Roma, Polo Museale: il Comitato striglia il M5S. Le Opposizioni chiedono la Commissione Patrimonio

Il Comitato torna alla carica e striglia la maggioranza M5S di Palazzo Senatorio, che, astenendosi, ha provocato la bocciatura della mozione sul Polo Museale dei Trasporti da parte dell’Assemblea Capitolina. Il disappunto nella lettera aperta diretta al Presidente del gruppo consiliare, Giuliano Pacetti: «avete allungato l’agonia della struttura», rimarca, «non vogliamo pensare che il sito sia vittima delle logiche partitiche».

La débâcle il 23 dicembre scorso, nell’ultima seduta del Consiglio prima della pausa per le festività natalizie. Durante l’illustrazione la consigliera Svetlana Celli, promotrice dell’atto, richiama l’attenzione sullo stato di conservazione, pulizia e decoro dell’area, con particolare riferimento al materiale rotabile e all’archivio documentaristico. «In «almeno due vetture storiche ci piove dentro per le mancate manutenzioni –affonda – e le pulizie come la guardiania lasciano a desiderare. È mai possibile, mi domando? Sono beni vincolati ai sensi del Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 e similari». Silenzio.

«La mozione raccoglie i reiterati appelli del Comitato rimasti inevasi – prosegue l’esponente – e spinge l’Amministrazione ad intraprendere un percorso con la Regione Lazio, l’assessore ai trasporti Mauro Alessandri è favorevole, in cui coinvolgere quelle stesse realtà associative. Sono necessari interventi immediati». Altro silenzio.

La Celli spiega inoltre che il Consiglio dell’VIII Municipio ha approvato un atto analogo all’unanimità – M5S compreso – e che Roma Capitale è coinvolta in quanto il Polo Museale «svolge un ruolo importante nel tessuto sociale e culturale capitolino» e, soprattutto, perché il mezzi e l’archivio sono di proprietà Atac, società controllata al 100 per cento: «Lo dichiara l’Amministratore Unico Giovanni Mottura nella nota inviata all’assessore Alessandri».

Il documento cui fa riferimento è del 27 novembre: «L’area espositiva in parola ricompresa nelle pertinenze della Ferrovia Roma Lido – scrive il patron dell’Azienda – e quindi attualmente destinata a seguire le procedure di dismissione della Ferrovia da parte di Atac SpA in favore della Regione Lazio Ente proprietario dell’infrastruttura. Per contro, i rotabili d’epoca esposti nell’area ed un considerevole archivio storico documentale e fotografico sul trasporto pubblico a Roma sono di proprietà di Atac SpA».

Un passaggio chiave, che fuga ogni dubbio su chi deve fare cosa per salvare dalle intemperie e dalla ruggine i pregiati pezzi. Ma nemmeno questo è servito a convincere la maggioranza. Che, compatta, si è astenuta, consapevole di avere la supremazia numerica e di mandare al macero la mozione. E senza dare una giustificazione plausibile o illustrare quanto meno un piano di salvataggio alternativo. Il risultato è ormai noto. Su 25 consiglieri presenti, 20 hanno dato forfait, quelli del M5S, meno la consigliera Catini che si è unita al voto favorevole delle opposizioni.

Da qui il rimprovero del Comitato al capogruppo Pacetti. «Il Polo di Piramide è l’unico spazio, pubblico, a custodire la memoria storica dei trasporti di Roma e del Lazio che, nel tempo, si è trasformato in una valida piattaforma di attività e di cultura», ricorda nella lettera trasmessa il 2 gennaio. «È, inoltre, agricoltura biologica, biodiversità (nello spazio del museo sussistono cinque diverse specie di palme), sostenibilità ambientale: è presente un piccolo orto-bio curato dagli Anziani del Centro Ostiense, che hanno insegnato ai ragazzi l’amore per la terra e del vivere bene insieme».

«Non vogliamo pensare che alla Sua area politica interessi poco, o nulla, la difesa di tale e preziosa realtà o che la stessa sia stata vittima di logiche partitiche, lontane dai principi e dagli obiettivi sociali e culturali dello scrivente Comitato. Comunque sia, troviamo incomprensibile il voto di astensione. Perché mortifica il lavoro da noi svolto in questi anni, molto apprezzato dal territorio, e rinvia a data da destinarsi l’azione di riqualificazione e conservazione che, al contrario, sono urgenti e improcrastinabili».

Intanto, all’indomani del voto in Aula, la Celli insieme ai colleghi Pelonzi e Bulgarelli del Pd e Politi della Lega hanno chiesto, al Presidente Commissione Patrimonio Francesco Ardu (M5S) di convocare una seduta «al fine di al fine di riaprire al pubblico il Polo Museale, e predisporre un adeguato servizio di guardiania onde evitare danneggiamenti e/o furti. Si chiede inoltre di valutare l’opportunità di convocare la commissione congiunta a quella Mobilità visto l’argomento di cui tratta». «Il comma 2 dell’articolo 90 del Regolamento del Consiglio Comunale stabilisce che in questi casi, cioè quando la richiesta di una Commissione è formulata da un terzo dei suoi componenti – chiosa l’esponente della Lista Civica – il Presidente è tenuto a riunirla entro sette giorni, inserendo all’Ordine del Giorno le questioni proposte».




