CAMERA DEI DEPUTATI: PRESENTATO IL LIBRO "LA CITTA' E' UNA SOLA"

di Silvio Rossi

La presentazione nella sala Aldo Moro, alla Camera dei Deputati, del libro di Ernesto Preziosi: “Una sola è la città” è stata l’occasione per affrontare il tema dell’impegno dei cattolici in politica. Un libro che affronta l’argomento senza fare sconti a nessuno, che impegna il lettore nella riflessione, che non si legge facilmente, ma proprio per questo ha affascinato chi l’ha affrontato, in primis i relatori della serata che hanno elogiato la profondità con cui l’autore ha trattato i temi.

L’incontro, moderato dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, ha offerto spunti interessanti, grazie agli interventi degli ospiti, che hanno impreziosito il pomeriggio con riflessioni non banali, che non hanno cercato di trovare facili risposte, ma hanno posto domande su cui gli intervenuti possono sviluppare una propria convinzione, con elementi di conoscenza maggiore.
Il primo dei relatori, monsignor Bregantini, arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione Cei per gli affari sociali e il lavoro, ha posto l’accento sulla necessità per i cristiani di non chiudersi nelle proprie posizioni, ma di aprirsi al dialogo. Per Bregantini anche il risultato recente delle elezioni greche, che hanno visto il successo della sinistra radicale di Syriza, non deve spaventare. Certamente il fenomeno desta una certa preoccupazione, però non bisogna chiudersi su posizioni di contrasto precostituite, bisogna invece accompagnare le scelte del nuovo governo greco cercando di indirizzarlo in un piano compatibile con i valori riconosciuti dai cristiani.
Gli ha fatto eco Agnese Moro, figlia dello statista ucciso nel 1978 dalle Brigate Rosse, una delle figure che meglio hanno rappresentato l’impegno cattolico in politica coniato nel rispetto dei valori, ma che non è mai scaduto nella china di una clericalizzazione delle istituzioni. La relatrice, che è stata invitata dall’autore proprio perché la sua testimonianza nelle scuole e in altri incontri ha molto in comune con la sua esperienza personale, ha posto alla platea alcune domande circa la necessità, i risultati, e l’eventuale mancanza dei cattolici in politica. Nella sua riflessione ha concluso che non serve a nulla sbandierare un’appartenenza religiosa non seguita dai contenuti, cosa che purtroppo è avvenuta più volte, e ha citato ad esempio la vicenda Welby, dove ha criticato la scelta di aver negato il funerale a Piergiorgio.
Sull’argomento, dopo la chiusura dell’incontro, c’è stata l’approvazione del vescovo, che ha raccontato come molti studenti che lui incontrava nelle scuole non comprendessero come fosse stato possibile negare i funerali a Welby, che in ogni caso era una persona che stava soffrendo per una malattia terribile, mentre spesso sono stati concessi funerali ai mafiosi, con tutti gli onori.
Altro relatore della serata è stato l’ex Presidente della Corte Costituzionale, professor Ugo De Siervo, che ha ricordato lo spirito con cui i costituenti cattolici, che sebbene in buon numero nell’assemblea, non rappresentavano la maggioranza, hanno cercato di collaborare con chi era diverso per estrazione culturale, riuscendo insieme a produrre una carta costituzionale che pone al centro il rispetto e la tutela del cittadino. Al giorno d’oggi si è perso questo spirito, col risultato di non mettere più al centro dell’azione politica l’individuo. Per chiarire questa teoria il professore ha spiegato come in Italia ci siano circa cinque milioni di persone, immigrate regolari, che lavorano e pagano tasse e contributi, ma che si trovano comunque in una situazione delicata, perché la legge italiana ha creato condizioni che rendevano socialmente ricattabili (per un’eventuale perdita del permesso di soggiorno) un numero di persone non marginale, pari a quasi il dieci per cento della popolazione.
De Siervo ha affermato che anche la possibilità dello ius soli, su cui alcuni stanno cercando di convergere, non rappresenta la soluzione, poiché creerebbe differenze anche nella stessa famiglia, dove i genitori avrebbero a questo punto meno diritti dei loro figli.
Abbiamo chiesto al professor De Siervo cosa pensasse dei sindaci che conferiscono la cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Italia. La sua risposta è stata: “Sono manifestazioni che servono per far parlare della cosa, ma sarebbe meglio che i sindaci facessero sentire la loro voce nei rispettivi partiti per stimolare una legge che cambi le cose”.
In conclusione, la presentazione del libro, da parte di tutti i relatori, non ha voluto fornire precetti da seguire, ma è servita a stimolare il ragionamento. Stesso scopo che l’autore del libro si è riproposto nella stesura del testo. Un volume che offre diversi punti dai quali partire per indirizzare il proprio impegno nella società.
In questo ha contribuito la sua lunga esperienza maturata nell’Azione Cattolica, la partecipazione a molti progetti nel sociale, l’attività lavorativa esercitata nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la lunga esperienza come storico.




