BRACCIANO, ALTRA DOCCIA FREDDA PER L'EX SINDACO PD: GIULIANO SALA E 2 EX ASSESSORI RINVIATI A GIUDIZIO

Red. Cronaca

Bracciano (RM) – L'ex sindaco PD di Bracciano Giuliano Sala e due ex assessori, Ivano Michelangeli (Lavori Pubblici) e Claudio Ciervo (Bilancio) sono stati rinviati a giudizio.

La Procura della Repubblica del  Tribunale di Civitavecchia questa volta contesta loro le “false dichiarazioni con le quali i tre negavano di non aver mai commissionato i lavori pubblici elencati nella fattura n.11 del 14.8.2014, che la ditta Lisii Pietro aveva emesso a carico del Comune” (art.479 del c.p) per un importo di oltre 120.000 euro, mai saldata. Inoltre si legge nel dispositivo: “nelle rispettive qualità di Sindaco e Assessori del Comune di Bracciano,  procuravano intenzionalmente un ingiusto profitto a Lisii  Pietro, incaricandolo verbalmente … dell’esecuzione dei lavori pubblici…, in violazione della normativa” (Art. 323 del c.p.).

Pare che i lavori siano stati commissionati a voce, addirittura con procedura per “somma urgenza”. La legge vuole che, se le opere sono eseguite in assenza di impegno contabile, le paga colui che le ha commissionate. Il rischio per i cittadini è che questa spesa possa finire tra i debiti fuori bilancio e potrebbe costituire inoltre ipotesi di danno erariale.

Il consigliere di opposizione Tondinelli ha fatto sapere che dopo aver effettuato alcune verifiche negli uffici del Comune di Bracciano, che hanno dato esito negativo, è scattata la denuncia penale che ha dato il via alle indagini della magistratura. "E come mai la fattura in questione, anziché riportare l’indirizzo della ditta Lisii, riporta l’indirizzo della residenza del consigliere Ivano Michelangeli (stessa via, diverso numero civico)?  Semplice refuso?" Hanno commentato dall'Associazione Salviamo Bracciano  

Queste ultime imputazioni si aggiungono quindi a quelle che hanno già colpito l'ex primo cittadino Giuliano Sala e parte delle sue ultime due giunte, Ciervo e Michelangeli compresi. Senza contare  gli avvisi di garanzia per associazione a delinquere, ai quali si sommano i rinvii a giudizio di altri tre dipendenti per le false dichiarazioni rese al PM nella vicenda del Protocollo  generale; le ipotesi di falso contestate dalla Procura ad altri due dipendenti; la situazione dell’ex Comandante della Polizia Locale imputato per non avere denunciato gli abusi accertati;  il disastro della Bracciano Ambiente Spa con i vertici rinviati a giudizio, disastro per il quale la Corte dei Conti ha condannato l’ex sindaco PD di Bracciano a risarcire 900 mila euro al Comune per i danni provocati alla cittadinanza.

Intanto in questi giorni  c'è attesa per la conferma della sentenza sull’istanza di fallimento della partecipata del Comune e nel frattempo, aumentano le preoccupazioni, da parte della cittadinanza, per il rischio di disastro ambientale che incombe sull’area di Cupinoro.  I tre imputati per la vicenda Lisii dovranno presentarsi in tribunale il 15 aprile prossimo.
 




BRACCIANO EUROPEE: BUON RISULTATO PER PD E MOVIMENTO 5 STELLE

Redazione

Bracciano (RM) – Elettori: 14.385 – Votanti: 8.379 (58,24 %). Ecco i risultati

PARTITO DEMOCRATICO 2.996 36,92
MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT 2.208 27,21
FORZA ITALIA 1.587 19,56
L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS 378 4,65
NUOVO CENTRO DESTRA – UDC 348 4,28
FRATELLI D'ITALIA – ALLEANZA NAZIONALE 341 4,20
LEGA NORD-DIE FREIHEITLICHEN-BASTA €URO 115 1,41
VERDI EUROPEI-GREEN ITALIA 69 0,85
SCELTA EUROPEA 33 0,40
ITALIA DEI VALORI 26 0,32
IO CAMBIO – MAIE 12 0,14




BRACCIANO: I CINQUE STELLE RISPONDONO A RENZI SUI FAMOSI TRE PUNTI

Redazione

Bracciano (RM) – Il Movimento Ciinque Stelle di Bracciano ha risposto al segretario del Pd Renzi sui tre punti rispetto ai quali il leader Pd avrebbe chiesto condivisione. Il 2 gennaio 2014 il nuovo segretario del Partito Democratico, pubblica la lettera che, a suo dire, avrebbe inviata a tutti i segretari dei partiti e al "leader" del MoVimento Cinque Stelle. Essa contiene la proposta di collaborazione su tre punti precisi:

1) Una legge elettorale che sia maggioritaria, che garantisca la stabilità e l’alternanza, che eviti il rischio di nuove larghe intese;
2) Una riforma del bicameralismo con la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie Locali e la cancellazione di ogni indennità per i senatori che non vengono più eletti ma diventano tali sulla base dei loro ruoli nei Comuni e nelle Regioni;
3) Una riforma del titolo V che semplifichi il quadro costituzionale e istituzionale, che restituisca allo Stato alcune competenze oggi in mano alle Regioni (per esempio l’energia) e che riduca il numero e le indennità dei consiglieri regionali al livello di quello che guadagna il sindaco della città capoluogo.

