Bruzzone a Marco Strano: “Si può risparmiare di venire a Genova e a Savona per l’udienza a meno che non voglia mangiarsi dell’ottimo pesto!”

Pronta la replica della criminologa Roberta Bruzzone alla nota del legale di Marco Strano che invitava la brava e bella professionista del crimine, consueta ospite del programma Porta a Porta, a rinunciare alla prescrizione. E la replica è stata chiara e diretta: “Ma anche no! Sono davvero spiacente – dice Roberta Bruzzone – ma dovrò deludere, anche questa volta, le aspettative dello Strano. Non ho nessuna intenzione di rinunciare alla prescrizione soprattutto per quattro ordini di motivi:
1. Ho già vinto un processo in sede civile praticamente per i medesimi post “fai da te” (scritti su pagine di programmi di videoscrittura senza il benché minimo riferimento al mio profilo Facebook) nei confronti della moglie di Strano. La sentenza è già passata in giudicato. Pensate, non è stato neppure proposto appello. E la signora Strano è stata persino condannata a pagare le mie spese legali. Anzi, approfitto dell’occasione per ringraziare pubblicamente l’ufficiale giudiziario per essere riuscito, dopo tre anni e una visita a casa Strano, a recuperare l’intera somma che mi doveva;
2. Non ho alcuna intenzione di fare a Strano il grande regalo di sperare di potermi rivedere ancora di persona.
3. Non ho alcuna intenzione di permettere a questo soggetto di godere, di riflesso, della mia enorme visibilità mediatica.
4. Non ho alcuna intenzione di dovermi difendere ancora dalle sua accuse completamente infondate. In questi 10 anni mi ha denunciato per calunnia, tentata estorsione, appropriazione indebita e usurpazione di titoli, diffamazione aggravata e, indovinate un pò? Tutte queste sue querele sono state archiviate perché completamente prive di fondamento. Praticamente mi ha denunciato per tutti i reati del codice penale tranne che per omicidio. Per il momento almeno.

Quindi vedremo come andrà a finire. Di sicuro questi due procedimenti non avranno neppure modo di vedere la luce. Per cui, visto che sono una persona corretta, già gli anticipo che si può risparmiare di venire a Genova e a Savona per l’udienza a meno che non voglia mangiarsi dell’ottimo pesto. In tal caso alzo le mani”.




Roberta Bruzzone e il suo ex Marco Strano: due appuntamenti in tribunale per la bella criminologa

La bagarre tra Roberta Bruzzone e Marco Strano è finita al tribunale di Genova in un processo che vede la bella e bionda criminologa accusata del reato di diffamazione aggravata nei confronti del suo ex compagno, il poliziotto Marco Strano. Il prossimo 2 luglio è fissata la seconda udienza dopo che a novembre 2017 c’è stato un difetto di notifica alla difesa di Bruzzone dell’avviso conclusione indagini preliminari.
Come riportato in una nota dell’avvocato Elena Fabbri, legale di Strano, l’accusa mossa alla bellissima e celebre criminologa, spesso ospite di Porta a Porta, riguarda “condotte perpetrate , in tesi di accusa , in un arco temporale , nel quale la stessa imputata avrebbe insistentemente propalato – mediante messaggi veicolati tramite il notissimo social network Facebook, così contemplandosi la specifica circostanza aggravante dell ‘utilizzo di un mezzo di pubblicità offensivi apprezzamenti nei confronti del Dott . Marco Strano nonché della sua fidanzata , ad oggi legittima consorte, giovane e bellissima modella di provenienza dell ‘est”.

Lo stesso legale di Strano fa sapere alla nostra redazione de L’Osservatore d’Italia che il prossimo 11 di luglio a Savona ci sarà l’udienza preliminare di un altro procedimento penale , sempre a carico della di Bruzzone e con Marco Strano in veste di persona offesa e “costituenda” parte civile per il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa tramite internet , in relazione ad articoli nei quali Bruzzone asseriva che il funzionario di Polizia la perseguitava da anni ed affermava di averlo ripetutamente denunciato proprio per questi motivi.
La del legale dell’ex fidanzato di Bruzzone prosegue: “Tuttavia , le denunce sporte dalla Dott.ssa Bruzzone trattate negli articoli di stampa ed internet di cui al capo di imputazione sono state oggetto di archiviazione , mentre il Dott . Strano è ad oggi persona offesa in due procedimenti a carico della Bruzzone e non vi è stato alcun rinvio a giudizio per i fatti all’epoca denunciati da quest ‘ultima. Infine , con specifico riferimento all ‘esigenza manifestata dalla stessa Bruzzone , a mezzo di comunicato-stampa a firma dei propri legali del 5 febbraio 2015, di vedere nel suddetto processo per diffamazione l ‘occasione a lungo attesa per dimostrare all’Autorità Giudiziaria di essere vittima di una campagna persecutoria , si auspica vivamente che la Dottoressa voglia rinunciare alla prescrizione , che vanificherebbe la predetta opportunità da tempo attesa dalla medesima”.




