI"

di Cinzia Marchegiani

Torna ancora più agguerrito il Presidente della Società Oftamologica Italiano sullo scandalo tutto italiano in merito alle gravi menomazioni visive per maculopatie retiniche che ancora ad oggi non vengono assistite da cure adeguate nonostante lo scandalo Avastin Lucentis avesse consegnato la verità su questi due farmaci equivalenti ma con prezzi totalmente differenti. Piovella replica: “Nel nostro Paese assistiamo ad un caso unico dovuto alla grande confusione di cui approfittano le multinazionali con i loro interessi miliardari. Anche le Istituzioni che hanno compiti di vigilanza, non avendo dati di riferimento, non sono in grado di sostenere una politica sanitaria libera da ogni condizionamento e fondata sulla medicina basata sulla evidenza”. 
Negli ultimi anni proprio la SOI fondata nel 1869, Ente Morale giuridicamente riconosciuto che agisce da 150 anni a difesa della vista e rappresenta il riferimento istituzionale dei 7000 oculisti italiani – è stata costretta a lottare ad ogni livello, Scientifico e Istituzionale, per affermare l’oggettiva verità sulla cura delle Maculopatie e sul rapporto esistente fra i farmaci Avastin e Lucentis. Un compito gravoso, spiega Piovella – che SOI ha assunto anche per dare concreta attuazione alle proprie finalità statutarie.
 

La Soi realizza una vera inchiesta sanitaria scoprendo e mettendo nero su bianco, dati che inchiodano le stesse istituzioni del governo ad una superficiale analisi del caso di Avastin e Lucentis, di fatto fotografando un quadro inquietante su come ancora ad oggi, Avastin, non solo non viene facilmente prescritto, ma dimostrando con dati alla mano, come le stesse terapie non sono state eseguite come da protocollo elinne guida, e quindi non sono riuscite ad arginare la cecità dei pazienti trattati.


SOI contro Aifa. Piovella spiega che come questa lotta ha portato ad evidenziare l’insussistenza scientifica delle incondivisibili decisioni assunte dall’AIFA nel 2012: “mentre i vertici AIFA lanciavano preoccupanti segnali di allarme sull’uso di Avastin, arrivando a toglierlo dalla lista 648 (farmaci rimborsabili dal SSN) e disponevano monitoraggi dall’eterna durata che non hanno mai portato alcuna evidenza (nonostante le richieste di Tribunali della Repubblica e le critiche del Consiglio di Stato), SOI produceva i dati internazionali sull’uso dei farmaci con il supporto di Studi indipendenti basati su milioni di casi, battendosi per il riconoscimento dell’evidenza della perfetta equivalenza dei farmaci Avastin e Lucentis”. A riprova di questa azione giusta e meritoria, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità includeva il solo Avastin nella lista dei Farmaci Indispensabili per la cura delle Maculopatie…. “Ciò malgrado nulla cambiava. – il Presidente Piovella denuncia – Solo nel 2014, dopo la clamorosa sentenza Antitrust al termine di un’istruttoria avviata in seguito ad una denuncia presentata da SOI, nel nostro Paese si riaccendeva l’attenzione sul problema”.


Istituzioni latitanti. Piovella va in affondo proprio sulle istituzioni che ricorda che in tal caso sono rimaste assolutamente latitanti: “e questo sebbene gli Ispettori dell’Autorità per la Concorrenza avessero trovato ampio scambio di corrispondenza tra gli Amministratori delle Società produttrici dei due farmaci (Roche e Novartis), con la quale si pianificava a tavolino una strategia basata proprio sul fatto che uno (Avastin, ovviamente il meno costoso) doveva risultare inadeguato e pericoloso ad esclusivo vantaggio dell’altro (Lucentis, il più caro)”.


Il caso emblematico del Consiglio Superiore di Sanità, chiamato ad esprimere un parere sui due farmaci, non poteva che pronunciarsi prendendo atto della loro assoluta equivalenza: “ciò nonostante- spiega Piovella -inseriva alcune disposizioni sull’utilizzo di Avastin, soprattutto incentrate sulla delicata fase del frazionamento che, di fatto, riprese in modo improprio da AIFA, ne impedivano l’utilizzo. Anche in questo siamo costretti a rimarcare come si siano volute ignorare e disattendere tutte le esperienze acquisite e consolidate da anni in tutto il mondo, fondate sulle linee guida scientifiche diramate da SOI in merito alle modalità di frazionamento, a vantaggio delle Farmacie Ospedaliere, istituite da anni e mai divenute operative, salvo rarissime eccezioni e che comunque non hanno mai evidenziato un interesse per il frazionamento di Avastin”.


