ROMA, CASALE SAN NICOLA: REVOCATI ARRESTI DOMICILIARI A MILITANTI CASAPOUND

Redazione

Roma – "Obbligo di firma al posto dei domiciliari per i sei militanti di CasaPound Italia arrestati in seguito agli incidenti avvenuti a Casale San Nicola nel luglio scorso. Il gip ha riconosciuto la sproporzione della misura cautelare da lui stesso inflitta sulla base delle conclusioni a cui era arrivato il pm, dopo aver ascoltato negli interrogatori di garanzia la versione di chi ha partecipato a quella brutta pagina della storia italiana.

Dall'ordinanza appare evidente come non solo il gip si sia reso conto che i militanti di CasaPound non erano 'infiltrati' violenti in una protesta pacifica dei cittadini, come aveva voluto sostenere il pubblico ministero, ma come gli scontri siano stati la risultante di un atteggiamento sproporzionato nell'uso della forza pubblica nei riguardi di una protesta, per sua natura più che legittima, che aveva visto cittadini e militanti del movimento fare fronte comune fin dall'inizio. Da quando, cioè, era stata presa la scellerata decisione di portare un centinaio di immigrati clandestini spacciati per profughi in una struttura giudicata 'non idonea', e in un quartiere dove vivono solo 250 famiglie". Lo dichiara, in una nota, il leader di Cpi Gianluca Iannone.

"Il gip ha applicato la misura più lieve possibile, l'obbligo di firma, che resta comunque a nostro avviso una misura ingiusta e inopportuna, ma quanto accaduto oggi è per noi in ogni caso una vittoria della giustizia e della verità, per la quale – conclude Iannone – non possiamo non ringraziare i residenti di Casale San Nicola, che, incuranti delle denunce subite e delle possibili ripercussioni, si sono schierati a viso aperto per ricordare che quella di Casale è stata una battaglia combattuta fianco a fianco fin dall'inizio".




ROMA, IMMIGRATI A CASALE SAN NICOLA, MENNUNI (FDI): "MANCHEREBBERO ALCUNE AUTORIZZAZIONI"

Redazione

"Sembrerebbe che ci sia ancora qualcosa che non quadri nell'ambito delle necessarie autorizzazioni amministrative relative all'ex scuola Socrate destinata dalla Prefettura al centro di accoglienza per i migranti. Nel corso della commissione Controllo Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale, tenutasi lo scorso 28 Luglio e che ho inteso convocare in loco, gli uffici tecnici del Municipio hanno infatti segnalato come parrebbero non esserci una serie di autorizzazioni relative all'impianto fognario e all'antincendio mentre mancherebbe anche una autorizzazione della Sovraintendenza". È quanto dichiara in una nota Lavinia Mennuni, presidente della commissione Controllo Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale e consigliere capitolino di Fdi-An. "Ho chiesto agli uffici di approfondire con esattezza quanto affermato anche a seguito della richiesta del responsabile municipale, insediatosi da 10 giorni, di poter approfondire le questioni – aggiunge – Se fossero confermati tali mancanze ci sarebbe da chiedersi come mai si è autorizzata una struttura priva dei requisiti minimi amministrativi per poter esercitare l'attuale funzione. Anche per rispetto ai tanti cittadini intervenuti e per lo stesso ruolo istituzionale della commissione Trasparenza mi rammarico dell'assenza delle altre istituzioni invitate a partecipare, tra cui Asl e Prefettura. È mia intenzione riconvocare la commissione per avere la risposta del Municipio alle criticità sollevate riformulando l'invito a partecipare a Prefettura e Asl, al fine di poter avere un quadro della situazione sufficientemente esaustivo. Mi auguro in questa seconda convocazione di poter avere tutti gli attori e tutte le risposte alle domande che con insistenza si pongono i cittadini".




ROMA, CASALE SAN NICOLA: DALLA PARTE DI CHI SVENTOLA IL TRICOLORE

 

La ricostruzione dei fatti e le interviste esclusive a: Valerio Barletta presidente del XIV Municipio,  Simone Di Stefano vice presidente Casa Pound, Fabio D'andrea coordinatore Noi con Salvini, Alfredo Iorio leader del Trifoglio

 

di Matteo La Stella

Roma – Al concerto del Governo dem i cittadini sono tutti in piedi, taluni con il pollice verso, tal altri con le orecchie tappate, ma sbalorditi ed infuriati, per lo meno i benpensanti, rivendicano la loro nazione intonando l'Inno di Mameli, colonna sonora dell'ultimo atto di tirannia andato in scena lo scorso venerdì a Casale
di San Nicola. I democratici, alla stregua dei Sioux, hanno ballato intorno alla brace di un fuoco acceso dalle manovre ordinate da un prefetto peso massimo, che poco propenso ad ascoltare per scelta, ha calpestato la protesta pacifica dei cittadini supportati dai militanti di Casa Pound, arrivando ora addirittura a ponderare l'eventuale daspo per i manifestanti più scalmanati.

