Bracciano, l’ospedale non è a rischio chiusura. Finita l’emergenza Covid, tornerà l’ortopedia

L’Ospedale di Bracciano è e rimane un punto di riferimento per i cittadini dei comuni del lago. La Asl Roma 4 ribadisce il ruolo di centralità in cui la Asl ha investito.

L’Ospedale Padre Pio fa parte del polo ospedaliero e in questo momento tutti siamo chiamati a fare il nostro dovere per contrastare la pandemia.
Nello specifico le attività poste al contrasto del contagio sono state:

Per Civitavecchia ospedale San Paolo

Divisione della medicina Covid con 30 posti e medicina non Covid con 13 posti (creati in week surgery e ortopedia)

Per Bracciano ospedale Padre Pio

Creazione di ulteriori 16 posti di medicina non Covid nella orto-chirurgia.

Per questo periodo di emergenza pandemica, è necessario decongestionare i pronto soccorsi, e per poterlo fare è necessario avere la possibilità di effettuare i ricoveri presso il reparto di medicina Non Covid.

Di conseguenza è stata momentaneamente chiusa l’attività chirurgica non urgente a Bracciano. Le operazioni urgenti verranno effettuate a Civitavecchia, mentre al Padre Pio resteranno attivi gli interventi salva-vita.

Non appena terminato questo periodo, riprenderanno tutti i progetti dedicati al Padre Pio, la Post acuzie, le attività chirurgiche e oculistiche e l’implementazione dell’oncologia già in atto.




BRACCIANO: SI FUMA UNA SIGARETTA NELL'OSPEDALE PADRE PIO

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Redazione
Bracciano (RM)
– Fuma all'interno dell'ospedale Padre Pio di Bracciano in barba alla legge e ai nuovi obiettivi per proteggere la salute fissati con l’entrata in vigore del Dlgs. n. 6/2016.

E la cosa appare ancora più grave se a trasgredire le regole risulti essere una dipendente di una struttura sanitaria. Questo il quadro che emerge dalle foto immortalate dal nostro quotidiano la mattina di mercoledì 13 aprile che ritraggono un'infermiera all'interno dell'ospedale di Bracciano fumarsi una sigaretta nel nosocomio. Eppure tra i principali divieti, introdotti con il decreto di recepimento della direttiva Ue sul tabacco entrati in vigore lo sorso 2 febbraio 2016, figurano il divieto di fumare in auto in presenza di minori e di donne in gravidanza e divieto di fumare nelle vicinanze di strutture universitarie ospedaliere, presidi ospedalieri, Istituti di ricerca scientifica, Istituti di cura pediatrici. Divieto di fumare anche presso le pertinenze esterne dei reparti di ginecologia e ostetricia, oltre che di neonatologia e pediatria delle strutture universitarie ospedaliere e dei presidi ospedalieri e degli IRCCS.

Forse sarà il caso, da parte di chi dovrebbe vigilare sulla salute pubblica, di attivare maggiori controlli al fine di far osservare le regole. Dare il buon esempio non è solo eticamente opportuno ma diventa un obbligo perché la legge parla chiaro
 




BRACCIANO: SINDACI DEL TERRITORIO UNITI A DIFESA DELL'OSPEDALE PADRE PIO

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – Hanno convocato una conferenza stampa per ribadire la propria contrarietà al piano di riorganizzazione regionale che vede il polo sanitario braccianese del Padre Pio notevolmente ridimensionato. I sindaci del territorio, uniti nella battaglia per la difesa dell’ospedale, hanno confermato quanto depositato nel nuovo ricorso presentato al Tar del Lazio lo scorso 2 febbraio.
Giuliano Sala, sindaco di Bracciano, coadiuvato dai sindaci del territorio, ha ribadito come le precedenti sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, che avevano stralciato dal decreto 80 del 2010 il Padre Pio, sono disattese dalle azioni che il Commissario ad acta, che ha intrapreso una serie di azioni nei “Piani Operativi” 2013-2015, dei quali chiedono la sospensiva, con l’evidenziazione di una serie di reati, secondo il parere del legale che sta curando la pratica presso il Tribunale Amministrativo.