Appelli ai massimi vertici. Come una ritornello Soi nel comunicato ricorda che nonostante tutte le battaglie vinte….nulla cambiava e ricorda che a fronte di questi ultimi sviluppi SOI nel febbraio 2015 iniziava ad inviare appelli ai massimi vertici dello Stato, allegando anche della specifica documentazione. E per far fronte alla assoluta carenza di dati ed informazioni da parte delle Istituzioni preposte al controllo, la SOI ha inviato appositi questionari ai Direttori di struttura (ex Primari), universitari e ospedalieri di 215 strutture sanitarie dislocate su tutto il territorio, dai quali è emerso con assoluta chiarezza che:


AVASTIN – Gli ospedali che in Italia fanno uso di Avastin sono drasticamente diminuiti dall’adozione dalle assurde restrizioni adottate. In particolare i dati IMS attestano che l’utilizzo di Avastin nel nostro Paese è passato dal 58% nell’anno 2012 al 18% nel 2015, mentre l’uso di Lucentis ha avuto un incremento di quasi 20 punti percentuali, passando dal 38% del 2012 al 55% del 2015. La spesa sostenuta per i due farmaci evidenzia ancor di più questa disparità di utilizzo. Nell’ultimo anno (Marzo 2014 – Febbraio 2015) in Italia si sono spesi solo 337.000 euro per Avastin (precisiamo ad uso oftalmologico, considerato che c’è ancora chi finge di non capire che i dati inerenti l’utilizzo ed il costo di Avastin per uso oncologico non sono di nessun interesse anzi ma sono solo un strumentale modo per dimostrare il contrario della realtà), 142 milioni di euro per Lucentis e 18 milioni per Eylea.
CURE INTRAVITREALI – i danni procurati da questa situazione si ripercuotono inevitabilmente sui pazienti; mentre le Istituzioni stentano a comprendere la gravità della situazione, lo Stato spende inutilmente centinaia di milioni di euro e i pazienti che accedono alla cura risultano essere quasi due terzi in meno rispetto alla media europea dei Paesi simili al nostro (Francia, Germania, Inghilterra).


Il presidente Piovella denuncia uno stato inquietante dei fatti: “Nonostante il quadro desolante emerso, le Istituzioni continuano a non assumersi nessuna responsabilità e non prendono alcuna posizione. In questi giorni è stato pubblicato il contenuto di quanto affermato dal Sottosegretario On. De Filippo, che in risposta ad una interrogazione parlamentare, ha presentato (finalmente) dei dati che, per quanto ci consta, il Ministero sino ad oggi non ha mai avuto o non ha mai voluto divulgare. Eppure analizzando i contenuti di quanto scritto si direbbe che il Sottosegretario racconti quanto accade in un altro Paese: certamente non si tratta dell’Italia!”


Il caso dei centri autorizzati. Piovella analizza le affermazioni del Sottosegretario On. De Filippo, secondo cui, ci sono millecinquecentododici centri autorizzati per la somministrazione di Avastin, con una spesa di 172 milioni di euro per Avastin contro 79 milioni per Lucentis!: “I casi sono due -rimbrotta Piovella- o sono falsi di dati espressi dai Direttori di struttura oftalmologica italiana o sono inesatti ed incomprensibili i dati esposti dal Sottosegretario. Oppure … Oppure, al fine di recuperare all’ultimo minuto dei dati mai avuti, nel tentativo di fornire una visione positiva al Paese sul rispetto di quanto sostenuto nelle sentenze e dall’evidenza scientifica, si è costruita una frettolosa ed approssimativa rappresentazione della realtà! E’ per questo che i dati relativi alla spesa per Avastin hanno tenuto conto anche dell’uso in campo oncologico e sono stati sommati ai dati di spesa del quasi inesistente uso oftalmologico; ed è per questo che si afferma che in Lombardia ci sarebbero 396 (fantomatici) centri autorizzati, per non parlare degli (ancor più fantomatici) 118 centri della Calabria dove per assurdo esisterebbero più centri di eccellenza che medici oculisti esperti per le terapie intravitreali!”

