Bersani: "Qui il problema è se siamo Pd o Pdr (Partito di Renzi)!"

 

"Qui non è questione di calendario" del congresso, "quella è una tecnica. Qui il problema è se siamo il Pd o il Pdr, il Partito di Renzi. Io da Renzi non mi aspetto nulla, ma chi ha buonsenso ce lo metta. Perché siamo a un bivio molto serio": così Pier Luigi Bersani all'indomani della direzione. "La scissione è già avvenuta tra la nostra gente. E io mi chiedo come possiamo recuperare quella gente lì", aggiunge.

"Noi come ogni partito normale ce l'abbiamo un canale per discutere a fondo ed eventualmente correggere la linea politica o no? Di questo stiamo discutendo. Il calendario è una tecnica che può inibire ogni discussione vera. Chi ha buonsenso ce lo metta perché la questione è seria", ha detto ancora Bersani. "Serve consapevolezza politica: da Renzi non me lo aspetto dopo averlo sentito ieri ma da quelli che stanno attorno a lui me l'aspetto". Quindi Orlando o Franceschini? "Vediamo".

L'assemblea del Partito democratico si terrà domenica all'hotel Parco dei Principi di Roma. Lo si apprende da fonti Dem, secondo le quali dal Nazareno sta per partire la convocazione ai delegati.

Nel Pd si rischia la scissione? "Mi auguro vivamente di no. La parola scissione ha già prodotto grandi danni nella storia della sinistra", ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. "Scindersi oggi di fronte ad una destra che è sempre più aggressiva e agita l'odio, credo che sarebbe una responsabilità che non ci potremmo in alcun modo perdonare", ha concluso. "Ho detto ieri alla Direzione, mettiamo al bando la parola scissione – aggiunge Orlando – Torniamo a parlarci, a farci carico delle ragioni dell'altro. Rispettando il fatto che c'e' stato un congresso e la scelta di una leadership che non puo' essere delegittimata quotidianamente".

"Non è Renzi, è il Pd che credo debba seguire un'altra strada, che è quella di provare prima a stringere su un accordo programmatico e poi confrontarsi anche sul tema della leadership": così il ministro della Giustizia a chi gli chiede se Renzi rischi di "andare sbattere" nel Pd. "Io credo che non ci sia niente di male – dice Orlando – nel fare un congresso. Ma fare un congresso senza prima aver parlato al Paese rischia di essere un elemento di lacerazione. Credo che sia importante una conferenza programmatica anche per fare il punto su che giudizio diamo su questi anni di governo. Non credo che ci possiamo permettere di andare ad un congresso nel quale i candidati da un lato rivendicano il buon governo e le cose positive fatte in questi tre anni e dall'altro paragonano il governo Renzi a quelli della destra. Rischiamo di preparare noi la campagna elettorale per i nostri avversari".

Intanto l'assemblea del Partito democratico si terrà domenica all'hotel Parco dei Principi di Roma. Lo si apprende da fonti Dem, secondo le quali dal Nazareno sta per partire la convocazione ai delegati.

Con 107 sì, 12 no e 5 astenuti, la direzione del Pd approva l'accelerazione decisa da Matteo Renzi: nel fine settimana l'assemblea darà il via al congresso immediato dopo che il segretario formalizzerà le sue dimissioni necessarie per l'anticipo della sfida interna che nei fatti allontana il voto a giugno. "E' ora di mettere un punto, facciamo il congresso e poi chi perde il giorno dopo da una mano", è il gong che suona l'ex premier che riesce a compattare la sua maggioranza tranne Andrea Orlando ma non a convincere la minoranza di Pier Luigi Bersani e Michele Emiliano, per i quali "con il congresso ad aprile si rischia la scissione".




BERSANI A RENZI: "SI RICORDI CHE GOVERNA CON I VOTI CHE HO PRESO IO"

Redazione

"Sì, lo ammetto, mi sono arrabbiato molto, se mi toccano l'Ulivo… Se al corso di formazione politica vai a dire che la sinistra ha distrutto l'Ulivo, che abbiamo aiutato Berlusconi… Ricordo che il centrosinistra ha battuto tre volte Silvio Berlusconi e che, pochi o tanti voti che io abbia preso, Renzi sta comodamente governando con i voti che ho preso io. Non io Bersani, io centrosinistra". Lo ha detto Pier Luigi Bersani a margine dei lavori del seminario della sinistra dem a Perugia.