Trema la maggioranza in Campidoglio, strappo sulla discarica di Monte Carnevale: 12 consiglieri M5S votano la mozione Fdi

ROMA, 21 GEN – L’Assemblea Capitolina, consiglio a maggioranza a 5 stelle, ha approvato le mozioni proposte da Pd e FdI contro la discarica di Monte Carnevale, nella Valle Galeria.
La mozioni di Fdi è stata votata anche da 12 consiglieri M5S che di fatto hanno sconfessato la decisione della giunta arrivata il 31 dicembre 2019 nell’ambito dell’accordo sui rifiuti con la Regione Lazio.

Quasi metà della maggioranza ha votato una mozione di Fratelli d’Italia che chiedeva di rivedere la decisione sul sito nella Valle Galeria. Questi i numeri apparsi sugli schermi di Palazzo Senatorio: 34 votanti, 28 favorevoli più 3 contrari e 3 astenuti grillini. Subito dopo, altro schiaffo alla giunta: nuova mozione, stavolta del Pd, altra bocciatura sulla decisione di Raggi. Stavolta con numeri un filo più bassi (6 i grillini dissidenti), perché alcuni pentastellati non hanno voluto fornire «assist ai dem, che sono corresponsabili della crisi dei rifiuti – sostenevano – con la Regione Lazio». Ma il dato della giornata di ieri è chiaro e senza precedenti: Raggi è andata sotto su una decisione del suo esecutivo.




Contrordine, la Roma-Giardinetti è una tranvia. Lo dice l’ANSF (e il Ministero)

Le mitigazioni
all’esercizio
imposte dall’Agenzia
Nazionale Sicurezza Ferroviaria
(ANSF)
non possono essere applicate nelle ferrovie che effettuano un servizio
tipicamente tranviario. Come nel caso della Roma-Giardinetti, o meglio Centocelle.
A precisarlo è il Direttore dell’Agenzia Marco
D’Onofrio
, nella nota del 14 agosto scorso,
in risposta al Comitato di Quartiere ILoveTorpigna.

Il
Direttore ricorda che col D.Lgs 14
maggio 2019 n. 50
è stato previsto il “passaggio
sotto la competenza ANSF delle ferrovie isolate adibite a servizi ferroviari
isolate adibite a servizi ferroviari locali ordinariamente espletati con
distanziamento regolato da segnali
”. Per poi precisare che “non rientrato invece nell’ambito di
applicazione della legge le ferrovie che effettuano servizio tramviario, come ad
esempio la Roma-Giardinetti che quindi risulta fuori la competenza di questa
Agenzia
”.

Circostanza”, aggiunge l’Ing. D’Onofrio,
confermata dall’apposito decreto del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, prot. 000347/2019 del decreto
02 agosto 2019, emanato ai sensi del comma
4 art. 2 del D.Lgs 14 maggio 2019 n. 50 che esclude dall’ambito di applicazione del
sopracitato Decreto Legislativo la ferrovia isolata Roma-Pantano
[ora
Roma-Giardinetti ndr], oggetto della
vostra richiesta di informazioni
”.

Su
questa tratta “continua ad applicarsi
conclude l’informativa, “la normativa
previgente, sia per quanto attiene i contenuti tecnici sia per quanto attiene
le relative competenze di vigilanza e controllo; non si applicano invece le
disposizioni, a tutela della sicurezza, emanate da ANSF nell’ambito dei propri
compiti istituzionali per tette le ferrovie sottoposte alla propria vigilanza
che comprendono, tra le altre, le disposizioni per la mancia in condizioni di
segnalamento degradato o disattivato e per l’attraversamento di passaggi a
livello ferroviari non protetti
”.

In pratica la Giardinetti torna, diversamente dalla Roma-Lido e dalla Roma-Viterbo, sotto il controllo USTIF, al pari delle metropolitane, delle tranvie e degli altri sistemi ad impianti fissi. E questo, oltre a perfezionare il trasferimento dell’infrastruttura dalla Regione Lazio a Roma Capitale e di accelerare il processo di riqualificazione della linea – secondo quando stabilito nel PUMS -, permette all’Atac di abrogare, nell’immediato, le pesanti restrizioni all’esercizio contenute nella Disposizione Operativa 146/2019, emanata in attuazione del Decreto 1/2019 dell’Agenzia. Che rappresentano un macigno sulla velocità commerciale.  

E non poteva essere altrimenti, del resto, una ferrovia è tale in quanto esiste un esercizio ferroviario, con la marcia dei treni regolata da segnali. La Giardinetti, al contrario, fatta eccezione della defunta tratta Grotta Celoni-Pantano, presenza un servizio tipicamente tranviario. Gli unici segnali ferroviari sono collocati in corrispondenza della stazione di Centocelle e di Roma Laziali, l’intero tracciato, compreso quello fino a Giardinetti, è regolamentato da impianti semafori stradali, non assimilabili ai segnali ferroviari, secondo le normative Uniferr, i quali neppure funzionano come segnali a protezione dei passaggi a livello. 

Persino la circostanza del binario interlacciato, presente nel sottovia Casilino, è regolata da un elementare dispositivo, per nulla coordinato con le stazioni Centocelle o Roma Laziali, proprio perché vige “il regime del distanziamento a vista marcia a vista”, tipico tranviario. Che si attua, recita l’art. 3 comma 1 del Regolamento Circolazione Treni attualmente in vigore, “nella tratta in cui la circolazione treni è promiscua alla circolazione veicolare [Laziali-Centocelle o Giardinetti ndr]. In tale tratta le intersezioni sono regolate da impianti semaforici o sono prive di regolazione. In tale tratta ciascun treno non deve avvicinarsi al precedente ad una distanza inferiore a 150 metri e non deve viaggiare a velocità superiore a 50 km/h in piena linea, o a 30 Km/h sugli attraversamenti stradali, come stabilito dalle norme dì legge che regolano la circolazione stradale”. Il tutto è stato sottoscritto e approvato sia dalla Regione che dal Ministero.

