Roma, scacco al clan Casamonica con l’operazione “gramigna”. Si è consegnato ‘Salvatore’

ROMA – Inizialmente sfuggito alla cattura, il 17 luglio scorso, nell’ambito dell’operazione “Gramigna” e sentendosi braccato dall’attività di ricerca dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati, ieri sera, Salvatore Casamonica si è consegnato presso la caserma dei Carabinieri di Palestrina. L’uomo, 30 anni, è anche lui destinatario della stessa ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, che aveva già portato all’arresto di 35 persone appartenenti al clan per avere costituito e preso parte all’associazione mafiosa e ritenute responsabili, in concorso agli altri arrestati, e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di ulteriori reati quali estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

Salvatore Casamonica era uno dei pochi scampati alla cattura, collegato in affari con i figli del capo clan Giuseppe Casamonica, Emanuel e Guerrino, entrambi catturati dopo due giorni dal blitz a Grottaferrata ove avevano trovato rifugio.

Nello specifico, dalle attività investigative dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati emerge un ruolo sicuramente di primo piano anche per Salvatore, che risiede a pochi metri dalla roccaforte del capo clan a Porta Furba.

La sua escalation criminale risale a qualche anno fa, nel 2015 il titolare di un pub del quartiere Tuscolano denunciava che Salvatore Casamonica, presentatosi presso la sua attività, avrebbe tentato di estorcere la somma di 500 euro alla settimana, minacciando di dare fuoco alla struttura qualora non avesse adempiuto alla richiesta.

Al diniego, dopo qualche ora, Salvatore Casamonica sarebbe ritornato presso il pub, questa volta accompagnato da Pasquale Casamonica detto “Rocky”, zio dei fratelli Guerrino ed Emanuel, che ha picchiato il titolare ed un suo dipendente.

 




Ciampino: Casamonica aggredisce i carabinieri e tenta la fuga

CIAMPINO (RM) – Nella tarda serata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo hanno arrestato un appartenente alla famiglia Casamonica di 36 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine, con le accuse di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni personali, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno incrociato l’uomo a bordo del suo motociclo lungo la via Appia: insospettiti dall’alta velocità con cui stava viaggiando, i Carabinieri hanno deciso di seguirlo. Gli spostamenti del sospettato sono terminati in una zona isolata di Ciampino, dove il 36enne si è incontrato con un uomo che lo stava aspettando a bordo di un’auto. Dopo un veloce scambio tra i due, i militari sono intervenuti e, vistosi scoperto, l’appartenente al clan di origine sinti si è disfatto di alcune dosi di cocaina – poi recuperata – e ha tentato la fuga a bordo del motociclo, trascinando sull’asfalto per una decina di metri i Carabinieri che lo stavano acciuffando. Nonostante ciò, i militari sono riusciti a bloccare il veicolo e ad ammanettare il giovane Casamonica che è stato trovato anche in possesso di circa 600 euro in contanti ritenuti provento della sua attività di spaccio.

Il 36enne è stato anche denunciato a piede libero per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti per essersi rifiutato di sottoporsi agli accertamenti tossicologici: la sua moto è stata sequestrata.
Dopo l’arresto, il rampollo della famiglia Casamonica è stato posto agli arresti domiciliari, in attesa di processo.




Mafia, storico colpo ai Casamonica a Roma e Reggio Calabria. C’è anche Domenico Spada

Colpo al ‘clan Casamonica’. E’ di 31 arresti e sei persone al momento ricercate il bilancio di una maxi operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Roma.

I militari stanno eseguendo tra la Capitale e le provincie di Reggio Calabria e Cosenza 37 misure cautelari in carcere, emesse dal gip di Roma su richiesta della locale Dda.

Sono ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico di droga, estorsione, usura, commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

Dalle prime luci dell’alba, circa 250 carabinieri del Comando provinciale di Roma, con l’ausilio di unità cinofile, un elicottero dell’Arma e del personale dell’8° Reggimento Lazio, sono impegnati fra Roma e le provincie di Reggio Calabria e Cosenza per eseguire le 37 misure cautelari in carcere, emesse dal gip di Roma su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di persone accusate di avere costituito e preso parte all’associazione mafiosa denominata “clan Casamonica”.

Per gli inquirenti il ruolo apicale di promotore è ricoperto da Giuseppe Casamonica, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione. Gli arrestati sono anche ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Al momento i provvedimenti eseguiti sono 31 e altri 6 soggetti ricercati.

Per tutti gli arrestati e ricercati l’aggravante del metodo mafioso nei traffici illleciti contestati. Tra gli arrestati anche Domenico Spada, detto Vulcano, pugile italiano della categoria dei pesi medi. I carabinieri hanno sequestrato anche la sua palestra a Marino, alle porte di Roma.




