ROMA CASO PUMA, NESSUN TRIBUNALE PUO' FARE GIUSTIZIA NELLA SFERA AFFETTIVA

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell'Avvocato Gerardo Spira:

A proposito del caso Puma.su questo indirizzo lasciai nel mese di agosto un commento,per far sentire alla signora Puma, colpita dal provvedimento del tribunale dei minori di Roma,la nostra più profonda vicinanza.Per altri aspetti,abbiamo vissuto la stessa vicenda,perchè nostro figlio,è stato costretto,per un'azione proposta dal Pm e aggredita dall'ex,in un programma,definito dal bambino "una tortura". .Dopo nove mesi ,il trbunale ha decretato la insussistenza dei motivi addotti per sottoporrre il padre al programma protetto e intanto,per nove mesi ,noi nonni e famiglia diretta,non abbiamo avuto alcuna notizia del bambino.La cosa grave è che il bambino è stato lasciato senza protezione in un ambiente in cui aveva riferito di abusi e maltrattamenti.Ora la situazione si è sbloccata e il bambino sta parlando e riferisce di cose che è stato costretto a dire ai servizi sociali,corresponsabili di quanto avvenuto. .Per gli aspetti di tutela riservata manterrò il riserbo sul fatto,ma intendo,per quanto abbia compreso della problematica,esprimere il mio pensiero sull'argomento.Per carenza legislativa,i casi vengono sottoposti alla prassi e discrezionalità di figure professionali,le quali trattano la materia,con il solo impegno dell'adempimento burocratico e con la freddezza normativa,senza preoccuparsi di sfogliare ,in modo esaustivo , il libro degli affetti e dei sentimenti,dell'ambiente in cui vive il minore,delle condizioni di vita dell'uno e dell'altro genitore e senza verificare se i rapporti da una e dall'altra parte,abbiano coinvolti ascendenti e discendenti.

A mio avviso,nessun Tribunale può fare giustizia nella sfera affettiva, perchè i sentimenti non si possono giudicare e le pulsazioni del cuore non si possono pesare.Le teorie inventate dagli esperti,valgono a tenere acceso il problema ,a scrivere testi inutili e fuorvianti e soprattutto a creare un pantano in cui vi possono guazzare tutti,sulla pelle del minore,che ha già subito il danno,per essere stato sottoposto a una pesante ed insopportabile,per l'età,condizione psicologica. La sindrome dell'alienazione genitoriale, tanto cara al giudice Cavallo,  è un'altra teoria,per distruggere rapporti,affetti e per acuire il conflitto tra i genitori e le famiglie.Il problema è sociale e la società deve farlo proprio,con la rivalutazione dei valori e dei principi della famiglia,tenendo fuori tribunali ed operatori,i quali ultimi,per la cultura del momento,ne fanno occasione per favorire questo o quel genitore,senza curarsi del minore, assillati dalla carriera,dal posto di lavoro e da qualche altra cosa,che ho dovuto scoprire a nostre spese. A Roma esiste un organizzazione dei servizi sociali ,sia dell'Asl che del Comune,la quale ha stipulato un protocollo di intesa,con specifiche competenze,demandando ad un gruppo di lavoro,definito GIL il quale stabilisce se il caso debba essere affidato all'ASL o al Comune.Le figure che girano sono sempre le stesse,per cui se cadi in questa rete,è pressochè impossibile uscirne,in quanto  da questa struttura dipende la tua storia.Come opera e chi la controlla non è dato di sapere.Se il soggetto interessato ha tempo da perdere,con qualche amicizia ,potrà entrare nel meccanismo e controllare il percorso;se invece è senza alcuna conoscenza,dovrà affidarsi alla sorte che in questo caso è sempre determinata dagli operatori e dai Giudici,di cui nessuno può garantirne l'integrità. L'avvocato,impegnato nella difesa del cliente,non ha il tempo di seguire il procedimento e di verificare la formalità degli atti,mentre qui si annidano vizi,irregolarità ed abusi e da qui si può comprendere,se vi è stata illeceità e se questa è avvenuta per colpa o per dolo. Se si puntano gli occhi su questi aspetti,operatori e giudici,sono costretti ad adottare gli atti,con più dovizia di procedure,con rispetto della forma e soprattutto,con richiamo delle norme violate.Ciò richiede tempo e il tempo deve essere indicato e la problematica oggi non lo consente. Mi sentirete ancora, grazie e auguri alla Signora Puma e al suo legale che ho apprezzato per la forza e passione che ha messo nella questione.