"Io, assieme ad altri, sto cercando di tenere dentro il Pd della gente che non è molto convinta di starci. A volte si ha l'impressione, invece, che il segretario voglia cacciarla fuori. Il segretario deve fare la sintesi, non deve insultare un pezzo di partito", sostiene Bersani.

Gianni Cuperlo ricorda che "Il congresso è previsto nel 2017, io poi ho la sensazione che la legislatura potrebbe non finire a scadenza naturale e si potrebbe anche votare nel 2017. In questo caso non è Renzi che decide, ma è obbligatorio prevedere un congresso prima della scadenza".

"Dopo di che, al di là del congresso e di quando si terrà, io penso che questo partito ha un bisogno disperato di discutere dove vuole andare, cosa vuole essere, cosa vuole fare. Io l'ho proposto in termini chiari al segretario del mio partito e lo riproporrò ancora perché non ho avuto risposta", ha aggiunto Cuperlo.

L'ho detto a Renzi: se tu trasformi il voto sulla riforma costituzionale in plebiscito su di te o sulla tua politica, commetti un errore perché, al di là dell'esito, ti troverari con un Paese più diviso e frammentato e non renderai più solide quelle istituzioni che ti proponi di riformare".

Lo ha detto Gianni Cuperlo a margine dei lavori della convention della sinistra Pd. "Noi abbiamo posto temi seri su riforma costituzionale, abbiamo pensato che fosse giusto correggere alcuni punti. Non siamo stati presi in considerazione a sufficienza, come sarebbe stato opportuno fare. Ma abbiamo anche posto il tema di alcune leggi ordinarie che devono essere discusse da qui a ottobre", ha concluso Cuperlo.




LEGGE DI STABILITÀ: SCONTRO BERSANI – RENZI

Redazione

Lo scontro tra i due non si è mai placato. Nuovo affondo di Pier Luigi Bersani contro il governo. L'accusa, questa volta, è di aver violato la Carta costituzionale: la scelta infatti di cancellare per tutti la tassa sulla prima casa va contro – dice l'ex segretario del Pd – il principio della progressività delle imposte.

Attacchi strumentali, replicano i renziani, che irridono all'ex segretario ("siamo alle barzellette") e accusano la minoranza Dem di "fare un congresso permanente". La sinistra del Pd intanto chiede un "confronto" e in vista dell'avvio dell'esame della manovra in Parlamento prepara un documento con tanto di preambolo politico ed elenco dei punti sui cui aprire un dibattito. E c'è anche chi come Roberto Speranza vuole "sentire gli iscritti" per capire "cosa ne pensano di questo meccanismo da Robin Hood al contrario per cui si fa un regalino a chi ha già di più".

La replica di Renzi – è la convinzione di Bersani – sfida l'intelligenza degli italiani perché "dire che, a parità di welfare, abbassare le tasse è buono e giusto è come dire viva la mamma". Il ragionamento infatti di molti senatori e deputati della sinistra del Pd ruota intorno al timore che nelle pieghe della manovra vi siano tagli ai servizi essenziali, a partire dalla sanità, che potrebbero essere evitati scegliendo di non utilizzare le risorse per un taglio delle imposte senza distinzioni di reddito.

"L'abolizione totale della tassazione sulla prima casa non solo non è equa – sottolinea il senatore Federico Fornaro – ma non è mai stata nel programma elettorale del Pd". E così in vista dell'esame parlamentare, che dovrebbe entrare nel vivo nei primi giorni di novembre, la sinistra Dem sta mettendo insieme l'elenco delle "criticità", dalle tasse sulla prima abitazione al Sud passando per il welfare, da discutere poi all'interno dei gruppi e del partito. E che in un momento successivo diventeranno la base per gli emendamenti alla manovra.

Renzi, che ufficialmente fa sapere di essere disponibile a modifiche, non sembra però al momento incline a rivedere uno dei pilastri intorno a cui ha costruito la legge di stabilità 2016, vale a dire lo stop alla Tasi e all'Imu. Almeno non nel suo impianto base, perché non è invece escluso che qualche ritocco per i super ricchi che possiedono ville e castelli possa arrivare. Stesso ragionamento vale per i contanti, misura che tra l'altro Alfano continua a rivendicare, mentre una partita potrebbe aprirsi di nuovo sul fronte delle pensioni qualora arrivi l'ok dell'Ue all'utilizzo della cosiddetta clausola migranti: Palazzo Chigi e il Tesoro hanno sempre detto di voler usare le eventuali risorse per l'anticipo del taglio dell'Ires ma è evidente che il 'tesoretto' sarebbe fortemente conteso in Parlamento. Anche perché durante l'iter alla Camera e al Senato, le posizioni dei 'dissidenti' del Pd potrebbero facilmente saldarsi con quelle di Sel e in taluni casi con il M5S, rischiando così, soprattutto a Palazzo Madama dove i numeri sono sempre sul filo, di mettere in difficoltà l'Esecutivo.