Non sono dunque tardate ad arrivare le risposte degli attivisti Cinque Stelle di Bracciano: "In questi mesi – scrivono – ci siamo più o meno abituati ai titoloni sulle testate giornalistiche nazionali, tuttavia quello che si legge nel blog del novello Segretario ci fa rimanere di stucco; passato il momento umano in cui il pathos prende il sopravvento e la lucidità viene meno, ci fermiamo a riflettere meglio su quanto scritto dal Sindaco di Firenze. Ancora una volta vediamo un partito che fa dichiarazioni mengnere a proposito dei risultati elettorali del 2013 in cui, asserisce Renzi nel suo monologo, il PD ne esce vincitore con il maggior numero di voti. Lo ripeteremo fino allo stremo che la prima forza politica per preferenza è stato il M5S con ben 9 milioni di voti. Il Governo – prosegue la nota – è stato formato in fretta e furia dopo l’incostituzionale rielezione di re Giorgio, grazie alle larghe intese portate avanti dai capilista Berlusconi e Bersani (Letta è entrato nel secondo tempo). La riforma del bicameralismo e delle istituzioni è un punto sul quale il M5S si batte da molti mesi e che ci ha visti votare a favore della mozione Giacchetti, che invece è stata bocciata in blocco dal PD e dallo stesso PDL che oggi, al contrario, invoca la riforma d’accordo con Alfano e la sua nuova indipendenza politica. L’istituzione della “Camera delle Autonomie Locali” cancellerebbe de facto la democraticità del Senato. I suoi partecipanti non sarebbero più eletti ma proverrebbero direttamente dai ruoli dei Comuni e delle Regioni, si aumenterebbe la sua rappresentatività e la democrazia diretta sarebbe ancora più lontana. Se si dovesse procedere in questo senso, dove andrebbe a finire la sovranità del popolo e il potere decisionale ch'esso dovrebbe pretendere? Il Senato nasce nel 1948 con lo scopo di assicurare la democraticità, è composto da 315 senatori elettivi e, secondo gli tabella 57 e 58 della Costituzione (quella stessa Costituzione che lor Signori avrebbero voluta ridotta alla loro mercé) i Senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che abbiano compiuto il venticiquesimo anno di età. In seguito, con la legge elettorale del 2005, alla coalizione che risulti di maggioranza relativa all'interno di ciascuna Regione sarebbe attribuito un numero di senatori pari ad almeno il 55%, a meno che non le spetti comunque una quota superiore. La sostanza con la proposta di Renzi non cambia, quindi la domanda è: di che cosa stiamo parlando?
“L'operazione mediatica Renzi” non è altro che la parvenza di un nuovo Illuminismo che si contrapponga alle ombre dell’attuale medioevo, perché è fatta solo di finte speranze, con in nuce già i primi tradimenti, come quello avvenuto durante la Rivoluzione Francese e la successiva incoronazione dell’imperatore Napoleone.




BRACCIANO, ELEZIONI ALL'OMBRA DI HITCHCOCK

Chiara Rai

E’ guerra all’ultimo voto a Bracciano dove le coltellate degli ultimi mesi hanno ben delineato l’aspra campagna elettorale che più che l’immagine di una scampagnata in riva al lago sembra aver assorbito il rosso vivo degli indimenticabili film di Alfred Hitchcock. Si corre in quattro: “Unione democratica Bracciano” che porta il sindaco Giuliano Sala, “Bracciano è Tua” con Alfredo Massi sostenuto dal Pdl, “Popolari con Baccini” che porta Fausto Di Benedetto e Bracciano bene comune, col candidato Elena Carone.. Era il 2007 e Giuliano Sala, attuale sindaco uscente di centrosinistra, vinceva con 4.605 voti pari al 45,4 per cento di consensi rispetto a 12.968 elettori e un affluenza alle urne che ha superato il 70 per cento. Il fiato sul collo, senza esito positivo, a Sala l’hanno messo i due contendenti di centrodestra i quali, arrivati spaccati alla meta, cinque anni fa,  gli hanno regalato la vittoria: Patrizia Riccioni incassò 3.846 voti e Alfredo Massi 1.192 pari rispettivamente al 37,9 e 11,8 per cento di consensi. A queste comunali lo scenario è cambiato. Si è litigato da entrambe le parti, con evidenti spaccature. Dopo un quieto vivere animato da qualche lite fisiologica, in casa Sala sono arrivate le dimissioni del vicesindaco Elena Carone, ambientalista ed esponente Sel che ha deciso di far naufragare l’intesa di fronte “alla politica dei rifiuti”, cioè rispetto alla decisioni della Bracciano Ambiente di gestione futura della discarica di Cupinoro. Carone, dunque, ci ha meso pochi minuti a dipingere Sala come il “re dei rifiuti”, soffiando su una vela fatta di slogan simili. La discarica, secondo le aspettative di Sel e Prc, avrebbe dovuto chiudere. Dunque i primi a sguainare le armi sono stati loro, portando come bandiera il ritornello “rifiuti zero” si sono opposti alla gestione della mega discarica Cupinoro-bis: “non vogliamo che Bracciano sia la città dei rifiuti” disse il coordinamento Sel quando la Carone chiuse la porta decidendo,  qualche tempo dopo, di correre in solitudine. Alfredo Massi, invece, è riuscito a far convergere quasi tutte le forze di centrodestra strappando il simbolo Pdl a Di Benedetto, unica e fastidiosa spina nel fianco di Massi che con decisione rivendica l’appartenenza ai Cristiano Popolari tra le formazioni costituenti del Pdl. E quindi di metamorfosi ce ne sono state e anche di coltellate. E’ interessante andare a vedere dove sono finiti i contenuti (politici) e dove i contenitori.