Mossa consapevole quella di Gabrielli, che in questo modo è riuscito a spostare i 20 migranti all'interno dell'ex scuola Socrate, un tempo asilo nido. Se venerdì il coltello ha reciso la carne degli abitanti del quartiere in protesta, solo 24 ore dopo la ferita ha iniziato a zampillare, quando gli stessi sono stati dipinti dagli indiani Pd come fascisti e xenofobi per aver difeso terra e affetti, senza aver avuto la possibilità di un confronto verosimile nella giornata delle tensioni. Indiani come il sindaco di Roma, Ignazio Marino, per l'occasione Ignavo Marino, che preferisce non entrare nel merito della vicenda. Dopo che la sua equipe di strumentisti è stata dimezzata dall'inchiesta su “Mafia Capitale”, tra disdette forzate e fughe dettate dalla traiettoria orbitante della ghigliottina giuridica, il primo cittadino, direttore di un'orchestra maidiretta, trova un posto defilato e diventa spettatore, mentre il prefetto Franco Gabrielli si impossessa della scena e della filarmonica, costringendo la capitale all'ascolto del suo repertorio. Dalla platea, però, i cittadini non ci stanno e fischiano il suo assolo, sottomesso poi dal canto sofferto degli stessi che da venerdì ancora rimbomba nell'aria. All'alba del giorno dopo i disordini, dunque, la bandiera della temuta cospirazione torna a sventolare, sospinta dalle parole di Valerio Barletta, minisindaco Pd del Municipio XIV, secondo cui buona parte del “sistema solare” sorto in questi mesi intorno al centro di accoglienza pensato per Casale di San Nicola presenterebbe evidenti connotati politici; lanciatori di benzina sul fuoco, lanciata ad hoc per alimentare la tensione sociale alla mercè dei vari credo. Ma chi pensa a quell'insieme di volti palesemente non avvezzi alla politica che hanno affollato la strada solo per salvaguardare il loro fazzoletto di terra messo in piedi in totale autonomia? E cosa dire del vicino campo profughi per italiani, distante dai tafferugli di venerdì scorso, ma saltato comunque a piè pari dai non aventi diritto nell'assegnazione di un alloggio?

L'Osservatore d'Italia ha raccolto in merito le sensazioni politiche provenienti dai diretti interessati, per capire fino a che punto la gestione di un'emergenza sociale stia cambiando l'urbe, a fronte di una presa di coscienza da parte della cittadinanza, la cui vittoria non sarà mutilata, ma piena di gioia, soddisfazioni e verità.

La ricostruzione. Nella giornata di venerdì 17 Luglio 2015, i cittadini di Casale San Nicola in forza al presidio fisso costituito da circa 90 giorni hanno montato le barricate,  già annunciate in precedenza. I residenti, affiancati dai militanti di Casa Pound sono scesi in campo ed hanno formato un cordone, aiutandosi anche con delle automobili parcheggiate a mo' di barriera. Braccia alzate, hanno tutti intonato l'Inno di Mameli mentre in strada avevano già preso posizione gli agenti in tenuta anti sommossa, i vigili urbani ed i pompieri, oltre ad alcuni carro attrezzi pronti a rilevare le automobili di intralcio al pulman dei migranti
in arrivo. Già sul nascere sono sorti i primi problemi per lo schieramento degli abitanti: nel tentativo di uscire dal complesso residenziale, un veicolo ha investito accidentalmente un'anziana che è rimasta ferita ad un ginocchio. Gli uomini della questura hanno riferito: ”Operazioni di trasferimento dei profughi da subito risultate difficoltose”. Questo prima di intentare una trattativa con i cittadini del presidio che non è andata in porto. In seguito gli agenti rimuovono il blocco, innescando le rimostranze dei cittadini supportate dai militanti di Casa Pound. L'avanzata è contrastata dapprima con urla dei cittadini, finchè il tutto non precipita. Sedie, bottiglie ed ombrelloni vengono scagliati contro le forze dell'ordine che rispondono a suon di manganellate. Intanto vengono incendiate balle di fieno ma l'azione degli agenti continua, mirata a disperdere il blocco composto da cittadini e militanti della tartaruga. Alla fine il pulman con a bordo i migranti viene scortato dalla celere fino alla zona prestabilita, all'interno del perimetro di pertinenza dell'ex Socrate. Il bilancio dei tafferugli pesa come un macigno: 14 agenti feriti, 2 arresti ed una denuncia, oltre allo sgomento e alla paura generate tra le frange più deboli della protesta, donne ed anziani. L'azione, necessaria secondo la Questura, è stata consacrata dal Prefetto Gabrielli che ha ribadito anche la linea dura per le prossime tranche di arrivi al centro. Intanto, il questore Niccolò D'Angelo sta lavorando sul daspo da emettere nei confronti dei manifestanti che hanno preso parte ai tafferugli. Sulla stessa onda viaggiano le indagini della Polizia di Stato che, acquisiti diversi filmati, sta operando per l'identificazione di altri facinorosi, oltre ai 15 già schedati su cui sono in corso gli accertamenti di rito.

