KENIA: MUCCHE E PECORE PER CHIEDERE LA MANO DELLA PRIMOGENITA DI BARACK OBAMA

di Silvio Rossi

Cinquanta mucche, settanta pecore e trenta capre. Questa la dote offerta per chiedere la mano di Malia, la figlia primogenita del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
La bizzarra proposta, che difficilmente potrebbe venir esaudita dalla famiglia della donzella, è stata avanzata da un giovane avvocato, di cui però non si conosce però la reale età, che ha promesso di presentarla direttamente al primo cittadino americano quando, nel prossimo luglio, si recherà in visita nel paese africano.


In quella data Malia Ann, figlia di Barack e Michelle Obama, avrà appena compiuto 17 anni, ma lo spasimante ha dichiarato che la segue dal 2008, quando il primo presidente afroamericano (il padre di Barack è emigrato negli Stati Uniti proprio dallo stato del corno d’Africa) si è insediato alla Casa Bianca. Felix Kiprono, questo il nome del coraggioso spasimante, ha dichiarato di essersi innamorato di Malia quando la vide in TV la prima volta nel 2008 (quando la ragazza aveva solo 10 anni), e di non aver frequentato altre donne nel frattempo, per rimanerle fedele.


Kiprono ha affermato che si è subito innamorato della ragazza, ma ha atteso che crescesse perché era troppo piccola, prima di formulare la sua richiesta. Ha detto anche che non è interessato alle ricchezze degli Obama, che vuole incoronare la sua donna in un luogo simbolo per il suo villaggio, una collina dove vengono consacrati i re, e che una volta sposati faranno una vita semplice, Malia potrà, una volta “coronato” il sogno d’amore, mungere le mucche. La bizzarra proposta certamente non verrà accettata dalla famiglia presidenziale, anche se sarebbe stato divertente vedere Michelle impegnata, dopo l’orto nei giardini della Casa Bianca, in una stalla nei pressi del Lincoln Memorial.




ISIS, OBAMA: “L’AMERICA GUIDA UNA COALIZIONE CHE DISTRUGGERÀ L'ISIS”

di Maurizio Costa

Barack Obama fa sul serio e la conferenza stampa di stanotte lo ha confermato. Gli Stati Uniti guideranno una coalizione che distruggerà l’Isis. L’America, quindi, bombarderà anche le zone della Siria sottoposte al controllo del califfato islamico, oltre a fornire supporto ai militari siriani alleati che combattono via terra. “Vogliamo degradare e distruggere l’Isis – ha dichiarato il Presidente americano – La nostra campagna contro il terrorismo sarà continua e finché esisterà l’Isis noi continueremo a usare la nostra forza aerea.” “Questi bombardamenti distruggono le armi dell’Isis e danno spazio alle forze curde che combattono il califfato – ha continuato Obama – inoltre invieremo altri 475 membri di servizio che, però, non combatteranno ma forniranno solamente un supporto alle forze curde e irachene.”

Fino ad ora gli Usa avevano bombardato solo la parte irachena occupata dal califfato, ma con queste parole, Obama allarga il conflitto anche in Siria.

“Voglio far capire al popolo americano – continua Obama – che questo sforzo militare è diverso dalle guerre condotte in Iraq e in Afghanistan: infatti, non ci saranno truppe statunitensi che combatteranno sul suolo nemico.” Solo un’azione di bombardamenti e di rafforzamento degli alleati siriani, niente di più.

Gli Usa, inoltre, forniranno 25 milioni di dollari al governo iracheno per incrementare l’apparato bellico e sconfiggere l’Isis.

Oggi stesso, alla Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti d’America ha incontrato i vertici della Cia, del Pentagono e dell’antiterrorismo per avviare una vera e propria task force per cercare di fermare la furia omicida dell’Isis.

Barack Obama, comunque, non avrà bisogno dell’appoggio del Congresso per qualsiasi decisione presa per evitare una minaccia nazionale. Il sostegno delle Camere, però, renderebbe il suo lavoro molto più facile, anche in vista delle elezioni di midterm del 4 novembre.

