VELLETRI: LE SEQUESTRANO LA CASA. LA STORIA DI BARBARA, COSTRETTA A VAGABONDARE

La storia di Barbara Di Bernardo, con una casa da un anno sotto sequestro per le indagini sull’omicidio di sua madre avvenuto nell’appartamento di famiglia, ha dovuto vagabondare di casa in casa. Mentre il Comune di Velletri non ha mai risposto alle sue richieste di aiuto, la San Girolamo Emiliani Velletri Onlus, mette a disposizione una camera, pur non essendo pagata dal Comune

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di Cinzia Marchegiani

Velletri (Rm) – La signora Di Bernardo, pur avendo una casa, era costretta a mendicare un posto dove dormire e poter provvedere all’igiene personale in quanto il tribunale di Velletri dal 24 maggio 2014 aveva sequestrato l’appartamento dove viveva, ritenuto importante per le indagini poiché era stato teatro dell’omicidio di sua madre per mano dei suo stesso fratello.

Insomma per un anno Barbara ha errato, andando di casa in casa usufruendo della gentilezza e della solidarietà di tanti amici e conoscenti che gli concedeva l’opportunità di un letto dove dormire e un bagno dove provvedere ai gesti elementari dell’igiene personale. Nonostante il Comune di Velletri conoscesse la sua storia, non ha mai risposto alla posta certificata inviatagli dal suo legale, neanche dopo che il Sindaco Servadio e gli Assessori preposti sono stati messi a conoscenza del rifiuto da parte del Tribunale di Velletri del dissequestro della casa richiesto dallo stesso legale della Di Bernardo.

C’è voluto un video denuncia e un articolo di giornale, ma soprattutto la costanza del signor Ernesto Melappioni che è andato a parlare anche con i responsabili della Onlus San Girolamo Emiliani di Velletri, struttura predisposta all'accoglienza dei senza fissa dimora della città di Velletri, affinché a Barbara fosse riconosciuta la dignità come persona.

L’Osservatore d’Italia aveva voluto vederci chiaro circa un video denuncia a cura di Ernesto Melappioni che girava già da tempo su internet. 

ONLUS SAN GIROLAMO EMILIANI DI VELLETRI ONLUS CHIEDONO UN INCONTRO
I responsabili della Onlus San Girolamo Emiliani di Velletri – struttura predisposta all'accoglienza dei senza fissa dimora della città di Velletri – hanno contattato l’autore della video denuncia, dopo aver conosciuto la disavventura di Barbara Di Bernardo. Roberto Cavola, il responsabile di questa struttura intervistato spiega nei dettagli l'attuale situazione sociale dell'accoglienza di Velletri. Emerge che la stessa Onlus operante con il Comune di Velletri da dicembre del 2014 non riceve più i fondi stanziati dalla Regione Lazio: “Il Comune di conseguenza ha interrotto la convenzione con la Onlus anche se precedentemente gli aveva richiesto e fatto abbassare la quota giornaliera da 40 Euro al giorno a soli 25 Euro”.
Quindi esiste una struttura nuova, dove Barbara potrebbe, con l’aiuto temporaneo del Comune e dell’associazione San Girolamo Emiliani, essere aiutata per un periodo temporaneo, fino a quando, non sia ufficiale il dissequestro da parte del Tribunale di Velletri.

Insomma sembrerebbe che il comune non riesca a trovare 25 euro al giorno per mettere ai ripari temporanei una donna che ha già subito un dramma ancora più grande dell'essere rimasta senza casa.

BARBARA RIESCE AD INCONTRARE IL SINDACO DI VELLETRI SERVADIO
Barbara finalmente riesce a parlare con il Sindaco di Velletri, il quale però sembra non aver prospettato alcuna soluzione per la signora Di Bernardo, se non quello di promettere un consulto con il Tribunale di Velletri, come se fosse possibile intercedere al dissequestro del suo appartamento. A Barbara hanno prospettato anche di fare una domanda per una casa popolare. Insomma porte chiuse da parte del primo cittadino che invero, da quello che si apprende dalle ultime notizie dovrà sistemare 79 rifugiati provenienti dall’Africa.

SAN GIROLAMO EMILIANI, ACCOGLIERÀ A SUE SPESE DI BERNARDO
Con una lettera inviata a Ernesto Melappioi via posta elettronica, che rendiamo pubblica con il consenso del mittente, Roberto Cavola responsabile della San Girolamo Emiliani Onlus di Velletri informa che non lascerà da sola Barbara. Lasciamo ai nostri lettori la sua lettura:

