Roma, Gargano su prevenzione idrogeologica: “È tempo di superare la logica degli stati di calamità naturale”

“Dar vita ad un tavolo permanente attorno ad un patto fra soggetti della cultura del fare nel campo della prevenzione idrogeologica per offrire, in sintonia con le Istituzioni, soluzioni operative atte a superare le contraddizioni di un settore, dove tutto è a posto, ma nulla è in ordine, come dimostrano le ripetute dichiarazioni di stato di calamità naturale, in grado di ristorare mediamente solo il 10% dei danni subiti per calamità naturali. La sede potrebbe essere il Dipartimento Casa Italia, istituito dal Governo.”

A proporlo è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto nella Sala della Protomoteca del Comune di Roma Capitale alla presentazione del Piano Stralcio per la difesa dal rischio idrogeologico e la tutela ambientale dell’area metropolitana di Roma e dello Stato Città del Vaticano, organizzata dall’Amministrazione Capitolina e dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale.

“Sulla prevenzione da alluvioni e frane ormai sappiamo tutto, c’è una diffusa sensibilità, ci sono le risorse ed è chiara la catena delle responsabilità; eppure si susseguono le emergenze – prosegue il DG di ANBI – Oggi sono stati annunciati bandi per 10 milioni di lavori a tutela del centro di Roma, cui però bisogna affiancare un chiaro indirizzo politico e avere idee precise su chi farà la manutenzione successiva, altrimenti si rivelerà un investimento inutile. Primo obbiettivo deve essere l’approvazione della legge sul consumo del suolo, ferma da anni nei meandri parlamentari, cui affiancare la ferma volontà di realizzare un patto con i cittadini per formarli e informarli sui comportamenti da tenere in situazioni di crisi al tempo dei cambiamenti climatici.”




Italia, Gargano (ANBI) su stati di calamità e rimborsi dei danni: “Di fronte alle sciagure siamo campioni nel passare dall’emozione alla rimozione”

“L’Italia è un campione di velocità nel passare dall’emozione per una sciagura alla sua rimozione nella memoria collettiva e conseguentemente nelle scelte politiche per eliminarne le cause”: la frase ad effetto è di Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al convegno per i 30 anni della Legge 183 sulla Difesa del Suolo, organizzato nella Capitale dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma.

Sono trascorsi ben tre decenni dalla fondazione dell’Autorità di Bacino, ente istituito, in Italia, con la legge 183 del 18 maggio 1989 – la cosiddetta legge De Marchi – relativa alle norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo.

La legge prevedeva che un unico organismo avocasse a sè la materia idrogeologica, in tutta la sua complessità ma non è stato così.

Il dato di base è che l’Italia è sottoposta a questi fenomeni. Dal 1950 ad oggi, i terremoti hanno causato 5.000 vittime e quelli avvenuti tra il 1968 e il 2017 hanno prodotto danni diretti per 108 miliardi di euro. Lo stato ha speso 122 miliardi per i sismi accaduti tra il 1968 e il 2012, spesso erogati a distanza di anni dall’evento. Le alluvioni avvenute dal 1950 hanno causato 1.200 tra morti e dispersi.