RENZI E L'ABBRACCIO TRA BERSANI E LETTA

di Alberto De Marchis

Gelo glaciale per Matteo Renzi quando nell’emiciclo Bersani e Letta si sono lasciati andare ad un caloroso abbraccio. Bersani, è chiaro, non ha gradito il calcio nel sedere dato ad Enrico ma si è presentato per votare la fiducia e per dare una piccola grande lezione di morale a Renzi: La necessità di agire con umiltà. Certamente Renzi non è partito con questa volontà ma ha promesso faville e adesso dovrà farne a passo sostenuto. Letta si è presentato in aula soltanto per votare, accolto dal calore di molti ma si è guardato bene dal salutare il nuovo premier intento, come sempre, a guardare il cellulare.

L’ex presidente del consiglio è appena tornato da Londra dove vi ha soggiornato con la sua famiglia. Adesso deve riflettere bene sul da farsi. Giusto il tempo del voto e poi è andato via. E’ evidente che si sente piuttosto stretto e non a suo agio in un ambiente che diciamola come è andata, gli ha fatto le scarpe non appena ha potuto.
 




BERSANI: I MEDICI SCIOLGONO LA PROGNOSI

Redazione

Parma – I medici dell'ospedale Maggiore di Parma hanno sciolto la prognosi per Pier Luigi Bersani "viste le buone condizioni del paziente". Il decorso dell'onorevole Pier Luigi Bersani – si legge nel breve bollettino medico – prosegue regolarmente. "La Tac di controllo effettuata questa mattina conferma la normale evoluzione dell'iter post operatorio".

LEGGI ANCHE:

07/01/2014 BERSANI: RENZI ASPETTA PIERLUIGI PER TORNARE A DISCUTERE. "L'IMPORTANTE E' CHE STIA BENE"
06/01/2014 BERSANI: MIGLIORANO LE CONDIZIONI.
06/01/2014 PIERLUIGI BERSANI: SUPERATO L'INTERVENTO CHIRURGICO, ANCORA PROGNOSI RISERVATA
05/01/2014 PIERLUIGI BERSANI COLTO DA EMORRAGIA CEREBRALE



BERSANI: RENZI ASPETTA PIERLUIGI PER TORNARE A DISCUTERE. "L'IMPORTANTE E' CHE STIA BENE"

Redazione

Tanto affetto attorno a Pierluigi Bersani. "Aspetto Pierluigi per tornare a discutere, anche a litigare, l'importante è che lui, che è bello tosto, sia riuscito a superare questa fase che è la più difficile".
Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi, dopo la sua visita a Pier Luigi Bersani presso l'Ospedale Maggiore di Parma, dove è ricoverato da ieri.

“Ho portato l'abbraccio di tutta la comunità del Pd, e anche personale – ha aggiunto Renzi -, alla signora Daniela, alle figlie Elisa e Margherita, ovviamente non ho potuto parlare con
Pier Luigi che è in rianimazione. Siamo felici che la situazione sia in miglioramento, io sono venuto qua per un saluto e un abbraccio e a dire che siamo tutti con Bersani”.

Anche il presidente dell’Assemblea nazionale del Pd, Gianni Cuperlo, è fatto visita all’ex segretario del Pd.
"Ci ha fatto prendere un bello spavento – ha detto Cuperlo -, sono qui per esprimere affetto e solidarietà a Bersani e ai suoi familiari".

In ospedale a Parma sono arrivati in mattinata anche il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd e componente della segreteria nazionale, Maurizio Martina, Davide Zoggia e Nico Stumpo.

LEGGI ANCHE:

06/01/2014 BERSANI: MIGLIORANO LE CONDIZIONI.
06/01/2014 PIERLUIGI BERSANI: SUPERATO L'INTERVENTO CHIRURGICO, ANCORA PROGNOSI RISERVATA
05/01/2014 PIERLUIGI BERSANI COLTO DA EMORRAGIA CEREBRALE



BERSANI: MIGLIORANO LE CONDIZIONI.