In attesa della nuova disposizione aziendale abrogativa, così come richiesto a gran voce dal Comitato ILoveTorpigna, ci si interroga sul futuro degli attuali macchinisti, capistazione e manovratori in forza alla Giardinetti, una volta completata la classificazione in tranvia: infrastruttura che non prevede tali figure professionali. E allora, che fine faranno? Manterranno il parametro e le medesime condizioni economiche? Ai posteri l’ardua sentenza.




Atac green, parte la 1campagna “+Ricicli +Viaggi”. Peccato lasciar fuori i Municipi

“Un bonus speciale per l’acquisto dei biglietti Atac per chiunque ricicli la plastica nelle stazioni metro”. È quanto dichiara la Sindaca Virginia Raggi nell’inaugurare, questa mattina, il progetto “+Ricicli +Viaggi” per la raccolta e il riciclo delle bottiglie di platica in PET che consente agli utenti, in cambio, di accumulare punti, attraverso le App MyCicero e TabNet, e scontarli direttamente per l’acquisto, a partire dai 5 minuti successivi al conferimento, di uno o più titoli di viaggio in vendita sulle App di B+ (Bit 100 minuti, 24/48/72h e abbonamento mensile).

“Il meccanismo è
semplice” sottolinea la Sindaca, per ogni bottiglia di qualunque formato avviate
a riciclo, inserita in una delle tre macchine eco-compattatrici installate da Coripet (Consorzio per il Riciclo del
PET) nelle stazioni di Cipro Metro A,
Piramide Metro B e San Giovanni Metro C, i passeggeri
riceveranno un bonus, che verrà versato nel borsellino virtuale dell’App da
scontare per comprare illimitatamente uno o più biglietti. “Roma è la prima
città italiana, e fra le prime in Europa, a promuovere quest’iniziativa. Una
vera e propria innovazione per combattere l’inquinamento da plastica, che punta
all’economia circolare: tutte le bottiglie raccolte, torneranno infatti a
essere nuove bottiglie”.

L’innovazione
tecnologica è stata realizzata grazie alla collaborazione dei partner MyCicero
e Tabnet che hanno sviluppato il sistema e che finanzieranno gli ecobonus
erogati per tutti dodici mesi della sperimentazione.  “In questo modo sarà possibile – recita la
nota del Campidoglio – premiare i comportamenti responsabili dal punto di vista
ambientale e fidelizzare i clienti che usano il canale mobile, che risulta in
costante crescita”. 

https://www.facebook.com/virginia.raggi.m5sroma/videos/1100697020123843/?t=1

Per ogni bottiglia in
PET, di qualunque formato (da 0.25cl a 2 litri), si riceverà un bonus di 0,5
centesimi di euro, al momento, e nei minuti successivi l´inserimento delle
bottiglie nell´eco-compattatore è possibile utilizzare l´ecobonus per
l´acquisto scontato dei titoli di viaggio. “In un solo colpo – conclude la
Raggi – incentiviamo l’acquisto del biglietto e compiamo una buona azione a
favore dell’ambiente, perché anche i piccoli gesti sono importanti”.

Seppur sperimentale,
piccolo inciso, l’iniziativa poteva essere organizzata diversamente, in modo da
offrire il servizio in maniera più capillare possibile. Sarebbe stato opportuno
coinvolgere i Municipi e, contestualmente, le associazioni territoriali
riconosciute, i centri anziani per esempio, o, in alternativa, prevedere l’installazione
delle macchine eco-compattatrici nelle stazioni/fermate delle metropolitane periferiche.
In quelle zone, soffocate dal traffico veicolare, dove tale bonus potrebbe
essere un ulteriore incentivo per raffinare la raccolta differenziata. Si
auspica quanto prima un’implementazione in questa direzione. O giù di lì.




Roma, la Commissione Trasporti del Comune punta i fari sulla questione dei Bus israeliani noleggiati da Atac

ROMA – Fari puntanti sulla commissione capitolina alla mobilità, in corso di svolgimento a Palazzo Senatorio, convocata d’urgenza dal Presidente Pietro Calabrese e incentrata sul contratto di noleggio dei settanta bus israeliani, rescisso il 21 giugno da Atac. Notizia resa pubblica dopo le infuocate dichiarazioni della consigliera Ilaria Piccolo (PD), diventate subito virali.

Alla commissione, che giunge all’indomani del decreto di omologa emesso dal Tribunale al concordato, “Grandissimo risultato per Roma e l’Italia intera – secondo il Ministro ai Trasporti Danilo Toninelli – l’Azienda non è finita in pasto ai privati come le autostrade o gli aeroporti. Ora avanti con il piano di rilancio. Complimenti a Virginia Raggi e alla sua squadra”, sono stati invitati a partecipare l’assessora alla Città in Movimento Linda Meleo, l’assessore al Bilancio Coordinamento strategico delle Partecipate Gianni Lemmetti, il Direttore Generale del Campidoglio Franco Gianpaoletti e il Presidente dell’Azienda Paolo Simioni. “Audizione di tutti i responsabili Atac – recita l’ordine del giorno – delle attività di noleggio dei cosiddetti 70 bus israeliani, dall’esame di fattibilità e verifica presso l’Azienda di Tel Aviv alla definizione degli atti idonei al noleggio come da contratto revocato in data 21 giugno 2019 da parte di Atac SpA”.

