Bracciano, emergenza lago: Raggi impugna l'ordinanza di interruzione della captazione Acea

 

Redazione


BRACCIANO (RM)
– Roma Capitale non è assolutamente d'accordo con il fatto che venga interrotta la captazione dell'acqua nel lago di Bracciano. Si tratta di un ricorso presentato in via cautelare dalla Raggi contro l’ordinanza emanata dalla Regione Lazio lo scorso venerdì. A spiegare meglio il caso è il Comitato Difesa Lago Bracciano con una nota. Eccola: "Un atto gravissimo del quale daremo contezza all’autorità giudiziaria. Il comitato per la tutela del bacino lacuale di Bracciano e Martignano comunica di aver ricevuto in notifica l’impugnazione da parte di Roma Capitale dell’ordinanza della Regione Lazio che stabilisce, in parziale dietrofront rispetto alla prima ordinanza di interruzione totale originariamente prevista per la mezzanotte del 28 luglio scorso, un regime di progressiva diminuzione della captazioni Acea dal lago di Bracciano fino all’interruzione totale dal 1° settembre.


E’ istituzionalmente gravissimo che Raggi non agisca quale Presidente della Città Metropolitana di Roma o come presidente della conferenza dei Sindaci dell’ATO 2 ma come sindaco di Roma Capitale e quindi nella sua veste di azionista di maggioranza di Acea spa e quindi di Acea Ato 2 spa.

Non accettiamo che il futuro del lago di Bracciano venga sacrificato a logiche di potere e di profitto. La presa di posizione della Raggi, che agisce come sindaco di Ente azionista di maggioranza di Acea, ne è la più chiara dimostrazione.

Riteniamo serie inoltre le responsabilità nella vicenda della Regione Lazio. L’ordinanza del 27 luglio della quale oggi Raggi chiede la sospensione – come correttamente intuito anche dall’ex procuratore Capo della Repubblica di Civitavecchia Gianfranco Amendola in tabella di stampa – appare a nostro giudizio contraddittoria, inutile e potenzialmente pericolosa. Contraddittoria perché la stessa fa leva sulle mai dimostrate necessità di turnazioni che Acea ha usato come minaccia. La necessità di tale turnazione è sconfessata da Acea stessa che comunica alla Regione di avere fonti alternative addirittura superiori a Bracciano ed è stata smentita dalla Regione stessa con l’adozione della prima ordinanza. Inutile perché non prevede alcuna sanzione ad un eventuale inadempimento. Pericolosa perché lascia il controllo ad Acea, il cui vertice è oggi indagato dalla Procura di Civitavecchia. Continueremo la nostra battaglia su ogni fronte istituzionale in difesa dell’ecosistema lago di Bracciano".

Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato Pd Emiliano Minnucci "Questa mattina ho appreso che la Sindaca di Roma, attraverso un ricorso al Tribunale delle Acque, si è appellata contro la seconda e ultima ordinanza emanata dal Presidente Zingaretti attraverso la quale è stato scongiurato il razionamento del servizio idrico a Roma e, di conseguenza, confermato il proseguimento delle captazioni a Bracciano fino al prossimo 31 agosto. Per la Raggi i prelievi non solo non devono essere bloccati a fine mese ma devono perdurare nel tempo e senza regole secondo le esigenze esclusive di Acea. Con quest’ultimo atto la Raggi insulta i nostri territori e calpesta quel punto di complicato compromesso che la Regione Lazio era riuscita a individuare. La Raggi dovrebbe ricordarsi che oltre a essere sindaco di Roma è anche Presidente della Città Metropolitana e, in quanto tale, dovrebbe tutelare anche tutti i cittadini dei 120 comuni dell’ex Provincia di Roma. In questo caso, però, Virginia Raggi non ha svolto né il ruolo da Sindaco né tantomeno quello da Presidente: interessandosi completamente agli interessi di Acea, la Raggi ha dimostrato e sta dimostrando di voler tutelare esclusivamente gli interessi di quella società di cui detiene le quote di maggioranza. Una vergogna inaudita che deve essere denunciata da tutti a partire dalle amministrazioni locali del lago di Bracciano e dalla stessa Regione Lazio che, così come sostenuto in questi giorni, deve provvedere immediatamente all’istallazione di un contatore delle captazioni, in modo da rendere trasparente a tutti l’attività svolta da Acea. Già non ci fidavamo prima, figuriamoci adesso dopo quest’ultimo ricorso presentato dalla pseudo Sindaca di Roma”.