Basilicata: storia e rinascimento

POTENZAI primi ad abitare la Basilicata in modo stabile furono i Lucani, una popolazione che proveniva dalla vicina Campania e andò a stanziarsi nella parte interna della regione. In generale, dai numerosi ritrovamenti effettuati si è visto che per la natura calcarea e quindi friabile del terreno, sin dalle epoche più remote le popolazioni usavano come dimore delle caverne naturali o delle grotte scavate nella roccia.

Tra il VII e il VI secolo a.c. giunsero dal mare sul litorale ionico i coloni Greci che fondarono diverse città divenute in poco tempo fiorenti e grandi: Meraponto, Siri, Tursi, Eraclea. Tutti centri che oggi non esistono più.

La Basilicata nella storia

I Lucani si trovarono ben presto a combattere contro queste città e riuscirono a sottometterle, fino a quando non vennero a loro volta sconfitti dai Romani. Nel III secolo a.c. la potenza di Roma crebbe a tal punto che la città riuscì a sottomettere tutta l’Italia meridionale e anche la Basilicata. Fino a quel momento la regione aveva conosciuto periodi di grande splendore, ma sotto il dominio dei Romani venne trasformata in un paese spopolato e quasi deserto. Le vallate, un tempo piene di vigneti e di campi coltivati, furono per la maggior parte lasciate incolte, utilizzate per il pascolo delle pecore e delle capre, mentre solo alcune zone agricole vennero destinate a essere sfruttate: In queste campagne si coltivavano i prodotti da portare nella capitale per soddisfare i commerci.

Dopo il V secolo d.C. l’Impero romano decadde e la regione fu invasa prima dai Goti, poi dai Longobardi. Un secolo dopo i Bizantini dell’Impero romano d’Oriente, scacciarono i Longobardi prendendo possesso del territorio. Come accadde al resto dell’Italia meridionale la regione passò in seguito sotto il dominio di diversi signori stranieri , fra cui gli Svevi che erano tedeschi e, nel 1435, gli Aragonesi, che provenivano dalla Spagna.

A causa dei nuovi dominatori la Basilicata cadde in stato di grave decadenza economica: Isolata dal resto del territorio per la sua posizione geografica, mal governata, piena di zone malsane che causavano morte, si impoverì. Inoltre in quell’epoca la popolazione si trovava in mezzo alle dure lotte fra i signori del luogo e gli Aragonesi, lotte che aumentarono i disagi e la povertà.

Nel 1734 il Regno di Napoli, a cui la Basilicata apparteneva con le altre regioni dell’Italia meridionale, passò nelle mani di un’altra famiglia spagnola, quella dei Borboni, che regnò quasi ininterrottamente per circa cento anni. Nel 1860 Garibaldi, con la spedizione dei Mille, conquistò la Sicilia e l’Italia meridionale, che poco dopo entrarono a far parte del Regno d’Italia.

All’attuale regione amministrativa della Basilicata corrisponde grosso modo l’antica Lucania: territorio compreso tra il Sele, il Bradano e il Lao.
Decaduto nel medioevo, il termine Lucania venne riconsiderato tra il 1932 e il 1945, per definire la regione amministrativa che si sarebbe chiamata Basilicata.
Da sempre organizzati in comunità indipendenti, pronte a riunirsi al comando di un unico capo in caso di pericolo, i Lucani furono un popolo fiero e battagliero che seppe strappare colonie e roccaforti ai greci, come Potentia (ora Potenza), sapendone però assorbire la cultura e la civiltà.

Giulia Ventura




Matera, Capitale della Cultura 2019: attesa per oggi la firma di Paolo Gentiloni

MATERA – Grande attesa a Matera per la firma, prevista per oggi alle 15, del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che a Palazzo Chigi dovrebbe porre sul contratto istituzionale di Capitale della Cultura 2019 a Matera.
Come noto Matera vanta numerosi siti archeologici e punta all’annullamento delle barriere che non rendono la cultura a tutti accessibile. La giuria che ha dichiarato Matera idonea alla carica di Capitale della Cultura, ha evidenziato processi tecnologici di sviluppo visionari. Inoltre la grande mostra “Rinascimento nel Mezzogiorno” ha scosso l’attenzione europea che è stata colpita dall’impegno della Regione e delle associazioni culturali per la riuscita di questo obiettivo molto ambizioso.

Matera punta quindi ad ampliare il settore turistico, già ben marcato sul territorio, con mezzi davvero innovativi: piattaforme di insegnamento digitali, mostre interattive ed un pieno coinvolgimento di tutta la cittadinanza per il corretto funzionamento del progetto. L’iniziativa viene basata non solo sulla cultura ma soprattutto sulla riscoperta, da parte di tutto il popolo europeo, di far parte di un unico e grande patrimonio culturale.
Nel dopoguerra i Sassi di Matera erano sinonimo di degrado e abbandono, in realtà sono un modello abitativo sostenibile, intriso di storia. Negli anni sessanta però si pensò al recupero degli stessi, con indecisione tra museo o riconvertire il tutto ad abitazioni stanziali in cui le persone costrette al trasferimento nei nuovi palazzi, avrebbero potuto far ritorno. Il primo riconoscimento venne già nel 1993, anno in cui l’Unesco iscrisse la cittadina lucana nella lista come patrimonio dell’umanità. Possiamo dire di essere ad un passo dal raggiungimento dell’obiettivo principe in Basilicata, terra dalle meraviglie sconosciute.

Giulia Ventura




BASILICATA: ALFANO A POTENZA PER RINNOVARE IL SOSTEGNO DELLO STATO

Red. Cronaca

Potenza – Si è svolta in Prefettura, a Potenza, la Conferenza Regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza, presieduta dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che era accompagnato dal vice ministro, Filippo Bubbico, e dal capo di Gabinetto del Ministro, Luciana Lamorgese, entrambi lucani.
Alla Conferenza ha partecipato il Prefetto di Potenza, Marilisa Magno, il Procuratore Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, Ligi Gay, il capo della Polizia, Alessandro Pansa, e i massimi responsabili delle forze dell’ordine.

Nella riunione, come il ministro Alfano ha precisato incontrando i giornalisti, è stata fatta un’approfondita analisi della situazione in Basilicata, regione che, ha sottolineato il ministro, ha tutta l’attenzione da parte dello Stato per preservarla da interessi di organizzazioni malavitose soprattutto provenienti dalle regioni limitrofe.

Il ministro Alfano, prima di rientrare a Roma, ha incontrato a porte chiuse il presidente della Giunta regionale, Marcello Pittella. Sono stati affrontati essenzialmente i temi legati all’accoglienza dei migranti e della sicurezza anche in occasione di Matera 2019.

Pittella ha quindi consegnato al ministro un promemoria degli interventi più significativi portati avanti e da attuare in Basilicata:
1. Predisposizione nuovo disegno di legge in materia che la scorso settimana è stato approvato dalla commissione consiliare competente e sta per approdare alla discussione dell’aula.
2. Costituzione Task Force regionale per affrontare le problematiche dei lavoratori stagionali extracomunitari al fine di garantire un’accoglienza adeguata durante il periodo di permanenza in Basilicata e di mettere in atto , in stretta collaborazione con le Forze dell’ordine, l’Ispettorato del Lavoro, l’INPS e l’Inail, misure di contrasto al caporalato ed al lavoro irregolare;
3. Costituzione dell’Organismo di Coordinamento regionale per le politiche dell’immigrazione con l’obiettivo di trovare soluzioni adeguate al problema dell’immigrazione nel suo complesso. In quest’ottica si è inserita la scelta della Regione Basilicata, in controtendenza rispetto ad altre realtà regionali, di andare oltre la quota di riparto ed incrementare i posti disponibili per l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo fino a 2000 unità, qualificando al contempo lo standard di accoglienza.
4. Sottoscrizione accordo tra le Prefetture di Potenza e Matera, la Regione Basilicata, ANCI e UPI con il coinvolgimento degli operatori terzo settore specializzati nell’accoglienza al fine di favorire un’accoglienza diffusa su tutto il territorio regionale basata su piccoli numeri secondo i modelli virtuosi già sperimentati in Basilicata nell’ambito dei progetti SPRAR.
5. Sottoscrizione protocollo d’intesa con Prefettura, Anci, rappresentanti soggetti gestori ed Associazioni per l’impiego dei cittadini extracomunitari in lavori utili presso le amministrazioni comunali in cui risiedono;
6. Predisposizione piano formativo e tirocini per l’impiego degli extracomunitari nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e del lavoro di cura;
7. Istituzione presso i centri per l’impiego della regione delle liste di prenotazione per lavoro agricolo e domiciliare di cura , con possibilità di effettuare l’iscrizione anche dai paesi esteri.
 