I bombardamenti statunitensi in Iraq, intanto, non si sono mai fermati. Con questi attacchi aerei, Obama cerca di agevolare l’azione dei curdi e dell’esercito iracheno, che combatte assiduamente via terra contro l’Isis. Le azioni militari sono sempre state mirate a distruggere determinati obiettivi sparsi per il territorio.

Intanto, il Segretario di Stato americano, John Kerry, ha visitato a sorpresa l’Iraq e incontrerà nei prossimi giorni i Ministri degli Esteri di Egitto, Turchia, Giordania, Arabia Saudita e Qatar per instaurare un’offensiva diplomatica e sconfiggere la forza del califfato di al-Baghdadi. “Gli Usa e il mondo intero non resteranno a guardare il male che l’Isis diffonde – ha dichiarato a Baghdad John Kerry – Abbiamo tutti interesse nel sostenere il governo iracheno in questa difficile situazione.” Il Segretario di Stato ha aggiunto: “La coalizione che stiamo creando continuerà a crescere e ad allargarsi.”

Lo scopo dichiarato della diplomazia americana è quello di creare una grande coalizione con circa 40 membri in tutto il mondo che riesca a neutralizzare l’Isis. La visita di John Kerry in Medio Oriente e il vertice Nato della scorsa settimana in Galles sono le armi con le quali Obama cerca di stringere alleanze con altri Paesi.

Le mosse di Obama sono anche guidate dal consenso dei cittadini americani. Mentre la maggior parte degli statunitensi è favorevole alla distruzione del califfato di al-Baghdadi e agli attacchi via cielo, la popolarità di Obama è ai minimi storici. Gli oppositori lo accusano di non avere il pugno di ferro, soprattutto in politica estera. La celebre frase del Presidente americano, che ha affossato la potenza militare statunitense, è diventato lo slogan di una precedente impotenza americana di fronte all’Isis: in quell’occasione Obama disse di non avere una strategia per sconfiggere l’Isis; una frase vera, ma che non ha tirato acqua al mulino del Presidente.




BARACK OBAMA: ECCO LA STRATEGIA PER INNESCARE IL CONFLITTO NUCLEARE “PREVENTIVO” CONTRO LA RUSSIA.

Gli Stati Uniti sembra proprio stiano tessendo il conflitto nucleare contro la Russia, utilizzando i nuovi alleati che aderiscono alla Nato, come l’Ucraina, che gli permetterebbe di bypassare l’autorizzazione anche delle Repubbliche di Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia ampliando sostanzialmente  il complemento di termine a base di forze NATO in questi stati. Lo scienziato Steven Starr di “Medici per la Responsabilità Sociale” svela il disegno di legge “RAPA” presentato al congresso dal senatore Bob Corker, che grazie ad un fondo di 100 milioni di dollari, oltre a fornire rapidamente in Ucraina armi e attrezzature, compresi gli anticarro e armi anti-aeree, armi equipaggio, lanciagranate, mitragliatrici, munizioni, e MRAP veicoli protetti, sarebbe autorizzato in caso di guerra di decidere la distruzione preventiva delle forze nucleari del nemico. L’Italia e altri paesi membri della NATO custodiscono 480 bombe B61 dell’America, in Italia 90 tra Aviano e Ghedi…e sarebbero i primi sotto attacco. L’UE sta a guardare?