Valerio Barletta presidente del XIV Municipio.
Dopo i comunicati Pd a caldo, votati a condannare la strumentalizzazione politica messa in atto, il presidente municipale Valerio Barletta sottolinea ai nostri microfoni come la cittadinanza avrebbe ignorato: “L'invito da più parti a mantenere la calma, a non lasciarsi strumentalizzare, a mettere subito in campo le misure per capire come gestire l'arrivo di queste poche decine di persone”, strizzando così l'occhio alla violenza. Secondo il minisindaco, oltretutto, le istituzioni avrebbero ascoltato i cittadini disposti a dialogare, favorendo incontri con il Prefetto e tavoli tecnici anche in Municipio.”La democrazia- però, spiega Barletta- deve vincere e lo stato non può arretrare”. Linea di pensiero affine a quella del Prefetto “peso massimo”, il giovane democratico ha elogiato anche la differenza di trattamento riservata ai cittadini in protesta pacifica e agli scalmanati, l'ala di manifestanti legati alla destra di Casa Pound, che, sentenzia Barletta:”Soffia sul fuoco della tensione sociale”, già pulsante all'interno di un comitato dove i più non accettano l'arrivo degli immigrati.

Simone Di Stefano vice presidente Casa Pound
Diversa l'istantanea scattata dal vice presidente dei “supporters” del comitato cittadino, Simone Di Stefano, secondo cui a soffiare sul fuoco della tensione sociale ci avrebbe già pensato il Governo e: ”Gabrielli in primis, che decide arbitrariamente di fare violenza contro i cittadini per favorire 20 immigrati clandestini che non hanno nessun diritto di stare in quella struttura. Le proteste dei cittadini – prosegue Di Stefano – hanno ragione di essere fatte così”. Ed è giusto opporsi pacificamente, o “fermamente – aggiunge Di Stefano – come abbiamo fatto noi e come hanno fatto i ragazzi più giovani del quartiere, fronteggiando la Polizia che nei fatti sta andando contro i cittadini italiani”. Di Stefano affonda sul prefetto Gabrielli: ”Uomo senza polso”. Una condanna quella del vice presidente Casa Pound per aver autorizzato l'uso della forza.

Fabio D'andrea coordinatore Noi con Salvini.
Ad unirsi al coro del dissenso nei confronti dell'ex uomo di punta della Protezione Civile ci pensa anche Fabio D'andrea, coordinatore per Velletri e per i Castelli Romani di Noi con Salvini, che recentemente era stato portatore di solidarietà in direzione dell'altra realtà presente a pochi metri dal presidio fisso di Casale di San Nicola: la tendopoli degli italiani senza casa. Per il coordinatore di Noi con Salvini, dunque,è il Prefetto Gabrielli che deve finire sul tavolo degli imputati che insieme al Governo mantiene un atteggiamento anticostituzionale nei confronti degli Italiani messi in coda agli immigrati per l'assegnazione di una casa. L'insediamento degli italiani, che a differenza del presidio raggruppa 26 famiglie senza casa riunite per denunciare l'inammissibile condotta di un governo che ospita gli immigrati e lascia fuori gli italiani, sarebbero, stando alle parole di Valerio Barletta, pedine di un'azione politica. Non solo: le 26 famiglie, guidate a detta di Barletta da un uomo che vuole assicurarsi solo un futuro politico, sarebbero state censite dalla Polizia Locale che avrebbe sempre trovato persone diverse, alle volte con casa o lavoro, e che solo una di queste avrebbe accettato i servizi assistenziali proposti dal Comune.

Alfredo Iorio leader del Trifoglio. A questo, il portavoce della tendopoli degli italiani, Alfredo Iorio, si oppone in maniera netta. “Se aspettavamo il presidente del Municipio a quest'ora eravamo morti”, ripete più volte il leader del Trifoglio, che aggiunge “ Se volevo fare politica facevo le pagliacciate come fa lui – Iorio fa riferimento a Barletta – Quì non si parla delle singole intenzioni – continua Iorio – la prima necessità è quella di far stare bene la nostra gente. La parola d'ordine è quella di sistemare gli italiani dunque, e la promessa mossa dal portavoce è di rimanere in tenda finchè le ultime 3 famiglie ancora in cerca di casa non potranno raggiungere il traguardo abitativo, possibile fino ad ora solo grazie all'aiuto di altri connazionali. Due situazioni diverse toccate dalla medesima accoglienza, due modus operandi lontani, ma la stessa ferma convinzione che il prefetto e la politica dem abbiano fatto il loro corso. Se per Iorio la soluzione è quella di:”Cacciare la classe politica dal Municipio e dal Comune di Roma perchè completamente inabili”, per Simone Di Stefano il tempo politico dei “coccolatori degli immigrati clandestini” è concluso.

Siamo solo all'alba della disputa e, mentre i raggi del sole hanno già reso nitida l'intransigenza di un Prefetto deciso più che mai a svolgere i compiti col pugno di ferro, la risposta dei cittadini, sebbene in agitazione, verrà fuori solo all'arrivo della prossima tranche di migranti che potrebbero bussare alla porta del complesso residenziale già nelle prossime ore. Non sarà cosa da niente, i fatti di venerdì hanno rimosso la nebbia dagli occhi di molti.
 




SCONTRI A CASALE SAN NICOLA, L'ITALIA AL CONTRARIO: ITALIANI FUORI – IMMIGRATI DENTRO

 

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di Chiara Rai

Roma – Sono arrivati i pullman con circa 30 immigrati a Casale San Nicola, a nord di Roma vicino La Storta, sono subite scoppiate le tensioni, gli scontri, i tafferugli e il caos. La rabbia dei residenti e degli italiani accampati da circa tre mesi di fronte all’ex scuola Socrate, struttura che da oggi sarà la nuova dimora dei migranti, è davvero tanta. Sono volate sedie, forse anche sassi e tante strazianti urla di dissenso. Sembrerebbe che siano rimasti feriti una quindicina di agenti e siano state identificate altrettante persone.
Ma gli agenti non sarebbero i soli ad essere stati feriti.