INTERVENTI DA AVVIARE E RELATIVE AZIONI DI SOSTEGNO

Vi sono questioni sulle quali la Regione richiede un immediato coinvolgimento del Governo nazionale determinati per le politiche di accoglienza e di integrazione e per avviare una decisa inversione di tendenza sul fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori stagionali stranieri.
1. Coordinamento tra le Prefetture delle province maggiormente coinvolte nelle attività di lavoro stagionale ossia Potenza, Matera , Foggia, Taranto e Cosenza per definire interventi comuni necessari a contrastare il fenomeno del caporalato e del lavoro irregolare e per predisporre strutture di accoglienza nelle zone di confine nelle tre regioni al fine di superare i centri abusivi presenti sui territori. Il Coordinamento regionale per le politiche dell’Immigrazione , di concerto con la Caritas Nazionale impegnata nel Progetto “Presidio” , ha già chiesto al Ministero del Lavoro di sostenere interventi per il trasporto e l’accoglienza dei lavoratori stagionali . La questione è di vitale importanza atteso che nelle aree citate , secondo ultimi dati, risultano impegnati circa 400 mila lavoratori, di cui 100 mila nella costa ionica (34 mila nel solo Metapontino) , in gran misura controllati dalla intermediazione illegale.
2. Piena attuazione del protocollo con le Prefetture per l’accoglienza diffusa. Il sistema immaginato dalla Regione per portare a 2000 la quota di assegnazione dei richiedenti asilo, ha trovato una primo riscontro nell’avviso pubblico della Prefettura di Potenza per l’assegnazione di 900 posti. Sarebbe auspicabile uniformare i criteri di aggiudicazione del servizio di ospitalità tra le due Prefetture.
3. Utilizzo dell’ex CIE di Palazzo San Gervasio (PZ) quale hub regionale per la prima accoglienza e per le fasi di identificazione e primo screening sanitario per far fronte alla necessità stringente di attivare il servizio in tempi compatibili con i flussi in arrivo. Questa struttura, già ultimata , permetterebbe di ospitare circa 150 migranti, risolvendo in questa delicata fase di emergenza le problematiche connesse alla prima accoglienza attualmente non adeguatamente garantite ed aiutando il lavoro delle forze dell’ordine e delle Prefetture.
4. Alta incidenza dei dinieghi per le istanze di asilo avanzate dai richiedenti presenti in Basilicata . E’ indispensabile un’accelerazione del relativo iter perché secondo quanto riferito dai gestori i lunghi tempi di attesa determinano situazioni di frustrazione e di tensione negli ospiti che vanno considerata in modo adeguato e rispetto alle quali vanno poste in essere azioni preventive che scongiurino interventi puramente repressivi.
5. Sgombero da parte delle forze dell’ ordine dell’area di Boreano , sede di una vera e propria baraccopoli e simbolo dell’illegalità e dello sfruttamento dei lavoratori . Il permanere della situazione di degrado nel territorio di Venosa rischia di vanificare le pur positive azioni di contrasto al lavoro nero messe in campo già da due anni dalla Regione e dagli altri soggetti istituzionali coinvolti. In vista della imminente stagione di raccolta del pomodoro è in programma anche quest’anno l’allestimento di strutture regionali di accoglienza ma è necessario che le forze dell’ordine provvedano per tempo a reprimere in modo deciso il fenomeno dell’occupazione abusiva dei terreni e dei casolari abbandonati . Occorre operare costantemente per uno smantellamento immediato delle strutture che spesso sono messe a disposizione dagli stessi caporali locali che hanno tutto l’interesse a presidiare il territorio ed estendere le aree di illegalità.
La realizzazione di tali interventi di competenza delle istituzioni nazionali a supporto alle attività della Regione avrebbero un effetto moltiplicatore sull’efficacia delle azioni che la Regione Basilicata ha messo in campo negli ultimi anni a sostegno dell’ospitalità e della integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo e per garantire condizioni di vita dignitose ai lavoratori stranieri stagionali, riducendo le sacche di resistenza sociale verso gli immigrati che pure esistono e massimizzando le ricadute positive sul territorio regionale derivanti dalle attività di accoglienza.




BASILICATA, DONNE E PARI OPPORTUNITÀ: 70 ANNI DALLA CONQUISTA AL VOTO, 70 ANNI DI ARRETRATEZZA

di Domenico Leccese
Potenza – Quest'anno la Festa delle Donne ha coinciso con la ricorrenza del settantesimo anniversario del primo voto delle donne in Italia. Dopo anni di battaglie e nettamente in ritardo rispetto alle altre donne europee e statunitensi, il 10 marzo del 1946  le donne italiane furono chiamate al voto per la prima volta. 
E così la Basilicata a tutt'oggi è ancora un esempio di arretratezza in tema di rappresentanza di genere nelle istituzioni locali. Una regione, come affermato dalla stessa la Presidente della Camera, dove “la voce delle donne non c’è”.

Sull'importante tematica interviene l'avvocato Luisa Rubino Commissione Pari Opportunità Centro Democratico della Regione Basilicata

Dopo l’8 Marzo 2016 e la giornata internazionale dedicata alla donna, qual'è il compito della Commissione Pari Opportunità Centro Democratico della Regione Basilicata?
Dopo l’8 Marzo e la giornata internazionale dedicata alla donna, la Commissione pari opportunità del Centro Democratico vuole proseguire il clima di attenzione in relazione ad un importante anniversario. Era il 10 Marzo 1946 e, per la prima volta in una nazione ancora segnata dal dopoguerra, le donne italiane si allontanavano dal focolare domestico per recarsi alle urne.

Ricordiamo l'anniversario del 10 marzo 1946.

Per la prima volta, mosse da entusiasmo e senso di responsabilità, le DONNE esercitavano il diritto di voto. La guerra e la resistenza, dunque, stavano cambiando la natura della democrazia e la natura della sfera privata e della sfera pubblica.

Il 10 marzo 1946 è una data importante?
Una data importante non solo per ricordare, ma anche per riflettere su quanta strada ancora le donne devono fare per la vera affermazione della vita paritaria. Il processo di crescita, iniziato da battaglie lontane e rigorose, è ancora tutto in divenire.

Dopo 70 anni cosa è cambiato realmente?

Sono trascorsi settanta anni dalla conquista del suffragio universale e la società, oggi, ci rimanda realtà di donne ancora troppo discriminate nel mondo del lavoro, più esposte alla violenza rispetto agli uomini e meno presenti nelle istituzioni politiche.

La  Regione Basilicata come è rappresentata?

Recentemente la Presidente della Camera, ha citato la Basilicata come esempio di arretratezza in tema di rappresentanza di genere nelle istituzioni locali: una regione, ha affermato, dove “la voce delle donne non c’è”. Il mondo della politica è ancora lontano dal considerare la rappresentanza di genere un dato naturale e scontato e, se progressi ci sono stati nell’arco degli anni, sono il risultato della introduzione di specifici obblighi di legge, spesso inspiegabilmente disattesi. Norma e prassi, infatti, non camminano di pari passo: una distanza grave ed inspiegabile che di sovente Tar e Consiglio di Stato sono chiamati a risolvere.