di Cinzia Marchegiani

Lo scienziato Steven Starr tapira Barack Obama, e spiega la strategia che dietro il disegno di legge presentato dal senatore Bob Corker, “RAPA” l’acronimo di “Russian Aggression Prevention Act” giustificherà gli Stati Uniti verso il conflitto nucleare diretto contro la Russia in Ucraina. Nel mese di maggio, le crescenti tensioni in Ucraina hanno portato entrambe le nazioni a condurre quasi contemporaneamente i grandi giochi di guerra nucleare. I bombardamenti nucleari russi a lungo raggio hanno testato le difese aeree statunitensi 16 volte in un periodo di dieci giorni (29 luglio-7 Agosto). Lo scienziato Starr avverte, gli Stati Uniti e i leader russi sono ignari o sembrano ignorare il fatto che tali "giochi" e "prove" sono il collaudo generale per l'estinzione umana.
La Peer-reviewed di studi scientifici prevedono le conseguenze ambientali di una guerra combattuta con solo una frazione di Stati Uniti e/o armi nucleari strategiche russe sarebbe probabilmente spazzare via la razza umana . Gli scienziati prevedono che anche un primo colpo nucleare firmato USA "di successo", anche se distruggerebbe il 100% delle forze nucleari della Russia prima che potessero essere lanciati, creerebbe cambiamenti catastrofici in tempo globale che eliminerebbero stagioni di crescita per anni. La maggior parte degli esseri umani e grandi animali sarebbero morti di fame. La guerra nucleare è un suicidio per gli esseri umani, ma i nostri leader hanno ancora le dita sul grilletto del nucleare. Sembra che ci sia assolutamente alcuna consapevolezza, nel nostro governo federale o nella società americana, del pericolo esistenziale rappresentato da una guerra nucleare.
Steven Starr fa un analisi inequivocabile e lucida sullo scenario tessuto a suon di disegni di legge firmati USA:”La guerra USA-Russia rischia di degenerare rapidamente in una guerra nucleare, dal momento che né gli Stati Uniti né la Russia sarebbero disposti ad ammettere la sconfitta, entrambi hanno molte migliaia di armi nucleari pronte per l’uso immediato, ed entrambi si basano sul Counterforce, la dottrina militare che negli obiettivi in caso di guerra mette nelle priorità la distruzione preventiva delle forze nucleari del nemico”.
RAPA fornisce de facto l'adesione alla NATO per l'Ucraina, la Georgia, la Moldavia e ai fini dell’alleanza, come l’Osservatore d’Italia aveva anticipato in un altro articolo, che consentirebbe agli Stati Uniti di spostare grandi quantità di attrezzature e di forze a loro militare senza la necessità di approvazione di altri stati membri della NATO. Così il disegno di legge RAPA potrebbe effettivamente bypassare l’opposizione tedesca alla richiesta degli Stati Uniti di fare l'Ucraina e la Georgia parte della NATO.
Starr afferma che i tedeschi giustamente temono l'immissione truppe statunitensi della NATO e degli Stati Uniti Ballistic Missile Defense (BMD) in Ucraina, data la severa obiezione russa contro l'espansione della NATO (in particolare per Ucraina e Georgia) con lo spiegamento in Europa appunto della Usa-NatoBMD. Il quadro vede la Germania acutamente consapevole della possibilità che la guerra civile che perversa in Ucraina potrebbe evolvere in una guerra russo-ucraini. In tali circostanze, la distribuzione di US/forze NATO in Ucraina renderebbe praticamente inevitabile la realizzazione della fase tre del metodo Adaptive europea per la difesa missilistica in Europa. . . entro e non oltre la fine dell'anno civile 2016 e la dichiarazione del 2012 del più alto rango ufficiale militare della Russia, che ammoniva con la proposta di un “attacco preventivo” contro tali distribuzioni BMD (se la situazione diventa più difficile)… ora deve essere un monito!

Scenari non ipotizzabili ma frutto di documenti e disegni di legge che stanno plasmando la cartina anche dell’Europa e di conseguenza il futuro degli Stati membri. Nel disegno RAPA nulla è lasciato all’incertezza, esso dirige il [Dipartimento della Difesa] DOD che ha il compito di valutare le capacità e le esigenze delle forze armate ucraine e autorizza il Presidente, al termine di tale valutazione, a fornire assistenza militare specificato in Ucraina. Così RAPA fornirebbe rapidamente in Ucraina, con un fondo di 100 milioni di dollari armi e attrezzature, compresi i anticarro e armi anti-aeree, armi equipaggio, lanciagranate, mitragliatrici, munizioni, e MRAP veicoli protetti…. non solo, ma può richiedere all'amministrazione Obama di "utilizzare tutti gli elementi pertinenti della Stati Uniti potere nazionale per proteggere l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale ed economica dell'Ucraina e di altre nazioni sovrane in Europa ed Eurasia da aggressione russa, e ciò include sostanzialmente l’aumento del sostegno degli Stati Uniti e la NATO per le forze armate delle Repubbliche di Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia e, aumentare sostanzialmente il complemento di termine a base di forze NATO in questi stati.