La polizia, su mandato della linea dura dettata dal prefetto Gabrielli, si è posta comunque a tutela degli immigrati: gli agenti in tenuta antisommossa hanno forzato i blocchi dei residenti e scortato i migranti all'interno della struttura. Ma i manifestanti tutti, non parliamo del presunto (perché non ne abbiamo certezza) lancio autonomo di sassi da parte di qualche estremista che probabilmente è stato inopportuno, hanno reagito con forza ma in maniera civile e pacifica: con le mani alzate hanno bloccato la strada che porta all’ex scuola e hanno intonato ad alta voce l'Inno d'Italia, opponendosi a barriera contro l’arrivo della polizia.
Non una bella scena vedere i blindati pronti a reagire con la forza contro gli italiani che chiedono di salvaguardare i loro diritti. Li ci sono famiglie con bambini che non hanno una casa e che vivono accampati e assistono inermi ad una decisione calata dall’alto di assistere prima gli stranieri che loro.
In questo Stato, sono gli immigrati che hanno diritto ad una casa e gli italiani sono invece trattati come dei banditi solo perché si sono opposti ad una situazione che vede i propri diritti prevaricati.

La situazione è davvero assurda e insostenibile. Le auto parcheggiate sulla strada sono state rimosse dalla polizia. I residenti sono determinati a non smettere di lottare e manifestare il loro disagio rispetto ad una situazione che non è affatto sicura.
Ormai si è alzato un muro tra i manifestanti e il prefetto Gabrielli che ha ritenuto il sito in questione idoneo e ha provveduto al dissequestro della struttura. Qui la sicurezza, raccontano dal presidio, è già un emergenza. Basti pensare che l'ex scuola Socrate dista poco meno di 3 km da un altro centro di accoglienza dove vivono 300 rifugiati, una struttura che tra l'altro, risulterebbe affidata tra le altre cose ad una cooperativa di quelle che risultano indagate nello scandalo di Mafia Capitale. Gli italiani non sono violenti ma esausti. Hanno bisogno della solidarietà di tutti perché lottano per i propri diritti ma soprattutto sarebbe il caso che venissero ricevuti dal prefetto di Roma affinché si cerchi una soluzione che tuteli prima i diritti degli italiani e poi degli immigrati ma in un paese preda di emergenza abitativa è davvero impossibile ottenere uno status di civiltà che possa garantire la dignità a chi è in uno stato di necessità: prima gli italiani e poi gli stranieri. 

Fabrizio Santori: “E’ l’emblema di un Paese che va al contrario". "Lo Stato italiano, il ministro Alfano e il prefetto Gabrielli stanno manganellando gli italiani per far spazio con la forza all’arrivo di immigrati. Nelle altre nazioni si respinge chi vuole entrare, in Italia facciamo spazio agli immigrati con blindati e cariche. Casale San Nicola e La Storta non vogliono i rifugiati, se ne prenda atto e si ritirino i blindati. Spostiamoli nelle periferie e presso i campi nomadi, è lì che ne abbiamo assoluto bisogno per la sicurezza dei nostri concittadini. Gabrielli e Marino parlano di democrazia e poi impongono a manganellate le loro scelte scellerate ma poi sono certi che tutte le autorizzazioni siano state rilasciate? Altrimenti si creerebbe un precedente troppo grave che non sarà che l’anticamera di una rivolta sociale pericolosa e grave con gli italiani vittime ma anche protagonisti. Sarebbe il fallimento della politica”, così in una nota il consigliere regionale Fabrizio Santori.
 




CASALE SAN NICOLA AGLI IMMIGRATI: ASSOTUTELA SCENDE IN CAMPO PER GLI ITALIANI

Redazione

Casale San Nicola (RM) – "Vergogna, vergogna e ancora vergogna. In questo paese ormai c'e' posto solo per gli immigrati e ci si dimentica che esistono gli italiani. Questo quanto accade a Casale San Nicola dove il prefetto Gabrielli, quest'oggi, non ha avuto nemmeno il tempo di salutare i nostri connazionali durante il blitz a sorpresa che è stato propedeutico ad autorizzare l'ingresso degli immigrati nella struttura. – Duro il commento di Ivan Galea Coordinatore di Roma e provincia per AssoTutela –  Siamo ormai un paese con seri problemi di salute mentale. – Prosegue Galea – Suggerisco quindi alle persone in presidio di sbarcare insieme agli immigrati a Pozzallo, Catania o Palermo perché solo così potranno ricevere presto un alloggio, vitto incluso! Massima solidarietà alle famiglie italiane da parte della nostra associazione. – Galea poi conclude – Mi interfaccerò con il presidente Maritato per valutare eventuali azioni da mettere in campo a tutela delle famiglie italiane".