Esempi concreti, la composizione della Giunta Comunale di Potenza?
A riguardo ne è un esempio la composizione della giunta del Comune della città di Potenza, viziata di illegittimità a fronte della mancata applicazione del principio di parità di genere e silente dinanzi alle sollecitazioni di intervento in tal senso. Realtà, le nostre, che tradiscono la storia, le conquiste e le lotte delle madri costituenti. Per questo, oggi come allora, il traguardo tagliato nel 1946 costituisce l’occasione per nuovo impulso verso la sostanziale democrazia paritaria.
 




BASILICATA, VERTENZA QUOTIDIANO DEL SUD. LUEDI SRL: "NESSUN SOSTEGNO DA ISTITUZIONI E IMPRESE LUCANE"

di Domenico Leccese

Potenza – Dopo la doccia fredda, dello scorso 11 gennaio 2016 per i colleghi giornalisti della Basilicata, che si sono visti inibito il sistema editoriale de "Il Quotidiano del Sud" dopo la comunicazione del liquidatore in merito alla messa in cassa integrazione a zero ore di tutto il personale, la Luedi Srl società editrice del quotidiano ha inteso chiarire alcuni aspetti della vicenda.  "La Luedi Srl, società editrice dall'anno 2002 de "il Quotidiano della Basilicata" – si legge in una nota diramata dalla società editrice – sta affrontando sin dall'anno 2009 la crisi congiunturale del settore editoriale, senza aver mai ricevuto il pur ricercato sostegno da parte delle Istituzioni e delle realtà imprenditoriali lucane, riuscendo a garantire negli anni la presenza in edicola di una Testata di informazione locale libera ed autorevole. Tutto ciò, con ogni sforzo diretto della società editrice ed avendo sempre evitato riduzioni di personale, anche ricorrendo, ove possibile, al sostegno degli ammortizzatori sociali come misura alternativa alle stesse e subendo annualmente pesanti perdite economiche che i soci della Luedi hanno sin qui voluto e potuto ripianare. Recentemente – continua la nota – in presenza di un trend di vendite di copie e pubblicità sempre più depresso, la Luedi di intesa con l'unanimità del corpo redazionale ha proposto la fornitura di un service per i contenuti di cronaca locale a società terza per garantire la presenza in edicola di una qualificata informazione con l'edizione lucana de "il Quotidiano del Sud".

I ricavi che vengono garantiti per la fornitura del service – spiega la Luedi srl – sono contrattualmente convenuti in modo proporzionale ai ricavi dell'edizione ed ai contributi del Dipartimento per l'Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che, purtroppo, sono erogati in misura ridotta rispetto a quanto spettante. In ragione di quanto sopra, e non potendo sopportare ulteriori perdite, la Luedi, di intesa con le Organizzazioni Sindacali di categoria, al tavolo istituzionale presso la Regione Basilicata, dopo lungo confronto nel corso dell'anno appena trascorso, ha sottoscritto, in data 26 novembre 2015, un accordo per CIGS per cessazione di attività per 12 mesi per scongiurare l'immediato licenziamento di tutto il personale.

Quale diretta conseguenza dei fatti sopra riportati – è scritto nella nota – l'assemblea dei soci della Luedi, in data 21 dicembre 2015, si è trovata nella condizione obbligata di messa in liquidazione della società nominando all'uopo un liquidatore, il quale pure ha il preciso obbligo di legge di tutelare il patrimonio aziendale evitando attività che implichino perdite fino alla liquidazione della stessa o all'intervento di fatti nuovi che possano permettere la revoca della liquidazione.

Nell'immediatezza, il precedente legale rappresentante della società convocava un'assemblea dei lavoratori per informare gli stessi della nomina di un nuovo organo amministrativo e per anticipare pure quanto successivamente il liquidatore stesso provvedeva a formalizzare con nota del 30 dicembre 2015. In tale nota, i giornalisti ed i poligrafici della Luedi erano informati della possibilità. in alternativa alla CIGS a zero ore, di proseguire il service per un altro anno contrattuale attuando dal 1 gennaio 2016 la CIGS con una consistente riduzione media dell'orario di lavoro per garantire, da una parte, l'equilibrio economico tra costi e ricavi e, dall'altra, il mantenimento di tutta la forza occupazionale nel rispetto dell'accordo del 26 novembre 2015.

Purtroppo, in una concitata, inesatta e confusa corrispondenza proveniente da varie componenti aziendali, si percepiva, da parte del liquidatore della società, la subordinazione di una risposta da parte dei lavoratori all'esito di un tavolo istituzionale con i Sindacati e la Regione che non consentiva al liquidatore di poter assumere, entro la data contrattuale del 10 gennaio scorso, un impegno contrattuale per il nuovo anno di service in quanto fortemente esposti al rischio di una possibile azione di danno in caso di malaugurato esito negativo del Tavolo Sindacale a quel momento annunciato, ma non convocato.
Per quanto sopra, e nell'interesse primario dei lavoratori tutti – si legge ancora nella nota della Luedi srl – il liquidatore provvedeva a congelare fino al 31 gennaio prossimo il rinnovo del contratto di service, non potendo evidentemente assumere impegni diversi fino alla convocazione del Tavolo Sindacale ed in modo da garantire la possibilità dal 1° febbraio prossimo di ripristinare il service annuale all'esito del Tavolo.

Ancor prima – conclude la nota – il liquidatore dava la propria disponibilità a partecipare al Tavolo successivamente convocato per la data del 19 gennaio, presso il Dipartimento Politiche di Sviluppo della Regione Basilicata e per il quale si confida che tutte le parti sapranno individuare le migliori soluzioni nell'interesse dell'integrità aziendale e dei lavoratori.
 




BURKINA FASO, ATTENTATO: LA BASILICATA PIANGE LA SUA GIOVANE VITTIMA

di Domenico Leccese
La Farnesina conferma che nel corso dell'attacco terroristico sferrato nella capitale del Burkina Faso Ouagadougou ha perso la vita il piccolo Michel Santomenna di 9 anni, insieme alla madre e ad altri componenti della sua famiglia. Michel Santomenna, figlio di Gaetano, nato a Bella (Potenza) in Basilicata, titolare del ristorante Cappuccino, preso di mira dagli attentatori.

Per la terribile perdita, il governo esprime la propria vicinanza al padre, il connazionale Gaetano Santomenna. Ad annunciare la morte del piccolo era stato in un primo momento il ministero degli esteri di Kiev. La condanna di Mattarella "La mano violenta dei terroristi non si ferma nemmeno di fronte a un bambino di nove anni", ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "L'esecrabile attentato compiuto in Burkina Faso, nel quale è rimasto ucciso il piccolo Michel Santomenna, dimostra, una volta di più che l'obiettivo del terrorismo fondamentalista è distruggere ogni regola di civiltà e il senso stesso di umanità. L'Italia perde un suo bambino e si stringe attorno al padre Gaetano Santomenna". Il figlio minore del titolare italiano del 'Cappuccino' attaccato in Burkina Faso, Gaetano Santomenna, si trovava all'interno del locale al momento dell'assalto jihadista, insieme a sua madre. "L'Italia continuerà la propria azione affinché la comunità internazionale resti unita ed intensifichi gli sforzi per contrastare la minaccia del terrorismo, che ancora una volta mostra il suo volto più disumano e crudele nel prendere di mira civili indifesi: uomini e donne di ogni nazionalità e, ancor più tragicamente, bambini", conclude la nota della Farnesina.
 

"Da padre – dichiara il presidente del Consiglio, Matteo Renzi – prima ancora che da premier, non ci sono parole per dire il dolore e il cordoglio di tutta l'Italia per questa morte, quella di una giovane vita recisa dall'odio".

 




BASILICATA: LA REGIONE PUNTA SU AMBIENTE E SOSTENIBILITÀ CON IL PROGRAMMA EPOS

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di Domenico Leccese

Potenza – Lunedì 14 Dicembre alle presso la Sala A del Consiglio Regionale si è svolto il convegno “Informazione, cultura e territorio” per condividere esperienze e risultati del Programma EPOS 2010-2013.