Ma i conti non tornano. Strutture senza sala operatoria. Alcuni centri sono riportati due volte nell’elenco. Piovella scopre che scorrendo l’elenco diffuso dal Ministero della Sanità sui presunti Centri autorizzati in Italia per la somministrazione ad uso oculistico di Avastin si scopre che molte strutture sono riportate più volte e che quindi il numero complessivo reale è di molto inferiore a quello enunciato di 1.512 centri. E ancora poiché dalla lettura dell’elenco prodotto dal Ministero Piovella spiega che diviene davvero difficile comprendere quali criteri siano stati seguiti per individuare i centri “ad alta specializzazione” in grado di erogare Avastin: “Più che altro appare che sia stato semplicemente redatto un elenco delle strutture che erogano prestazioni di oculistica. Come si può altrimenti spiegare la presenza in elenco di strutture dove non esiste un reparto di oculistica ma solo – forse – un ambulatorio territoriale non chirurgico? Tutti sanno che in Italia una corretta e sicura terapia intravitreale deve essere eseguita in sala operatoria”.

Ad esempio:
– Ospedale San Carlo Borromeo di Milano
– Centro Traumatologico Ortopedico degli ICP di Milano
– Istituto Europeo di Oncologia di Milano
– Istituto Neurologico Besta di Milano
– Istituto dei Tumori di Milano
– Istituto Cardiologico Monzino


Scremando il succitato elenco dai doppioni e dalle strutture che notoriamente non erogano questo tipo di prestazione forse restano a malapena 150 centri.


Terapie con Avastin effettuate senza finire il ciclo.
Il professor Piovella fa emergere un’latra situazione imbarazzante, poiché secondo le tabelle Ministeriali i pazienti trattati con Avastin (nel periodo 2008 – 2014 secondo la richiesta dell’interrogante) per il Presidente della SOI, sarebbero 6.471 con un numero di dispensazioni del farmaco di 13.690 unità e ciò significa che quei pazienti hanno ricevuto in media 2,1 iniezioni. Siccome il protocollo di trattamento universalmente condiviso dalla comunità scientifica internazionale prevede unaloading phase di 3 iniezioni consecutive a distanza di 1 mese e poi la prosecuzione del trattamento in base all’andamento del quadro clinico (as-needed regimen oppure treat and extend regimen) con un numero medio di somministrazioni per occhio trattato di 7 per anno, si deve desumere che nessuno dei 6.471 pazienti trattati con Avastin sia stato trattato come avrebbe dovuto poiché per nessuno di essi è stato possibile completare neanche la loading phase. Piovella quindi fa emergere come il Sottosegretario non si è reso conto di aver certificato, con i succitati numeri presentati in Parlamento per rispondere ad una Interrogazione Parlamentare, che quei pazienti sono inevitabilmente divenuti ciechi per mancanza di un trattamento adeguato. Peccato che i dati veri presentati da SOI, testimoniano che nello stesso periodo 2008 – 2014 siano stati centinaia di migliaia i pazienti trattati con Avastin per uso oculistico.

Il deprimente quadro non migliora di molto con i dati Ministeriali su Lucentis. In questo caso, secondo il report della SOI, i pazienti sarebbero 47.875 e avrebbero ricevuto 173.404 iniezioni, equivalenti a una media di 3,6 iniezioni. Almeno qui sembrerebbe completata la loading phase ma certamente questi pazienti non hanno potuto proseguire la terapia secondo l’andamento del quadro clinico che anche per questo farmaco porta a una media di 6 iniezioni per anno. Pertanto –conclude Piovella – anche questi pazienti sono divenuti ciechi per mancanza di un trattamento adeguato.Infine, se sommiamo i pazienti trattati per tutte le indicazioni abbiamo 79.008 pazienti che hanno ricevuto 265.120 iniezioni con una media di 3,3 iniezioni a paziente. Anche per Lucentis, i numeri non corrispondono alle centinaia di migliaia di pazienti trattati nel periodo 2008 – 2014.
Piovella conclude dimostrando che si confrontano questi dati con quelli di altri paesi con popolazione simile a quella italiana come Francia e Inghilterra si comprende immediatamente che la popolazione anziana italiana con maculopatia viene, di fatto, abbandonata al suo destino di cecità:
– in Francia nel 2014 sono stati erogati 665.274 trattamenti;
– in Inghilterra 641.301
Tre volte più che in Italia.


