BUFERA IN CASA GUARDIA DI FINANZA

Redazione

Bufera in casa Guardia di Finanza dove risulterebbe indagato per corruzione il generale Vito Bardi numero due del corpo in qualità di comandante in seconda della Guardia di Finanza. Si tratta dell'ultimo sviluppo dell’inchiesta che ha portato anche all'arresto del colonnello Fabio Massimo Mendella, comandante della sede di Livorno accusato di aver percepito un milione di euro per "pilotare" verifiche fiscali favorendo alcune società di imprenditori quando era in servizio a Napoli.

E anche il generale in pensione della Gdf Emilio Spaziante, arrestato la settimana scorsa per la vicenda Mose, risulta indagato in un altro filone dell'inchiesta della procura di Napoli sulle verifiche fiscali pilotate. Non si conosce l'ipotesi di reato. Bardi nel 2013 sostituì proprio Spaziante nel ruolo di comandante in seconda della Guardia di Finanza. Il sospetto è che il generale Bardi abbia ricevuto parte di quella somma oltre ad alcuni regali e favori. Nell'ambito dell’inchiesta che ha portato all'arresto del colonnello Mendella, i pm di Napoli Piscitelli e Woodcock hanno disposto una perquisizione nel comando generale della Gdf a Roma. I pm Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock ipotizzano per entrambi il reato di concorso in concussione per induzione e di rivelazione del segreto d'ufficio. Secondo l'accusa, l'importo delle donazioni di denaro e di varie utilità incassate dagli indagati ammonta ad un milione di euro. Secondo la Procura di Napoli, Mendella tra il 2006 e il 2012, quando era responsabile del settore verifiche al Comando provinciale della GdF di Napoli, tramite De Riu avrebbe incassato insieme ad altre persone, in corso di identificazione, oltre un milione di euro da vari imprenditori napoletani come "compenso" per evitare verifiche ed accertamenti fiscali. L'operazione è stata chiamata "Last Door".Dopo il 2012 Mendella fu trasferito al Comando provinciale di Roma e, secondo l'ipotesi investigativa, in occasione di questo trasferimento sarebbe stata trasferita anche la sede della società holding, la Gotha spa, oggetto di una verifica "pilotata", poi effettivamente svolta dal gruppo di sezioni coordinate dal colonnello Mendella.

Le indagini, che sono state svolte sotto il coordinamento della II Sezione dei reati contro la Pubblica amministrazione e condotte dalla Digos della Questura di Napoli con l'ausilio della Direzione centrale di Polizia criminale, del Comando provinciale e del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma, sotto tuttora in pieno svolgimento e mirano ad accertare eventuali altri elementi utili per la ricostruzione dei fatti.