I Centri di Educazione Ambientale per la Sostenibilità (CEAS) fanno parte della Rete regionale di educazione alla sostenibilità. Accreditati formalmente come nodi della REDUS, mediante l’applicazione del Sistema di Indicatori di Qualità della Regione Basilicata (Siquab), essi operano secondo cinque funzioni: proposta educativa, formazione, animazione e progettazione territoriale, informazione e comunicazione, coordinamento e capacità sistemica.

Il programma stategico EPOS, approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 2014 del 30/11/2010, è coordinato dalla Direzione Generale del Dipartimento Ambiente Territorio Politiche della sostenibilità, che ha dedicato un team di risorse umane alla sua attuazione. EPOS nasce dalla volontà di promuovere azioni per avvicinare i cittadini al tema della responsabilità verso l'ambiente nel convincimento che il paradigma dello sviluppo sostenibile ha nell'educazione e nella partecipazione un pre-requisito fondamentale.

La strategia di EPOS spinge ad individuare un modello di collaborazione con le altre istituzioni ed i cittadini, fino alla creazione di una rete territoriale che lavori insieme per far crescere la capacità di relazione dell 'individuo e della comunità con l'ambiente, il territorio ed il paesaggio. Il programma sostiene la Rete dei Centri di educazione ambientale e alla sostenibilità di Basilicata – REDUS – con finanziamenti regionali, statali e del PO FESR 2007-2013, con una struttura organizzativa che funge da Centro di Coordinamento regionale della rete e che, insieme alla Direzione scolastica regionale, ai Centri e agli Amici della Rete costituisce un laboratorio di idee e proposte per promuovere la sostenibilità ambientale. La Redus è articolata in un Centro Regionale di Coordinamento, attestato presso la Regione Basilicata – Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità, ed una serie di nodi, distribuiti sul territorio, costituiti da Centri di Educazione Ambientale per la Sostenibilità (Ceas) e da Osservatori Ambientali per la sostenibilità (Oas). La Redus è sostenuta dal gruppo: Amici della rete (Adr).

Il Centro Regionale di Coordinamento della Redus è composto da: – Dott. Donato Viggiano, Direttore Generale del Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità;- Arch. Anna Abate, responsabile del Sistema Regionale Redus;- Dott.ssa Antonella Logiurato, dott.ssa Filomena Pesce, esperte in educazione ambientale ed alla sostenibilità, interne all'Amministrazione Regionale. Il responsabile del Sistema e gli esperti sono stati nominati con atto del Dirigente Generale del Dipartimento suddetto;

Il Laboratorio della Redus è composto da: – Arch. Anna Abate, responsabile del Sistema Regionale Redus – Dott.ssa Filardi, Direzione Scolastica Regionale – Dott. ssa Cammarota, rappresentante dell'A.R.P.A.B.; – Ceas Dolomiti Lucane, Ceas Pollino Basilicata, Ceas Lega Navale, Oas Università popolare lucana, Oas Wwf, rappresentanti dei Centri di Educazione Ambientale per la Sostenibilità e degli Osservatori Ambientali per la Sostenibilità; – Istituto Comprensivo di Accettura, Associazione Arte Pollino, rappresentanti degli Amici della Rete; – dott.ssa Logiurato e dott.ssa Pesce, esperte in educazione ambientale ed alla sostenibilità interne all'Amministrazione Regionale, componenti del Centro Regionale di Coordinamento;

Tutti lavorano ed operano secondo una logica di Sistema, partecipando attivamente ad ogni proposta, iniziativa, progetto della Rete. ——- Sono stati presentati oggi, nel corso dell’incontro svoltosi nella sala A del consiglio regionale di Basilicata a Potenza, i risultati del programma Epos, Programma Strategico messo in campo dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, finanziato dal PO FESR 2007-2013. All’incontro, cui erano presenti numerosi rappresentanti dei CEAS e delle associazioni che si occupano di ambiente, hanno preso parte il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Carmen Santoro, la referente del Centro Redus Antonella Logiurato, il presidente del Parco dell’Appennino Lucano Domenico Totaro, l’assessore regionale all’ambiente Aldo Berlinguer, e Gaetano Lofrano del CEAS “Il cielo di Indra”.

Nel suo intervento il presidente Totaro, coordinatore regionale di Federparchi Basilicata, è partito dall’attualità che in questi giorni fa registrare due eventi importanti come gli accordi di Parigi sul clima e la decisione del governo in merito alle trivellazioni in mare e alle estrazioni petrolifere. In merito al tema dell’incontro, che verteva su “Informazione, cultura e territori”, Totaro ha sottolineato la ristrettezza dei trasferimenti statali ai Parchi e ha ribadito “l’importanza strategica dell’educazione ambientale che non deve essere rivolta solo ai ragazzi e ai bambini, ma che deve interessare tutti, in particolare colo che vivono in un’area protetta perché il primo passo verso una cosciente salvaguardia ambientale e verso lo sviluppo sostenibile è la consapevolezza dell’enorme patrimonio rappresentato dal capitale natura, del quale ancora oggi si apprezzano poco le potenzialità di motore dell’economia dei luoghi”. In merito alle attività svolte dai CEAS in questi anni, Totaro ha avuto parole di apprezzamento verso tutti i progetti. “Occorre proseguire questa esperienza –ha detto- e investire di più sulla educazione ambientale in modo che ci sia una inversione culturale, già in atto per quanto riguarda i tanti giovani professionisti capaci e dotati di tanta passione che operano nei CEAS , ma ancora carente nella sensibilità di tante amministrazioni locali che spesso disertano incontri e appuntamenti importanti in cui si dibattono temi e strategie per la valorizzazione di questi siti.

Le zone a protezione speciale (SIC, ZPS e SCS) non sono solo dei riconoscimenti della comunità scientifica ma devono essere sapute trasformare in delle occasioni di crescita per tutte la comunità, dal momento che in tanti, nel mondo, apprezzano e ci invidiano queste rare bellezze naturali della nostra Basilicata. Ci vuole uno scatto di orgoglio da parte di tutti noi affinché questo patrimonio produca ricchezza e nuove opportunità di lavoro nel campo del racconto della biodiversità, della tutela della fauna, dell’offerta nel turismo natura e culturale. Un’ultima riflessione è stata riservata da Totaro alla comunicazione. “Il successo dell’obiettivo di Matera 2019 ci dice che noi lucani siamo ospitali creativi e laboriosi, ora però dobbiamo trasferire questa creatività e laboriosità anche su iniziative legate alla valorizzazione delle risorse ambientali diffuse sull’intero territorio regionale. Federparchi Basilicata già impegnata su progetti di rete (NatuArte, Epos, Azioni sull’arresto della Biodiversità ecc,) non farà certo mancare il suo contributo per il rafforzamento della rete esistente nella elaborazioni di nuove progettualità anche in funzione dei prossimi appuntamenti sulle opportunità della nuova programmazione 2014/2020)

Intervista a Gaetano Lofrano

Gaetano, come educatore e operatore di un Ceas, che fa parte della Redus grazie al programma Epos lavora per diffondere una cultura della sostenibilità nella Regione Basilicata.
Grazie per questo intervista e per questa opportunità di fornire informazioni utili, in particolare sul coordinamento Redus, sullo staff di chi ha lavorato realmente per questa iniziativa e lavora quotidianamente per l’attuazione del programma EPOS, sento il dovere di evidenziare pochi ma, spero, significativi aspetti, cercando di non dilungarmi eccessivamente ma allo stesso tempo di evidenziare il punto di vista di chi lavora direttamente sul campo per far sì che gli indirizzi politici diventino pratica quotidiana.

Qual è la tua esperienza nella REDUS?
La mia esperienza nella Redus si riferisce agli ultimi cinque anni, durante i quali, non senza difficoltà, sono stati attivati e portati a termine numerose iniziative, con l’obiettivo di innescare quel processo di cambiamento proprio dell’educazione ambientale, grazie a un atteggiamento positivo e propositivo verso l’ambiente inteso come natura, territorio, paesaggio, ma anche società, valori e cultura.