Ci dice il sindaco Sala: “La Direzione Generale della ASL, in data di ieri, – lunedì 16 febbraio – ha emanato un comunicato stampa, che è contraddittorio rispetto a ciò che si sta realizzando. Leggendo ciò che hanno scritto sembra che l’ospedale sta migliorando e noi siamo scemi che non vogliamo i miglioramenti. Noi invece conosciamo la realtà dei fatti, e per questo motivo abbiamo fatto un ricorso – continua il primo cittadino – e siamo interessati anche a un discorso di scorporo, e possiamo aderire ad un’altra ASL ”.

Sono stati illustrate le continue violazioni di legge, evidenziate dall’avvocato Damiani, che comportano, ad esempio, la sostituzione dei servizi in loco, col trasferimento presso le altre strutture regionali, senza dotare però la struttura braccianese di adeguati servizi di trasporto. Si legge dal ricorso che il soccorso di emergenza è affidato prevalentemente tramite elicottero, nonostante la continua carenza di mezzi e la difficoltà di operare in condizioni atmosferiche contrarie.
Quello odierno non è la prima, né l’ultima azione che gli amministratori del lago stanno mettendo in piedi per la difesa dei posti letto, che nel territorio sono già notevolmente inferiori alla media nazionale.




BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: PARTE IL NUOVO RICORSO AL TAR

LEGGI ANCHE: BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: GIULIANO SALA CONTRO NICOLA ZINGARETTI / BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: SINDACO SALA, "CI BATTEREMO PER DIFENDERLO CONTRO TUTTO E TUTTI"

 

Redazione

Bracciano (RM) – La battaglia dei Comuni del lago contro la “riconversione” dell’ospedale padre Pio di Bracciano non si ferma. Formalizzato il 2 febbraio scorso il deposito del ricorso al Tar del Lazio con il quale i Comuni di Bracciano, Manziana e Trevignano, (che vede comunque aderenti anche i Comuni di Anguillara Sabazia e Canale Monterano, che hanno deliberato in merito, ma che non è stato possibile richiamare nel ricorso per i tempi strettissimi della presentazione dell’atto), chiedono la sospensione in via cautelativa di vari provvedimenti adottati dal Commissario ad acta per la sanità della Regione Lazio che si riferiscono nel loro complesso alla “attuazione dei Programmi Operativi” 2013-2015. Lungo l’elenco delle violazioni di legge evidenziate dal legale Michele Damiani, incaricato dal Comune di Bracciano.
In apertura il provvedimento fa riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato che aveva stralciato dal decreto 80 del 2010 il Padre Pio di Bracciano sostanzialmente per il mancato rispetto della cosiddetta “golden hour” atta a garantire i necessari tempi di accesso a strutture di emergenza salva vita.
 
Il ricorso, oltre a sottolineare una vistosa riduzione dei posti letto che calano dagli 80 attuali ai 30 posti letto ordinari più 10 di day surgery, fa leva su numerose violazioni di legge riguardanti il pronto soccorso.
“Il modulo emergenziale previsto – si legge – è caratterizzato dall’assenza di medici anestesisti, di medici rianimatori o altri specialisti. Eventuali analisi di laboratorio non potranno essere effettuate da medici specialisti (assenti nella struttura) ma soltanto da tecnici di laboratorio i quali dovranno –  mediante il cosiddetto teleconsulto (che verrà istituito, invero, nella Regione Lazio, soltanto a decorrere dal 31 dicembre 2015) – chiedere la diagnosi ai medici dell’ospedale di Civitavecchia. Non è neanche prevista – prosegue il ricorso – la presenza di un medico che possa effettuare una TAC, nonostante un nuovo apparecchio per la Tomografia Computerizzata Assistita sia stato acquistato da più di un anno. Dunque – si sottolinea ancora – la tutela della salute dell’intero comprensorio di Bracciano, viene affidata, in tutte le situazioni di emergenza ad un solo mezzo di soccorso sanitarizzato”.
 