Buongiorno Ernesto,
questa mattina la sig.ra Di Bernardo ha avuto un incontro con la dirigente dei servizi sociali del comune, incassando un bel 2 di picche. La dott.ssa in questione ha suggerito a Barbara di presentare una richiesta formale per un alloggio temporaneo, il che significa rispettare una certa graduatoria con tempi di attesa di qualche anno, sottolineando che nel nostro centro di accoglienza non c’è posto e che se anche ci fosse sarebbe stato per non più di una settimana!!!! Ora tra le altre cose, noi vorremmo capire se le responsabilità di tali scelte scellerate, sono da attribuire all’apparato tecnico del comune o a quello politico, dopodiché ci muoveremo di conseguenza… Questo è un chiaro segnale da parte dell’amministrazione, i bisogni dei cittadini veliterni vengono dopo aiuole e sampietrini, perché le "grandi menti" imprenditoriali pensano solo ai profitti. Il centro di accoglienza notturna di San Martino, nato proprio per questo tipo di emergenze NON SERVE PIU'??? La sig.ra Barbara stamattina è venuta da noi in lacrime chiedendoci di aiutarla, minacciando in oltre gesti avventati e sconsiderati. La nostra scelta è quella di ospitare Barbara presso la nostra struttura, senza troppi formalismi e a titolo completamente gratuito, perché i ‘poveri cristi’ non solo subiscono l’ingiustizia ma si trovano anche a lottare continuamente contro di essa! ‘Solidarietà’ è una parola che non sempre piace, perché essere solidali significa anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. È far fronte agli effetti distruttori dell’Impero del denaro, che molti subiscono e che tutti siamo chiamati a trasformare. La solidarietà, intesa nel suo senso più profondo, è un modo di fare la storia. Restiamo a disposizione. Buona giornata!”

UN FINALE AMARO MA PIENO DI SOLIDARIETÀ, CHI INDAGA?
Barbara è una donna che nel suo immenso dolore ha dimostrato una dignità incredibile, ma per le istituzioni è solo un fantasma da nascondere. Tanto dolore ha colpito il suo cuore, spade violente hanno ferito e rimangono impunite. Nella sua disgrazia Barbara ha toccato con mano l’inconsistenza e il silenzio delle istituzioni, ma fortunatamente ha ricevuto anche tanta solidarietà dei suoi stessi concittadini. Un giorno un angelo ha posato gli occhi sulla sua vita che ha permesso al mondo intero di conoscere la sua folle storia. L’associazione San Girolamo Emiliani ha accolto la richiesta di auto, nella consapevolezza che solidarietà, diventa verbo solo all’atto della sua realizzazione. 


E ora rimane lecita una domanda: il dramma di Barbara è diventato pubblico e ha messo in evidenza profonde responsabilità, quelle disattese dalle stesse istituzioni. Quando dolore una donna deve mettere in pubblica piazza, quanti angeli deve incontrare affinché non diventi un numero da statistica, ma una persona con una dignità da difendere? Le istituzioni si devono far garante di queste storie, perché Barbara non può essere lasciata sola, il suo grido si legge nei suoi occhi, nel suo sguardo ferito e triste. Lei rappresenta chiunque di noi, che in un momento di difficoltà è stato messo ai margini come un appestato. La politica si interroghi e faccia le sue dovute conclusioni.




VELLETRI: IL CASO DISPERATO BARBARA DI BERNARDO LA CUI MADRE E' STATA STRANGOLATA DAL FRATELLO

di Cinzia Marchegiani

Video inchiesta a cura di Ernesto Melappioni


Velletri (RM) – Due occhi verdi pieni di dignità e una storia terribile di cui adesso rimane una straziante disperazione da parte di una donna che chiede auto alle istituzioni. Capita spesso di imbatterci in video postati sui social network, che parlano di vite distrutte, storie al limite tra il grottesco e il paradosso di cittadini italiani che rimangono abbandonati dalle istituzioni proprio nel momento del bisogno. Il video di Ernesto Melappioni che ha mostrato la storia di Barbara Di Bernando mi ha colpito particolarmente, perché rappresenta una cittadina come tanti che all’improvviso della sua vita viene catapultata in un incubo che sembra non avere soluzioni. Il suo grido di dolore, di disperazione sembra rimanere afono e Barbara appare come un fantasma dimenticato tutti, persono dall'aministrazione comunale cui si è rivolta. Per questo L’Osservatore d’Italia ha voluto verificare di persona i documenti che la stessa signora Di Bernardo ci ha messo a disposizione e che di seguito vi narriamo.

ANTEFATTO
Barbara in un giorno come tanti della sua vita si reca al lavoro. Era il 24 maggio 2014, quando viene raggiunta al telefono da suo fratello che gli dice che la madre era stata portata in ospedale. Inizialmente a Barbara diranno che sua madre era morta e che la causa fosse da associare ad un infarto, forse sopraggiunto dalla visita di un ladro che era entrato in casa. La storia per Barbara diventa ancora più tragica, poiché dopo le indagini avviate dei carabinieri scopre che a strangolare la madre fu suo fratello stesso. Barbara ricorda che quando lasciò casa per recarsi al lavoro salutò sua madre mentre suo fratello stava dormendo (tutti e tre vivevano sotto lo stesso tetto).