I primi cambiamenti sono avvenuti negli stessi Ceas e Oas?
Esattamente, in diverse occasioni, sono stati messi in condizione di lavorare insieme; inizialmente “costretti” a collaborare, hanno potuto conoscersi, confrontarsi e a volte anche riconoscersi nelle affinità.

Sappiamo quanto sia difficile per noi lucani (e non solo) descrivici le tue esperienze.
Consapevole che è necessario, abbandonare la visione individualista del proprio orto e aprirsi alla reale cooperazione, anche perché i centri sono sparsi in tutto il territorio regionale e questa collaborazione, per limiti geografici oltre che culturali, non è sempre agevole, ma credo vada elencata assolutamente tra i punti di forza di questa esperienza.

Sostanzialmente è una buona pratica che dovrebbe diventare routine all’interno di ogni istituzione e ambiente di lavoro?
Soprattutto nelle realtà periferiche della nostra regione, il senso di isolamento rischia di disperdere energie e di scoraggiare l’iniziativa anche di gruppi molto motivati. Ne abbiamo prova tutti i giorni. Far parte di una rete, invece, costituisce un grosso stimolo e, per quel che ci riguarda, ha significato e vorremmo che significasse ancora di più aprirsi ad altre possibilità, sentirsi parte di una comunità che lavora per uno stesso obiettivo.

Quali i temi trattati in questi anni?
Insieme, in questi anni, credendo di essere una risorsa per questo territorio, abbiamo lavorato sul tema acqua, boschi, risorse, sostenibilità… per mettere in moto un processo verso una cittadinanza responsabile e solidale: abbiamo lavorato per creare le basi di una nuova cultura, quella richiesta dalla modernità {formare cittadini competenti e capaci di affrontare i problemi di questo nostro tempo}.

Sappiamo oramai che quando diciamo educazione ambientale parliamo di qualcosa che parte dalla natura, i boschi e i fiumi e va ben oltre, fino ad arrivare ai consumi, agli stili di vita, alla povertà, ai diritti e ai privilegi di alcuni, alla salute, alla cultura. "E soprattutto parliamo di relazioni, di nessi, dell’interdipendenza che esiste tra noi tutti e tra noi e le altre forme di vita". Quando diciamo educazione ambientale, cosa intendiamo realmente?
Non parliamo solo di informazione. Oggi gli educatori ambientali hanno il compito di formarsi e rinnovarsi per diventare promotori di un pensiero e di una cultura nuova, di cui ancora non disponiamo, capace, come ci ricorda anche Papa Francesco, di mettere in discussione i “miti” della modernità, far maturare delle sane abitudini quotidiane, recuperare l’equilibrio interiore, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale. È un compito arduo, che forse non è stato ancora pienamente compreso nella sua complessità, ma che ha un obiettivo altissimo e, per questo, necessita di un riconoscimento. Senza sottovalutare o sottacere il lavoro che viene richiesto a ciascuno di noi, a ciascun Ceas, è importante, a mio avviso, che la Redus venga vista finalmente come un patrimonio di intelligenze, professionalità, umanità di questa regione; che venga dato valore a questa enorme risorsa, e che come tale venga riconosciuta mediante tutti gli strumenti possibili. È tempo, a mio avviso, che a questa rete venga data maggiore visibilità come avamposto della società lucana, e, per il ruolo fondamentale a cui è chiamata, venga sostenuta e difesa.
A tal fine sarebbe opportuno uno scambio più frequente, una maggiore conoscenza di quanto avviene in questa realtà, della Regione Basilicata, delle criticità così come del potenziale che essa custodisce e rafforza. "All’interno delle rete sono presenti associazioni, piccole società, cooperative, imprese dunque che, con enormi difficoltà, rischiano e danno lavoro e che, oltre a lavorare in ambito educativo, forniscono anche servizi turistici ad esempio all’interno dei Parchi. Tant’è che, negli ultimi due anni, molti Ceas sono stati coinvolti nel programma Estate nei Parchi, con l’obiettivo di avvicinare le persone al patrimonio naturale della Basilicata".

Queste esperienze se adeguatamente sostenute, possono diventare traino per nuove economie, in armonia col territorio e con le sue vocazioni originarie?
Sicuramente, ma soprattutto, a queste realtà, viene chiesto di giocare un ruolo fondamentale in questo momento storico. Un ruolo che non può essere affidato alle leggi del mercato; l’educazione va difesa in quanto diritto e dovere della persona; all’educazione ambientale va riconosciuto il ruolo, così come sta accadendo a livello ministeriale, fondamentale nella formazione di una cittadinanza responsabile, in grado di cambiare i propri comportamenti e di salvaguardare la vita, la propria salute e quella delle altre specie.

Il ruolo della Scuola?
E pur sottolineando il ruolo speciale che la scuola gioca nella produzione della società e della cultura e, per questo, pur riconoscendo nella scuola uno dei principali interlocutori di chi lavora in ambito educativo, per l’urgenza dettata dal momento storico e dalle condizioni ambientali in cui ci troviamo, è necessario progettare azioni rivolte a ogni fascia di età.

L’educazione ambientale non può rivolgersi solamente al mondo della scuola: è necessario e improcrastinabile l’apertura all’intera società?
Si ed è necessario investire risorse economiche in questa direzione. Per queste ragioni, a mio avviso, è importante che alla rete dei Ceas venga riconosciuto il ruolo strategico di facilitatori; di fronte all’appellativo di ambientalisti contrari a ogni forma di sviluppo, sarebbe opportuno invece puntare su questa economia nella nostra regione e dimostrare come sia possibile un altro tipo di crescita, più attenta alla natura, agli animali, così come ai legami sociali, alla solidarietà. Sarebbe opportuno, ad esempio, che i Ceas venissero accreditati anche presso gli Enti Parco. E qui rivolgo un invito al presidente Domenico Totaro, presente al convegno odierno, come referente di Federparchi, ma anche come Presidente del Parco Val D’Agri, a farsi promotore affinché si attivi un tavolo (tra tutti i parchi lucani), nel quale discutere questo argomento. Ma non solo, sarebbe opportuno che i Ceas fossero parte integrante dei programmi di educazione ambientale che i Parchi mettono in campo. Come operatore di un Ceas, insomma, mi piacerebbe che la Redus tutta fosse coinvolta nel decidere le sorti di questa regione, che avessimo voce in capitolo nell’indicare la strada da seguire. Per affrontare la crisi che stiamo vivendo, oltre che di una classe dirigente coraggiosa, c’è bisogno del coinvolgimento della società. Penso di poter parlare a nome di tutti nell’affermare che noi vorremmo essere protagonisti di questo cambiamento.
 




BASILICATA, EMERGENZA TRASPORTI. L'ASSESSORE BERLINGUER: "PRESTO BUONE NOTIZIE"

di Domenico Leccese

Potenza – La Basilicata si conferma una regione difficilmente raggiungibile. Questo quanto emerso dal rapporto su trasporti e logistica, dell’ufficio studi della Confcommercio. Ma oltre alla raggiungibilità, è emerso come sia difficile da esplorare il suo interno, per via delle carenze infrastrutturali. Nella classifica nazionale stilata nel rapporto, la Basilicata si classifica penultima in accessibilità regionale, dopo la Calabria e prima della Sardegna. Il territorio è tagliato fuori dall’alta velocità, mal collegato, con le grandi arterie che attraversano il paese e perdipiù, senza aeroporto.
Ma la questione dell’accessibilità comprende anche il grado di competenze digitali, perché: “la dimensione digitale è una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per adeguare i servizi logistici alle sfide della globalizzazione.” Migliorare il livello di collegamento, inoltre, consentirebbe di abbassare il costo del trasporto, con effetti benefici non solo per le imprese, ma anche del livello di competitività di tutto il mezzogiorno.