Si evidenziano inoltre la sottovalutazione del numero degli abitanti del comprensorio di Bracciano e  la sperequazione nel rapporto tra abitanti e posti letto che si attesterebbe a 0,9 ogni mille abitanti rispetto agli standard previsti dalla legge di 3 ogni mille abitanti.
Il ricorso verrà illustrato nel dettaglio ai cittadini e alla stampa nel corso di un incontro pubblico fissato per il 17 febbraio alle 17 presso l’aula consiliare del Comune di Bracciano alla quale prenderanno parte i sindaci del territorio.
 




BRACCIANO, OSPEDALE: SINDACO CONTRO NICOLA ZINGARETTI PER IL TAGLIO DEI POSTI LETTO

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – Non ci sta Giuliano Sala, sindaco di Bracciano. Non accetta la decisione regionale di dare corso ai Piani Operativi predisposti alcuni mesi fa, che depotenziano il Padre Pio, dimezzandone i posti letto, da 60 a 30.
Il piano regionale è in contrasto con le decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, che avevano riconosciuto le precedenti azioni intraprese da amministratori e cittadini del territorio sabatino, decisi a lottare per non perdere il presidio ospedaliero, unico in un territorio vasto, lontano dagli altri ospedali regionali.
È l’assessore Negretti a esporre il pensiero della giunta: “L’amministrazione comunale di Bracciano, di concerto con gli altri sindaci del Distretto F3 (oltre Bracciano, Anguillara, Trevignano, Manziana e Canale Monterano), ha deciso di ricorrere nuovamente alla giustizia amministrativa per veder riconosciuto il diritto che sembrava acquisito dopo la sentenza del Consiglio di Stato e che soltanto una pervicace resistenza da parte della Cabina di Regia del Servizio Sanitario Regionale e del Commissario ad acta Zingaretti, non ha voluto riconoscere come tale”.
Il piano regionale, oltre alla diminuzione dei posti, depotenzia anche il Pronto Soccorso, trasformandolo in un Presidio integrato Territoriale (Pit), con un servizio di teleradiologia in sostituzione del medico radiologo in sede, e la modifica “de facto” in un Ospedale diurno, non potendo garantire un adeguato servizio di assistenza in orario notturno, così come ha ammesso anche il Direttore Generale della Asl RMF Quintavalle, negli incontri avuti con i sindaci del territorio.

Continua l’assessore: “Per aggirare la sentenza del Consiglio di Stato (che stralciava Bracciano dal Decreto 80 e che sottolineava come Bracciano non potesse non essere ospedale di Pronto Soccorso) i rappresentanti della Regione Lazio coinvolti nella decisione hanno avuto la bella pensata di individuare il nostro territorio come 'zona disagiata', facendo riferimento al decreto ministeriale Balduzzi. Questo territorio non ha le caratteristiche di una “zona disagiata” non essendo comunità montana o zona sperduta chissà dove e priva di collegamenti; peraltro si sfugge ai parametri dello stesso decreto che parla, nell’individuare la zona disagiata, di un tempo di percorrenza che vada oltre i 90 minuti per raggiungere l’hub sanitario più vicino. E visto che il nostro hub sanitario di riferimento è l’ospedale di Civitavecchia, è chiaro che si tratta di un trucco delle tre carte che verrà nuovamente smascherato dalla giustizia amministrativa”.
Gli amministratori del territorio sabatino (Bracciano in testa, ma degnamente supportati dai sindaci dei comuni limitrofi) ritengono di avere le carte in regola per far rigettare nuovamente il piano regionale. Ci chiediamo, a questo punto, quali interessi spingono i governatori della Regione (Zingaretti oggi come ieri la Polverini) a intestardirsi nel cercare di danneggiare un territorio che chiede solo rispetto per i cittadini, e chi pagherà i soldi spesi per procedure che, fino a oggi, si sono dimostrare non corrette, in una Regione che ha un così alto debito proprio nella sanità?