Stando al contratto di “Usufrutto di Materiale Rotabile”, registrato il 29 febbraio 2019 (n. 2977), la fornitura dei mezzi, Volvo B7RLE PIONER MERKAVIN, immatricolati nel 2009, 2011 e 2012, avrebbe dovuto seguire le seguenti scadenze: i primi 45 entro il 31 marzo e i restanti 28 entro il 15 aprile, espletata la nuova immatricolazione in Europa, a spese del fornitore. Ma cosa abbia effettivamente impedito il completamento di quest’iter ancora non si capisce. Problemi burocratici?

La commissione di questa mattina è utile anche per far chiarezza sulla fornitura dei nuovi bus Consip, sessanta dei quali sono fermi in un deposito a Bologna. Il rinnovamento della flotta svolge un ruolo preminente nel concordato concordatario, lo ha ricordato la Sindaca nel commentare l’omologa, ma finora, tra un ritardo e l’altro, per le strade di Roma si è visto poco. E questo al servizio, erogato all’utenza, non sta giovando davvero.




Atac, i bus a nolo di Tel Aviv al capolinea. Non possono essere immatricolati

Quello che, fino a due mesi fa appariva come un rischio, serio, oggi è diventato incredibilmente una certezza. Di quelle che pesano. I settanta bus presi a noleggio da Atac SpA, annunciati in pompa magna dall’Amministrazione Comunale, sono già al capolinea, non entreranno mai in servizio nella strade della Capitale. Con buona pace degli utenti e del personale. La notizia, battuta qualche istante fa dall’Agenzia Dire, è eclatante.

Secondo quanto si apprende, queste
vetture, con oltre dieci anni di onorato servizio a Tel Aviv, in Israele e
parcheggiate tra Salerno e Guidonia, non possono essere
reimmatricolate in Europa in quanto Euro 5 anziché Euro 6, come previsto dalle rigide direttive comunitarie. L’Azienda
Capitolina ha quindi deciso di rescindere il contratto, dopo aver comunque già
versato ai fornitori il 16% di anticipo dell’importo complessivo del nolo
(500mila euro al mese, compresa la manutenzione).

“Apprendiamo che Atac – tuona la
consigliera comunale del PD Ilaria
Piccolo
– ha deciso di rescindere il contratto. L’unica soluzione imbastita
doveva consistere nell’omologazione in Germania
e poi il cambio targa in Italia [operazione dal costo elevato, circa 6mila euro
a bus per un totale stimato di 420mila ndr], dal risultato incerto. Oltre mancato
arrivo dei bus potrebbe comportare altri possibili danni ad Atac, come il
pagamento di una penale”.

L’esponente del PD annuncia una nuova interrogazione urgente alla Sindaca Raggi e all’assessore Meleo, come ha fatto qualche giorno insieme alla collega Svetlana Celli in merito alle 60 vetture targate Consip ferme – inspiegabilmente – a Bologna. “Chiederemo ad Atac l’accesso agli atti sulla recessione del contratto – prosegue – capire chi pagherà gli eventuali danni. Inoltre chiederemo una convocazione della commissione Trasparenza per venire a capo di una questione che ha dell’incredibile e per capire se l’impreparazione dell’amministrazione grillina è l’unica causa di questo assurdo disastro, soprattutto alla luce dell’attuale situazione del tpl romano che che vede una segnalazione di guasti per 700 bus al giorno mentre ancora non sappiamo nulla dei 227 nuovi mezzi che dovrebbero arrivare, di cui 60 sono fermi a Bologna a causa della lentezza e incompetenza dell’amministrazione a 5 Stelle”.

Il noleggio dei bus finisce nel peggiore dei modi. “Mi chiedo – conclude ironica la consigliera Dem – se la Sindaca posterà il video dell’imbarco sulla nave del ritorno di questi bus, come fece il 13 marzo per il loro fantomatico arrivo”.

Atac, nessun danno da stop a contratto per bus a noleggio

In relazione a notizie di stampa, che riportano della decisione di Atac di risolvere un contratto con un fornitore che non ha adempiuto alla prevista consegna di 70 bus a noleggio, Atac sottolinea che l’azienda ha adottato per tempo tutte le misure idonee necessarieper garantirsi da eventuali danni. Dall’Azienda fanno inoltre sapere che sugli anticipi versati al fornitore è stata accesa una polizza fideiussoria che tutela l’azienda da ogni inadempienza




Roma, rifiuti. TBM Rocca Cencia in crisi. I Sindacati: “Lavoratori sommersi da rifiuti”

In attesa di conoscere gli esiti
della prima seduta della Conferenza dei
Servizi
, in programma questa mattina alla Regione Lazio, riferita alla realizzazione della discarica a
Pian dell’Olmo
, sulla Tiberina, a pochi passi dal confine con il
Comune di Riano, si aggiunge un
altro tassello che conferma la grave crisi dei rifiuti nella Capitale. E nel
giorno in cui la Giunta Raggi
festeggia i tre anni dall’insediamento.