“Noi ci auguriamo in un rapido ripensamento e al tempo stesso ribadiamo la necessità di rivedere tutto il sistema dell’accoglienza poiché non c’è pianificazione e si opera solo sull’emergenza, è chiaro quindi l’intento di non far capire nulla ai cittadini e i trasferimenti notturni lo dimostrano. Diciamo ancora no a chi vuole usare i quartieri di Roma come parcheggi per rifugiati e richiedenti asilo, il fallimento del sistema è sotto gli occhi i tutti ma il Governo e il Campidoglio fanno finta di nulla, pubblicano altri bandi continuando a sperperare risorse pubbliche per creare altri ghetti e disagi“. Lo dichiarano Federico Rocca responsabile romano enti locali Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, Fulvio Accorinti Consigliere FDI-AN Municipio XIV e Giorgio Mori del Dipartimento Immigrazione di FDI Roma.
 




CASALE SAN NICOLA: IL PREFETTO DA IL VIA LIBERA AGLI IMMIGRATI

di Chiara Rai

Casale San Nicola (RM) – Un vero e proprio macigno per le famiglie d'italiani in presidio da oltre due mesi di fronte l'ex scuola Socrate a Casale San Nicola a Roma Nord dove dovrebbero essere accolti circa 100 profughi: il prefetto Gabrielli ha infatti ritenuto il sito in questione idoneo e ha provveduto quindi al dissequestro della struttura.

Una visita a sorpresa quella avvenuta nella giornata odierna verso le ore 13 sulla via Braccianese ad opera del prefetto il quale non si sarebbe fermato a parlare con le circa 20 famiglie italiane accampate nelle tende di fronte alla struttura: "Siamo rimasti sorpresi della velocità con la quale l'area, prima ritenuta non a norma – dice Nicola Colosimo, ragazzo in presidio e coordinatore di "Nessuno tocchi il mio popolo" – sia stata dissequestrata e ritenuta idonea ad accogliere un centinaio di migranti. In oltre due mesi che siamo qui nessuno si è occupato delle famiglie italiane con i bambini al seguito accampati in tenda.

Prima vengono gli immigrati e poi noi". Ce l'ha con le istituzioni Nicola come tante persone che si trovano a manifestare di fronte la grande struttura che a detta di chi vive nei dintorni più prossimi è un sito "non idoneo" all'accoglienza perché si tratta di un casale vecchio, con impianto antincendio non a norma e fosse biologiche inadeguate. Perdipiù l'intera strada è priva d'illuminazione pubblica e nel comprensorio vivono oltre un centinaio di famiglie. Qui la sicurezza, raccontano dal presidio, è già un emergenza. Basti pensare che l'ex scuola Socrate dista poco meno di 3 km da un altro centro di accoglienza dove vivono 300 rifugiati, una struttura che tra l'altro, risulterebbe affidata tra le altre cose ad una cooperativa di quelle che risultano indagate nello scandalo di Mafia Capitale. La rabbia delle famiglie italiane in presidio è alle stelle: "Rimarremo qui con le tende – conclude Nicola – ma non faremo la caccia agli immigrati ne occuperemo la struttura. Abbiamo bisogno di essere ascoltati anche noi italiani che non abbiamo una casa e che vediamo assegnare gli alloggi agli extracomunitari".

Anche Simone Carabella, reduce della maratona con Claudio Palmulli figlio di Mister Ok per portare solidarietà agli italiani non ci sta a questa decisione "calata dall'alto": "Non possiamo e non dobbiamo permettere – dice – che questo piano sia applicato. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per non far diventare Casale San Nicola terra di conquista di immigrati clandestini. ristrutturiamo il Casale e facciamolo diventare alloggio per famiglie Italiane in difficoltà. Aiuteremo gli altri quando anche l'ultimo Italiano sarà sistemato in maniera dignitosa". Altra preoccupazione è che gli ospiti di Casale San Nicola e de La Cerquetta si riversino tutti a La Storta, il più vicino centro abitato con servizi disponibili.

Anche Stefano Caprinozzi, presidente dell'associazione Vivanguillara e del relativo gruppo di circa 8mila persone, che da sempre segue la questione interviene sulla vicenda: "Il prefetto, sta consapevolmente mettendo benzina sul fuoco – sostiene – soprattutto in un contesto sociale difficile come quello di Casale san Nicola. Non è difficile infatti immaginare lo sdegno, la rabbia e il profondo sconforto che i nostri connazionali potranno provare alla vista, dalle loro tende, degli immigrati comodamente alloggiati all'interno del casale e si sa, tali stati d'animo portano a gesti molto spesso folli e irrazionali. Spero che ciò ovviamente non accada e che si eviti il peggio ma certamente con questa azione il prefetto sta indubbiamente suscitando la rabbia degli italiani".
 




CASALE SAN NICOLA: LA SOLIDARIETA' TRICOLORE PER GLI ITALIANI ABBANDONATI DALLE ISTITUZIONI

 

 

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di Ivan Galea

Casale San Nicola (RM) – Oltre un centinaio di persone, al Campo profughi degli italiani di Casale San Nicola, hanno atteso sotto il sole cocente l’arrivo dell'ormai epico duo formato da Simone Carabella e Claudio Palmulli.

Carabella è partito alle 9 di mattina del 4 luglio da piazza Colonna, proprio davanti la sede del Governo,percorrendo oltre 40 chilometri di corsa fino a Casale San Nicola e trasportando il disabile Claudio Palmulli sulla carrozzina che innalzava la bandiera tricolore in segno di solidarietà alle famiglie di italiani che stazionano da oltre due mesi di fronte ad un ex scuola destinata ad accogliere un centinaio di immigrati.