Albano Laziale, estorsione per debiti di droga: arrestati i Forgia a Marino e Casamonica e Colaizzi alla Romanina


ALBANO LAZIALE (RM) – Personale della Squadra Mobile e del Commissariato P.S. di Albano, coadiuvati da quello di Romanina, ha dato esecuzione a quattro Ordinanze di Custodia Cautelare, emesse dal Tribunale Ordinario di Roma – Sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale. Gli elementi probatori raccolti nei confronti dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, su indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, a seguito di una complessa indagine investigativa, sono stati riconosciuti fondati e pertanto sono scattate le manette nei confronti di A. CASAMONICA di anni 26, personaggio di spicco del noto clan, A. COLAIZZI di anni 36, entrambi abitante in zona Romanina , F. FORGIA di anni 44 e S. M. di anni 25, entrambi di Marino, quest’ultimo posto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. CASAMONICA, COLAIZZI e FORGIA in concorso tra loro venivano ritenuti responsabili del reato di estorsione nei confronti di un
uomo a causa di un debito per una cessione di stupefacenti. Per rendere più incisiva la forza intimidatrice nei confronti di questi , non esitavano a minacciare gravemente anche i prossimi congiunti, ed a a trattenere un amico della parte offesa, affinchè venisse onorato il debito vantato. Il CASAMONICA ed il COLAIZZI, venivano ancora ritenenti responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente ceduta a M. S.. In ultimo il CASAMONICA ed il M.S. venivano ritenuti responsabili del reato di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Sostanza che sarebbe stata ceduta a terzi dal M.S. Al CASAMONICA, già recluso per altra causa il provvedimento è
stato notificato in carcere.




Roma, raid Casamonica al bar: i gestori riaprono l’attività a rischio della vita

ROMA – Terribile raid compiuto da membri del clan dei Casamonica lo scorso primo aprile, il giorno di Pasqua, in un bar di Roma. I boss erano entrati nel locale pretendendo di essere serviti per primi, saltando la fila. Una giovane donna disabile, che ha osato parlare, è stata frustata con la cinghia e presa a calci e pugni. “Ora ho paura, temo vendette”, ha dichiarato il barista, che è stato pestato a sangue e il cui locale è stato distrutto.

Minniti: “Atti non rimarranno impuniti” – “Atti di questo tipo non possono rimanere impuniti”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Marco Minniti. “Ho telefonato al capo della polizia Franco Gabrielli – ha aggiunto – al quale ho chiesto una risposta ferma e tempestiva”.

Ipotesi aggravante mafiosa – L’indagine è stata affidata ai magistrati della Dda. L’ipotesi è che gli inquirenti possano valutare di contestare l’aggravante mafiosa ad Antonio Casamonica e suo cugino Alfredo Di Silvio autori dell’aggressione.

L’aggressione – Come ricostruisce La Repubblica, Antonio Casamonica era entrato nel bar di via Salvatore Barzilai con il cugino Alfredo Di Silvio. Dietro il bancone c’era un ragazzo romeno. “Questi romeni di merda non li sopporto proprio”, hanno urlato perché non sono stati serviti immediatamente. All’interno del locale c’era anche una giovane disabile che si è ribellata: “Se il bar non vi piace andate altrove”. La reazione è stata brutale.

Casamonica le ha strappato con una mano gli occhiali e li ha lanciati dietro al bancone, poi si è sfilato la cintura dai pantaloni e la ha passata a Di Silvio. Hanno preso la giovane alle spalle, l’hanno frustata e poi presa a calci, pugni fino a quando è crollata a terra massacrata. “Se chiami la polizia ti ammazziamo”, è stata la minaccia finale.

Ma non è finita qui. Poco dopo Di Silvio è tornato nel bar con il fratello Vittorio. I due hanno fatto irruzione spaccando la vetrina, poi hanno rovesciato tavoli e sedie. “Qui comandiamo noi, non te lo scordare: questa è zona nostra. Ora questo bar lo devi chiudere, altrimenti sei morto”, hanno intimato al barista dopo averlo massacrato di botte. Nel locale questa volta erano presenti cinque clienti ma nessuno di loro ha reagito, nessuno ha avuto il coraggio di dire o fare nulla. Non così il barista che, nonostante le minacce, ha scelto di ribellarsi al potere criminale e ha denunciato. Un affronto senza precedenti per i Casamonica.

Quando il clan è venuto a sapere della denuncia, si è mosso Enrico, il nonno dei fratelli Di Silvio. Si è presentato al bancone, ha ordinato un caffè e ha detto: “Ritira immediatamente tutte le accuse o morirai”. Il barista, terrorizzato, ha tenuto chiuso il locale per due giorni. La moglie però non ci sta, non vuole buttare al vento tutti i sacrifici fatti per aprire quel bar. E così la coppia ha scelto di riaprire, a rischio della vita.