ARTICOLI PRECEDENTI:

25/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: PRESENTATA NUOVA ISTANZA AL TRIBUNALE
16/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: LA MAMMA DELLA PICCOLA BEATRICE SCRIVE AD ALFONSO GROTTESI, PADRE DELLA BAMBINA
11/08/2012 ROMA CASO PUMA, AUDIO DRAMMATICO DEPOSITATO AL TRIBUNALE DEI MINORI:“MAMMA PORTAMI VIA, AIUTAMI!”
11/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: INVIATA LETTERA A CLIO NAPOLITANO
07/08/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA, UNA MADRE ALLA QUALE HANNO TOLTO LA FIGLIA: IL LEGALE SCRIVE ALLA DIVINA PROVVIDENZA



ROMA CASO FEDERICA PUMA: LA MAMMA DELLA PICCOLA BEATRICE SCRIVE AD ALFONSO GROTTESI, PADRE DELLA BAMBINA

Redazione

"Federica Puma, mamma di Beatrice chiede l’intervento del papà della bimba, – Fa sapere in una nota Roberta Sibaud vicepresidente dell'Associazione Donne per la Sicurezza onlus – affinché la piccola Beatrice torni a casa per non continuare a subire maltrattamenti fisici, psicologici e atti di bullismo perpetrati dai ragazzini più grandi, ospiti della stessa casa-famiglia. – Dichiara inoltre la Sibaud che conclude poi la nota – Chiede aiuto all'ex compagno affinché la loro figlia torni a vivere la sua vita di bambina sana e libera!"

Ecco il testo della lettera:

"LETTERA APERTA AD ALFONSO GROTTESI, PADRE DI BEATRICE

PER SALVARE INSIEME LA VITA DI NOSTRA FIGLIA!

Caro Alfonso,
da quel malaugurato 14 dicembre 2011, unica udienza in cui tu non sei stato presente, giorno in cui la nostra creaturina mi è stata letteralmente strappata dalle mani per essere reclusa in una casa famiglia, Ti ho chiesto fervidamente, diverse volte, tramite mail, messaggi, telefonate e avvocati, di trovare un punto di reciproco incontro al fine di restituire la libertà e la vita a nostra figlia Beatrice.

Come ben sai, la motivazione della carcerazione della nostra bimba, che purtroppo, temo ragionevolmente, la segnerà profondamente e irreversibilmente, risiede nella presunta conflittualità che intercorrerebbe tra noi genitori (che però viviamo ininterrottamente separati sin dalla sua nascita).

Sono trascorsi otto mesi da allora e la nostra bambina, come tu ben saprai,  sta penando, perché sta con gente estranea e vive lontano dalla Sua mamma, così come proverebbe dolore, lontano dalla Sua mamma, qualsiasi cucciolo in tenera età.

Alfonso, spero tu sia d’accordo, è venuto il tempo che la inutile sofferenza di nostra figlia Beatrice debba cessare, a qualsiasi costo!

Oggi sono pronta pure anche ad umiliarmi e ad inginocchiarmi davanti a chiunque pur di salvare nostra figlia da un terribile futuro, sicuramente fatto di problemi psicologici, degrado sociale, violenze, abusi e quant’altro: ed è per questo, davanti l’Italia intera, che mi appello a te, che sei il padre di questa meravigliosa creatura, invitandoti ad andare oltre le ovvie divergenze, che pur comunemente esistono tra genitori separati.

Beatrice, è innegabile, soffre immensamente lontano dalla sua mamma, sola tra gente estranea, in quella galera piena di muffa, ambiente  antigienico, degradato, tra ragazzini affetti da problemi psicologici se non psichiatrici, che deve mangiare quello che mangiano gli altri, abbandonata a se stessa come figlia di nessuno; solo che la nostra bambina, in vero, i genitori li ha e quei genitori siamo solo noi due Alfonso; non lo sono né i giudici né tantomeno le assistenti sociali; noi due soli abbiamo il diritto di amare ed il dovere di proteggere il nostro amore, nostra figlia.

Ti prego, ti supplico, acconsenti affinché la nostra Beatrice torni a vivere con me, nella sua casa; tu che più di chiunque altro conosci l’importanza di avere accanto la mamma; perché il tempo passa, cresciamo, ci realizziamo … ma la mamma rimane sempre la mamma: come tutti, anche tu, ad oggi, Ti affidi a lei (tua madre) per curarti, per nutrirti, consigliarti … ed è giusto che sia così, perché a qualunque età c’è sempre bisogno della mamma, ma soprattutto a 7 anni, perché lo dice la legge suprema della Natura.

Tu potrai vederla e portare con te quando vorrai a Beatrice; si potrebbe fare da subito, come l’estate scorsa; decidere che vada dieci giorni con te in montagna e poi o prima con me dieci giorni al mare.