 

L'assenza delle Istituzioni: "E' inaccettabile – ha commentato il figlio di mister Ok Claudio Palmulli –  che un disabile al 100% debba vivere con 288 euro al mese di pensione mentre vengono dati immobili comunali a persone che non stanno in regola e che non pagano regolarmente le tasse nel nostro paese. Le istituzioni – ha proseguito Palmulli – devono aiutare prima le persone che vivono nel nostro paese e poi gli altri. Bisogna aiutare i malati di sla, bisogna aiutare i disabili, bisogna aiutare e non far finta di aiutare. Chiara la ragazza massacrata di botte dal fidanzato è ridotta su una sedia a rotelle… le istituzioni in questo caso dove sono?" Claudio Palmulli ha poi ringraziato tutti i giornalisti intervenuti: "Grazie a quei giornalisti che ci danno voce come Emanuele Guru Bompadre, Samantha Lombardi, Ivan Galea e Chiara Rai Grazie veramente tanto! Grazie a tutti per l'accoglienza di oggi, – ha proseguito Palmulli – ma il mio grazie più grande va al mio eroe di battaglia Simone Carabella! Il 5 Luglio – ha poi concluso il figlio di Mitser Ok – ricorrono 365 giorni che abbiamo iniziato queste battaglie, dalle barriere architettoniche al diritto alla cura … E continueremo finchè non torneremo fieri di essere Italiani!"


Simone Carabella un mito dei nostri tempi: “Parte questa corsa – ha detto Simone Carabella – insieme al mio amico disabile Claudio Palmulli che prende circa 280 euro di pensione e che porta solidarietà alle famiglie di italiani e ai tanti bambini che dormono in tenda mentre a pochi metri c’è una struttura nuova di zecca col parquet a terra e i bagni ristrutturati destinata a 100 immigrati. Questo è il colmo: prima gli italiani poi gli altri”. Quest’ultima frase ha fatto da slogan all’impresa dei due. Al seguito dei “maratoneta della solidarietà” la scorta della polizia di Roma Capitale e macchine piene di viveri partite dai Castelli Romani in soccorso ad una decina di famiglie che vivono nelle tende di fronte alla struttura. Sono donne con bambini al seguito, giovani e anziani che non hanno un alloggio e che per assurdo protestano perché “si pensa prima all’accoglienza degli immigrati” che a loro che da anni aspettano un alloggio popolare, delusi e appesi alla speranza che queste azioni, come la corsa di Simone, riescano a puntare ancora i riflettori sulla loro condizione di abbandono. Nelle tende da campeggio variopinte ci sono giocattoli, materassi di fortuna, tavolini per mangiare e tutti si aiutano vicendevolmente.


Alfredo Iorio tra i promotori del presidio: A Casale San Nicola non c’era solo molto caldo ma tanto calore: un tronchetto di porchetta su un tavolo di fortuna, chi faceva panini e scherzava con i bambini del campo, sorrisi e flash dei fotografi. La tendopoli è pulita, tutto un altro scenario rispetto ai campi nomadi: “E’ il primo campo profughi per italiani dove ancora vivono circa una decina di famiglie senza tetto – dichiara Alfredo Iorio tra i promotori del presidio. – L’Ue e l'Italia danno i soldi a gente dell’africa che scappa da guerre vere o finte che siano, gente che trova ospitalità in Italia. Così abbiamo pensato – prosegue Iorio – di creare questo campo a simboleggiare che anche noi italiani scappiamo dalla guerra. E’ una guerra fatta dalle banche che ci rincorrono, da Equitalia, e da uno Stato che non ci tutela".

 

La solidarietà del gruppo ViVanguillara: Iorio specifica poi che il presidio nasce come iniziativa spontanea messa in atto senza un progetto ben definito, ma dall'incontro di tanta gente e gruppi tra cui ViVanguillara che conta circa 8mila persone e che ha dato solidarietà fin dall'inizio aiutando queste famiglie con iniziative concrete come la raccolta di generi di sostentamento.


Insieme a loro anche Fabio D’Andrea coordinatore per i Castelli Romani di Noi con Salvini:
“Essendo presente costantemente sul territorio dei Castelli Romani – dice – posso affermare che purtroppo di situazioni come questa ce ne sono fin troppe: immigrati trattati a 5 stelle mentre gli italiani abbandonati a se stessi in emergenza abitativa e senza una tutela degna di un paese civile. Inutile girarci intorno, finché non si cambiano i regolamenti dei servizi sociali non se ne esce: bisogna mettersi in testa che chi paga le tasse deve venire prima. Noi italiani dobbiamo avere la precedenza su chi cerca fortuna e accoglienza in Italia e non paga le tasse. Tutto il resto sono chiacchiere. Continueremo a batterci per questa causa e per il momento sono solidale con queste famiglie di italiani costretti ad essere accampati mentre gli immigrati hanno un tetto sotto la testa: inconcepibile!”.