L’esecuzione di RAPA produrrebbe accumuli significativi di US/forze della NATO in Polonia e gli Stati baltici, accelerare la costruzione di sistemi BMD degli Stati Uniti in Europa orientale, e autorizzare sostanziale dell'intelligence statunitense e aiuti militari per le forze militari ucraini che continuano ad assediare il più grande città in Ucraina orientale. Anche se RAPA non ha comportato il dispiegamento di forze Usa in Ucraina, le stesse sarebbero certamente posizionati per la distribuzione rapida lì, nel caso in cui la guerra civile ucraina si intensifica in un conflitto russo-ucraino.
Se Steven Starr illumina e apre il vaso di pandora delle politiche egemone e militari di Obama, spiega anche come RAPA intensifica il supporto per la pulizia etnica in Ucraina orientale:”In Russia, Putin sotto pressione politica interna, invia forze russe in Ucraina orientale al fine di fermare gli attacchi da parte dei militari ucraini sulle città che una volta erano parte dell'Unione Sovietica. Gli attacchi hanno creato una catastrofe umanitaria. Il 5 agosto 2014, l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha riferito che 740.000 ucraini orientali erano fuggiti in Russia, vanno lì perché la Russia è vicina, e perché la maggior parte dei rifugiati sono di etnia russa, un fatto che spiega perché i russofobi di Kiev sono stati molto disposti a bombardare indiscriminatamente loro città.”
La fotografia scattata denuncia come la rimozione forzata dei russi etnici Ucraina orientale in Ucraina orientale sia una "pulizia etnica". E Starr non usa mezzi termini:”Questo è un processo che è supportato pienamente dagli Stati Uniti e RAPA potrebbe migliorare notevolmente questo supporto.”
Un analisi di una guerra Ucraina/Russia spiegata senza veli. Le forze militari ucraini hanno circondato Donetsk – una città di quasi un milione di persone – e hanno per settimane condotti attacchi quotidiani contro di esso utilizzando imprecisi razzi a lancio multipli, pesante fuoco di artiglieria, missili balistici che trasportano testate fino a 1000 chili di esplosivo ad alto potenziale. Approvvigionamento idrico, centrali elettriche, stazioni ferroviarie, aeroporti, ponti, autostrade, e scuole sono stati presi tutti di mira, insieme con la popolazione. In Il sindaco di Lugansk, una città di più di 440.000 persone, ha dichiarato crisi umanitaria perché l'assedio della città ha lasciato con senza medicine, carburante, energia dal 3 agosto 2014, fino a questo momento. I separatisti dell'Ucraina orientale sono stati tacciati per terroristi dal governo di Kiev perché chiedevano l'autonomia da Kiev, e sono andati in riunione con la Russia e per questo motivo il governo ha inviato le sue forze militari contro di loro in quello che eufemisticamente chiamano un "operazione antiterrorismo”. Steven Starr nel suo editoriale spiega anche che inquadrare il conflitto in questo modo rende politicamente accettabile rifiutare di negoziare con i separatisti, e più facile da giustificare negli Stati Uniti e in Europa, che sono abituati alla guerra al terrorismo… Tuttavia, le migliaia di ucraini uccisi e centinaia di migliaia di essere cacciati dalle loro case sono delle persone comuni, cercando di vivere una vita ordinaria.
Ma RAPA nasconde molto altro, come sostenere i progetti a Kiev per un attacco Crimea, poiché il disegno di legge richiede che la Russia deve "recedere dal confine orientale di Ucraina", che è, per definizione, il confine con la Russia. In altre parole, RAPA chiede provocatoriamente che la Russia deve rimuovere le proprie forze militari fuori dai propri confini, mentre le forze militari ucraini sono ammassati nel frattempo dall'altra parte, attaccando le città prevalentemente russe. Inoltre si chiede che le forze russe devono essere ritirati dalla Crimea entro sette giorni dalla promulgazione della legge. Starr spiega come ciò non sia posiibile poiché 1) la Crimea era parte dell'impero russo dal 1783 fino al 1954; 2) il ritiro dalla Crimea richiederebbe la Russia ad abbandonare il suo unico porto acqua calda a Sebastopoli, in cui si sono basate le forze russe, dal riconosciuto a livello internazionale trattato , dal 1997, e infine 3) più di ¾ della Crimea hanno votato per la riunificazione con la Russia e che la Federazione Russa ha accettato per la sua successiva annessione della Crimea. Per la Russia, l'obbligo di "ritirarsi dalla Crimea" equivale ad una richiesta degli Stati Uniti di perdere territorio russo. Oltretutto RAPA, stabilisce che gli Stati Uniti non riconoscono l'annessione russa della Crimea, e crea sanzioni e sanzioni penali per chi lo fa. RAPA prevede quindi sia sostegno militare e politico a Poshenko intenzionato a riprendere la Crimea in Ucraina. Così qualsiasi intervento militare russo in Ucraina orientale sarebbe certamente descritto in Occidente come l'aggressione russa nel suo perseguimento di un impero, che farebbe scattare richieste assordanti che le forze USA/NATO agiscono per sostenere l'Ucraina. Qualora NATO intervenisse, la successiva azione militare russa contro qualsiasi membro della NATO, innescherebbe la clausola del Capitolo 5 per la difesa reciproca dell'alleanza, impegnandosi per la guerra con la Russia.
L’egemonia americana, sotto l’amministrazione Obama è stata ben orchestrata e il grande attacco ucraino sulla Crimea “giustificherebbe” l’inevitabile la guerra con la Russia. L'Ucraina sembra essere in preparazione per un tale assalto redigendo tutti gli uomini di età da 18 ai 60 anni, in una mobilitazione forzata delle sue forze armate, che comprende anche richiamare le sue riserve attivi di un milione di uomini, e portando più di 1000 carri armati fuori di stoccaggio. E RAPA andrebbe a fornire centinaia di milioni di dollari per addestrare e armare le forze armate ucraine in rapida espansione, e la posizione degli Stati Uniti/forze della NATO per un intervento rapido sul lato di Ucraina in caso di una guerra russo-ucraini. Così, le numerose disposizioni politiche e militari di RAPA favorirebbero pienamente l’Ucraina a svolgere la sua politica dichiarata di riprendere Crimea.
RAPA spingerebbe gli Stati Uniti verso la guerra nucleare con la Russia. Una guerra USA/ NATO-Russia farebbe anticipare un primo attacco nucleare, e sia l'USA che la Russia hanno cambiato i loro piani di guerra nucleare che include per l’appunto di attacchi nucleari preventivi, tesi a distruggere l’arsenale nucleare del nemico, ed entrambe le nazioni hanno armi nucleari "tattiche" progettate per l'utilizzo di questa guerra.
Gli Usa hanno 180 bombe nucleari B61 distribuiti su sei basi militari di cinque stati membri della NATO, (Italia, Belgio, Paesi Bassi, Turchia e Germania che sarebbero opportunamente rilasciate a questi membri della NATO in caso di guerra USA/NATO-Russia. La Russia ha almeno 1300 armi nucleari tattiche (preventive) per contrastare le forze convenzionali della NATO. Qualsiasi uso di "tattico" o "campo di battaglia" delle armi nucleari, da entrambi i lati, probabilmente innescherebbe una risposta uguale o maggiore dall'altro.