Piovella lancia quindi l’ennesimo appello:“Alla luce di quanto sopra, riteniamo doveroso sollecitare ancora una volta i Vertici Istituzionali affinché questa ridicola situazione tutta Italiana nella quale ci si ostina a voler affrontare in modo inadeguato e superficiale un problema drammaticamente serio che coinvolge la salute visiva della cittadinanza sia definitivamente risolto. Le irricevibili moltiplicazioni dei pani e dei pesci non servono ai pazienti per poter continuare a vedere”.




AVASTIN LUCENTIS: LO SCANDALO DELLA GRANDE TRUFFA CONTINUA

 

AAAA Cercasi libertà di prescrizione del farmaco più economico. A rischio il rispetto della deontologia medica e il diritto alla salute pubblica. Il Presidente della SOI denuncia con amarezza una fase di stallo, viene calpesta la libertà di scelta deontologica dei medici e il rispetto dei diritti dei malati. Anche Silvio Garattini, farmacologo dell’Istituto Mario Negri bacchettava l’AIFA per la gestione di questo cartello dei farmaci

LEGGI ANCHE: 10/03/2014 CASO AIFA NEL MIRINO DELLA PROCURA: PIOVELLA DELLA SOI RISPONDE ALL'OSSERVATORE D'ITALIA

 

di Cinzia Marchegiani

Il mondo della sanità, seppur candidamente tinteggiato dal ministro Lorenzin come una bella favola in convegni troppo spesso fini a se stessi ma lontani anni luce dalle vere esigenze e emergenze sanitarie che vivono i malati e i cittadini sul suolo italiano, mostra invece volti anacronistici e ossimori degli stessi slogan che vengono lanciati giusto il tempo di un tweet.

Il caso Avasti/Lucentis ha lasciato una ferita profonda nella storia della sanità, un danno mostruoso non solo per le casse dello Stato, si parla di danno erariale di circa 600 milioni di euro, ma soprattutto per le persone più bisognose, i pensionati colpiti da maculopatia che per problemi economici non hanno potuto avere accesso alle terapie perché era stato favorito un similare decisamente molto costoso. A molti di questi malati è stato negato il diritto alla salute: hanno trovato sulla propria strada una condanna amara, la cecità.

STORIA BEFFARDA DI UNA MALASANITA’ ITALIANA
Nonostante la sentenza del Tar del Lazio confermava di fatto la multa Antitrust di 180 milioni per la gravissima vicenda del cartello che ha favorito la vendita del più costoso farmaco Lucentis, procurando danno non solo ai cittadini costretti a interrompere o rinunciare alle cure perché non potevano permettersi di comprare tale farmaco, ma anche all'intero Servizio Sanitario Nazionale, ad oggi un altro scandalo viene perpetrato ai danni dei pazienti e alla libertà deontologica dei medici. 
Le stesse istituzioni che prima dovevano vigilare, bacchettate dall’antitrust e dai tribunali amministrativi, dove sono tuttora nel difendere il diritto alla salute e al rispetto del codice deontologico dei medici? Mistero.

DENUNCIA DELLA SOI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA MATTARELLA….INASCOLTATA

Matteo Piovella, Presidente della Società Oftamologica Italiana, lo scorso febbraio 2015 è stato costretto a scrivere a Sergio Mattarella l’ennesima denuncia, ancora ad oggi inascoltata, denunciando un fatto ancora più agghiacciante, mettendo a conoscenza che attualmente nel nostro Paese, solo l’1% dei medici oculisti sono autorizzati e messi nella condizione di prescrivere Avastin: "negli Stati Uniti ed in Europa il 100% dei medici oculisti sono autorizzati a utilizzare il farmaco 43 volte meno costoso ma equivalente per efficacia e sicurezza. Insomma in Italia nonostante le pronunce del TAR del Lazio e dell'Antitrust continuano ad essere disattese le indicazioni che permetterebbero ai pazienti over 75 di essere curati." Il Presidente Piovella, ricorda come la SOI istituzionalmente lavora a sostegno dei medici oculisti nell’esclusivo interesse della tutela salute visiva della popolazione, e denuncia, forte delle vittorie sia del Tar che dell’AGCOM, che l’attuale sistema non funziona: “non funziona perché dei 130.000 pazienti che ogni anno necessitano di terapie intravitreali, la metà, – inciso Piovella continua – ovvero 65.000 persone, non ha più accesso ad alcuna cura, sia per la scarsa diffusione di Lucentis nelle strutture pubbliche (a causa degli alti costi) sia per le assurde difficoltà (derivanti da impedimenti normativi e burocratici di varia natura) nel reperimento e nell’uso di Avastin.” Ma non solo! Lo scenario potrebbe anche peggiorare poiché il continuo aumento del numero dei casi di maculopatia rapportato all’attuale insufficiente numero di iniezioni faranno sì che migliaia di cittadini perderanno la vista con conseguenti gravi ripercussioni su tutto il sistema. Per questo la SOI chiedeva un intervento del Presidente della Repubblica e del Premier con un SoS …Intervenite prima che sia troppo tardi per tutti!