“Ora temo per me e per i miei bambini – ha raccontato il barista -. Gli aggressori quel giorno non volevano aspettare la fila e hanno detto ‘qui noi siamo i padroni, è tutto nostro’. Pensavo che la signora stesse con loro, ma poi ho capito che stavano litigando e lei mi difendeva. Ad un certo punto le hanno gridato anche ‘ti ammazziamo’”.




Roma, si spaccia per Casamonica ed estorce soldi ai frequentatori di siti per escort

 

ROMA – I Carabinieri della Compagnia Roma Trionfale hanno arrestato un uomo di origini calabresi, di 29 anni, responsabile di una serie di estorsioni continuate ai danni di frequentatori di siti di incontri a luci rosse. All’uomo, i Carabinieri hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, che dispone gli arresti domiciliari, al termine di un’attività investigativa che è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Gruppo reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti, diretto dal Procuratore Aggiunto Dott.ssa Lucia Lotti.
L’arrestato è accusato, tra l’agosto 2015 e il febbraio 2017, di ben 10 estorsioni, alcune tentate altre invece andate a buon fine; dopo aver creato alcuni falsi profili di escort su siti di incontri on-line, indicava un numero di telefono a cui gli uomini interessati, in cerca di incontri a luci rosse, potevano inviare messaggi tramite Whatsapp. Dopo il primo contatto l’uomo richiamava gli ignari interessati clienti, accusandoli di aver fatto perdere tempo alle ragazze che si prostituivano e, spacciandosi per appartenente al clan dei Casamonica, li minacciava di rivelare la loro ricerca di avventure a luci rosse alle mogli se non avessero pagato somme di denaro, in alcuni casi fino a 3.000 euro.

L’arrestato minacciava le vittime asserendo che il sito di incontri era “roba sua e della sua famiglia”, pretendendo il risarcimento alle ragazze contattate per i mancati incontri.
“So che hai scritto a tante ragazze facendogli perdere tempo e soldi; hanno perso 2.000 euro. L’hai visto il funerale di mio padre? Ti giuro sulla tomba di mio padre o risolvi sta situazione oppure vengo lì e ti sparo…” “ Devi lasciare in pace le mie ragazze altrimenti lo dico alla tua fidanzata”; questo il contenuto di alcune delle conversazioni intercettate dai Carabinieri. Molti sono i clienti caduti nella trappola e condizionati dalle capacità intimidatoria del nome Casamonica e dalla minaccia di rivelare le conversazioni imbarazzanti alle mogli ed alle fidanzate. Il pagamento veniva effettuato su carte ricaricabili Postepay che da accertamenti sono risultate riconducibili a lui.
I casi di estorsione scoperti sono dieci ma gli inquirenti sospettano che siano molte di più le vittime cadute nella rete criminale dell’estorsore.
Le indagini sono ancora in corso e chiunque ritenga di essere stato vittima di questo individuo è invitato a sporgere denuncia.




Ciampino, esplosione in villa dei Casamonica: un morto carbonizzato. Voleva vendicare l'onore della sorella

Redazione

CIAMPINO – Potrebbe essere morto proprio per aver dato alle fiamme la villetta.Voleva vendicare l'onore della sorella minorenne l'uomo morto carbonizzato in seguito all'esplosione di una villa a Ciampino, vicino a Roma.  È questa una delle piste che stanno seguendo i carabinieri di Frascati e Castel Gandolfo che indagano sull'esplosione della palazzina su due pianiavvenuta Ieri pomeriggio. Ma andiamo per gradi. Un ragazzo di 27 anni, Nicandro Casamonica, è morto nell'esplosione di una villa in via Vigna Capri a Ciampino. Il corpo del giovane, appartenente all'omonimo clan, è stato ritrovato dai vigili del fuoco carbonizzato tra le macerie. A dare l'allarme il proprietario del villino, Raffaele Casamonica che, però, non si trovava in casa ed è stato allertato dal sistema di videosorveglianza collegato al cellulare. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la causa dell'esplosione potrebbe essere un attentato incendiario finito male. La zona è la stessa dove, qualche mesa fa, si verificò una perdita di idrogeno solforato dal sottosuolo. Possibile che proprio questa perdita di gas, unita al tentativo di dare fuoco alla villetta, le telecamere di sicurezza avrebbero ripreso il ragazzo che entra all'interno dell'abitazione con 5 taniche di benzina, abbia provocato l'esplosione. Iinsieme ai carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo guidati dal capitano Emanuele Tamorri, è intervenuto il nucleo batteriologico dei vigili del fuoco. Secondo i militari dell'Arma, però, l'esplosione sarebbe stata causata dai vapori della benzina che avrebbero saturato l'ambiente. Il movente potrebbe essere quello di una ritorsione per motivi famigliari o sentimentali. Ingenti i danni provocati dall'esplosione al villino. In un primo momento si era parlato di altri possibili feriti tra le macerie, ma gli inquirenti hanno subito smentito questa ipotesi.




