VITA DA RECLUSI… IN COSTA SMERALDA

di Mario Vito Torosantucci
La Sardegna, d’estate, è uno dei punti d’osservatorio della vita sociale,più veritieri d’Italia. Chi ha la fortuna di potersi trovare sulla costa smeralda nel periodo estivo, può rendersi conto personalmente, del livello e del paragone, fra le varie differenze sociali. Veder sfilare barche di varia grandezza, yacht e megayacht, come su un’autostrada, ci si chiede, quanti soldi vengono spesi, per il piacere e divertimento. Con il costo giornaliero di una barca grande, si potrebbero salvare innumerevoli bambini del terzo mondo. E’ d’uso usare l’espressione “ Vita da cani “ in senso ironico, intendendo dire con tale frase, una vita difficile e di sottomissione. Queste persone, proprietarie delle suddette barche, invece, conducono una vita veramente da cani, i quali, oggigiorno vengono trattati e rispettati, più delle stesse persone. La riflessione principale, per quanto riguarda i ricchi italiani, è poter capire da dove provengono tutti quei soldi, se sono tutti regolari e legali, e se pagano veramente le tasse. Come tutte le cose però, c’è sempre il rovescio della medaglia. La vita dorata dei ricchi, comporta un limite alla propria libertà, poiché sono costretti ad avere sempre delle guardie del corpo, per tutelare la propria incolumità. Invidiati, beffeggiati, insultati, ma oggetto dei sogni della maggior parte della gente. Un magnate russo, ha comprato uno yacht di trenta metri per la moglie, perché deve recarsi a mangiare a circa dieci minuti dalla sua villa. Il lato positivo, è la possibilità di lavoro, che hanno avuto le cinque persone, che ci lavorano a bordo. Poi, ci sono i ricchi semplici in incognito, che pur svolgendo dei lavori cosiddetti umili, possono permettersi una vita agiata e dispendiosa, ovviamente lontano dalle proprie città. Infatti, fra i  proprietari di yacht abbastanza grandi, tempo fa mi sembra di aver riconosciuto su di essi, fruttivendoli ed altre persone che lavoravano nei mercati. Tornando ai personaggi importanti, ci si rende conto, che la vita per loro è, sì dorata, ma eternamente controllata e priva di qualsiasi libertà e privacy. Non possono fare una passeggiata tra la gente, come un qualsiasi mortale, perché non possono mimetizzarsi, permettersi di camminare soli tranquillamente,e magari, fare compere nei negozi, con la calma di un turista normale. Poverini questi signori, che per loro sicurezza, sono costretti spesso a viaggiare in elicottero, che prudentemente hanno sullo yacht, essere quasi costantemente incollati ai vari telefonini, per la moltitudine di rapporti di lavoro, riducendo così, il tempo a disposizione per ritemprarsi, rilassarsi, e recuperare le forze per affrontare di nuovo il mondo intero. Comunque, per essere prudenti e previdenti, per affrontare un qualsiasi pericolo per la salute, hanno pensato bene, di procurarsi e comprare yacht, con due o tre sale operatorie. Certo, queste persone, non devono essere invidiate, perché alcune importanti, in caso di pericolo, saranno costrette a fuggire, con un piccolo sottomarino nella pancia dello yacht. Da riflettere! quanta tensione, devono subire questi poveri ricchi, e questa forse è la ragione per cui, qualche volta sbranano avversari, in senso affaristico, esattamente come fa un cane di grossa taglia, quando e non tanto raramente, aggredisce qualcuno. Quindi, l’analogia fra le due vite è ormai chiara. I ricchi, fanno una vita da cani, e la maggior parte dei cani, fanno una vita da ricchi. Un’ osservazione più specifica… un’episodio capitatomi poco tempo fa; Una signora, innervosita da due bambini, si arrabbia a tal punto da dare uno schiaffo ad uno di loro inveendo contro gli altri, semplicemente per aver fatto cadere un gelato, poi, accortasi che il suo cane aveva fatto un bisogno, lo apostrofa: Poverino! Non ti senti bene? Vieni da mamma…vieni da mamma tua che ti cura. A quel punto, pur sbagliando, non ho potuto fare a meno di dire : Signora, non me lo sarei mai aspettato, che lei,avesse certi gusti sessuali. Non riferisco ovviamente, come sono stato aggredito verbalmente. Quei cani fortunati, potranno andare con quei ricchi ostinatamente fortunati, nelle spiagge più esclusive, malgrado i divieti, che i comuni del luogo impongono, mentre, agli altri sfortunati della gente comune, non resta che essere presi a calci, se solo si azzardano, ad andare in quei luoghi, dove i privilegiati, sono costretti a fare una vita da reclusi.




MELANIA REA: L'ACCUSA CHIEDE 30 ANNI DI CARCERE PER SALVATORE PAROLISI

di Angelo Barraco

Roma – “Trent’anni di carcere a Salvatore Parolisi”, ecco la richiesta dell’accusa. La condanna era stata confermata in primo e in secondo grado di giudizio, il pm Maria Giuseppina Fodaroni ha richiesto la condanna, ai giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione. Parolisi è l’unico indagato per l’omicidio della moglie Melania Rea, rinvenuta cadavere presso il boschetto delle Casermette, a Ripe di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo, nell’aprile del 2011. Il ritrovamento è avvenuto grazie ad una telefonata anonima di cui oggi non si conosce ancora la provenienza e furono lanciati numerosi appelli al telefoniste affinché si facesse avanti con gli inquirenti per spiegare molte cose e ciò che vide quel giorno. Le condotte dell'imputato all'epoca del fatto, secondo il pg, non fanno che "essere espressive del suo coinvolgimento": prima "ha solo un'ora dall'allontanamento della moglie – ha sottolineato il magistrato – afferma 'me l'hanno ammazzata', poi, man mano che la donna non si trova, Parolisi si calma. Parolisi farà di tutto, nei giorni successivi al delitto, nell’adoperarsi al depistare le indagini, farà di tutto per evitare che i colleghi esperti facciano ricerche in quella zona quando il cadavere viene ritrovato. Valenza indiziaria "significativa", per il sostituto pg, ha anche "il fallimento dell'alibi dell'imputato" e il vilipendio di cadavere, sul quale vennero incise una svastica e una gabbia, e' stata "un'operazione di depistaggio che solo il responsabile del delitto poteva fare". Fodaroni, infine, ha ritenuto corretto anche il riconoscimento delle aggravanti della crudelta' e della minorata difesa. La sentenza potrebbe arrivare oggi, in serata.