Vi chiederete, come si sta muovendo il Ministro Lorenzin? Non lo sappiamo, ma forse non deve aver prodotto alcunché perché solo pochi giorni fa il Presidente della SOI, Piovella è ritornato con un video denuncia, che testimonia come dopo lo scandalo del cartello dei due farmaci equivalenti, una grande sconfitta per la professionalità ed etica medica e per il sopruso del diritto del malato.

ENNESIMA DENUNCIA A RISCHIO LIERTA’ DEONTOLOGICA E SOPRUSO DEL DIRITTO DEL MALATO

In questo video Matteo Piovella parla decisamente chiaro: la maggioranza dei oculisti italiani hanno perfettamente compreso che la querelle tra Avastin e Lucentis è soprattutto una battaglia per la libertà di prescrizione, della libertà di responsabilità e di riconosciuta professionalità dei medici oculisti. “Pure essendo la posizione di SOI perfettamente sostenibile e riconosciuta in tutto il mondo, oggi nonostante ci sono state quattro pronunce dei tribunali italiani e anche da parte della Corte di Giustizia Europea la situazione è in una fase di stallo. Di stallo – rimarca Piovella – perché non viene rispettata la libera scelta da parte del medico oculista se effettuare o meno la terapia intravitreale, libera scelta indispensabile perché la responsabilità può essere solo del medico oculista, e perché di fatto tutte le forze messe in campo che dovevano favorire l’utilizzo di Avastin ne hanno ottenuto un risultato opposto. Oggi, rispetto a sei mesi fa si usa Avastin il 90% in meno, quindi una grande sconfitta.”
Per questo motivo, Piovella ricorda come la SOI (nonostante tutto lo scandaloso silenzio NdR) continuerà a sostenere la libera coscienza e la libera prescrizione da parte del medico oculista e contemporaneamente sostenere quei diritti dei pazienti al’accesso alle cure.

OMBRE DELL’OPERATO DELL’AIFA E DEL DICASTERO SANITA’
Tornano eloquenti le affermazioni di Sivio Garattini farmacologo dell’istituto Mario Negri di Milano,  in merito a  questo scandalo al sole che ha macchiato la sanità italiana. Proprio a marzo del 2014 rilasciava un’intervista esponendosi sul caso Avastin Lucenti, bacchettando la stessa AIFA, l’Agenzia dei Farmaci Italiana,  ricordando che le aziende farmaceutiche fanno la loro parte (ovviamente devo pensare ai profitti NdR) ma spetta alle autorità pubbliche difendere gli interessi dei cittadini. Silvio Garattini, ha esprresso un'idea personale e professionale di come sono andate le cose nel caso Avastin- Lucentis e di quale sia il ruolo dell'industria nel nostro paese. Non solo, ricorda che proprio su questo caso avevano nel lontano 2010 avevano segnalato la situazione, citando e pubblicando un articolo sul British Medical Journal, spiegando ai lettori che la verità era sotto gli occhi di tutti e cioè che la letteratura scientifica deponeva la certezza sull’equivalenza tra i due medicinali. Il professor Garattini punge le stesse istituzioni che hanno partorito una orrenda pagina della storia della sanità italiana, che di fatto non ha dato accesso alle cure a molte persone economicamente impossibilitati a curarsi e spiegava:” il problema è che l'autorità regolatoria, l'Aifa, oggi non può agire sulle indicazioni dei farmaci se l'industria non lo propone. Abbiamo chiesto maggiore autonomia per l'autorità".
Sull’AIFA fa una riflessione che dovrebbe sollecitare attenzione seria su chi già da tempo chiedeva la testa dei vertici dei suoi dirigenti, come Federconsumatori e Adusfeb. Il professor Garattini sottolineava già un anno fa che L’AIFA in questa storia non aveva fatto abbastanza: ”potevano essere proattivi – deciso Garattini rimbrottava – cercare delle soluzioni da proporre eventualmente all'Ema, l'autorità regolatoria europea. Vedo che oggi l'Aifa esprime soddisfazione per la decisione dell'Antitrust, allora prima poteva non rassegnarsi:
“Garattini inoltre proprio su questo scandalo fotografava un dato allarmante: “qui c'è in ballo un interesse pubblico, che ha a che fare con la spesa sanitaria in un periodo di crisi come questo. Le aziende produttrici difendono i propri interessi ma qualcuno deve difendere gli interessi comunità. Ricordiamoci che quanto spendiamo in più viene sottratto ad altre necessità".

