CASERTA: SPARA E UCCIDE L'AMICO PER GIOCO

di Angelo Barraco
 
Caserta – Nella serata di ieri è stato rinvenuto il corpo senza vita di Marco Mongillo, 20 anni, morto con un colpo di pistola alla testa in una casa di Rione Santa Rosalia. La macchina investigativa si è mossa immediatamente e i Carabinieri hanno subito fermato Antonio Zampella, 19 anni. Lo hanno arrestato in flagranza e si apprende inoltre che ha confessato ai militari di aver sparato mentre i due stavano giocando, un gioco finito male, un proiettile che parte e colpisce alla fronte Marco Mongillo e lo uccide. Un gioco che ricorderebbe la Roulette russa, dove un 20enne incensurato, che di professione faceva il pizzaiolo rimane vittima di un gioco pericoloso. Zampella avrebbe detto agli inquirenti “Non volevo, ho provato quell'arma anche su di me, ero convinto fosse scarica”. In seguito alla confessione, gli inquirenti si sono recati presso l’abitazione dove si è consumato il delitto, per effettuare un ulteriore sopralluogo. Si apprende inoltre che in quella casa vive anche il fratello Umberto, che sta scontando gli arresti domiciliari per rapina. L’arma utilizzata per il delitto era una Browning calibro 7,65 e pare avesse nel caricatore 5 o 6 colpi. Su Zampella pende l’accusa di omicidio, detenzione abusiva di arma con matricola abrasa e ricettazione. Gli accertamenti degli inquirenti hanno appurato che in quell’appartamento vi erano quattro persone al momento del delitto, ovvero Antonio e Umberto Zampella, la vittima Marco Mongillo e il fratello Vincenzo. Antonio Zampella, dopo aver sparato, si è disfatto dell’arma che è stata successivamente rinvenuta dagli inquirenti.