Lettera a “Porta a porta” contro Bruzzone: finisce male per chi ha provato a screditare la criminologa

IN DATA 26 GENNAIO 2024 L’AVV. MARIA PAOLA FERRARI DELLO STUDIO LEGALE LICONTI GALLIANO VILLA E ASSOCIATI HA INVIATO UNA PEC A QUESTO QUOTIDIANO PER INFORMARE RIGUARDO L’ESITO FINALE DELLA VICENDA GIUDIZIARIA, VALE A DIRE DELL’AVVENUTA ASSOLUZIONE DEL DOTT. CETARA E DEL DIRETTORE DE “IL SECOLO XIX” DOTT. LA ROCCA DALLE IMPUTAZIONI LORO ASCRITTE, INTERVENUTA CON LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO PENALE DI GENOVA N. 2703 DEL 28/9/2023, PASSATA IN GIUDICATO E DEPOSITATA IN CANCELLERIA IN DATA 27 NOVEMBRE 2023 CHE RENDIAMO DISPONIBILE QUI DI SEGUITO:

CLICCARE QUI PER LEGGERE LA SENTENZA

La macchina del fango spesso e volentieri diventa un boomerang per chi la costruisce e pensa che possa avere un minimo effetto su persone tutte d’un pezzo come è Roberta Bruzzone, una professionista che evidentemente ha destato gelosie nel suo campo anche da parte di chi si è riciclato in un ambiente che non lo acclama tanto quanto la bionda criminologa ospite fissa a “Porta a Porta” ogni qual volta si commentano i casi di cronaca nera. E proprio il salotto di Vespa è stato destinatario di una lettera che ha provato invano a screditare Roberta Bruzzone tant’è che in sede giudiziaria stanno arrivando i primi esiti: il Gup Dott.ssa Cinzia Perroni, all’esito dell’udienza preliminare del 03/10/2017, ha rinviato a giudizio l’ex Direttore del quotidiano genovese “il Secolo XIX”, Umberto La Rocca, ed il giornalista Graziano Cetara.

I reati contestati sono: diffamazione a mezzo stampa per il giornalista ed omissione di controllo da parte dell’ex Direttore, per avere dato credito e risalto, in un articolo pubblicato nell’ottobre del 2011, ad un documento, gravemente offensivo della reputazione della nota Criminologa Roberta Bruzzone, “riportando fatti senza verificarne la veridicità ed omettendo di rendere note rettifiche e smentite” prontamente espresse da persone falsamente citate come firmatari.

In particolare, il citato articolo rendeva nota l’esistenza di una lettera aperta indirizzata a Bruno Vespa, della cui trasmissione “Porta a Porta” la Bruzzone è tutt’ora ospite pressoché fisso, nella quale, senza alcun fondamento, veniva segnalata una presunta mancanza di titoli per l’esercizio della professione e, ancor più grave, la falsificazione di altri. Si sottolineava la presenza tra i firmatari di numerosi sindacati che, in seguito alla pubblicazione dell’articolo, hanno incisivamente manifestato la loro totale estraneità all’iniziativa, senza che la testata provvedesse alle doverose rettifiche e precisazioni.

Peraltro, in una conversazione telefonica antecedente la pubblicazione dell’articolo inerente la “lettera aperta”, il giornalista era stato reso edotto dalla Bruzzone della inconsistenza delle accuse, da attribuirsi ad una persecuzione operata da una terza persona nei confronti della quale già erano state avviate azioni giudiziarie. L’ennesima bufala insomma, che, anche a causa del credito concesso dall’imputato giornalista e dal quotidiano, ha assunto connotazioni gravi, che hanno fortemente leso la Criminologa.




BRUZZONE RINVIATA A GIUDIZIO PER DIFFAMAZIONE: INTERVISTA AL GENERALE LUCIANO GAROFANO

di Chiara Rai

“Oggi mi è stata finalmente restituita parte della mia onorabilità gratuitamente calpestata. Il G.I.P. del Tribunale di Genova ha rinviato a giudizio Roberta Bruzzone per diffamazione aggravata a seguito delle gravissime offese fatte nei miei riguardi in una lettera aperta pubblicata sul suo blog il 14 gennaio 2013”. Questo il messaggio scritto dal Generale Luciano Garofano su Facebook. Per saperne di più abbiamo contattato il dottor Garofano, stimato biologo italiano e Generale in congedo dell'Arma dei Carabinieri

Generale in che modo Roberta Bruzzone l’avrebbe diffamata?
È successo a gennaio del 2013 a seguito di un mio messaggio di solidarietà allo stimatissimo collega di Polizia Marco Strano. Devo dedurre che la dottoressa Bruzzone equivocando il contenuto di quel messaggio, che non faceva alcun riferimento alla sua persona, si è sentita chiamata in causa dalle mie parole di solidarietà nei confronti di Strano e si è espressa sulla rete con dei toni nei miei riguardi assolutamente fuor di luogo e fortemente oltraggiosi e irriguardosi.

E quali epiteti le avrebbe rivolto?
Si tratta di una lettera aperta pubblicata sul suo blog dai contenuti inenarrabili mi creda, arrivando persino ad affermare che era felice (la Bruzzone) che un soggetto come me non “potrà mai più disonorare una divisa” e non vado oltre perché preferisco risparmiare la ripetizione di queste parole che hanno profondamente leso la mia persona.

Quando la prima udienza?  Il 7 aprile di quest’anno a Genova

Si ritiene soddisfatto?
Non si può essere soddisfatti di nulla però, come ho scritto, mi è stata restituita parte della mia onorabilità e ritengo sia già un risultato importante che il pm e il Gip abbiano ritenuto che sia giusto andare a processo perché ritengono la fondatezza della diffamazione aggravata nei miei confronti.



Ha la stima di migliaia di persone, che cosa sente di dire a chi calpesta con parole diffamanti l’onorabilità altrui?
Vorrei che la rete recuperasse rispetto ed educazione e quindi biasimo personalmente tutti coloro che assumono atteggiamenti denigratori gratuiti e li diffondono sulla rete come se nulla fosse. Bisognerebbe anche pretendere il rispetto della professionalità e dell’onorabilità di ciascuno. Io mi sono guadagnato il rispetto sul campo e la divisa la porterò sempre con profonda dedizione. E’ davvero triste notare che persone che nemmeno ti conoscono, non sanno nulla delle tue competenze ed esperienze, si permettano di offenderti liberamente e senza limiti.