Non sarà di certo una giornata entusiasmante
per la Sindaca e la sua Amministrazione, il problema rifiuti incombe, comuncia
a pesare, seriamente, come quello dei trasporti. Dal centro alla periferia,
specie quella ai limite dei confini comunali, sono invase dall’immondizia;
sacchetti in ogni angolo e, in molti casi, infinite distese di rifiuti, condite
di elettodomestici rotti o, in alternativa, gomme di auto. Esasperati i cittadini
e commercianti, che non sanno e non possono, lo vietano le disposizione
iginiche, gli scarti di umido o dell’infferenziata.  

In questa situazione, poco
edificante e che rischia di sfociare in una epidemia, la Cgil Roma e Lazio rompe gli indugi e lancia un accorato appello. “L’Amministrazione comunale abbandoni la propaganda e
dica la verità ai cittadini sulla situazione dei rifiuti di Roma, che
è tutt’altro dall’essere in miglioramento. Proprio ieri, mercoledì 19
giugno, sono lunghissime le file di camion dell’Ama che devono scaricare
all’impianto Tmb di Rocca Cencia strapieno, con un conseguente rallentamento
del servizio. Lavoratori operano in ‘quota’ movimentando i mezzi su montagne di
rifiuti”.  

“Abbiamo proposto
alla sindaca – prosegue il Segretario Natale
Di Cola
nella nota stampa – un incontro dopo l’insediamento del nuovo Cda
atteso per oggi [20 giugno ndr], per
sostenere il progetto di un piano di pulizia straordinario della città che
eviti l’ennesima emergenza ed entro l’estate
dia una vera risposta a
Roma. Per farlo servono misure straordinarie, il coinvolgimento dei Municipi e
un chiaro indirizzo per Ama a reperire mezzi e strumentazioni che oggi non ha,
oltre al sostegno da parte della Regione per una corretta gestione dei flussi.
Tutto ciò è realizzabile solo con un bagno di umiltà da parte del
Campidoglio. L’alternativa è l’ennesima gestione emergenziale”.

E proprio sull’impianto di Rocca Cencia, presidiato dai soldati, alcuni cittadini che abitanto nei dintorni si domandano, sconcertati: “Ma perché, stando all’esterno, indossano le mascherine e a noi e ai lavoratori niente?”… e già, chissà perché.




Atac, le opposizioni al Sindaco: “Perché quei 60 nuovi bus fermi a Bologna?”

A tre giorni dalla seduta della commissione mobilità, incentrata sull’atavico problema dell’aria condizionata nei bus Atac e RomaTpl, intervengono le consigliere capitoline Svetlana Celli, capogruppo della Civica RomaTornaRoma, e Ilaria Piccolo del PD. “Delle 227 vetture nuove, che dovevano arrivare in base alla gara assegnata con Consip, 60 sono ferme in un deposito di Bologna. Per quale motivo?”

Le consigliere capitoline Piccolo e Celli

“La triste novità – attacca il comunicato congiunto – è emersa durante la seduta della commissione. Quei sessanta bus non riuscirebbero ad essere messi in servizio per motivi burocratici. Ma quali siano i problemi specifici e quali i tempi per farli arrivare finalmente a Roma non è dato sapere. Dire che in città servano bus è ormai una banalità, considerando i pochi in servizio e le centinaia di segnalazioni per guasti che si registrano ogni giorno. Non riescono ad arrivare a Roma neppure i 70 presi in affitto da Israele, le cui disavventure sono ormai un genere letterario. Ma perché in una città in grande sofferenza sui trasporti, la Giunta Raggi non riesca a indovinarne una e i nuovi bus non riescano ad arrivare in città resta un mistero”.

Le consigliere annunciano la presentazione di un’interrogazione urgente scritta direttamente alla Sindaca Raggi. Un atto necessario per “capire le ragioni dei 60 bus fermi a Bologna – spiegano – e la sorte degli 167 di cui non si sa più nulla. Tale situazione ci preoccupa per lo stato e la qualità del servizio ai romani e per le destini del Piano Industriale aziendale, che vede come ‘pilastri’ proprio l’aumento dei Km offerti e l’arrivo di nuovi autobus. Un Piano più che mai necessario per l’omologazione del concordato di Atac”.

“Vista la perdurante assenza nelle commissioni del Presidente Atac – conclude il comunicato -, che evidentemente non ama il contraddittorio e non viene a riferire non tanto a noi ma alla città, dal momento che siamo degli eletti e dei rappresentanti dei cittadini, speriamo così di fare un po’ di chiarezza e di capire cosa stiano facendo in Campidoglio per accelerare le procedure e dare a Roma i nuovi bus tanto attesi”.

Il testo dell’Interrogazione



Roma nel caos. Celli (Rete Civica): “Amministrazione inadeguata”

“Il consenso ampio e diffuso che
il Movimento aveva ottenuto alle amministrative del 2016 ormai è un lontano
ricordo”. È puntuale, e impietosa, la disamina politica di Svetlana Celli, capogruppo capitolino di #RomaTornaRoma, consigliera dell’Area Metropolitana di Roma
Capitale
nonché Coordinatrice de La
Lista Civica dei Cittadini. “Alla
prova delle responsabilità di governo della città – attacca lapidaria- si sono
dimostrati inadeguati sia nei fatti che nelle proposte”.

