La linea del tempo nei festeggiamenti per il 2019

Lungo la linea del tempo che corre da est a
ovest il Capodanno 2019 è stato festeggiato a orari differenti. La linea di
demarcazione della data, quella che separa lo ieri dall’oggi, si trova nel
Pacifico e divide alcuni arcipelaghi. E lì in mezzo all’Oceano si è festeggiato
il primo e l’ultimo Capodanno del mondo, a circa 24 ore di distanza l’uno
dall’altro.

I primi a salutare il 2019 sono stati gli
abitanti di Kiritimati, gli ultimi ad entrare nel 2019, 13 ore dopo di noi e
quasi un giorno dopo i primi, gli abitanti delle Isole Samoa Americane.

Il nuovo anno, e ogni nuova alba, arriva sempre prima nell’atollo di Kiritimati o Isola Christmas, un piccolo isolotto di 5 mila abitanti nell‘Oceano Pacifico in cui passa la linea internazionale del cambio di data. Sono questi abitanti del Pacifico a festeggiare ben 13 ore prima di noi l’entrata del 2019. Poi tocca all’Isola di Tonga e allo Stato di Samoa.

Subito dopo i festeggiamenti per il 2019 sono
arrivati in una grande città, ad Auckland in Nuova Zelanda con i colorati
fuochi d’artificio che hanno illuminato la Sky Tower.

E mentre da noi ci si sedeva a tavola per
l’ultimo pranzo del 2018 a Sydney in Australia si è brindato alla mezzanotte
con lo spettacolo pirotecnico nella splendida baia.

Dopo Sydney a entrare nel 2019 è stato il Giappone che ha festeggiato il 2019 nove ore prima di noi. La festa a Tokyo si è svolta come sempre nei meravigliosi Giardini Imperiali con il suggestivo lancio di palloncini colorati.

Seguendo la linea del tempo il 2019 è
arrivato poi in Cina, a Pechino, a Taiwan e a Singapore (8 ore avanti rispetto
a noi).

Il nuovo anno è toccato poi alla Thailandia e
al Vietnam, l’India e nel frattempo si sono preparati dare il benvenuto al 2019
gli abitanti delle Seychelles nell’Oceano Indiano.

E mentre noi deguastavamo la prima portata
del Cenone di Capodanno nella piazza Rossa di Mosca si è dato il via ai
festeggiamenti. E quando il nostro cenone era finito ad Atene è scoppiata la
festa per l’arrivo del 2019, così come a Il Cairo in Egitto, a Gerusalemme,
sulle spiagge di Tel Aviv e a Joannesburg in SudAfrica.

E un’ora dopo di noi, il 2019 è arrivato sul
Tamigi a Londra, a Dublino in Irlanda, a Lisbona in Portogallo, in Marocco, in
Tunisia e nelle Isole Canarie. L’ultima terra europea a entrare nel 2019 sono
state le Isole Azzorre al largo del Portogallo che si trovano due ore avanti a
noi.

La linea del tempo ha poi attraversato l’Atlantico
e la prima terra ferma su cui si è posato 
il nuovo anno è stata la costa del Sud America. Quando da noi erano le 3
del mattino la festa è scoppiata sulla spiaggia di Copa Cabana a Rio de Janeiro
in Brasile e fra le strade di Buenos Aires in Argentina.

E quando qui in Italia qualcuno era già a letto, alle 5 del mattino, la travolgente festa di Times Square a New York ha preso il via. E insieme ai newyorchesi sono entrati nel 2019 in contemporanea anche i messicani con la festa lunga di una notte sulle spiagge di Cancun, i canadesi con Ottawa e Toronto illuminate dai fuochi d’artificio e i peruviani.

La linea del tempo ha poi attraversato gli Stati Uniti portando il 2019 prima a Chicago e in Texas, Wisconsin, North e South Dakota e poi a Denver e Colorado e Idaho. E mentre noi salutavamo l’alba e qualcuno faceva colazione alle 8 del mattino il nuovo anno arrivava nella costa ovest degli Usa dove iniziavano le celebrazioni a Los Angeles e San Francisco.

Fra gli ultimi a dare il benvenuto al 2019 gli abitanti delle Isole Hawaii, ben 10 ore dopo di noi, infine, gli ultimi abitanti della terra in assoluto ad entrare nel nuovo anno, sono stati gli abitanti delle Isole Samoa Americane nel Pacifico. E tutto il mondo è quindi entrato nel 2019.




CAPODANNO: NO AI FUOCHI

di Silvio Rossi

Come tutti gli anni, in corrispondenza della festa di San Silvestro, una lunga sequela di messaggi finalizzati a evitare l’uso dei fuochi artificiali per festeggiare la mezzanotte più attesa dell’anno, perché i nostri amici a quattro zampe sono particolarmente sensibili ai rumori provocati dai giochi pirotecnici, invade le nostre caselle di posta, i nostri account nei social network, i forum che frequentiamo.

Un muso di un cucciolo con gli occhi spaventati, a volte col cappello di babbo natale calzato in maniera buffa, con l’intenzione di intenerire il lettore del messaggio, è l’immagine che accompagna la richiesta di evitare i fuochi, coi loro rumori, perché possono creare gravi danni agli animali domestici.
Nei giorni scorsi anche diversi politici hanno ricordato come i rumori facciano male agli animali. L’ha scritto in un comunicato il coordinatore di Forza Italia del XV municipio, Vincenzo Leli, analogamente il consigliere delegato ai diritti degli animali di Anguillara, Second Ricci, ha pubblicato una serie di regole per minimizzare le conseguenze.

Nessuno vuole sminuire la validità di queste richieste. Sono iniziative lodevoli, non c’è che dire. Peccato però che tanta attenzione non venga riservata, oltre che per i cuccioli di cane e gatto, anche per quelli di uomo. Non un messaggio si legge su internet in cui si chiede di evitare i fuochi per il bene dei nostri figli.
Eppure ogni anno un centinaio di minori sono feriti a causa dei fuochi di capodanno, e molti altri sono vittime di petardi inesplosi nei giorni successivi, raccolti per la curiosità che non manca mai agli adolescenti.
Proprio per diminuire in particolare il numero di feriti tra i minori, tutte le forze dell’ordine, dai Carabinieri alla Polizia, dai Vigili del Fuoco alla Guardia di Finanza sono impegnati in una serie di campagne, anche nelle scuole, atte a far maturare nei ragazzi la consapevolezza del pericolo che questi ordigni rappresentano.
Con lo slogan “Usa la testa, non rovinarti la festa!”, sono stati distribuiti dei vademecum per sensibilizzare adulti e minori, sull’uso consapevole dei fuochi.
Chi manda messaggi per tutelare la salute psicofisica di cani e gatti, probabilmente lo fa con le migliori intenzioni. Farlo per contribuire a diminuire il numero di minori feriti, forse, non sarebbe stato male.