Caivano, la camorra risponde allo Stato. Don Patriciello: “Spari all’impazzata, è il terrore…”

In sella alle loro moto, sono arrivati ancora una volta. Volti coperti.

Armi pesanti in mano.  Sfrecciano per i viali sparando all’impazzata. È il terrore…”.
    Paura poco prima della scorsa mezzanotte nel Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, per una stesa, un raid con colpi di arma da fuoco sparati all’impazzata: a denunciarla su Facebook è don Maurizio Patriciello, parroco che da anni si batte contro la criminalità. 

   “Secondo me i topi si sentono stanati, dopo aver ballato per anni e anni senza il gatto. La camorra ha capito che qualcosa di serio e di importante sta avvenendo”. Don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, ‘legge’ gli spari all’impazzata della scorsa notte come una reazione dei clan alla pressione dello Stato e all’attenzione delle istituzioni, dopo la visita e gli impegni della premier Meloni. “Stanotte è accaduto qualcosa di orribile, ma non ci arrendiamo e non abbiamo paura. Ci sono qui tanti poliziotti e carabinieri, e ci siamo anche noi”.

È previsto a breve un aumento delle forze dell’ordine nel territorio di Caivano, grazie ad un aumento del 20% dei carabinieri in servizio alla compagnia comando di Caivano, oltre all’incremento di agenti al commissariato di polizia di Afragola e alla tenenza della Guardia di finanza a Frattamaggiore. È quanto si apprende da fonti del Viminale.

Dalla visita della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Caivano, lo scorso 31 agosto, sono stati tre i raid a colpi d’arma da fuoco che si sono succeduti nella zona del Parco Verde di Caivano. L’ultima ieri notte, nel corso della quale ignoti hanno sparato 19 volte con armi di due diversi calibri. La sera precedente lo scorso 5 settembre, giorno in cui a Caivano è scattata una massiccia operazione interforze nella quale sono stati impiegati 400 agenti delle forze dell’ordine, ce ne sarebbe stata una durante la quale un uomo di 43 anni è stato ferito a colpi di pistola. Ma non si esclude però che si sia trattato di un agguato più che di una ‘stesa’ classica, quella con spari all’impazzata a scopo intimiditario. Su siti online locali, infine, si dà anche notizia di un’altra stesa che sarebbe avvenuta giovedì scorso ma che non sarebbe stata denunciata alle forze dell’ordine.

“La domenica volge a termine – scrive don Maurizio – manca poco più di un’ora alla mezzanotte. Per la gente della mia parrocchia non c’è pace. In sella alle loro moto, sono arrivati ancora una volta. Volti coperti. Armi pesanti in mano. Sfrecciano per i viali sparando all’ impazzata. È il terrore. Le ‘stese’ fanno paura. Può morire chiunque. Signore, aiutaci. E voi tutti che avete criticato le forze dell’ordine e l’intervento del governo, vergognatevi. E, se avete il coraggio, venite voi ad abitare con i vostri figli al ‘Parco Verde’ in Caivano. Forza, fratelli e sorelle onesti del Parco Verde. Coraggio. Il Signore non ci abbandona”. All’alba del 5 settembre, lo Stato aveva fatto vedere e sentire la sua presenza a Caivano con un’operazione interforze nella quale sono stati impiegati 400 uomini. Qualche giorno dopo è stato varato il decreto legge Caivano.

“Ci sono persone mascherate – dice don Patriciello – che arrivano in moto ad alta velocità con i kalashnikov sulle spalle e sparano all’impazzata. Il quartiere va nel terrore, basta poco per morire colpito da un proiettile vagante. È pericoloso, qualcosa di inconcepibile. Le forze dell’ordine in questi giorni si stanno facendo in quattro, ma queste persone volano alla velocità della luce, avviene tutto in fretta e poi scappano via. La gente è nuovamente entrata nel terrore, è la terza volta che accade un episodio simile da quando a Caivano è venuto il presidente del consiglio. Io leggo questa cosa come una sfida allo Stato. Come se volessero dire che non hanno paura dello Stato, questa è la chiave di lettura”. “Da anni combatto contro la criminalità. Ognuno di noi parla dal suo posto, ma ci vorrebbe più umiltà quando si parla. La riflessione da sola non basta, il problema è che mentre mandiamo i bambini a scuola dobbiamo iniziare con loro un discorso di educazione. Ma queste persone sono per strada e ti ammazzano i figli. Giogiò è stato ucciso a 24 anni da un 16enne che esce per strada con la pistola. Ed è vigliacco che dopo averlo ucciso se ne vada a giocare a carte. Ha 16 anni, ma può essere ancora considerato un minore?», afferma il sacerdote.