C’è anche l'associazione "Nessuno tocchi il mio Popolo": Ragazzi che non credono ne alle “ruspe” di Salvini e neppure alle “promesse di Renzi”: “Se non ci si aiuta tra noi – dice Nicola – non lo fa nessuno. Nessuno del municipio o del Comune si è degnato di venire a vedere in che condizione stiamo noi italiani”. Finora almeno 20 famiglie hanno trovato un tetto sotto la testa grazie a privati che hanno addirittura messo a disposizione abitazioni, strutture come un ex scuola a Cerveteri. Marco e Lucia hanno un figlio piccolo e dormono in una tenda a due posti. Entrambi sono senza lavoro, si arrangiano come possono: “La gente dell’est che fanno da guardiani all’ex scuola di fronte a noi stasera farà il bagno caldo – dicono – mentre noi racconteremo una storia in tenda a nostro figlio che un tetto sotto la testa, benché italiano, non può permetterselo”





"PRIMA GLI ITALIANI": DAI CASTELLI ROMANI PASSANDO PER ROMA A CASALE SAN NICOLA LA SOLIDARIETA' METTE LE ALI

Simone Carabella correrà insieme a Claudio Palmulli da piazza Colonna fino a Casale San Nicola 

Stefano Caprinozzi ha espresso parole di stima nei confronti di Simone Carabella dichiarando che il gruppo Vivanguillara è pronto a stare al suo fianco ogni qualvolta ce ne sarà bisogno
 

 

di Ivan Galea
Castelli Romani – E' iniziato il count down per la maratona della solidarietà che vedrà Simone Carabella insieme a Claudio Palmulli correre da piazza Colonna fino a Casale San Nicola dove da quasi tre mesi sono accampate una trentina di famiglie italiane con 20 bambini in presidio permanente nei pressi di uno stabile, una ex scuola, che dovrebbe ospitare un centinaio di immigrati in un comprensorio che conta solo 250 famiglie.

La partenza è stabilita per sabato 4 luglio verso le ore 9 a piazza Colonna proprio di fronte palazzo Chigi
nella speranza che qualcuno si accorga finalmente che esiste anche un disagio tricolore, fino ad oggi lasciato nel dimenticatoio. L'arrivo a Casale San Nicola è previsto invece per le ore 14.

Simone Carabella correrà trasportando su una carrozzella Claudio Palmulli
per un percorso di circa 45 chilometri. I due saranno scortati dalla polizia di Roma Capitale e per l'occasione indosseranno le magliette con la scritta "Aiutiamo prima gli italiani poi gli altri" e "Diritti e doveri per tutti". Ad attendere il duo ci saranno tantissimi sostenitori che arriveranno soprattutto dall'area dei Castelli Romani e che porteranno alle famiglie italiane generi alimentari di vario genere messi a disposizione da numerosi commercianti dell'area castellana. L'Associazione delle fraschette tradizionali di Borgo San Rocco di Ariccia manderanno un tronco intero di porchetta, oltre a salsicce, pane e vino.  

A schierarsi con Simone Carabella e con l'iniziativa di solidarietà intrapresa verso queste famiglie di nostri connazionali è Stefano Caprinozzi presidente di Vivanguillara. "Fin da subito e all'unanimità decidemmo di nostra spontanea volontà di correre in soccorso dei nostri connazionali. –  Dichiara Caprinozzi – Questo, già di per se, è sufficiente a chiarire la nostra posizione a tal riguardo. Riteniamo infatti – prosegue il presidente di Vivanguillara – che una Nazione vada gestita come una grande famiglia e questo ci ha portato a porci una domanda che, se pur eccessivamente semplicistica, ci ha dato l'indicazione della giusta strada da seguire. Se una famiglia non ha soldi a sufficienza per mangiare va a cena fuori? La risposta ovviamente è no! Questo sta a significare che qualora non ci siano fondi a sufficienza per un corretto welfare come può essere solo immaginabile spendere risorse per accogliere chiunque arrivi?" Abbiamo chiesto quindi a Stefano Caprinozzi se il gruppo Vivanguillara ha in programma altre iniziative a sostegno di queste famiglie italiane: "Come VivAnguillara, – fa sapere il presidente del gruppo – seppur estremamente attenti a queste tematiche, siamo ancora troppo "giovani" per dare inizio a manifestazioni in proprio, tuttavia siamo e saremo sempre pronti a collaborare e ad apportare il nostro aiuto in appoggio a simili iniziative". Caprinozzi ha poi espresso parole di stima nei confronti di Simone Carabella dichiarando che il gruppo Vivanguillara è pronto a stare al suo fianco ogni qualvolta ce ne sarà bisogno: "Avendo conosciuto Simone Carabella – ha dichiarato Caprinozzi a nome di Vivanguillara – e l'attenzione che ha per simili tematiche ogni volta che ci sarà bisogno saremo al suo fianco. – il presidente ha poi concluso – La situazione economica e sociale nazionale è talmente drammatica che l'aiuto di tutti quanti siano disposti a darlo è necessario".

Dunque sembrerebbe che Simone Carabella, che incarna il simbolo della lotta contro le ingiustizie sociali, continui ad incassare consensi e ad aggregare intorno a se sempre più movimenti e associazioni nonché cittadini che si rispecchiano in tutto e per tutto nelle battaglie concrete da lui portate avanti, raggiungendo, spesso e volentieri obiettivi inimmaginabili.