Redazione

Parma – Buone nuove sul decorso post operatorio di Pier Luigi Bersani, "che resta senza sedazione farmacologica, mantenendosi sveglio, collaborante e privo di deficit neurologici". Queste le notizie comunicate dai medici dell'ospedale di Parma dove è stato operato per emorragia subaracnoidea l’ex segretario del Pd e dove si trova ricoverato nel reparto di rianimazione. Tutti i controlli e i parametri vitali permangono stabili e nella norma – prosegue il bollettino – la prognosi resta riservata. Bersani, ha precisato il direttore generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Leonida Grisendi, leggendo il quarto bollettino medico, "rimane al momento ricoverato in rianimazione".

Il segretario del Pd Matteo Renzi è arrivato all'ospedale Maggiore entrando da un ingresso secondario. "Ho portato l'abbraccio di tutta la comunità del Pd e anche il mio personale alla signora Daniela, alle figlie Elisa e Margherita – ha dichiarato Renzi al termine della visita – Ovviamente non ho potuto parlare con Pier Luigi che è in rianimazione, ma siamo felici che la situazione sia in miglioramento. E' importante che Pier Luigi, che è uno tosto, abbia superato questa fase difficile". Renzi ha continuato: "Aspetto Bersani a Roma, per discutere, anche per litigare, l'importante è che si sia superato questo momento. Ho visto finalmente delle parole molto belle per Bersani". Renzi ha poi risposto alla domanda sulle polemiche nel partito:"Vi prego di dare importanza alle cose serie – ha concluso – siamo qui per dare un abbraccio a Bersani".

LEGGI ANCHE:

06/01/2014 PIERLUIGI BERSANI: SUPERATO L'INTERVENTO CHIRURGICO, ANCORA PROGNOSI RISERVATA
05/01/2014 PIERLUIGI BERSANI COLTO DA EMORRAGIA CEREBRALE



PIERLUIGI BERSANI: SUPERATO L'INTERVENTO CHIRURGICO, ANCORA PROGNOSI RISERVATA

Redazione

Pierluigi Bersani ha superato l'intervento chirurgico ma non sono esclusi danni cerebrali anche se Bersani è sempre rimasto lucido. "L'intervento è durato tre ore e si è concluso positivamente". E' quanto emerge dal bollettino medico diffuso dall'ospedale Maggiore di Parma. La prognosi viene al momento mantenuta riservata. Saranno attentamente valutate le prossime 48-72 ore. "Non presumiamo danni, adesso è in rianimazione, ed è troppo presto per esprimere un parere assoluto", ha detto il chirurgo Ermanno Giombelli."Nelle prossime ore – ha detto Ermanno Giombelli – faremo una tac di controllo. Per il momento è presto per esprimere pareri assoluti, la prognosi rimane riservata e sicuramente non la scioglieremo prima di 72 ore. In queste situazioni andiamo avanti di 24 ore in 24 ore".  L'operazione chirurgica è sostanzialmente servita per chiudere, con una specie di clip, la malformazione cardiovascolare, un aneurisma all'arteria cerebrale, le cui caratteristiche non potevano essere trattate in maniera endovascolare. Una malformazione che potrebbe essere congenita visto che c'è una familiarità. Danni definitivi, ha detto Giombelli, "non ne presumiamo, ma dobbiamo vedere le indagini successive perché il rischio è rappresentato dalle ischemie cerebrali: ma il fatto che sia sempre cosciente è un fatto positivo, siamo abbastanza ottimisti".




CON QUALE PRESUNZIONE UN TALE CHE SI AUTODEFINISCE PRONTO AL GOVERNO, SI TAGLIA GLI ATTRIBUTI.

Ninnj Di Stefano Busà

Di una cosa si è perlomeno certi, di questa grande empasse che ha colpito la governabilità italiana, si cala il sipario sulla scena politica di un certo Bersani.

Una figura enigmatica, complessa, invasiva, tutto nervi e neppure un pensiero positivo, una figura che chiaramente, per tutti coloro che non lo avessero capito  si conclude con un niente di fatto, con una messa in prima linea, la sua condizione di leadership, la sua agonizzante, ambiziosa supponenza di sinistroide, rispetto al bene dell’Italia. Una deludente presa di posizione, la sua, un’arroganza che poggia sulla sua improbabile superiorità di rango filocomunista. Ma chi è mai costui?