“Ora serve tutto, serve parlarne. La camorra vuole il silenzio.
Io vivo sotto scorta, ma non ho soldi, mi minacciano perché hanno paura della parola. La mia parola fa paura. La camorra vuole il silenzio, vuole il buio, perché conviene creare il ghetto, non vuole che Caivano comunichi, non vuole la solidarietà. All’interno del ghetto, il boss è il re e in questo momento in cui lo Stato è arrivato e la presenza si vede nelle strade, la camorra non lo vuole. Quindi, approfittando della tarda ora, sono arrivati e hanno dato questa manifestazione di forza per dire che loro non hanno paura. So che il governo non ci lascerà soli, sono convinto che ora qualcosa succederà. Ci sono state tante passerelle, sappiamo come funziona la politica ma credo che questa volta qualcosa succederà. Il Signore non vuole che le strade di Caivano si riempiano ancora di sangue”, conclude Patriciello.

Intanto questa mattina ignoti hanno esploso diversi colpi d’arma da fuoco contro un’auto parcheggiata in strada, sempre a Caivano. Non ci sono feriti. Indagini in corso a cura dei Carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna e della compagnia di Caivano.




Il “dopo Caivano”, Piantedosi: “Stretta sui minori armati”

L’operazione di polizia non può essere l’unico strumento di intervento, ma bisogna offrire nuove e migliori opportunità ai giovani del territorio”, servono “risposte sul piano sociale, educativo, culturale, delle infrastrutture sportive”.

Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un’intervista al Messaggero commentando il blitz di Caivano.

Il fenomeno criminale è cambiato. Oggi ci sono “giovani che impugnano le armi e le usano per motivi futili, senza alcun rispetto per la vita altrui”, rileva il ministro. Ecco perché “il governo – spiega – è al lavoro per varare al più presto un pacchetto di misure per garantire più sicurezza nelle nostre città. Il contrasto al fenomeno crescente e preoccupante dell’uso di armi da parte di giovanissimi è sicuramente uno dei temi”.

Il confronto all’interno dell’esecutivo – rivela Piantedosi – è sull'”introdurre norme più efficaci sul piano sia della prevenzione che della repressione, coniugando appieno l’assoluta esigenza del recupero del minore”. È stato predisposto “un aumento del 20% dei carabinieri in servizio presso la compagnia di Caivano“, riporta il ministro. Rinforzi – annuncia – sono previsti anche ad Afragola (polizia) e Frattamaggiore (Guardia di Finanza). Altra priorità del governo è “il contrasto alle occupazioni abusive”, ecco perché Piantedosi ha “inviato a tutti i prefetti una direttiva chiara su tutte le nuove occupazioni per intervenire immediatamente con lo sgombero”.




Caivano, omicidio Fortuna Loffredo: il patrigno condannato all’ergastolo

NAPOLI – È uscita la sentenza del processo che vede imputati Raimondo Caputo e la sua convivente Marianna Fabozzi per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, 6 anni, precipitata da un balcone dell’ottavo piano nel Parco Verde di Caivano il 24 giugno del 2014. Caputo, patrigno della bambina, dovrà scontare l’ergastolo. Alla convivente dello stesso Caputo sono stati dati 10 anni.

Al termine della lettura della sentenza, la mamma di Fortuna, Imma Guardato, è rimasto in silenzio per qualche minuto. Poi è scoppiata in lacrime, riuscendo soltanto a dire poche parole: «Certo, giustizia è fatta. Ma la condanna peggiore l’ho avuta io», ha detto riferendosi alla perdita della figlia. Caputo invece, uscendo dall’aula, ha continuato a ripetere: «Non ho ucciso io la bambina»
E’ stata riconosciuta la validità dell’impianto accusatorio, che si basava soprattutto sulle dichiarazioni delle tre figlie della Fabozzi oltre che sulle intercettazioni ambientali; impianto non condiviso dal padre della bimba uccisa, secondo il quale responsabile dell’orrore è proprio la Fabozzi, con la complicità di un suo successivo compagno.