Insomma gli italiani ora sanno che non serve andare ai convegni per sapere quali sono in “Falsi Miti”. Questa storia è un esempio di ossimoro che nuoce gravemente alla tutela della salute, dei diritto dei malati e anche alle casse del nostro servizio sanitario, che dopo lo scandalo  Avastin/Lucentis continua la truffa a danno dei malati e sembra di vedere il bellissimo e ironico film di Nanni Loy: “Pacco, Doppio Pacco e Contropaccotto”. Ovviamente il finale non serve raccontarlo.
E ora la domanda sorge spontanea, dove sono il Ministro della salute e la stessa Agenzia AIFA? Piovella sembra un fiore solitario in questo mare di mezze bugie e tante verità.




SCANDALO AVASTIN LUCENTIS: LA SOCIETÀ OFTALMOLOGICA ITALIANA CHIEDE AIUTO A MATTARELLA

Piovella, il presidente della Soi denuncia: "attualmente nel nostro Paese, solo l’1% dei medici oculisti sono autorizzati e messi nella condizione di prescrivere Avastin: negli Stati Uniti ed in Europa il 100% dei medici oculisti sono autorizzati a utilizzare il farmaco 43 volte meno costoso ma equivalente per efficacia e sicurezza”

di Cinzia Marchegiani

Un’Italia che sembrerebbe non voglia voltare pagina dopo lo scandalo che ha investito le due multinazionali Roche e Novartis, che hanno concertato sin dal 2011 una differenziazione artificiosa dei farmaci Avastin e Lucentis, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari. Per il Sistema Sanitario Nazionale l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno. L’antitrust, dopo l’istruttoria aveva imposto sanzioni ai due colossi Novartis e Roche rispettivamente di 92 e 90,5 milioni di euro.

Ma a riaprire questa surreale e grottesca storia è la stessa SOI, la Società Oftamologica Italiana che ora si vede costretto a rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica con una denuncia severa: “Vi sono 65 mila pazienti affetti da maculopatia che potrebbero trovarsi a fronteggiare un'emergenza, la loro possibile cecità! La SOI chiede ora l'intervento delle massime cariche dello Stato, del Presidente della Repubblica e del Premier e sollecita nuovamente il Ministro della Salute affinché venga garantito l'accesso alle terapie a tutti i pazienti”.


A richiamare l’attenzione è lo stesso Presidente della SOI Matteo Piovella che fotografa un dato allarmante, e dimostra come l’Italia è l’unico Paese dove si assiste a una diminuzione del numero di terapie intravitreali: “Solo nell’ultimo anno esiste un delta negativo del 40% rispetto all’Inghilterra e del 30% rispetto a Germania e Spagna. Questi dati evidenziano una realtà sorprendente: in Francia, Paese gemello per numero di pazienti affetti da maculopatia, si sono effettuati nel 2014, ben 650.000 trattamenti intravitreali. In Italia solo 230.000, il 10% in meno rispetto all’anno precedente. Per consentire a tutti di curarsi dovrebbero essere 700.000: nel nostro Paese mancano all’appello 470.000 iniezioni.”