Questa la lettera aperta di Renato Pezzano a Trenitalia e all’assessore all’ambiente e territorio della Regione Basilicata, Aldo Berlinguer.
"Carissimo assessore, è con vivo interesse che seguo tramite i TG regionali le vicende relative ai disservizi ferroviari della nostra Basilicata e le conseguenti dichiarazioni sue e dei delegati di Trenitalia. Io sono un chitarrista di professione, votato alla musica da ormai venticinque anni, ma coltivo questa passione per la ferrovia da quando ne avevo tre o quattro, mutuata dall’amore del mio papà per la materia. Crescendo, non solo ne ho fatto passione ma per un periodo ho anche studiato per diventare macchinista, quindi conosco bene aspetti squisitamente tecnici sia delle macchine sia dei tracciati ferroviari. Negli anni poi ho cambiato strada ma ho mantenuto strettissimi contatti con l’ambiente ferroviario viaggiando spessissimo, con la compiacenza di qualche macchinista amico o semplicemente gentile, in cabina, soprattutto sulle tratte tra Roma e Potenza (la famigerata Roma – Napoli – Salerno – Potenza che prosegue fino a Taranto), e spesso sul famoso intercity 707 che riempie le cronache quotidiane con i suoi disastrosi ritardi. Vorrei fare a lei e ai delegati di Trenitalia delle precisazioni di carattere puramente informativo ma abbastanza preciso.

La tratta Battipaglia – Potenza è stata ultimata, allo stato attuale del percorso, nel 1880 (si, ha letto bene, 1880) ed è rimasta tale come linea, a parte le sostituzioni dei binari delle traverse etc., obbligatorie ogni tot anni, ma la linea di per se è identica a quella di centotrentacinque anni fa, cioè tortuosa, lenta e soggetta a notevoli pendenze. Avendola percorsa, come già detto, parecchie volte in cabina spiccano lo strettissimo raggio delle curve, ad esempio sotto Balvano, Romagnano, con limiti di velocità che non possono superare i settanta chilometri orari, pena il rischio di deragliamento, gallerie la cui luce NON permetterebbe il passaggio, ad esempio, di un moderno ETR 500 (il famoso Frecciarossa per intenderci) perché si incastrerebbe, le pendenze che spesso sono state triste teatro, soprattutto in inverno con le nostre temperature rigide, di locomotori moderni da migliaia di kilowatt di potenza che NON riescono a salire, slittando, da Bella Muro a Picerno – Tito. Il tratto, per giunta, è a binario unico fino a Battipaglia, costringendo quindi i treni a fermarsi per consentire l’incrocio in stazione con i treni provenienti dalla direzione opposta, quindi alimentando soste ulteriori anche in stazioni dove i passeggeri NON devono scendere… Ricordo, ad esempio, essendo ormai ultraquarantenne, dei tempi d’oro del Pendolino (tecnicamente ETR 450) che rappresentò una conquista incredibile per la nostra regione…Ebbene, anche il pendolino famosissimo ci metteva lo stesso identico tempo di un regionale (forse risparmiava qualche minuto) perché costretto, sia per beghe squisitamente politiche sia per esigenze territoriali, a fermarsi a un mucchio di stazioni intermedie (Bella Muro, Eboli) dove per giunta si poteva scendere solo dalle prime tre carrozze di testa, con tanto di avviso del capotreno, in quanto la stazione, troppo corta, non riusciva a contenere l’intero treno per tutta la sua lunghezza. La tratta per Taranto, fino a stazioni come Tricarico, non gliela voglio nemmeno descrivere, solo verso la piana di Ferrandina la ferrovia comincia ad essere come dovrebbe essere, riuscendo a toccare addirittura punte velocistiche di cento chilometri orari… Sulla questione ferrovia a Matera (capitale della cultura 2019) non voglio nemmeno ragionarci perché mi viene da piangere. Anche in Toscana, che visito spesso, viaggiano ancora su tratte a trazione diesel (quindi non elettrificate), per esempio la Chiusi – Siena, la Siena -Firenze, e anche lì hanno il loro daffare, ma sicuramente non pensano ad elettrificare, con un esborso di soldi incredibile, una linea che, viaggiando con treni elettrici, assicurerebbe FORSE un risparmio di tre minuti sul tempo di percorrenza generale, perché se il binario è tortuoso, anche se ci mettiamo sopra l’ETR 1000 che raggiunge i 400 chilometri orari sempre a settanta dovrà viaggiare…quando ero bambino, ricordo che la linea fu chiusa per dieci anni (Battipaglia Potenza) per l’elettrificazione, modificando le gallerie che erano troppo basse (ma se ne accorsero solamente dopo che ci arrivarono con i pali elettrici…) modificando i ponti, le pendenze, per recuperare cosa? Cinque (si, ha letto bene anche qui, cinque) chilometri orari di velocità in più, solo in alcuni tratti, mantenendo inalterato il tempo di percorrenza. Dieci anni di lavori, non le riassumo il conto della spesa… Con tutto il rispetto, vero, che nutro verso le istituzioni e verso Trenitalia, non sarebbe il caso di cominciare a pensare magari che i lucani, o meglio alcuni lucani, si sono tolti l’anello al naso e hanno cominciato a ragionare realmente sulle cose, magari informandosi? Vogliamo cominciare a ragionare sul perché dell’isolamento cronico di una regione, orograficamente sicuramente svantaggiata ma non più di altre meglio servite, e a parlare di soluzioni concrete e soprattutto attuabili in tempi brevi, prima che anche io me ne scappi da questo posto per far fare a mio figlio un giro in treno decente? O dobbiamo continuare ad ascoltare, per altri quindici, venti, trent’anni, che Trenitalia vuole fare una galleria lunga lunga fino a Salerno con un binario dritto per far passare il Frecciarossa fino a Potenza a duecento all’ora che però farebbe circa venti passeggeri al giorno e magari, da un punto di vista puramente aziendale, come investimento a lungo termine non sarebbe poi così conveniente?"

Questa la lettera aperta dell’assessore regionale
Aldo Berlinguer. sulle sollecitazioni di Renato Pezzano relative alla qualità dei servizi di trasporto apparse sui giornali locali: “Dire e fare nei servizi ferroviari in Basilicata”.

"Caro dott. Pezzano,
ho apprezzato la Sua lettera, pubblicata qualche giorno addietro, con la quale pungolava me e l'Amministrazione regionale ad investire, con lungimiranza, sulla qualità dei servizi di trasporto in Basilicata. Credo Le siano noti gli sforzi che il mio Dipartimento sta impiegando nella rinegoziazione dei rapporti con i Gestori del servizio e dell’Infrastruttura ferroviari (Trenitalia e RFI), grazie alla quale stiamo ottenendo alcuni importanti risultati in termini di ammodernamento fisico della rete regionale (lavori di rinnovo impiantistico e dell’armamento sulla linea ferroviaria Potenza-Foggia nell’ambito del CIS NA-BA), di nuovo materiale rotabile ferroviario da immettere sulle linee regionali già entro l’anno 2015 in sostituzione di treni non rinnovati da oltre 40 anni, di riorganizzazione dei programmi di esercizio, razionalizzando le fermate e velocizzando i tempi di percorrenza dei treni regionali in coincidenza con l’Alta Velocità su Salerno-Napoli e su Foggia già dal prossimo cambio orario di dicembre 2015. Accanto alle suddette azioni, contrattualmente di diretta competenza regionale, è necessario rivendicare al Governo il miglioramento dei collegamenti ferroviari di lunga percorrenza Taranto-Roma rientranti nel contratto nazionale dei servizi universali pagati dallo Stato. La qualità di quel servizio costituisce ormai elemento non più procrastinabile. Consapevoli delle carenze dello standard fisico del tracciato tra Potenza e Battipaglia, la velocizzazione del servizio può nel breve termine avvenire solo mediante l’utilizzo di materiale rotabile più performante che da Salerno a Roma possa essere instradato sulla rete dell’Alta Velocità facendo così recuperare e risparmiare notevole tempo rispetto all’attuale Intercity. Infatti abbiamo più volte chiesto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ai Vertici di Trenitalia, da ultimo nell'incontro che il Presidente ed io abbiamo avuto col Ministro Delrio giovedì scorso a Roma, la velocizzazione degli Intercity Taranto Potenza Salerno Napoli Roma, raddoppiando le due attuali coppie di treni Intercity e garantendo l’esercizio di n. 4 coppie di treni da effettuarsi con materiale rotabile meno datato e più performante. Tale intervento, ritenuto peraltro tecnicamente fattibile anche da parte della stessa Trenitalia, comporterebbe una riduzione dei tempi di percorrenza sull’intera tratta di oltre un’ora (da Potenza a Roma si passerebbe dalle 4h 30’ attuali a circa 3h 15’). E’ evidente che la velocizzazione non è legata all’ aumento di velocità dei rotabili nelle tratte ricadenti nel territorio regionale, ma all’instradamento sulla linea ad alta velocità nella tratta Salerno-Roma. Pertanto abbiamo ritenuto doveroso chiedere al Governo di farsi carico del costo aggiuntivo annuo di tali servizi rientranti nel contratto di lunga percorrenza tra Stato e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il Ministro si è dimostrato molto attento a questa nostra esigenza.
Mi auguro pertanto che presto avremo buone notizie”.

