BARI MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA: RIEMPIE DI BOTTE MOGLIE E FIGLIA MINORE

Redazione

Bari – Un uomo di 44 anni è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Santeramo in Colle con le accuse di maltrattamenti in famiglia, percosse e lesioni commessi nei confronti della moglie e della figlia minore. Una telefonata effettuata al numero di emergenza "112" segnalava una violenta lite in famiglia. Sul posto è intervenuta una pattuglia della locale Stazione che soccorreva in strada una giovane ragazza in preda al panico e con ecchimosi in viso. Entrati in casa trovavano la madre visibilmente scossa la quale riferiva che poco prima il marito aveva picchiato sia lei che la figlia procurando ad entrambe lesioni giudicate guaribili in 7 giorni. L'uomo raggiunto e bloccato nella camera da letto è stato tratto in arresto e su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, associato presso la locale casa circondariale.




BARI: SGOMINATO DA CARABINIERI E POLIZIA IL CLAN MAFIOSO “PESCE-PISTILLO” CHE GESTIVA I TRAFFICI DI COCAINA, EROINA, HASHISH E MARIJUANA IN TUTTA LA PUGLIA.

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Bari – E’ in corso dalle prime luci dell’alba una vasta operazione nell’area del nord barese, condotta congiuntamente da oltre 100 agenti e militari della Questura e del Comando Provinciale Carabinieri di Bari, con l’aiuto di elicotteri e unità cinofile,  finalizzata all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale barese a carico di esponenti del clan mafioso “Pesce – Pistillo”, imperante ad Andria e zone limitrofe. Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, nonché di diversi episodi di cessione e detenzione di cocaina, eroina, hashish e marijuana.
L’indagine, condotta da Carabinieri e Polizia in piena collaborazione e sotto  il costante coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, ha fatto luce su circa un decennio di attività del clan, mettendo a fuoco l’articolata organizzazione del gruppo criminale, i cui vertici, benché in carcere, continuavano a dare ordini per gestire i traffici illeciti in tutta la Puglia, potendo contare su cassieri, procacciatori di ingenti quantitativi di droga e varie squadre di pusher per lo spaccio al dettaglio, protette da un efficace sistema di vedette che assicuravano protezione dagli sguardi indiscreti delle Forze dell’Ordine.