BRACCIANO OSPEDALE, M5S: "NICOLA ZINGARETTI COME RENATA POLVERINI"

Redazione

Bracciano (RM) – In merito alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Bracciano Giuliano Sala su l’ospedale Padre Pio di Bracciano durante la conferenza stampa dello scorso 23 giugno 2014 interviene il M5S Bracciano. “Conferenza Stampa Comunale del 23 giugno 2014, per il salvataggio dell'Ospedale Padre Pio , fatta di parole di vuoto e nulla. – Si legge nella nota M5S – Campagna elettorale finta – prosegue la nota – contro Presidente Zingaretti, definito dal Sindaco Sala e il Parlamentare Minnucci: " Distratto". Mentre l'unico vero problema è il lato economico, mal distribuito e pieno di continui sprechi, data la mancanza di un vero Piano, che possa convivere con i tagli della spending review. Nella Sanità non deve prevalere ne l'impatto politico ne tanto meno quello d'interessi imprenditoriali. Siamo alla solita storia all'italiana. Un'altro grande spreco economico, per la struttura ospedaliera di Bracciano è il Poli Ambulatorio di Ladispoli in via Aurelia, che detrae ulteriori energie economiche e personale. Dove il Poliambulatorio farà un nuovo ed importante passo in avanti, con l'aggiunta di una Casa della Salute . Una struttura fortemente voluta dall'Amministrazione comunale di Ladispoli che sarà attiva all'inizio dell'autunno e che permetterà da un lato di avere sei posti per la degenza breve, dall'altra l'integrazione per i servizi sociali e assistenziali. Il tutto sulle spalle del Padre Pio. Ora, per poter migliorare e per poter salvare la struttura, dovranno intervenire il Sindaco di Civitavecchia Antonio Cozzolino e il Consigliere della Regione Lazio, Davide Barillari. Partendo proprio da una revisione del Bilancio, e un controllo delle gare d'appalto. Inoltre, perché scagliarsi contro il responsabile della ASL Roma-F per la chiusura dell'Ospedale Padre Pio di Bracciano. – La nota conclude – L'Amministrazione del Presidente della Regione Lazio, il Nicola Zingaretti, testimonia che non è cambiato nulla, rispetto alle politiche della Berlusconiana Renata Polverini”.

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BRACCIANO OSPEDALE PADRE PIO: GIULIANO SALA ANNUNCIA BATTAGLIE A TUTTI I LIVELLI

Redazione

Bracciano (RM) – “Ad oggi non esiste alcun atto specifico di riconversione del Padre Pio ma consideriamo la proposta emersa nell’incontro con la cabina di regia sulla sanità regionale, irricevibile e indecorosa per un territorio con 140mila abitanti. Si attua una vera e propria diseguaglianza tra cittadini di Roma, che possono vantare su un rapporto abitanti/posti letto di oltre  6 posti letto ogni mille abitanti, contro lo 0,5, ovvero mezzo posto letto ogni mille abitanti di quest’area nel caso in cui la proposta venisse trasformata in un provvedimento definitivo. Noi  faremo tutte le battaglie in difesa del nostro ospedale ricorrendo a chi di competenza per mantenere la struttura ospedaliera e ribadire il principio del rispetto della sentenza del Consiglio di Stato che ci ha dato ragione. E’ una questione politica che vede Roma, ancora una volta, farla da padrona rispetto ai Comuni della cintura metropolitana. Si attua la desertificazione sanitaria e ospedaliera in un territorio che cresce di residenti che lasciano Roma e che scelgono di venire a vivere in provincia: ma nella programmazione sanitaria ci si comporta al contrario tagliando i livelli essenziali di assistenza dove la popolazione cresce e mantenendo i privilegi ai residenti di Roma. Ma noi continueremo  portare avanti a tutti i livelli la nostra battaglia affinché si attui un giusto equilibrio del sacrosanto diritto alla salute di ciascun cittadino”. 