Domenico Leccese per L'Osservatore D’Italia ha intervistato Renato Pezzano

Renato, la risposta, dell’Assessore Aldo Berlinguer, la ritieni soddisfacente?
Innanzitutto voglio ringraziare pubblicamente l’assessore Berlinguer per essersi messo a disposizione e aver risposto, pratica non consueta dalle nostre parti, quindi direi un ottimo segnale, almeno nelle intenzioni, di dialogo con i cittadini da parte delle alte istituzioni.
La risposta dell’assessore in parte mi convince in parte no, e spiego il perché: sulla possibilità di razionalizzare le fermate e quindi ridurre i tempi di percorrenza sulla tratta Potenza Salerno si deve necessariamente lavorare, e questo da anni, perché non sono più giustificabili fermate intermedie in stazioni dove, nei giorni migliori, salgono o scendono due persone, con un dispendio di tempo che supera i cinque minuti a sosta; sulla possibilità di raddoppiare gli intercity questo dipende solamente dalla volontà aziendale di Trenitalia, la vedo difficile poiché gli intercity, in questo momento storico, sono la categoria ferroviaria più abbandonata a se stessa, e questo lo dico a ragion veduta, dopo aver parlato con parecchi capitreno o macchinisti dei suddetti convogli, in quanto le risorse oramai sono convogliate tutte sull’alta velocità e in alcune zone sul trasporto regionale, mentre gli intercity sono letteralmente lasciati allo sbando, vagoni sporchi, locomotori in avaria ogni giorno, ritardi di ore su tutte le tratte ( il nostro 707 Roma Taranto ne è la riprova ) .
Per quanto riguarda l’ammodernamento dei rotabili sulla linea per Melfi – Foggia, qual è il tuo punto di vista?

si attendevano i nuovi treni diesel ATR 220 detti Swing, ma hanno dato problemi di carattere informatico sulle linee in Toscana, nei test preliminari, non riescono a dialogare con i sistemi di segnalamento presenti sui binari
(i cosiddetti preavvisi al macchinista, semafori, rallentamenti etc.) e quindi bisognerà prima attendere che si risolvano questi bug di carattere tecnico
(mi risulta, tra l’altro, che la regione Basilicata fosse in ritardo sul pagamento dei treni di cui sopra per cui Trenitalia aveva sospeso la fornitura, ma questo devo approfondirlo) .
Infine, sulla possibilità di viaggiare su materiale veloce già da Taranto o da Potenza, potrebbe paventarsi solamente l’utilizzo di un Frecciabianca , poiché il Frecciarossa non potrebbe arrivare da noi a causa della tortuosità del tracciato dopo Eboli, e quindi sarebbe forse plausibile l’instradamento del Frecciabianca stesso sulla tratta AV (AltaVelocità) da Salerno verso Napoli-Roma.
Sarebbe l’unica soluzione forse davvero razionale, ma Trenitalia è davvero disposta a spostare uno dei suoi treni di punta verso il nostro “disabitato” territorio, per dirla come Brignano???
Attenderemo fiduciosi dicembre 2015 con il nuovo cambio di orario che dovrebbe portare delle novità, a detta di Trenitalia, sulle nostre linee, e nel caso, faremo un pubblico encomio a chi di dovere.
Nell’attesa, ragioniamo sulle cose.




BASILICATA: LETTERA APERTA DI EMILIO LIBUTTI AL SEGRETARIO REGIONALE DEL PD

di Domenico Leccese

C'è sempre grande attenzione in Regione, ed in particolare nell’Area del Vulture, per la Politica della Basilicata, Italia ed Europa.

 

Riceviamo e pubblichiamo, la lettera aperta al Segretario Regionale del PD Basilicata Antonio Luongo, inviata da Emilio Libutti ex Segretario PD di Rionero in Vulture (PZ).

Ecco la lettera:

Carissimo Antonio,
forse mai, come in questi ultimi tempi, pare che lo sport preferito in Basilicata sia quello di scriverti e forse mai, come in questi ultimi tempi, ovunque si ritrovano anche solo tre persone e, per caso, parlano di politica il tuo nome è il più gettonato. Certo ti fischieranno le orecchie e questo acufene capisco che non ti aiuta ad essere sereno ed a fare valutazioni politiche non indotte dal piagnisteo ora dell’uno ed ora dell’altro interlocutore che ti si para dinanzi.

Al di la di queste considerazioni io, sommessamente, aggiungo la mia che mi porta a valutare “fallimentare” la gestione del partito per le azioni messe campo in “contro” una parte di esso essendo venuto meno il tuo proposito del “super partes” e del “segretario di tutti” e del “segretario che avrebbe curato i territori” così come, fino ad oggi solo a parole, hai enunciato nella tua campagna alle primarie dello scorso anno.

I territori in particolare li hai “sistemati” proprio a dovere!!!
Basta vedere il disagio manifestato dai Segretari di Circolo che avevano autoconvocato un’assemblea alla quale hai posto riparo ricevendo soltanto una delegazione degli stessi, sintomo che, come si dice a Rionero, “non c’è un palmo di terra netta”. Incontro conclusosi con un impegno, che fa eco a quelli presi nell’anzidetta campagna delle primarie, di “visitare” i territori ed ascoltare le voci che da essi si levano. Singolare poi quella pergamena donata ai Segretari, resa nota dai social e dalla stampa, alla qual notizia la prima reazione è stata quella di sorridere per la garbata auto ironia della quale sei capace ma a ben guardare più che una pergamena io la trovo essere una fotografia dello stato dell’arte attuale, purtroppo, del nostro partito e forse della politica più in generale, nelle nostre lande perlomeno.

Penso che sia un tentativo, mal riuscito a mio avviso, di nascondere una amara verità e vale a dire che l’ammuina c’è davvero ed è palpabile. Un’ammuina però che non può essere scaricata su chi invece prova a far politica e verso i quali, ancora una volta con una superficialità raccapricciante, ti sei scagliato con una diffida che, consentimi di utilizzare un eufemismo, trovo alquanto impropria e per certi versi addirittura abusata.

La questione Rionero, se la si vuol vedere solo dal tuo punto di vista e da quello del segretario cittadino, è argomento di una Assemblea per quel che attiene agli iscritti e simpatizzanti e da Commissione di Garanzia per quanto riguarda l’istituzione Partito.
Ora come ben sai di Commissioni di Garanzia non ce ne sono a livello locale, in quanto sia tu che il nostro segretario da questo punta di vista siete stati latitanti, e non ci resta che quella Nazionale dove saremmo bel lieti di risolvere il “contenzioso sulle scelte di visione politica”, mentre per le assemblee ormai il tempo trascorso dalla celebrazione dei congressi è così lungo che siamo più vicini alla data di convocazione dei nuovi piuttosto che alla data di quelli tenutisi (una mossa dovreste darvela nel convocarla anche per risultare più credibili).
Io mi chiedo e ti chiedo cos’è timore di confrontarsi o cosa?