Oggi in Italia – continua Piovella, Presidente della SOI – in un periodo di “tagli e spending review”, su 100 euro spesi per la cura delle maculopatie, 77 euro vengono spesi per Lucentis e solo 20 centesimi per Avastin. Attualmente nel nostro Paese, solo l’1% dei medici oculisti sono autorizzati e messi nella condizione di prescrivere Avastin: negli Stati Uniti ed in Europa il 100% dei medici oculisti sono autorizzati a utilizzare il farmaco 43 volte meno costoso ma equivalente per efficacia e sicurezza.
Il Presidente Piovella spiega le conseguenza di questo disastroso atteggiamento, citando anche la cronistoria dei due farmaci che hanno visto trionfare… ma evidentemente solo sulla carta il diritto dell malato di potersi curare senza spendere ingenti somme: “Il continuo aumento del numero dei casi di maculopatia rapportato all’attuale insufficiente numero di iniezioni sta facendo si che migliaia di italiani potranno perdere la vista. Grazie all’ennesimo difficile intervento da parte di SOI e del suo Presidente, in una situazione che evidenzia il fallimento del sistema regolatorio sostenuto da AIFA e dal Consiglio Superiore di Sanità, enti che si sono resi responsabili di gravi e imperdonabili errori contenuti nei pareri e nelle delibere a suo tempo approvate a limitazione dell’utilizzo di Avastin intravitreale, l’ Autorità Garante si è nuovamente pronunciata riconoscendo la valenza delle istanze rappresentate da SOI. In sintesi Antitrust ha intimato al Ministro della Salute ed ad AIFA di cancellare la discriminazione incostituzionale tra pubblico e privato inerente l’utilizzo di Avastin, oggi illegittimamente deliberato a esclusivo utilizzo negli ospedali pubblici. Ma a oggi tutto sembra tacere – ricorda Piovella.

Ora la SOI, con il proprio documento di posizione esprime sostegno al deciso intervento dell’Antitrust e continuerà con tutta la forza della sua competenza tecnico scientifica a lottare per superare l’illegittima limitazione della somministrazione di Avastin ai pazienti affetti da maculopatia. Nel dettaglio la posizione
La posizione di SOI è quella vigente in tutto il mondo scientifico internazionale. Ogni singolo oculista ha la formazione e la capacità e deve essere in grado di poter prescrivere ed effettuare una terapia intravitreale così come avviene in tutto il mondo. L’effettuazione di una terapia intravitreale è sicuramente meno complessa rispetto all’effettuazione di un intervento di cataratta e non vi sono esigenze scientifiche o di sicurezza che possano escludere o impedire ai medici oculisti di poter erogare una terapia ai pazienti che ne hanno bisogno.


Sostenere il contrario e agire di conseguenza, significa porre limiti restrittivi incostituzionali sia alla professione di medico chirurgo sia di accesso alle cure per quei pazienti che rischiano la cecità. Solo con una azione politica responsabile il nostro Paese tornerà a una situazione di normale rispetto e sostegno delle competenze e capacità dei medici oculisti italiani, professionisti che hanno sempre saputo dare il meglio a sostegno dei pazienti e dell’accesso alle cure, attraverso l’utilizzo delle migliori e più aggiornate terapie, che hanno reso fino ad oggi l’oculistica italiana una “eccellenza” riconosciuta a livello internazionale.

SOI RICHIEDE INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il Presidente Piovella, ricorda come la SOI istituzionalmente lavora a sostegno dei medici oculisti nell’esclusivo interesse della tutela salute visiva della popolazione, e denuncia, forte delle vittorie sia del Tar che dell’AGCOM, che l’attuale sistema non funziona: “non funziona perché dei 130.000 pazienti che ogni anno necessitano di terapie intravitreali, la metà, ovvero 65.000 persone, non ha più accesso ad alcuna cura, sia per la scarsa diffusione di Lucentis nelle strutture pubbliche (a causa degli alti costi) sia per le assurde difficoltà (derivanti da impedimenti normativi e burocratici di varia natura) nel reperimento e nell’uso di Avastin.” Ma non solo! Lo scenario potrebbe anche peggiorare poiché il continuo aumento del numero dei casi di maculopatia rapportato all’attuale insufficiente numero di iniezioni faranno sì che migliaia di cittadini perderanno la vista con conseguenti gravi ripercussioni su tutto il sistema. Per questo la SOI chiede un intervento del Presidente della Repubblica e del Premier: "Intervenite prima che sia troppo tardi per tutti!"


Una beffa che si sta consumando sulla salute dei malati, un’inchiesta dovrebbe essere doverosa in merito, la cecità è un danno non solo personale, ma anche sociale e questo per favorire un farmaco a dispetto di uno equivalente e meno costoso? In effetti il dubbio non è solo amletico….