Un triste “figuro” con la faccia di Stalin (mai un sorriso, sempre faccia arcigna!) che credeva essere giunto finalmente a governare il paese, preconizzando la fine politica di Berlusconi, che nel frattempo era andato al di sotto, come gradimento, del limite previsto per il confronto, confortandogli la sua corsa a capo della maggioranza e sottovalutando nella maniera più becera e ottusa (non si era accorto neppure delle piazze gremite all’inverosimile), l’avanzata di un movimento (il 5 stelle) che lo ha schiantato. 

Non è uno “statista” lo ha dimostrato nel modo più assoluto, è solo un elemento di disturbo e null’altro. L’Italia delle prossime elezioni non gli perdonerà di aver posto in primis la sua condizione di deluso dalla politica. Escludendo qualsiasi intesa col Pdl e anche con le forze di maggioranza, si è preclusa per sempre la governabilità in un eventuale futuro. Non gli si chiedeva di sposare Berlusconi, ma soltanto di compiere una sorta di armistizio che permettesse al parlamento una tregua finalizzata a compiere poche mosse atte a salvare il paese, risolvere quattro o cinque punti di un’intesa che anch’egli ha sempre sbandierato di condividere. Ma la sua supponenza e presunzione non gli hanno permesso di fare un simile atto di generosità verso gli Italiani, il suo odio verso Berlusconi è più forte di qualsiasi sentimento.

Non capisce costui che siamo combinati molto male, non ci resta più tempo per vivacchiare, per prendere altro tempo, siamo agli sgoccioli, la gente muore di “credito” e non di debito: un suicidio ogni settimana, continuano a chiudere le saracinesche, gli alberghi, le ditte, le imprese. Di questo sfascio dobbiamo ringraziare due figure di quest’ultima farsa politica: certo Monti (soprannominato Rigor Montis) che ha affondato ulteriormente l’economia del paese, subissandolo di tasse e balzelli vari, e Bersani che senza avere altro per la testa che il “pallino” del suo mandato al governo del paese e avendolo creduto già acquisito, se ne è avuto talmente a male, da non volersi salvare neppure il futuro che per lui si presenterà cancellato con un colpo di spugna.

Chi vorrà più votare un elemento che mette l’io egoistico al primo posto e al secondo o terzo la salvezza dei suoi concittadini?  Vi sono cose che non si dimenticano facilmente, vi sono azioni indegne di un uomo che vuole essere statista, senza averne le qualità, le doti, i meriti. Vi sono trasgressioni che il popolo, messo sulla graticola della storia, ricorderà, ma tanto bene!! da far tacere ogni più facinorosa e impellente forza viscerale che pure gli è connaturata. Parlo naturalmente di coloro che “la sinistra” ce l’hanno nel sangue…Vi è una logica in tutto. E anche gli imbecilli, gli opportunisti, quelli imbevuti di comunismo ad ogni costo, constateranno sulla propria pelle. Bersani credo che per te sia finita definitivamente. Addio.
 




MENTRE BERSANI "GIOCA A MELINA" RENZI GLI SUGGERISCE LA RICETTA ANTIUMILIAZIONE

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

Chiara Rai

L’avevamo detto e continuiamo a dirlo, al Pd serve Renzi che piaccia o no, che sia considerato filo berlusconiano (voce messa in giro ad hoc) o no.

Renzi ha le idee chiare mentre Bersani ha elemosinato senza vergogna consensi dai Cinque Stelle che gli hanno dato picche e continuano ad umiliarlo.

Berlusconi ha preso 10 milioni di voti e Renzi ritiene, in questa fase così delicata per il Paese, che bisogna trattarlo non da “impresentabile” come ha decretato la buona Annunziata ma da interlocutore per mettere a punto le riforme necessarie e tornare al voto. Renzi dice: “in sei mesi una nuova legge elettorale, trasformare il Senato in una camera delle autonomie con rappresentanti di Regioni e Comuni, abolire le province e il finanziamento pubblico ai partiti, sburocratizzare la pubblica amministrazione e fare un “piano per il lavoro” senza stare a fare i funamboli su doppi binari fumosi e inconcludenti aspettando che il nuovo uomo del Colle gli riaffidi le flebili redini. Caro Pierluigi il “bischeraccio” ti ha fatto la lezioncina anche se in realtà, di facciata, non vorrebbe fartela. Ma come è possibile che pur essendo stato investito dell’incarico “perlustrativo” da Napolitano sei riuscito a portare un pugno di mosche e una ripresa streaming con Crimi & Co che ti hanno guardato come un Ufo, ridicolizzandoti via web?

