CADAVERE VICINO CASA ELENA CESTE: VICINI ALL'ESITO DI ROMANAZZI

di Angelo Parca

Ore frenetiche di estenuante attesa per il riconoscimento del cadavere ritrovato nell’astigiano a circa due chilometri dall’abitazione di Elena Ceste òa mma di quattro figli scomparsa completamente nuda dalla sua casa la mattina del 24 gennaio scorso. Non si può escludere che il cadavere in avanzato stato di decomposizione trovato nelle campagne dell'Astigiano possa appartenere a Federica Farinella, la trentenne ex modella di Rivoli scomparsa nel nulla il 2 settembre 2001 dalla casa di campagna dei genitori a Chiusano d'Asti. Lo rende noto “Chi l’ha visto?”, che ha interpellato il padre Francesco, che non si è mai arreso, continuando a battersi con gli altri familiari dell’associazione Penelope, di cui è vicepresidente per il Piemonte. “Ho pensato subito a mia figlia”, ha detto al programma Francesco Farinella, che dunque chiederà che il confronto con il Dna del corpo ritrovato sia fatto anche con quello della sua Federica.

Sarà Francesco Romanazzi, direttore della medicina legale di Alba (Cuneo), ad effettuare l'autopsia del cadavere trovano sabato scorso in un canale di scolo nelle campagne dell'Astigiano, a pochi chilometri dall'abitazione di Elena Ceste. L'esame autoptico, che verrà eseguito nei prossimi giorni, servirà a stabilire se i resti appartengono o meno a Elena Ceste. Il medico legale, accompagnato dal comandante provinciale dei carabinieri di Asti, tenente colonnello Fabio Federici, ha effettuato nel pomeriggio di ieri 21 ottobre 2014 un accurato sopralluogo nell'area del ritrovamento. Erano presenti anche gli investigatori del Nucleo investigativo dell'Arma e la scientifica.

La storia 

Elena aveva rapporti d’amicizia anche con alte figure maschili. Viene accertato dagli inquirenti che riceva diversi messaggi sul suo cellulare personale e che aveva anche un proprio profilo personale su Facebook, all’insaputa dei familiari. Aveva riallacciato amicizie con molte persone legate al suo passato.

Gli investigatori hanno chiesto a Michele se fosse a conoscenza del contenuto dei messaggi ricevuti da Elena, che in alcuni casi sono riconducibili a legami amorosi intrattenuti dalla giovane donna. Michele si è sempre mostrato incredulo a tutto ciò e avrebbe messo le mani sul fuoco, a conferma dell’ottima reputazione che aveva per lui la sua consorte. Mai e poi mai si sarebbe comportata così, distraendosi con altri uomini, lontano dal focolare domestico. Insomma era per tutti una donna casa e chiesa.

Anche a luglio nella trasmissione “Chi l’ha visto?”, la giornalista Federica Sciarelli ha detto che in redazione era arrivata anche una lettera da un amico della vittima, il quale sarebbe a conoscenza di alcuni dettagli della vita coniugale di Elena Ceste e del marito. La conduttrice ha letto solo la parte iniziale del testo, evidenziando che l’autore avrebbe affermato di essere a conoscenza del fatto che Elena avesse intenzione di richiedere la separazione coniugale. La Sciarelli ha invitato l’artefice della missiva a farsi avanti, poiché come lui sostiene, non è alla ricerca di clamore e non è tanto meno un mitomane. La lettera rimane una pista valida, che potrebbe far cadere la maschera a chi ancora oggi, cade dalle nuvole. 

Tante sono le circostanze oscure in questo caso. Anche la mattina della scomparsa, il 24 gennaio, Michele si recò da un medico, proprio perché era turbato dal comportamento che avrebbe avuto sua moglie la sera prima della scomparsa. Proprio su questo episodio ci sono le telecamere che hanno ripreso i movimenti dell’uomo, che a tutt’oggi non è accusato di nulla. Ed è il marito a confermare che qualcosa di preoccupante doveva esserci nello stato d’animo della moglie: “Mi aveva detto delle cose molto strane, confidandomi di aver paura che qualcuno ci portasse via i nostri bambini. Anche al suo risveglio mi aveva detto che non si sentiva bene e per questo mi aveva chiesto se potessi accompagnare io i nostri figli a scuola. Poi però aveva cambiato idea e mi aveva detto di lasciarli a casa. Allora io l’avevo tranquillizzata e poi ero uscito. Rientrando a casa, dopo aver lasciato i bambini a scuola, mi ero fermato davanti allo studio del medico. Era ancora chiuso. Mi ero segnato Borano di ambulatorio perché volevo che visitasse mia moglie. Arrivato a casa, Elena non c’era più».