IL PARADOSSO DI QUESTA STORIA
Barbara da quel giorno, ormai un anno, oltre a fare i conti con una tragica realtà, quella di aver perso sua madre per mano di suo fratello, si è vista sequestrare l'abitazione della madre da parte dell’A.G. affinché il luogo rimanesse intatto per le indagini degli stessi investigatori.
Dal 24 maggio 2014 Barbara è costretta a mendicare un posto dove dormire, passando da una casa all'altra casa, approfittando della bontà di chi le offre la possibilità di fare una doccia e dormire in un letto. Non avendo né un lavoro fisso, né una situazione economica solida da permettere l’affitto di una camera, Barbara ha chiesto aiuto sia al Tribunale di Velletri, chiedendo il dissequestro dell’abitazione, sia allo stesso Comune di Velletri.

TRIBUNALE DI VELLETRI RIGETTA IL DISSEQUESTRO
Il Tribunale di Velletri – Ufficio del Giudice per le indagini preliminari e dell’udienza preliminare – in data 21 gennaio 2015, purtroppo rigetta l’istanza di dissequestro dell’appartamento della signora Di Bernado avanzata dal suo legale difensore, presentata il 20 gennaio 2015. Una doccia fredda per la signora Di Bernado che dopo un anno si sente come una persona emarginata. Niente solidarietà da parte delle istituzioni che per paradosso sono solidali con gli immigrati ma non prestano attenzione ai cittadini italiani. Con atto N. 4613/14 RGNR il PM spiegava: “Rilevato che, nonostante il bisogno dell’alloggio ritenuto comprensibile, occorre evidenziare per l’interesse probatorio la cui tutela – atteso che il procedimento prosegua alla Corte d’Assise – appare allo stato prioritaria, ritenuto che l’alterazione dei luoghi a fronte di ritenuti e sopravvenuti accertamenti, potrebbero rappresentare un vulnus nell’accaduto del reato per cui il PM rigetta l’istanza di dissequestro.”

SINCADO DI VELLETRI, ASSESSORE AI SERVI SOCIALI E PROBLEMI DELLA CASA E DIRIGENTE SETTORE SERVIZI SOCIALI NON RISPONDONO ALLA RICHIESTA DI AIUTO NE’ AD AGOSTO 2014, NE’ A MARZO 2015
Per la signora Bernardo, il rigetto dell'istanza da lei avanzata alla Procura per poter rientrare in casa sua, l’ha gettata in uno sconforto totale, visto che dovrà attendere tempi considerevoli affinché il processo arrivi in Corte d’Assise. Per questo motivo, non potendo sempre vivere come una palla di ping pong, e grazie esclusivamente alla solidarietà delle persone che offrono alla stessa un posto dove poter dormire e farsi una doccia, ha provato a chiedere per la “seconda” volta aiuto allo Comune di residenza.

Infatti già lo scorso anno il suo legale, tramite posta certificata, ha inviato una lettera accorata della signora Di Bernado all'amministrazione di Fausto Servadio rappresentando la sua situazione precaria ed estrema. La pec di avvenuta ricezione da parte del Comune di Velletri è datata 7 agosto 2014, ma a quest'ultima non è seguita alcuna risposta. Silenzio tombale. Dopo la richiesta di dissequestro, lo stesso legale, ha così inviato nuovamente un’altra email posta certificata, notificando anche la risposta del Tribunale di Velletri, che non poteva accogliere l’istanza del dissequestro pur riconoscendo comprensibile l’uso del proprio appartamento. Nessuno le ha risposto, ne il sindaco Servadio, né l’assessore Servizi Sociali e problemi per la casa, la d.ssa Alessandra Modio, né tantomeno il Dirigente del Settore Servizi Sociali, d.ssa Rossella Prosperi. Eppure la posta è stata ricevuta lo scorso 13 marzo 2015, ma purtroppo non è arrivata nessuna buona notizia, nonostante Barbara avesse fatto presente che in caso di mancata risposta sarebbe stata costretta addirittura a dormire in auto.

ISOLAMENTO TOTALE
Della storia di Barbara ora rimane un video grazie all’attenzione del signore Melappioni che venendo a conoscenza di questa situazione ha voluto comunicarlo al mondo di internet. Noi de L'Osservatore d’Italia non potevamo rimanere indifferenti e rivolgiamo alle stesse istituzioni Comunali di Velletri di poter aiutare una donna, che sta vivendo in un incubo reso ancora più drammatico e al limite del paradosso, poiché il suo grido è rimasto inascoltato pur conoscendo la sua storia. Ma la domanda sorge spontanea: possibile che tra Tribunale di Velletri e Comune non ci sia stato alcun dialogo al fine di poter arginare questa drammatica situazione? Per Barbara, la sua quotidianità sarà in una autovettura, lavarsi ad un bagno pubblico, perché non si vergogna di chiedere in continuazione solidarietà dalle persone che le sono state sempre accanto. Anche la dignità di Barbara ha un valore, aiutiamola ad essere aiutata e non lasciamo cadere nel vuoto il suo appello.