CAIVANO, ORRORE AL PARCO VERDE: ABUSI SESSUALI SULLA FIGLIA DI 3 ANNI

Redazione

Caivano (NA) – All’alba di oggi, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i carabinieri della Compagnia di Casoria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta della Procura di Napoli Nord, nei confronti di 2 persone, conviventi, indagate per violenza sessuale aggravata nei confronti della loro figlia di 3 anni. Le indagini, pur derivando dalla vicenda – che ha suscitato grave allarme tra la popolazione – , della morte della piccola Fortuna Loffredo, avvenuta nel Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014, ha fatto emergere un ulteriore fatto, autonomo rispetto alla tragedia di Fortuna. Nel corso delle investigazioni, è risultato che l’uomo avrebbe costretto la bimba a subire atti sessuali contro la sua volontà in presenza della madre, la quale – sebbene avvisata in più occasioni dalla figlia dei comportamenti assunti dal convivente ai suoi danni – non li impediva, omettendo, altresì, di denunciarli né si attivava per evitare il protrarsi delle violenze. Nel corso dell'indagini furono già adottati provvedimenti cautelari personali ed arrestati 2 coniugi, che abitavano nella stessa palazzina di Fortuna Loffredo, anch’essi accusati di violenza sessuale aggravata nei confronti della loro figlia di 12 anni.




CAIVANO, MORTE FORTUNA LOFFREDO: IPOTESI DI ABUSI SESSUALI SULLA PICCOLA

Di Christian Montagna


Caivano
– Era lo scorso 24 Giugno quando al Parco Verde di Caivano la piccola Fortuna Loffredo morì precipitando dal balcone della sua abitazione. Le indagini aperte dalla questura mirano a scoprire l’omicida che molto probabilmente, avrebbe abusato sessualmente della piccola. I segni ritrovati sul corpicino senza vita di Fortuna, farebbero pensare ad una violenza sessuale. La più atroce delle scoperte dunque. Il fascicolo aperto dalla procura è contro ignoti. L’ipotesi di una morte accidentale potrebbe essere un’altra delle alternative su cui gli investigatori stanno lavorando. Il prossimo 23 Luglio, sono state fissate le perizie degli esperti del laboratorio della sezione biologia dei carabinieri del Ris di Roma. Si cerca di repertare più oggetti possibili utili alle indagini. Il padre della piccola, Pietro Loffredo, in carcere per una condanna a undici anni, chiede giustizia. Proprio lo scorso anno, nello stesso luogo aveva perso la vita un altro bambino, molto probabilmente nello stesso modo della piccola Fortuna. La procura in collaborazione con un pool di psicologi, ha sentito Dora l’amichetta di sempre della piccola e altri minori per cercare di ricostruire quel maledetto giorno in cui Fortuna ha smesso di vivere.
 




CAMPANIA, DECRETO TERRA DEI FUOCHI: I SINDACI DI AFRAGOLA, CAIVANO E CASALNUOVO, "IL CONTROLLO DEL TERRITORIO RESTA UN NODO DA SCIOGLIERE"

Il Sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, Sindaco di Afragola, Domenico Tuccillo, Sindaco di Caivano, Antonio Falco, Sindaco di Casalnuovo, Antonio Peluso

I sindaci di Acerra, Afragola, Caivano e Casalnuovo intervengono con una dichiarazione congiunta sul decreto legge del governo sulla Terra dei fuochi: «Va bene il decreto del governo, va bene l’inasprimento delle pene e i fondi per le bonifiche, ma il controllo del territorio resta un nodo insoluto. Per scongiurare il rischio di nuovi sversamenti di rifiuti tossici nelle campagne l’impiego dell’esercito rappresenta una risposta emergenziale e certamente limitata nel tempo. Una soluzione definitiva non può prescindere da un impegno finanziario del governo che consenta ai comuni, specie quelli organizzati in associazione, di predisporre e di consentire un controllo h24 del territorio e quindi turni di lavoro della polizia locale che vadano oltre l’orario ordinario. Risorse che vengano utilizzate in deroga alla normativa del patto di stabilità e che non vengano computate nei limiti della spesa del personale».
Già lo scorso ottobre i sindaci Raffaele Lettieri, Domenico Tuccillo, Antonio Falco e Antonio Peluso avevano avviato,grazie a un Tavolo congiunto, un'azione di coordinamento per fronteggiare gli incendi della Terra dei fuochi. L'incontro, che ha rappresentato una svolta nella metodologia messa in campo dai quattro comuni nell'affrontare l'emergenza rifiuti tossici, aveva definito linee guida specifiche per i rispettivi comandi della Polizia Locale con l'obbiettivo di assicurare un'azione più efficiente ed efficace nella vigilanza e nella repressione del fenomeno criminoso degli incendi nocivi, con particolare riguardo alle aree periferiche e ai confini comunali. Un chiaro segnale di tolleranza zero a tutela della salute dei cittadini.

LEGGI ANCHE:

03/12/2013 CAMPANIA, TERRA DEI FUOCHI: PENE SEVERE PER CHI COMMETTE REATI AMBIENTALI