Così ieri il sindaco di Bracciano Giuliano Sala nel corso della conferenza stampa convocata dopo le ipotesi di riconversione-chiusura dell’ospedale Padre Pio di Bracciano ventilate nel recente incontro con la cabina di regia regionale sulla sanità. Non solo protesta ma anche una proposta concreta di rilancio. A presentarla il consigliere comunale delegato alla Sanità Mauro Negretti che ha tirato fuori dal cassetto, per l’occasione, la maglietta arancione simbolo della battaglia contro la chiusura dell’ospedale che sembrava vinta e che ora  invece viene rimessa in forse dai nuovi tagli regionali. 
“Abbiamo elaborato una proposta che consente di gestire al meglio l’ospedale, 88 posti letto, contro i 30 proposti, suddivisi in 40 posti di area medica, 36 di area chirurgica, 2 terapia sub intensiva, 3 breve osservazione, 8 di day hospital. Il rapporto ricavi costi, a fronte di un investimento di un milione di euro, salirebbe dal 42 per cento proposto al 72 per cento”. 

“Questo ospedale – ha detto ancora Negretti – non può non essere sede di pronto soccorso. La proposta che ci viene fatta – ha aggiunto –  è un insulto per questo territorio”. 
Nel corso dell’incontro hanno preso la parola anche alcuni medici  tra i quali il primario Gennaro Caianiello il quale ha ribadito che “l’ospedale di Bracciano non può essere ridotto ad un ospedale da campo”. Lucia Francocci, primario di Radiologia si è detta pronta a presentare una denuncia alla Corte dei Conti denunciando il mancato impiego di una Tac, nuova di un anno, che verrebbe tagliata fuori dalla proposta regionale. 

Da alcuni interventi è emerso poi il perenne dualismo con Civitavecchia a vantaggio della quale sarebbero andati alcuni servizi già del Padre pio di Bracciano. E’ stata inoltre chiamata in causa la Conferenza dei Sindaci della Asl Rm/F presieduta come di norma dal sindaco di Civitavecchia.  Al riguardo il sindaco Sala ha annunciato di aver preso contatti col neosindaco della città portuale.

Tra gli intervenuti anche il neodeputato Pd Emiliano Minnucci il quale ha ribadito che “non si tratta di una battaglia di campanile, ma di ribadire il diritto alla salute nel territorio. Il fatto che sia stata avanzata una proposta è sintomatico che non si fa solo protesta”. Minnucci ha poi auspicato che il milione che serve per appoggiare la proposta di rilancio del Padre Pio di Bracciano possa derivare dai  400milioni che lo Stato trasferirà alla Regione Lazio in virtù del nuovo conteggio della popolazione regionale annunciata.
“La nostra battaglia – ha ribadito ancora il deputato – andrà avanti non guardando in faccia nessuno, nemmeno gli amici”.

“Avere a disposizione 400milioni di euro in più all’anno di trasferimenti offre l’opportunità alla Regione Lazio – ha poi proseguito il sindaco di Bracciano Sala – di poter mantenere o ampliare l’offerta sanitaria e i posti letto per acuti negli ospedali che si vorrebbero chiudere e in particolar modo nell’Ospedale Padre Pio di Bracciano che potrebbe essere rilanciato con l’intesa di verificarne  i risultati attesi per un periodo concordato di 3 o 5 anni”.

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BRACCIANO, OSPEDALE TAVOLO SANITA': ANCORA SI BRANCOLA NELL'INCERTEZZA

A cura del Coordinamento Roma Nord Ovest M5S

Bracciano (RM) – Quanto ancora dobbiamo “pazientare” per avere chiarezza sull’operatività dell'Ospedale di Bracciano?


Il rispetto dei LEA, livelli essenziali di assistenza fissati dal governo è stato garantito dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha impedito la chiusura dell'Ospedale Padre Pio di Bracciano disposta nel 2010 dal famoso decreto 80.