ROMA CAMERA DEI DEPUTATI: STOP AL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI… DAL 2017

di Maurizio Costa

Roma –  Il decreto legge sull’abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti è stato approvato in via definitiva dalla Camera dei Deputati. Nato sotto il Governo Letta il 28 dicembre 2013, questo disegno di legge è stato ratificato a Montecitorio con 312 sì, 141 no e 5 astenuti. Il finanziamento pubblico ai partiti quindi cesserà di esistere, ma solamente dal 2017; infatti, i soldi che lo Stato elargisce alle forze politiche diminuiranno progressivamente a partire da quest’anno (-25% di finanziamento), scendendo del 50% nel 2015, del 75% nel 2016 e scomparendo definitivamente nel 2017.

Cosa cambia

Con questa legge i partiti non potranno più percepire un finanziamento pubblico, ma solamente privato, sotto forma di donazioni. Ecco brevemente i punti salienti del decreto:
•    Tutte le forze politiche che vorranno accedere a questi contributi dovranno dotarsi di uno statuto, che renderà pubblico il lavoro che lo stesso partito fa quotidianamente, soprattutto attraverso siti internet. Infatti lo stesso decreto recita: “I partiti politici assicurano la trasparenza e l’accesso alle informazioni relative al proprio assetto statuario, […] anche mediante la realizzazione di un sito Internet che rispetti i princìpi di elevata accessibilità.”
•    A partire dal 2014, al bilancio dei partiti deve essere allegato anche quello delle sedi regionali dei partiti stessi.
•    Nel caso in cui, nel numero complessivo dei candidati di un partito politico in ciascuna elezione (Camera, Senato o Parlamento Europeo) uno dei due sessi sia rappresentato in misura inferiore al 40%, le risorse destinate al partito sono ridotte dello 0,50% per ogni punto percentuale di differenza tra 40 e il numero di candidati del sesso meno rappresentato.
•    Ogni singola donazione, eccetto i lasciti mortis causa, in favore di un partito, non potrà superare i 100.000 euro annui. Il pagamento deve essere effettuato solamente tramite banche o uffici postali, per migliorare la tracciabilità del denaro.
•    Le erogazioni liberali provate subiranno detrazioni fiscali del 26% per le somme comprese tra i 30 e i 30mila euro.
•    Tutti gli immobili di proprietà dei partiti saranno assoggettati al pagamento dell’IMU.
•    Si potrà devolvere il 2 per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un partito politico.

Le reazioni

Non tutti sono stati soddisfatti di questa votazione. Gli esponenti del Movimento Cinque Stelle hanno esposto in Aula alcuni manifesti che rappresentavano Renzi con il naso di Pinocchio; i pentastellati hanno affermato che il neo-premier usò la scusa dell’eliminazione dei finanziamenti pubblici ai partiti per la propria campagna elettorale, ma in effetti questo decreto non cancella immediatamente i benefici che le forze politiche ottengono dallo Stato. Inoltre, i Deputati del Movimento vorrebbero l’eliminazione della cassa integrazione riservata al personale dipendente delle forze politiche ed anche la restituzione dei 2,7 miliardi di euro di finanziamenti percepiti illegalmente dai partiti dal 1994. Anche la Lega Nord ha effettuato ostruzionismo, affermando che bisognava essere più coraggiosi e incisivi nell’approvare questo decreto. Un cambio ai vertici del Governo era il momento giusto per far passare una legge del genere. Sicuramente si è partiti con il piede giusto, ma era così necessario prolungare l’abrogazione definitiva dei finanziamenti fino al 2017? Molte forze politiche hanno chiesto più coraggio, ma finché si pesca nelle proprie tasche la mano non andrà mai così in fondo.