Senza il confronto nel quale si possono esprimere le proprie ragioni resta tutto aleatorio e c’è una irricevibile presa di posizione del tutto partigiana senza aver nemmeno espresso per la decisione adottata una motivazione politica.

Cosa si teme che dal confronto emerga a chiare lettere l’atipica situazione politica che vede, Rionero per quel che mi riguarda da vicino ma anche più in generale svariate situazioni locali (per non dire situazione Regionale), il nostro Partito oppositore di se stesso ed a braccetto stretto con forze di opposizione ai Governi Nazionale e Regionale secondo una visione che ancora non trova una spiegazione plausibile?

A Rionero il cosiddetto gruppo antagonista, sul quale si vuole ancora artatamente scaricare responsabilità di divisione interna al PD, pone un problema politico ed al quale non c’è stata ancora una risposta se non un arroccamento sull’Aventino per difendere posizioni personali che nulla hanno a che vedere con il bene comune a cui tende invece l’azione di due Consiglieri Comunali suffragata e sorretta da una larghissima frangia di iscritti e simpatizzanti.

Caro Antonio non so se a te l’hanno raccontata giusta ma questo è e non altro.
E temo che non l’abbiano raccontata giusta altrimenti non penso che ti saresti limitato ad offrire primarie su Rionero quando le stesse non sono proprio oggetto del contendere.
Per cui, so che non ne hai bisogno, ma il mio consiglio te lo do lo stesso: cerca di sentire le due campane prima di iniziare crociate e sentirle in Assemblea non a porte chiuse con i soliti quattro gatti.
Il tempo stringe e sai che Rionero è atteso ad un appuntamento importante per cui non versiamo il latte sul quale poi si sa è inutile piangere.

All’uopo voglio fare il verso a qualcosa che ho letto sulla stampa (La Nuova 11/10/2015) riguardo al dentifricio.
Vero è l’assunto che il dentifricio non si può rimettere nel tubetto ma è altrettanto vero che quando il dentifricio lascia il tubetto con “pressione” esercitata su di esso ha due destini: quello di finire sullo spazzolino, per cui poi esplica la sua azione benefica, o quello di fare una miserevole fine cadendo nel lavandino.
Bisogna quindi capire se si ha la giusta attenzione e la mano ferma per evitare che si perda nel lavandino. Però è anche vero che se sul tubetto si allenta la “pressione” mentre il dentifricio sta “uscendo” e non è troppo fuori la pasta torna indietro al suo posto. Dipende dalla mano sapiente che regge il tubetto e dalle intenzioni della stessa persona sapiente cui essa appartiene.

Spero vorrai fare serenamente le tue valutazioni ed essere consequenziale imboccando l’auspicato sentiero del confronto.
Un sentiero sul quale troverai “veri innamorati” del PD ai quali la mattina si aggrovigliano le budella nel leggere e sentire accuse ed attacchi al Governatore Regionale (PD, ma questo lo sai) ed al Premier (PD anche lui) e Nostro Segretario Nazionale da parte di quelle forze politiche verso le quali stranamente rivolge il “proprio amore” (ancora attendiamo di saperne le ragioni) la parte di PD che, inopinatamente, ritieni sia quello “ufficiale” soltanto perché si fregia di un titolo ottenuto per malaccordo e che mai è stato sino ad oggi suffragato da una verifica di maggioranza stante la frattura che il detentore del titolo ha saputo procurare fin dalle prime ore del mandato ricevuto.

Ed anche nelle ultime ore (Il Quotidiano 12/10/205) non si è smentito scavando ancor di più il solco con delle dichiarazioni inaccettabili e mendaci nel merito e nel metodo adottato.
Pur di ingraziarsi te che lo assecondi con quelle lettere di diffida e con una tardiva difesa di ufficio alla tua persona posto che sia veramente sentita, altera i fatti e si smentisce da solo dando mostra della sua innata abilità a darsi la zappa sui piedi. Nel merito mente perché non siamo stati noi, Consiglieri Comunali in testa, a rifiutare il confronto e la “discussione prima e la decisione poi”” in quanto ci sono lettere, messaggi ed appelli sulla stampa (tutti documentabili) di richiesta in tal senso.

Chi non ha offerto il luogo di “discussione prima e decisione poi” è stato lui che si è trincerato senza ragione nel suo studio privato con pochi adepti (singolare che questo articolo in tua difesa e di cui parlo abbia visto la “luce” sotto la lampadina che dopo mesi si è vista accesa nel circolo).
E questo è il merito delle menzogne che quando vuoi “arbitrare in un’assemblea” sarà sempre tardi.
Nel metodo poi si scade nel più becero ed artato tentativo di darsi ancora una volta il titolo di “presunta maggioranza” firmando lo scritto a nome del Direttivo del Circolo. Come mai lui che ti ha chiesto di intervenire sulla liceità del Gruppo e della firma di tabella e manifesti e che tu hai avallato con le tue lettere ora firma a nome di chi NON HA CONVOCATO?

Non c’è stata una convocazione di “direttivo vero” che avallasse la scelta dell’articolo al pari di convocazioni mai pervenute perché il circolo potesse discutere e scegliere una linea politica (riguardo alla linea politica sarebbe opportuno che qualcuno rileggesse, se lo ha mai fatto, il comma 1 dell’art 6 dello Statuto Regionale).
E’ questa la conduzione “MORALE” di un circolo?

E’ lui accreditato a parlare di morale e farla agli altri?
Leggo un trattato di filosofia sulla morale ed ammetto senza fronzoli di non averci capito un’acca. E’ probabilmente un mio limite intellettivo ma mi auguro che lo abbia almeno capito lui che lo ha scritto perché se così fosse dovrebbe vergognarsi come un ladro di fare agli altri una morale che non gli appartiene e che non ha nel suo DNA.

In attesa di sentirti battere un colpo nella direzione di riportare tu nel Circolo la discussione tanto agognata ti saluto cordialmente con l’affetto e la stima di sempre.
Emilio Libutti ex segretario PD di Rionero in Vulture"
 




MALTEMPO: DA DOMANI ANCORA PIOGGE INTENSE SULLE REGIONI MERIDIONALI

Redazione

La vasta depressione presente sullo Ionio, che sta determinando in queste ore condizioni di diffuso, persistente e spiccato maltempo in tutte le regioni centrali adriatiche e meridionali, continuerà nella giornata di domani su Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia con fenomeni che daranno luogo a rovesci anche di forte intensità.

Sulla base delle previsioni disponibili e di concerto con tutte le Regioni coinvolte, cui spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati, il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse che integra ed estende quello emesso nella giornata di venerdì 29 novembre, mentre rimane tuttora valido quello emesso nella giornata di ieri, che prevedeva forti temporali su tutte le regioni centrali adriatiche e meridionali e sulla Sardegna oltre ad un significativo aumento della ventilazione su gran parte della penisola.

L’avviso di oggi prevede dal mattino di domani, lunedì 2 dicembre, il persistere di precipitazioni, anche a carattere di rovescio o temporale, su Sicilia, Puglia, Basilicata e Calabria. I fenomeni daranno luogo a rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento.

Alla luce di queste previsioni, è importante ricordare alcuni comportamenti utili da seguire, consultabili in modo più approfondito sul sito del Dipartimento della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it), per non trovarsi in situazioni di pericolo:
• evitare di usare l’automobile se non in casi di grave urgenza e, comunque, usare la massima prudenza nella guida, informandosi sulle condizioni della viabilità per il percorso che si intende seguire, riducendo la velocità e aumentando le distanze di sicurezza;
• evitare di transitare o sostare lungo gli argini dei corsi d’acqua sopra ponti o passerelle;
• fare attenzione prima di percorrere sottopassaggi e non cercare di spostare le autovetture se investite da masse d’acqua.
• evitare di recarsi o soffermarsi in ambienti come scantinati, piani bassi o garage, a forte rischio allagamento durante intensi scrosci di pioggia.

Il Dipartimento della Protezione Civile continuerà a seguire l’evolversi della situazione in contatto con le prefetture, le regioni e le locali strutture di protezione civile.