L’esser cresciuta – anche
politicamente – nell’alveo del Municipio
VI
, uno dei territori più delicati di Roma, le ha conferito una conoscenza
e una particolare sensibilità a quelle che sono le tematiche maggiormente
sentite nelle strade della periferia, come il sociale, l’urbanistica, l’ambiente
e i trasporti pubblici. E, difatti, rispedisce al mittente l’ipotesi, tornata
incredibilmente in auge, di realizzare la discarica a Corcolle, quartiere proprio di quel Municipio.  “Se la Giunta
Raggi
lo pensa davvero, non ha fatto i conti con i cittadini e chi li
rappresenta. Questo territorio già subisce il sito di Rocca Cencia, una nuova area per i rifiuti di Roma non sarebbe
tollerabile. Siamo pronti, come abbiamo già fatto in passato, a scendere in
piazza con i residenti e a portare in Campidoglio i cittadini, stanchi
di essere considerati la pattumiera di Roma
”. Da qui il consiglio alla
Sindaca ad “aprire un tavolo senza scavalcare nessuno. Se fosse vera questa
decisione, imposta dall’alto, si rivelerebbe una scelta azzardata e sbagliata. Se è
cosi che la maggioranza M5S pensa di ripartire dalle periferie sbaglia di
grosso e glielo faremo capire con i cittadini, dei quali ci sta a cuore la
salute e la qualità della vita
”.

Intervento dell’on. Celli in merito alla mozione mense asili

C’è poi la crisi della Multiservizi, altro tema caldo dove l’Amministrazione sembra essere andata letteralmente nel pallone. “Il M5S ha respinto [nella seduta del Consiglio del 30 maggio ndr], con 11 voti contrari e 9 astenuti, la mozione che chiedeva la garanzia dei livelli occupazionali dei lavoratori delle mense scolastiche e dei nidi. La confusione della maggioranza è evidente, dato che in Aula i pentastellati si sono spaccati tra astenuti e contrari. Allo stato attuale non sono più garantiti né i tremila posti di lavoro né la qualità del servizio ai bambini di Roma, perché questa maggioranza continua a creare emergenze, non programma e punta ad affidare gare al ribasso. Si sta distruggendo così un patrimonio che era il fiore all’occhiello di Roma, per decenni all’avanguardia nei servizi all’infanzia. Se si cerca il risparmio la Giunta Raggi si guardi prima in casa e limiti piuttosto l’uso delle consulenze esterne, invece di chiedere a migliaia di famiglie romane di sacrificarsi ancora”. Ma andiamo per ordine.

Onorevole Celli, in tutti i
Municipi il M5S è uscito sconfitto e/o ridimensionato alle Elezioni europee, anche
nelle loro roccaforti. Secondo lei quanto hanno influito le politiche
dell’Amministrazione Capitolina?      
“Senza ombra
di dubbio, ovviamente la politica Capitolina ha influito in maniera
determinante nelle scelte degli elettori, il consenso ampio e diffuso che il Movimento
aveva ottenuto alle amministrative del 2016 ormai è un lontano ricordo, alla
prova delle responsabilità di governo della città, si sono dimostrati inadeguati
sia nei fatti che nelle proposte, non manca solo la gestione quotidiana, buche,
alberi, rifiuti, decoro etc., ma manca anche una prospettiva, una idea di città
del futuro. La politica fatta di annunci e di denunce, tipica della campagna elettorale
pentastellata, non ha pagato. Il deficit identitaria, tipico dei partiti di
protesta, comincia a farsi sentire e dopo il clamore iniziale, de il vento sta cambiando poco è stato fatto.
Le vicende giudiziarie di alcuni esponenti di primo piano del Partito ed il
continuo avvicendarsi di Assessori e di alti Dirigenti Capitolini, non ha
consentito un’azione di governo efficace, capace di incidere positivamente
sulla città. Gli indicatori ci consegnano una città che perde posti in tutte le
graduatorie nazionali ed internazionali, e questo i Romani non lo sopportano. Hanno
detto No alle Olimpiadi perché si dovevano concentrare sul quotidiano,
guardate voi i risultati”.

La qualità della vita a Roma è peggiorata, lo dicono gli indicatori, i romani, specie gli abitanti delle periferie, si sentono abbandonati e bocciano i servizi offerti (trasporti, rifiuti etc.). Maggioranza e Amministrazione sembrano in perenne cortocircuito. Che ne pensa?
“Roma è una realtà complessa, con un centro molto attrattivo e una periferia sterminata dove vive la maggior parte degli abitanti, dovrebbe essere tra le priorità del governo locale, avrebbe bisogno di politiche attive di sostegno e di sviluppo, invece in un’ottica revisionista la maggioranza pentastellata ha addirittura abolito la figura dell’Assessore alle Periferie, come se non ci fosse un problema periferie. Negli ultimi tre anni la qualità della vita nelle periferie è molto decaduta, e il voto delle europee ce ne dà la conferma. Il disagio per chi come me abita in periferia è tangibile. Le persone si sentono abbandonate a loro stesse, la distanza dal centro non si riduce ma si accentua giorno dopo giorno. Le note vicende di Casal Bruciato e di Torre Maura ce lo confermano, la leggerezza con la quale sono stati attuati alcuni provvedimenti e disarmante, segno di una scarsa sensibilità e conoscenza del territorio. La perdita di consensi dei 5S nelle periferie è stata molto significativa, emblematica di un elettorato fluido, liquido, molto meno ideologizzato del passato e molto più attento a quello che avviene giornalmente e che misura con attenzione le risposte date alle necessità quotidiane, poco disposto ad aperture di credito sulle politiche del faremo, e del vedremo. Purtroppo, anche il centrosinistra non ha saputo leggere fino in fondo i disagi della periferia, e le proposte messe in campo, anche se dall’opposizione, non sono state all’altezza delle aspettative. Non siamo riusciti ad intercettare appieno le richieste che arrivavano dal basso, non ci siamo accorti che stavamo perdendo i rapporti personali con un intero elettorato. Ora dobbiamo ricominciare con passione, umiltà e proposte serie a ricostruire un tessuto fatto di relazioni e di rispetto, secondo me questa è la strada da percorrere nei prossimi mesi ed anni”.