Le parole di Steven Starr, di “Medici per la Responsabilità Sociale” diventano un monito che l’Europa e i paesi membri non solo della NATO, ma anche dell’UE dovrebbero cristallizzare nella mente:”La guerra nucleare è un suicidio per gli esseri umani, ma i nostri leader hanno ancora le dita sul grilletto nucleare. Tale ignoranza, è incarnata delle legge RAPA, che se attuata metterà il destino del mondo nella rotta diretta per la guerra nucleare con la Russia.”
E a proposito di Capo Frasca, sito della Sardegna dove avvengono le esercitazioni anche della NATO, il rapporto “Natural Resources Defense Council” nel 2005 ha rivelato che i piloti italiani vengono addestrati all’uso delle bombe nucleari in questi poligoni, oltre a Maniago II (Pordenone). L’Italia non è per il nucleare però oltre ad ospitare gli addestramenti con queste testate nucleari, esistono nel territorio italiano 90 testate B61, 70 bombe conservate ad Aviano, 20 a Ghedi. È confortante sapere che ogni base contiene rifugi di aerei più protettivi di quelli utilizzati per lo stoccaggio di armi nucleari. Chi ha vinto la seconda guerra mondiale governa il mondo almeno quello occidentale, e ora il governo italiano sembra seguire passo-passo ogni decisione di Obama, l’uomo che doveva cambiare il mondo, speriamo non lo polverizzi. 