ANGUILLARA: L'APPELLO ALLA SOLIDARIETA' PER I PROFUGHI ITALIANI PARTE DA FACEBOOK

Redazione

Anguillara (RM) – Il gruppo Fb Vivanguillara Insieme a a Yuri Valentini del motoclub "Scoordinati" di Anguillara Sabazia ha organizzato  una raccolta di materiale per poter aiutare a sopravvivere i "profughi" Italiani  che vivono accampati nella zona di Casale San Nicola .

Si tratta di persone rimaste senza occupazione, senza nessun tipo di reddito e senza una tetto sotto il quale trovare riparo e intimità famigliare. Sono circa una trentina di adulti e una ventina di bambini, di cui il più grande ha circa 10 anni. "A loro lo Stato ha voltato le spalle ma, per fortuna, tra di noi ci sono persone disponibili a dare una mano ed è proprio questo che oggi abbiamo fatto. – Commentano dal gruppo Vivanguillara – In pochissimo tempo – proseguono – abbiamo raccolto diverso materiale come pasta, indumenti, conserve, ecc ecc ma non è abbastanza".

I "profughi" italiani hanno bisogno, oltre che di alimenti, soprattutto di :
– materiale da campeggio come coperte, materassini, gazebi, ecc ecc
– medicinali di uso comune : oki, tachipirina e simili
– latte per un neonato : il FORMULAT 1 liquido

Dal gruppo Fb Vivanguillara lanciano quindi l'appello, che abbiamo deciso di diffondere anche attraverso le colonne del nostro quotidiano, per aiutare questi cittadini italiani senza casa e senza nessun tipo di sostentamento e che protesta contro l'utilizzo di una ex scuola che dovrà ospitare 100 immigrati.
Coloro che riterranno di voler aiutare questi "profughi" italiani possono scrivere direttamente a: https://www.facebook.com/messages/vivanguillara.sabazia  oppure scrivere una email alla nostra redazione Lazio (info@osservatorelaziale.it) che provvederà ad inoltrarla direttamente al gruppo Vivanguillara.
 




ROMA, CASALE SAN NICOLA E LA RIVOLTA CONTRO I RIFUGIATI

Redazione

Roma – "I richiedenti asilo qui non li vogliamo". Scendono sul piede di guerra i residenti di Casale San Nicola contro l'arrivo di un centro di accoglienza per richiedenti asilo nell'elegante comprensorio a cavallo dei municipi XIV e XV, previsto dal bando della prefettura. E ieri, in un'affollata e tesa assemblea al circolo del tennis delle "Molette", hanno ribadito davanti agli amministratori dei due municipi, tra cui il presidente del XV Daniele Torquati, tutti i loro timori per l'arrivo di un centinaio di rifugiati nel comprensorio di ville immerse nel verde abitato da professionisti, nobili e diplomatici. "Abbiamo timori per la nostra sicurezza anche perché sullo status e l'identità di queste persone non ci sono certezze – ha detto l'avvocato Gloria Conti, presidente del comitato cittadini di San Nicola – Inoltre vogliamo sapere se la struttura scelta, ossia la ex scuola 'Socrate', possieda i requisiti per ospitare un centro del genere. C'è l'acqua potabile? Le fogne sono adeguate? E poi, in un settore segnato dalle inchieste di Mafia capitale, perché la cooperativa che gestirà il centro, la 'Isola Verde onlus', ha già iniziato i lavori pur in assenza di un'assegnazione definitiva del bando?". Presenti all'incontro, i rappresentanti della onlus sono stati contestati. "Metteteli a casa vostra, noi non li vogliamo", hanno gridato in molti durante l'assembla.
La rappresentante di Isola Verde, Michela Fagiolari, ha replicato: "A metà aprile abbiamo avuto una riunione in prefettura, e delle strutture che concorrevano per i 250 posti contenuti nel lotto 4 previsto dal bando, una è stata esclusa. Siamo sicuri di esserci per una questione numerica, per questo abbiamo cominciato i lavori di preparazione del centro", ha spiegato Fagiolari che assicura di non trascurare la questione sicurezza. "Predisporremo telecamere e una navetta dal centro alla stazione", ha dichiarato. Ma i cittadini sono determinati e ieri hanno annunciato l'attivazione di un presidio fisso per impedire che arrivino i rifugiati e l'avvio di una raccolta firme.
"È una strada privata a uso pubblico, qui non entreranno", hanno detto in molti, chiedendo sostegno alla politica. Oltre a esponenti locali, ieri sera era presente anche il consigliere comunale FdI-An Lavinia Mennuni: "Quest’area appare totalmente inadeguata. Inoltre il municipio ha già strutture di questo genere con evidenti problematiche, e non se ne possono immaginare altre", ha aggiunto Mennuni annunciando anche interrogazioni in Campidoglio perché i cittadini vengano ascoltati. "Sono disposto a portare qualsiasi istanza sollevata dai cittadini all'attenzione del prefetto Gabrielli – ha detto il presidente del XV Municipio Torquati – ma sappiate che qualunque questione di tipo pseudo-razzista non sarà appoggiata per nulla". E oggi pomeriggio, secondo quanto si è appreso, rappresentanti del comitato incontreranno il prefetto Gabrielli nella sede del Municipio XV in via Flaminia.