Quattro lunghi anni di lento logorio per pazienti ed operatori durante i quali l’ospedale si è visto ridurre posti letto di medicina , gli interventi di ortopedia sono stati garantiti a singhiozzo e l' attività di chirurgia è divenuta sempre più debole.
In assenza di indicazioni regionali la direzione ha navigato a vista senza programmare attività realizzando soltanto l’ammodernamento strutturale del Pronto Soccorso. Per garantire l’attività a favore degli utenti tutto poggia sulla “buona volontà” dei medici, infermieri, sanitari affannati a garantire attività di pronto soccorso, di sala operatoria ed accoglienza di pazienti di medicina al superamento dei pochi letti disponibili in un ospedale le cui corsie sono…vuote!

A chi è giovato questo immenso sconforto e sfiducia dei cittadini e dei dipendenti? Tutti d’accordo nel censurare il Decreto 80 che si è abbattuto come una scure sul Sistema Sanitario Regionale senza aver attivato, neppure a modello sperimentale, il sistema sostitutivo previsto per razionalizzare e risparmiare.
Così le strutture sono rimaste in piedi senza identità lasciando cittadini sgomenti e sfiduciati vaganti alla ricerca di risposte ai problemi di salute.

Quattro anni e non si capisce ancora qual è il Sistema Regionale “innovato” nei processi e razionalizzato organizzativamente. Eppure dal 2005 è iniziato nel Lazio il processo di analisi degli sprechi e la insostenibilità del peso degli apparati improduttivi.

Che fa ora la giunta Zingaretti? Attua esattamente lo stesso metodo tanto criticato in campagna elettorale: viene consegnata una relazione al Governo in cui il Padre Pio di Bracciano è di nuovo nella lista delle strutture da chiudere.

Siamo indignati e non ci stiamo perché i nostri denari devono essere gestiti con oculatezza ed utilizzati per il nostro territorio.

Basta con la consuetudine degli sprechi e della pessima gestione, lo dicono i cittadini da anni e si riscontra anche nelle Deliberazioni della Corte dei Conti.
Noi siamo risaliti all’esercizio 2005 per la Asl Roma F, si trova soltanto imbarazzo ed indignazione nel leggere l’elenco delle inadempienze organizzative, lo spreco storico di risorse. La domanda è spontanea : dove erano i nostri amministratori locali? Abbiamo motivo di credere che ancora oggi permanga il danno erariale, oggetto di esplicito paragrafo nella deliberazione della Suprema Corte, per il mancato utilizzo degli edifici di proprietà della Asl Roma F e persistente l’utilizzo di edifici privati in locazione e non solo nel Comune di Bracciano.

Visto che, il diritto ad avere un Pronto Soccorso efficiente ce lo ha garantito il Consiglio di Stato con la sentenza del 2012 non permetteremo una violazione così palese di una sentenza definitiva.

Non permetteremo alla attuale dirigenza regionale di riprendere a picconare il nostro Ospedale che proprio nella durissima stagione invernale appena trascorsa ha mostrato essere una struttura di Provincia, risorsa indispensabile per la rete di emergenza regionale. Svolge, il Padre Pio, una funzione attiva un indispensabile filtro per le strutture di eccellenza della capitale soprattutto per la domanda crescente del nostro territorio dove si registra un incremento abitativo ed una percentuale sempre maggiore di persone anziane con patologie croniche.

La nostra contrarietà è espressa prima di tutto per il metodo che sta utilizzando la giunta Zingaretti. La legge dice che concorrono alla programmazione degli interventi locali, gli Enti Locali, i Comuni insieme alla Direzione Aziendale che riferisce e sottopone a controllo il proprio operato attraverso la conferenza dei sindaci.

L'esigenza dell'analisi dei bisogni del territorio e la corresponsabilità degli Enti Locali per un Piano Localeè imprescindibile, lo prevede la Legge, risponde alla garanzie di trasparenza, partecipazione e legalità promesse in campagna elettorale dallo staff Zingaretti.
ora ne esigiamo il rispetto.