BARACK OBAMA? MEGLIO HILLARY CLINTON

Un sondaggio della Cnn/Orc International non ha dubbi, il 64% degli intervistati preferisce Hillary Clinton, l’ex segretario si Stato. Polemiche in casa, non solo sul fronte Russo sul nuovo intervento che il Presidente degli Stati uniti vorrebbe portare a favore degli avversari armati di Bashar Al-Assad in Siria,

di Cinzia Marchegiani

Washington (USA) – Barack Obama sembra non godere un’ottima forma ultimamente. La sua politica interna e anche estera è sotto una gigantesca lente d’ingrandimento. Solo qualche mese fa era stato pubblicato un sondaggio della Cnn/Orc International che fotografava la fiducia degli americani al minimo storico per Obama. Il 64% degli intervistati preferiva Hillary Clinton, l’ex segretario di Stato, attribuendo alla ormai first lady la capacità di un vero leader determinato e risolutivo per affrontare e gestire le nuove crisi. A portare altre grane in casa dei democratici è la sentenza ormai storica con cui la Corte Suprema ha emesso il verdetto di inammissibilità delle nomine che Obama a interim per alte posizioni di governo che Obama ha conseguito senza aver richiesto l’approvazione del Senato.
Un processo lento e inesorabile sembra avvolgere in una spirale negativa il Presidente Barack Obama, forse perché ha disatteso quel grande sogno americano che doveva portare a compimento. Proprio in questi giorni al Consiglio di Sicurezza Nazionale degli stati uniti è ritornato sul fronte siriano, e sembra determinato a far approvare uno fondo di 500 milioni di dollari, secondo le agenzie estere, per le apparecchiature e poter istruire i militari dell’opposizione siriana, convinto che occorre aiutare glia avversari armati di Bashar Al Assad, in modo da amplificarne l’appoggio alla branca moderata.

Atteggiamento e iniziativa molto discussa in casa americana che ha fatto subito sollevare molti dubbi, poiché si potrebbe avere il rischi che le stesse armi e attrezzature possano cadere nelle mani degli islamici radicali, ma Obama afferma che tali timori sono infondati. Si legge che la US National del Consiglio di Sicurezza per evitare tale disastro, questo appoggio verrebbe fornito solo in assoluta certezza che vadano in mano dell’opposizione siriana.
Anche sul fronte russo si sono sollevati i dubbi su questo pacchetto generoso di fondi da canalizzare sul fronte siriano, l'inviato diplomatico della Russia, Vitaly Churkin delle Nazioni Unite sostiene che un fondo così cospicuo dovrebbe essere speso per qualcosa di più utile, invece di mettere altra benzina sul fuoco nel conflitto siriano, sarebbe invece opportuno trovare un’altra soluzione politica.
Anche a giugno un altro sondaggio sulla popolarità di Barack Obama segna il decadimento della popolarità e fiducia nella sua politica estera, che sembra causare i problemi interni del paese oltreoceano come l’assistenza sanitaria per gli stessi veterani e inficiare sull’accordo per lo scambio dei prigionieri talebani in Afganistan.
Barack Obama deve valutare bene questa inaspettata impopolarità…presto l’Osservatore d’Italia dedicherà un panoramica sulle aspettative dei grandi imprenditori americani che sembrano non vedere di buon occhio la politica estera di Obama soprattutto sul fronte crisi Ucraina-Russia.