Bersani sarebbe meglio tu ti dimettessi per come hai gestito il tuo essere arrivato primo senza aver vinto. Il ghepardo non solo ti ha scuoiato ma anche reso ridicolo ed ha acquistato la credibilità perduta. E non credo che se ci fosse stato Renzi al tuo posto il Cavaliere avrebbe fatto questa strage di consensi guadagnando circa due punti percentuali in pochi giorni, dopo il tuo show. Il quadro è molto chiaro gli pseudo tecnici hanno le ore contate, Bersani ha fallito e i Cinque Stelle stanno sgocciolando consensi da tutte le parti, basta vedere i Comuni che amministrano, dove i governanti grillini vanno sì in giro coi mezzi pubblici ma hanno comunque dovuto pescare nelle tasche dei cittadini per fare cassa. Altro che microcredito, nulla è cambiato ed è inutile che Mister Grillo continui a denigrare la stampa che non si prostra ai suoi piedi.Renzi premier, il prima possibile.

LEGGI ANCHE:

21/03/2013 IL PARTITO “PIDISTELLE” IN ROTTA
07/03/2013 GOVERNO, GOVERNISSIMO E I MESSAGGI DI NOE': LE STELLE NON LE ABBIAMO ANCORA TOCCATE
09/10/2012 MATTEO, QUEL BISCHERACCIO…

 

 

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}




I FICHI SECCHI DELLE NOZZE PD

Emanuel Galea

Persona affezionata alle metafore. Ultimamente ne ha sfornata una che quota in ogni suo discorso di circostanza: “Non si ferma l’acqua con le mani”, ripete. Di questo ci siamo accorti tutti quanti, se non per altro, dal diluvio di proteste che gli si sono rovesciate addosso da tutte le parti.

Ha richiamato gli altri alla loro responsabilità, mentre da parte sua ha chiuso le porte ad ogni dialogo, insensibile ed ostinato nelle sue idee. Con tutto rispetto, ci piacerebbe suggerire a Bersani una metafora utile ed importante: “Non si fanno le nozze con i fichi secchi”.

E’ stato lui ad insistere a voler formare un governo di minoranza, con un “cestino povero di otto fichi secchi” da offrire alle controparti. Finalmente, però, gli è sorto il dubbio che questo matrimonio non s’ha da fare. Ieri è salito al Colle, stanco, deluso, ma non del tutto preparato a gettare la spugna. Ha preso posto davanti al Presidente, intenzionato a proseguire il braccio di ferro fino in fondo. A quel tavolo sedevano due interessi. Pierluigi Bersani rappresentava gli interessi esclusivi del suo partito, il proprio orgoglio, il suo buon nome, la sua carriera politica come leader. Giorgio Napoletano rappresentava gli interessi del paese, del popolo italiano, una buona governabilità.

Re Giorgio, dando un’occhiata al cestino di fichi secchi e un'altra diritta negli occhi al “presidente incaricato” decide di conferire al “perlustratore battuto” gli onori in campo, mitigando la sconfitta e dichiarando “congelato l’incarico a questo assegnato il 22 marzo scorso. “Le consultazioni hanno avuto un esito non risolutivo” ha dovuto ammettere Bersani  ed il Colle, prenderà, “senza indugio iniziative che gli consentano di accertare personalmente gli sviluppi possibili del quadro politico-istituzionale", ha spiegato Donato Marra, segretario generale della Presidenza della Repubblica italiana.

A questo punto, Pierluigi, entrato con le pretese ed ambizioni di fare il Presidente del Consiglio, incarico  papabile, è uscito semplicemente come un “segretario emerito”. E dopo un lungo giorno di consultazioni flash per Giorgio, ieri di venerdì Santo, c’è la classica pausa di riflessione che si concede anche alle unioni più salde, figuriamoci ai famosi fichi secchi.  Intanto in cuor suo, Bersani, si prepara a consegnare le armi e come tutti gli “emeriti”, non gli auguriamo di finire in solitudine meditando sul tempo prezioso che ha fatto perdere all’Italia, ostinandosi a mostrare i propri muscoli al suo Cavaliere avversario.

La parola a Giorgio che con quel misero paniere dovrà tirare fuori una proposta convincente. L’Italia tutta confida nella saggezza del suo Presidente e spera che, per il bene del paese, sappia imporre  un governo condiviso tra le parti, democraticamente elette, per vegliare su questa Italia agonizzante. Lo sdegno e la vergogna vanno a tutti i partiti, tutti senza alcun discrimine, politici che, in questo momento tragico si sono mostrati parimenti irresponsabili. Gli interessi delle loro botteghe possono aspettare,
quelli dell’Italia No.