 




BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: LE CONSIDERAZIONI DI GUITARRINI (BBC) SULLA RECENTE SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO

Guitarrini: "Ci chiediamo quale futuro sia previsto, sperando che la soluzione non sia  la riconversione in ospedale distrettuale di tipo C, perché, se così fosse, avremmo sicuramente vinto a metà."

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo una nota di (Bracciano Bene Comune) a nome di Massimo Guitarrini relativa la recente sentenza del Consiglio di Stato che non ha dato esecutività al decreto regionale 80 che prevedeva la riconversione dell'Ospedale Padre Pio.

Ecco la nota:
 

"A pochi giorni dalla sentenza emessa dal Consiglio di Stato sulla delicata vicenda dell’ospedale Padre Pio e avendo preso atto delle motivazioni, riteniamo di dover avanzare alcune considerazioni sui diversi scenari che d’ora in poi potrebbero aprirsi.
Premesso che il ricorso fatto  al Consiglio di Stato era contro la sentenza del TAR che prevedeva la riconversione del nostro ospedale in ospedale distrettuale di II livello di tipo B e che questo pericolo è stato scongiurato, ci chiediamo quale futuro sia previsto, sperando che la soluzione non sia  la riconversione in ospedale distrettuale di tipo C, perché, se così fosse, avremmo sicuramente vinto a metà. L’ospedale distrettuale di tipo C, infatti,  prevede un punto di primo intervento H 24 con presenza di specialisti, dieci posti letto di medicina, 4/6 letti di breve osservazione e relativa attività ambulatoriale. Non avremo quindi più, un ospedale sede di Pronto soccorso con i quattro reparti standard previsti: ortopedia, ginecologia e chirurgia, per la medicina, invece,si prevede una riduzione di posti letto da trenta a sedici. Pertanto, se attraverso il ricorso al TAR abbiamo chiesto che il nostro ospedale fosse escluso dall’applicazione del Decreto 80 in ogni sua parte, e oggi ci troviamo con una sentenza che esclude solo la riconversione in ospedale distrettuale di tipo B, la vittoria è sicuramente parziale e la preoccupazione è quanto meno legittima, in quanto, la restante parte del decreto potrebbe essere applicata al Padre Pio. Tale apprensione, inoltre, è motivata da un’ attenta lettura della sentenza del TAR N° 00127/2011, dalla quale si evince, in più di un occasione, la formulazione della  proposta alternativa all’ospedale distrettuale di tipo B , individuata nella formula dell’ospedale distrettuale di tipo C. Come movimento politico BBC, esprimiamo soddisfazione per la parte della sentenza che esclude, per il Padre Pio, la riconversione in ospedale distrettuale di tipo B, contestualmente manifestiamo la nostra preoccupazione sulle sorti del nosocomio e ribadiamo la necessità per i Comuni di aver un ruolo più attivo nella programmazione del suo funzionamento e delle sue attività, partendo dall’assunto che non si possa prescindere dall’ascolto dei territori e dei loro bisogni. Crediamo sia importante informare e coinvolgere i cittadini, costantemente, attraverso gli strumenti democratici della partecipazione, attivando ad esempio i consigli di quartiere e di frazione, promuovendo assemblee cittadine e consigli comunali aperti con la partecipazione di esperti competenti in materia. Ribadiamo sin d’ora la nostra disponibilità al confronto al fine di individuare una soluzione che garantisca il bene comune della salute a tutti i cittadini con particolare attenzione alle categorie più fragili.

tabella PRECEDENTI:

30/05/2012 BRACCIANO, SALVO L'OSPEDALE PADRE PIO
17/05/2012 BRACCIANO, PADRE PIO: LA NOTA DI GIULIANO SDANGHI COMPONENTE DIRETTIVO PRC
17/05/2012 BRACCIANO, PADRE PIO: AL VIA LO SMANTELLAMENTO DI ORTOPEDIA
07/04/2012 BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO E SALUTE, CHI LI DIFENDE E CHI NO
14/03/2012 BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO, UDIENZA DI MERITO FISSATA PER IL 13 APRILE 2012
09/03/2012 BRACCIANO OSPEDALE ULTIMO MINUTO: IL CONSIGLIO DI STATO CONFERMA LA SOSPENSIVA
09/03/2012 BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO. SI ATTENDE IL VERDETTO DEL CONSIGLIO DI STATO
01/03/2012 BRACCIANO OSPEDALE, NUOVA UDIENZA IL 9 MARZO. SINDACO SALA: "SPERIAMO CHE VENGANO RICONOSCIUTE LE NOSTRE RAGIONI"
24/02/2012 ANGUILLARA: COME GUARDARE CON SERENITA’ AL FUTURO?
16/02/2012 LAZIO SANITA', IL FALLIMENTO DEL DECRETO POLVERINI
15/02/2012 BRACCIANO OSPEDALE PADRE PIO, FORSE SI SALVA


 




BRACCIANO, IL FUTURO DEL PADRE PIO NEL LIMBO FINO AL 13 APRILE

Chiara Rai

Resterà nel limbo ancora per pochi giorni il futuro dell’ospedale di Bracciano dopo che il Consiglio di Stato ha confermato la sospensiva concessa lo scorso 15 febbraio della sentenza del Tar del Lazio del 20 dicembre che rigettava la richiesta di annullamento del Piano di riordino ospedaliero del Lazio (concernente Bracciano), avanzata dai sei Comuni del territorio. La trattazione del merito dell’appello verrà discussa il prossimo 13 aprile. La magistratura è intervenuta in maniera fulminea su una annosa questione, quella della possibile riconversione di una grande struttura ospedaliera di 15 mila metri quadri e dotata di pronto soccorso, in un ospedale distrettuale di II livello che dovrebbe rispondere alle esigenze sanitarie di circa 130 mila abitanti. Le motivazioni della conferma della sospensiva cautelare del giudice di secondo grado della giustizia amministrativa, in merito al ricorso proposto dai Comuni di Bracciano, Anguillara, Trevignano, Ladispoli, Canale Monterano e Cervetri, sono certamente uno specchio importante dell’attuale situazione nella quale versa il territorio braccianense: “Rilevato che sussistono i presupposti del danno grave e irreparabile per la sospensione dell’esecuzione della sentenza impugnata – si legge nel provvedimento – e tenuto conto dell’interesse alla tutela della salute della popolazione appartenente al bacino di utenza. Considerato che esistono evidenti e pressanti esigenze di una definizione nel merito della presente controversia". Insomma, alla fine è la magistratura che dovrà mettere ordine e prendere posizione. Questa riflessione è stata fatta dal primo cittadino di Bracciano Giuliano Sala che commenta con raziocinio la conferma della sospensiva: “Ci sono due aspetti – dice Sala –  uno di grande positività che è quello che promana dalla sentenza e dai contenuti molto importanti della motivazione. Poi, però, c’è una delicatezza legata a questo brevissimo tempo, parlo della decisione nel merito fissata per è il 13 Aprile, che comunque rende difficile presentare ulteriore documentazione, sebbene sia chiaro e più che comprensibile che la magistratura, proprio nel rispetto di una questione che riguarda la salute pubblica, intenda pronunziarsi al più presto”. In pratica il sindaco sa bene che il 13 aprile sarà l’ultima spiaggia e che rimane ciò che è stato depositato, “mi auguro che si arrivi ad un esito positivo, soprattutto perché siamo un territorio in fortissimo incremento di residenti e se dovesse accadere che un ospedale del genere venga riconvertito, e non sappiamo neppure come, sarebbe un grave danno per la salute dei cittadini. Purtroppo, tutta questa questione che mi preoccupa molto, fa emergere un triste fatto, cioè che la politica non riesce a prendere delle decisioni alle quali deve sempre metter mano la magistratura. La questione si poteva risolvere in altro maniera, pensando ad un risparmio alternativo, ad esempio con la messa a reddito”. Intanto il comitato in difesa del nosocomio incrocia le dita e spera di vincere la guerra dei “tagli indiscriminati del decreto 80”.