ESERCITO ITALIANO: BARACK OBAMA CONCEDE LA "LEGION OF MERIT" AL GENERALE GRAZIANO

La “Legion of Merit” è un’onorificenza istituita dal Presidente Franklin D. Roosevelt il 20 luglio 1942 e può essere concessa ai Capi di Stato Maggiore o a cariche superiori.

 

Redazione

Roma – A nome del Presidente degli Stati Uniti d’America, il Generale Donald Campbell, Comandante dell’Esercito statunitense in Europa, ha decorato, questo pomeriggio, presso la Biblioteca Militare Centrale di Palazzo Esercito, il Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, della “Legion of Merit”, con il grado di “Commander”.

Il Generale Campbell, rivolgendosi poi al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, ha dichiarato: “Oggi è un giorno speciale, è un vero onore insignire il Generale Graziano della Legion of Merit, l’onorificenza più alta che le forze armate USA conferiscono ai leader stranieri. L’impegno e l’iniziativa personale del Generale Graziano hanno contribuito al potenziamento delle operazioni internazionali di sicurezza e hanno rafforzato la cooperazione tra Stati Uniti, Italia e NATO”.

Il Generale Graziano, dopo aver ringraziato il Generale Campbell che “con la sua presenza ha voluto conferire particolare risalto all’evento”, nel suo intervento, ha voluto sottolineare “la profonda e antica amicizia che lega l’esercito italiano e quello statunitense, basata sulla condivisione di valor fondamentali quali libertà, giustizia e democrazia, che si estrinseca nell’alleanza atlantica e nell’ambito delle numerosi organizzazioni tra Italia e Stati Uniti.” – ha poi proseguito il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito – “Un forte vincolo che quotidianamente è ulteriormente vivificato dai molteplici impegni operativi che vedono i nostri soldati operare fianco a fianco per stabilizzare le aree di crisi e permetterne la ricrescita”.

L’alta onorificenza è stata concessa al Generale Graziano per “il servizio eccezionalmente meritorio in qualità di Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, dal dicembre 2011 al luglio 2012.” – si legge nella motivazione – “L’approccio olistico del Generale di Corpo d’Armata Graziano nel trasformare l’Esercito Italiano in una forza interoperativa e più efficace ha offerto supporto agli sforzi della coalizione. Il Generale di Corpo d’Armata Graziano ha introdotto un cambiamento dinamico, strutturale e istituzionale che ha potenziato le capacità expeditionary dell’Esercito Italiano. La sua visione della natura complessa e in continua evoluzione della guerra moderna insieme al suo stile di comando altamente efficace hanno massimizzato i contributi della componente terra alle operazioni di sicurezza internazionali e hanno rafforzato la cooperazione strategica tra gli Stati Uniti e l’Italia. L’acuta consapevolezza del Generale di Corpo d’Armata Graziano delle esigenze di interoperabilità dell’Esercito Italiano, le attività di approntamento delle missioni, e il suo supporto alle Forze Armate degli stati Uniti di stanza in Italia avranno impatto significativo, duraturo e positivo sugli Stati Uniti, sull’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord e sull’Italia. Lo sforzo straordinario, la leadership eccezionale e l’iniziativa personale mostrati dal Generale di Corpo d’Armata Graziano danno grande credito non solo a lui, ma anche all’Esercito Italiano e alla sua Nazione”.

Il Generale Graziano è già stato insignito della “Legion of Merit”, con il grado di Ufficiale, per il periodo di servizio prestato quale Addetto Militare presso l’Ambasciata d’Italia a Washington DC dal 2001 al 2004. Nella schiera degli illustri Comandanti e uomini di Stato insigniti di questa prestigiosa onorificenza, tra gli altri, Re Giorgio VI, Charles De Gaulle, il Generale Leclerc e l’Ammiraglio Giampaolo Di Paola. La “Legion of Merit” è un’onorificenza istituita dal Presidente Franklin D. Roosevelt il 20 luglio 1942 e può essere concessa ai Capi di Stato Maggiore o a cariche superiori.