Strade sporche, cassonetti stracolmi, trasporti nel caos (emblematico il caso delle scale mobili della metro A e degli autobus israeliani), la Capitale sembra essere ostaggio di una politica statica…
“Parlare di rifiuti e di trasporti è come fare la cronaca di un disastro annunciato. Dai primi provvedimenti presi dalla maggioranza ci si è accorti che stavamo imboccando una strada che ci avrebbe portato al caos, ho tentato di contrappormi con tutti gli strumenti democratici di cui dispone un Consigliere capitolino, ma purtroppo non è stato possibile fare di più. E il caos non riguarda solo le condizioni di trasporto pubblico o della raccolta dei rifiuti, quello è sotto gli occhi di tutti, basta farsi un giro per strada, il caos vero quello che mi preoccupa ed è molto più subdolo, riguarda lo stato di salute delle due aziende municipalizzate di Roma, le più grandi che ora si trovano sull’orlo del baratro. Una, l’Atac in concordato preventivo, con le scale mobili della metro ferme da mesi, con gli autobus che prendono fuoco per mancata manutenzione e con mezzi israeliani senza omologazione, e l’altra, l’AMA che per poco non ha dichiarato fallimento, senza un bilancio, senza un serio piano industriale, che non sa dove portare i rifiuti e che deve contrattare con altri comuni il prezzo della smaltimento”.

Il Pd è di nuovo primo partito a Roma, ma arranca nei territori socialmente difficili. Lei che è crescita in uno di questi, il VI Municipio, cosa suggerisce per colmare tali vuoti e fare il modo che il centrosinistra torni a essere una coalizione di governo?
“Il PD, ed in generale le forze di centrosinistra, hanno vinto nei territori meno problematici, mentre nelle estreme periferie hanno tenuto a fatica, con punte, come in VI Municipio dove la Lega di Salvini ha superato tutte le previsioni. La Rete Civica, che mi onoro di rappresentare non ha mai abbandonato certi territori, ha sempre lavorato a fianco dei cittadini cercando di intercettare i bisogni fondamentali per trovare risposte adeguate. Purtroppo, ed è inutile nasconderlo, il PD ha sottovalutato le condizioni delle periferie, e non mi riferisco solo ad un concetto spaziale, di distanza dal centro, ma mi riferisco in senso lato alle periferie sociali delle nostre città, le periferie dei deboli dei precari degli emarginati, dei disoccupati. L’anno scorso, dopo la doccia fredda della sconfitta elettorale del 2018, e finita la fase congressuale, il PD ha iniziato un lento lavoro di ricucitura con alcune realtà territoriali, che lentamente sta dando i suoi frutti e il risultato delle europee ci consegna un centrosinistra in ripresa”.

A proposito quali sono le sfide future della Rete Civica dei Cittadini?
“La Rete Civica, come al solito, svolge il proprio ruolo in Consiglio, accanto e collaborando con il Partito Democratico, con mozioni, interrogazioni e proposte di Delibere, e sul territorio con incontri e commissioni per cercare di dare risposte concrete a problemi concreti. Il mio gruppo ha presentato 13 proposte di Delibera, oltre 100 interrogazioni, una ventina di Mozioni, Ordini del Giorno, Emendamenti, insomma, in sede d’Assemblea Capitolina abbiamo fatto la nostra parte. Inoltre va sottolineato che tutti provvedimenti proposti sono stati concordati con i cittadini su impulso dei comitati e delle associazioni di quartiere che mi sono stati a fianco in questi primi anni di governo della Capitale. Relativamente alle future sfide della Lista Civica, penso che molto dipenderà dalle prossime settimane. Può succedere di tutto. Il precario equilibrio delle basi su cui si è costruita la maggioranza di Giallo-Verde potrebbe far vacillare certezze che fino a prima delle Elezioni Europee erano date per scontate. L’avanzata dei sovranisti – neoliberisti e l’evidente crisi del Movimento 55, potrebbe determinare a livello locale, scenari nuovi attualmente imprevedibili ai quali la sinistra dovrà contrapporre soluzioni attrattive, moderne ma sempre in un’ottica di campo largo, senza abbandonare nessuno, specialmente se in difficoltà. Proprio fronteggiare l’avanzata delle destre, stiamo preparando, insieme ai colleghi del PD una mobilitazione proprio nel territorio del VI Municipio che vedrà coinvolte le migliori realtà del Municipio in campo politico, sociale, economico ed imprenditoriale che potrà rinnovare l’interesse dei cittadini per un centrosinistra più energico e solido”.

Grazie…
“Prego”.




RomaTPL, la Fast-Confal denuncia: “Stipendi in ritardo, criticità vetture”.