E’ così difficile realizzare questo? Oppure è meglio secondo te che Beatrice stia sino a settembre in Calabria, dove? con chi? a fare cosa?

Ti chiedo, Alfonso, di essere parte attiva nella vita di nostra figlia, nel pieno rispetto reciproco, e di muoverti a pietà per una piccola creatura indifesa; otto mesi così sono davvero troppi: anche tu, quando  la vedi in quell’immeritato inferno, sono certa proverai compassione per la sofferenza, l’ansia, la disperazione che trapelano da quegli occhietti supplicanti di aiuto.

Insieme, in quanto genitori, noi due dobbiamo avere la capacità di far cessare, a qualsiasi costo, l’incubo che pervade la quotidianità della nostra bambina, per cui Ti prego e ti esorto: troviamo un accordo per una crescita serena ed armoniosa di nostra figlia Beatrice; adesso, subito, domani è già tardi.

Alfonso, riflettici: un tuo sì può ancora salvare la vita di nostra figlia.

Arriva sempre nella vita di ognuno di noi l’opportunità di dare un senso alla nostra esistenza, di fare qualcosa che traccerà indissolubilmente il ricordo di noi sulla terra; lascia che tua figlia si ricordi di un padre che l’ha amata facendo l’unica cosa giusta per lei, acconsentendo alla sua definitiva liberazione.

Non siamo eterni, la vita è un breve viaggio in fondo, non lasciare che tutto finisca e che rimanga solo il rimpianto quando ormai sarà troppo tardi.

Salutandoti, senza alcun astio, spero moltissimo in un tuo subitaneo intervento, perché anche Tu possa agire per aiutare nostra figlia, che è, e deve continuare ad essere, la ragione primaria della nostra esistenza.

Roma, 16 agosto 2012
Federica
la mamma di tua figlia"

tabella PRECEDENTI:

11/08/2012 ROMA CASO PUMA, AUDIO DRAMMATICO DEPOSITATO AL TRIBUNALE DEI MINORI:“MAMMA PORTAMI VIA, AIUTAMI!”
11/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: INVIATA LETTERA A CLIO NAPOLITANO
07/08/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA, UNA MADRE ALLA QUALE HANNO TOLTO LA FIGLIA: IL LEGALE SCRIVE ALLA DIVINA PROVVIDENZA

 


 




ROMA CASO PUMA, AUDIO DRAMMATICO DEPOSITATO AL TRIBUNALE DEI MINORI:“MAMMA PORTAMI VIA, AIUTAMI!”

L’ultima azione che è stata fatta è un appello accorato alla donna “d’Italia”, la signora clio Napolitano, che almeno lei ascolti la voce disperata della bambina e faccia qualcosa per tentare di restituirla alle braccia di sua madre.

[ROMA CASO FEDERICA PUMA: INVIATA LETTERA A CLIO NAPOLITANO]

Angelo Parca

L’audio è raccapricciante, nessuna madre consapevole del proprio ruolo e nelle proprie piene capacità d’intendere e di volere merita di essere allontanata dal proprio figlio. La bambina vuole sua madre. Sentire il suo pianto straziato è lacerante e mette un’ansia addosso che fa capire quanto si può essere impotenti di fronte ad una legge difficile da comprendere. “La situazione è drammatica dice Roberta Sibaud, vicepresidente dell’associazione “Donne per la sicurezza onlus” –   la bimba da un balcone della casa famiglia protetto da una rete come un "pollaio" grida "mamma portami via!" come si può essere sordi e insensibili di fronte al pianto disperato di una bimba di 7 anni "nata sana e libera" che viene punita per curare le ansie di un "padre" che vuole relegarla in casa famiglia e farla adottare da terzi, per far dispetto alla ex compagna mamma Federica e viene assecondato dal tribunale dei minori!  dov'è la giustizia in questa italia??? vergogna!!”. Non c’è da aggiungere nulla a questo grido disperato. Commuove, fa piangere, indigna. L’ultima azione che è stata fatta è un appello accorato alla donna “d’Italia”, la signora clio Napolitano, che almeno lei ascolti la voce disperata della bambina e faccia qualcosa per tentare di restituirla alle braccia di sua madre.

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11/08/2012 ROMA CASO FEDERICA PUMA: INVIATA LETTERA A CLIO NAPOLITANO
07/08/2012 ROMA, CASO FEDERICA PUMA, UNA MADRE ALLA QUALE HANNO TOLTO LA FIGLIA: IL LEGALE SCRIVE ALLA DIVINA PROVVIDENZA