Bracciano, si è dimesso l’assessore Giovanni Bentivoglio

Si è dimesso l’ex sottufficiale della Guardia di Finanza Giovanni Bentivoglio, assessore Lavori Pubblici, Cimitero, Trasporti, Mobilità, Acquedotto e Pubblica Illuminazione del Comune di Bracciano, finito come persona informata sui fatti nell’inchiesta giudiziaria sul caso Vannini, il ragazzo ucciso a Ladispoli.

L’assessore lascia il Comune protocollando una lettera di dimissioni al Sindaco Armando Tondinelli in cui fa presente che anche per problematiche fisiche, non è in grado di garantire serenità nel suo operato presso il Comune.

Un gesto apprezzabile quello di Bentivoglio che in un momento in cui non si sente completamente sereno decide di fare un passo indietro per il bene della collettività.

Le dichiarazioni del sindaco

Tondinelli ha commentato con poche parole: “Apprezzo il gesto di Giovanni Bentivoglio accettando le due dimissioni – ha detto Il Sindaco – e soprattutto mi fa piacere che con questo suo allontanamento abbia deciso di tenere distanti questioni che non riguardano in nessun modo questa amministrazione e che nulla hanno a che fare con l’attività amministrativa e con la compagine di governo. Lo ringrazio per il suo impegno e gli auguro di rimettersi presto”.

Il caso Vannini

Il nome di Bentivoglio è emerso quando è arrivata una nuova svolta nell’indagine sul caso di Marco Vannini alla luce delle rivelazioni del supertestimone Davide Vannicola, amico l’ex comandante della stazione di Ladispoli Roberto Izzo.

Dopo che l’artigiano di Tolfa ha confermato anche nell’interrogatorio in Procura quanto ha detto in un’intervista a “Le Iene”, ovvero che l’ex comandante della stazione di Ladispoli Roberto Izzo gli aveva confidato che ad uccidere il ventenne non era stato Antonio Ciontoli ma suo figlio Federico, la stessa magistratura inquirente ha disposto l’acquisizione del cellulare del sottufficiale dell’Arma. Poco tempo fa, si sono presentati a casa di Roberto Izzo almeno quattro pattuglie dei carabinieri di Roma ed hanno acquisito il suo cellulare.

Probabilmente la Procura vuole verificare attraverso i tabulati telefonici del numero dell’ex comandante, se la notte del 18 maggio di quattro anni fa, Izzo ricevette realmente una sola telefonata da Antonio Ciontoli, all’una e 18 minuti, come hanno sempre sostenuto sia Izzo che lo stesso Ciontoli.

Ma che c’entra Bentivoglio?

L’assessore dimissionario è stato interrogato qualche tempo fa perché Vannicola avrebbe raccontato anche a lui, essendo amici, la stessa confidenza fatta da Izzo. Non è ancora emerso se il sottufficiale delle Fiamme Gialle abbia confermato o meno la versione agli inquirenti.

Dunque fatti molto lontani da quella che è l’attività amministrativa del Comune di Bracciano. Ma il caso Vannini merita la dovuta attenzione e forse più d qualche animo ne è rimasto scosso e toccato.




Bentivoglio, manette ai polsi a un richiedente asilo politico per motivi umanitari per maltrattamenti in famiglia

BOLOGNA – I Carabinieri della Stazione di Bentivoglio hanno arrestato un operaio quarantaquattrenne armeno per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, violenza privata, danneggiamento, maltrattamenti contro familiari e conviventi e lesione personale. E’ successo martedì pomeriggio, quando la Centrale Operativa del 112 di Molinella ha ricevuto la telefonata di una donna spaventata che chiedeva aiuto perché era stata aggredita dal marito e temeva per l’incolumità dei suoi tre figli minori.

All’arrivo dei Carabinieri di Bentivoglio, coadiuvati dai colleghi della Stazione di Malalbergo e del Nucleo Operativo Radiomobile di Molinella, l’uomo non era in casa. I militari lo hanno rintracciato poco dopo a Santa Maria in Duno, una località del comune di Bentivoglio. Accompagnato in caserma per approfondire i dettagli della vicenda, il soggetto, gravato da precedenti di polizia e richiedente asilo politico per motivi umanitari, ammetteva di aver avuto un diverbio in famiglia, ma senza conseguenze.

Lo scenario emerso in seguito agli accertamenti, però, appariva completamente diverso. L’uomo, infatti, alcolizzato e socialmente pericoloso, non solo aveva violato un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, in questo caso la donna, ma aveva anche usato le maniere forti, danneggiando i mobili dell’abitazione e picchiando il cognato che si trovava in casa con la sorella. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, il quarantaquattrenne è stato tradotto in carcere. Il cognato della donna, è stato soccorso dai sanitari del 118 e giudicato guaribile in quindici giorni.