Torna alla ribalta la vertenza dei lavoratori della RomaTPL: “Stipendi in ritardo, malgrado
le promesse, vetture insufficienti per espletare il contratto di servizio. Chi
paga?”, ammonisce Renzo Coppini,
Segretario regionale del SLM-Fast
Confsal
. “Gli autisti in mezzo alla strada – attacca -, insultati e
aggrediti dall’utenza per i cronici disservizi, vessato ed umiliato dalla
società”.

La stoccata arriva all’indomani del mancato pagamento delle
retribuzioni di gennaio, che, al solito, dovevano essere corrisposte entro l’ultimo
giorno del mese, ovvero giovedì scorso. Ma oltre ai corrispettivi mancati, l’organizzazione
sindacale ha inviato una lettera al vetriolo (prot. 60/19/SR) indirizzata al Sindaco
Raggi
e all’Assessore Meleo,
alle associazioni dei consumatori (Codacons
e Federconsumatori) e al Comando della Polizia di Roma Capitale,
all’ITL e, infine, al Prefetto di Roma, sulle “criticità manutenzione parco vetture”. Che “malgrado
le ripetute note inviate alla Società e all’Amministrazione di Roma Capitale permangono
a tutt’oggi”.

Nel documento si denuncia “guasti ai
blocco-porte, vetri rotti o incrinati, impianti dell’aria calda non
funzionanti, ammortizzatori rigidi, arredi interni rumorosi” a titolo
esemplificativo, “come prontamente e doverosamente segnalato dagli Operatori
dell’esercizio. Tali anomalie pregiudicano il buon andamento del servizio con
conseguenti ricadute sulla sua qualità”.

Nella missiva inoltre, si torna a
sottolineare “l’uso discriminatorio delle contestazioni disciplinari, applicate,
sovente, al solo fine di dissuadere gli operatori dall’annotare le richiamate
anomalie, e nonostante siano altri e molteplici i rischi in cui incorrono
lavoratori e gli utenti”.

Motivazioni che hanno spinto il Segretario Coppini a “diffidare la Società a proseguire in tale atteggiamento, vessatorio e lesivo, e chiede ai responsabili in indirizzo ed ai responsabili dell’incolumità dei passeggeri un’immediata verifica in loco. Comportamenti simili non sono giustificabili, ancor più in prossimità dell’imminente scadenza del contratto e della messa a gara del servizio”. “Non si può continuare così – ha poi aggiunto -, la svolta decantata non si è vista. Roma tpl deve rispondere delle sue mancanze,
l’Amministrazione deve chiarire quale futuro dare ai lavoratori del Tpl privato di Roma, se lo meritano”.

Intanto si attendono gli esiti delle procedure di raffreddamento, aperte l’11 gennaio passato dalla Segreteria SLM Fast Confsal Provinciale di Roma, guidata da Giuliano Parmiani.




L’Associazione “Per Roma” sposa le linee tranviarie messe a punto dal Comune

ROMA – La decisione presa dalla Commissione capitolina alla Mobilità, presieduta da Enrico Stefàno, di rimettere in moto il vecchio progetto della TVA – linea tranviaria dalla stazione Termini a Piazza Risorgimento e a Piazza Pio XI -, ha incontrato il parere favorevole dei comitati e delle associazioni dei cittadini. Tra queste figurano “Per Roma” che da anni si batte per la realizzazione del progetto.  

“Si tratta – recita il comunicato
– di un piano messo a punto vent’anni fa in vista del Giubileo del 2000 e poi dimenticato, nonostante fosse giunto a un
avanzato stadio di elaborazione tecnica. Partendo dal piazzale dei Cinquecento,
a Termini, il nuovo tram percorrerà via Nazionale e corso Vittorio Emanuele
raggiungendo piazza Risorgimento. Una diramazione salirà lungo via Gregorio
VII. L’itinerario appare fondamentale soprattutto per il movimento turistico:
lungo il percorso del TVA si allineano molte delle principali mete dei
visitatori. Ma la nuova infrastruttura potrà risolvere molti dei problemi dei
collegamenti con il quartiere Aurelio e con l’intero quadrante occidentale
della città”.

“Il progetto – ricorda ancora
l’associazione – prevede la sostituzione di numerose linee di autobus con
vetture tranviarie munite delle tecnologie moderne sperimentate ampiamente in tutte
le grandi città straniere, niente a che fare con l’immagine antica del tram
sferragliante, con effetti benefici non solo per l’efficienza del servizio
(oggi del tutto inadeguato) ma anche per l’inquinamento atmosferico, la
rumorosità delle strade, le vibrazioni. Si pensi che solo lungo via Nazionale
transitano attualmente 7 linee di autobus (che il tram sostituirà) con 1600
corse giornaliere, responsabili in gran parte delle 11 tonnellate di anidride
carbonica che si riversano ogni giorno sulla strada e delle lesioni
manifestatesi in molti edifici”.

Sullo “sferragliamento del tram”
si potrebbe aprire un capitolo a parte, certo è che l’apertura dell’Amministrazione
Comunale dimostrata nei confronti di un vettore di massa capiente, veloce e
sostenibile, merita una particolare attenzione. E si augura che non resti
lettera morta o che naufraghi in progetti ambiziosi e tecnologici troppo
onerosi e impegnativi per le casse pubbliche. Infatti, una linea tranviaria
ordinaria, tradizionale, se ben attrezzata e manutenuta, garantisce elevati
standard qualitativi, superiori ai tanti mostri
innovativi sparsi in Italia, costosi e poco affini con la rete romana.