CASAMONICA: TENSIONI ALL'USCITA DALLA MESSA BLINDATA

di Matteo La Stella
Roma
– Nella giornata di mercoledì, nella parrocchia di San Girolamo Emiliani a Casal di Morena, è andata in scena la messa in suffragio di Vittorio Casamonica, il “Re di Roma” a cui tutta la comunità Sinti aveva regalato un ultimo saluto a dir poco sopra le righe la scorsa settimana. Una funzione blindata, quella di mercoledì 26 agosto, in cui non sono mancati attimi di tensione. Lunedì scorso, a margine del Comitato per l'ordine e la sicurezza di Roma, la questura aveva già diramato il divieto di svolgere la messa in un luogo diverso da quello di culto. Inoltre, erano state vietate modalità clamorose nello svolgimento della funzione, proprio per evitare il bis increscioso del funerale fuori della scorsa settimana nella basilica di Don Bosco.

Forze dell'ordine. Già dalle prime ore della giornata, un numero nutrito di forze dell'ordine si è insediato nei pressi della chiesa. Agenti di Polizia, Carabinieri e vigili urbani hanno piantonato il perimetro della parrocchia fino alla fine della celebrazione.

Le tensioni. Alla cerimonia hanno partecipato diversi  parenti di Vittorio Casamonica. Abiti tradizionali per le donne, barbe incolte in segno di lutto per gli uomini della famiglia. Al termine della messa, le tensioni si sono registrate tra i partecipanti e i cronisti, con le forze dell'ordine impegnate a separare le due fazioni contrapposte, impedendo ai giornalisti di avvicinarsi ai parenti del defunto capobastone. Dopo qualche insulto e diversi spintoni, la situazione è tornata comunque alla normalità.




GENZANO CASAMONICA: IN MANETTE 8 AFFILIATI CHE ESTORCEVANO DENARO AI COMMERCIANTI

Redazione

La Polizia di Stato ha eseguito alle prime ore di stamane un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, assicurando alla giustizia otto pericolosi appartenenti al clan malavitoso dei Casamonica operante nella capitale con ramificazioni criminali nei territori di Nettuno, Genzano, Lanuvio e cerveteri. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile e dal commissariato di P.S. Vescovio sono durate complessivamente un biennio ed hanno permesso di documentare lo spessore criminale della consorteria che ha, in pochissimo tempo, soggiogato alla sua volontà noti imprenditori commerciali della capitale in un vorticoso giro di prestiti usurari (con interessi elevatissimi) che venivano concessi attraverso la vendita simulata a compiacenti acquirenti, segnalati dal clan, di macchine, gioielli, orologi di pregio a fronte del rilascio di effetti cambiari da parte della vittima e, successivamente, riacquistati dal clan con il pretesto di “scalare” il debito pregresso. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari in carcere sono state eseguite, con l’ausilio di consulenti tecnici nominati dalla locale Procura della Repubblica, circa 20 perquisizioni locali nei confronti di indagati e sedi legali di aziende riferibili al clan Casamonica nel territorio di questa provincia.




ALBANO LAZIALE MAXI RISSA CASAMONICA: ACCUSATO DI TENTATO OMICIDIO PLURIMO UN COMPONENTE DEL CLAN

A. P.

Albano Laziale – E’ stato convalidato l’arresto dell’appartenente al clan dei Casamonica che nella serata di ieri venerdì 4 aprile 2014 a Pavona ad Albano Laziale ha colpito con la propria vettura, una volkswagen Golf,  una donna e tentato di investire anche 2 agenti di polizia sempre con l’automobile.
I fatti sono accaduti  nel pieno di una lite tra fazioni rivali della stessa famiglia, i Casamonica. L’accusa per l’uomo è di tentato omicidio plurimo. Il Casamonica è stato portato al carcere di Velletri.

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ALBANO: AL MUSEO DIOCESIANO UN REPERTO ARCHEOLOGICO DI 2.500 ANNI

Redazione

Albano Laziale (RM) – Appuntamento da non perdere martedì 28 maggio 2013, alle ore 11:00, presso il Museo Diocesano di Albano, il Comandante del Gruppo Carabinieri di Frascati, Colonnello Rosario Castello, consegnerà al Vescovo S.E. Rev.ma Mons. Marcello Semeraro un reperto archeologico risalente a più di 2500 anni, sequestrato dai Carabinieri di Castel Gandolfo, nell’ottobre scorso, a due appartenenti al clan Casamonica. Il reperto sarà ospitato nel Museo Diocesano di Albano.