CASO ROBERTA RAGUSA: QUEI RISULTATI SORPRENDENTI DALLE ANALISI DELLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

di Domenico Leccese
Riguardo il caso di Roberta Ragusa la criminologa Ursula Franco ha effettuato l’analisi delle dichiarazioni rilasciate dal marito, Antonio Logli, ai giornalisti della trasmissione RAI "Chi l’ha visto" subito dopo la scomparsa di Roberta Ragusa e le ha confrontate con ciò che è emerso dalle indagini effettuate dalgi inquirenti. Il risultato di ciò che emerege è sorprendente.

Secondo quanto emerso dalla sua analisi Antonio Logli avrebbe quindi mentito ai giornalisti di "Chi l'ha visto?"
Può sembrarle paradossale ma in realtà mentire è molto difficile. Attraverso l’analisi del linguaggio, tra le righe di ciò che può apparire ad una prima lettura una menzogna, si annida la verità.
In realtà è proprio Antonio Logli a dirci come andarono i fatti quella notte.

Può ricostruirci i fatti di quella sera in modo sintetico?

Quella notte il Logli fece la prima telefonata alla propria amante Sara dalla soffitta, telefonata che durò 42 minuti e che terminò alle 23.50, poco dopo trasferì sua figlia nel lettino, la bambina si era addormentata nel letto matrimoniale con la madre Roberta che si trovava in quel momento con lei, in seguito, intorno a mezzanotte, Antonio Logli andò in autoscuola e da lì chiamò Sara altre due volte. Il Logli chiamò l’amante dall’autoscuola alle 23.56 e infine alle 24.17, per una brevissima telefonata di commiato di pochi secondi il cui contenuto è stato riferito dalla ragazza agli inquirenti: Ti amo, buonanotte. Quando il Logli salutò l’amante non era solo, Roberta lo aveva seguito in autoscuola a sua insaputa e lo sentì parlare con l'amante, ne nacque logicamente una discussione, la Ragusa uscì dall'autoscuola inseguita dal marito, percorse pochi metri, raggiunse la staccionata, la scavalcò e fuggì tra i campi, che attraversò fino ad arrivare in via Gigli. La discussione iniziale tra Antonio e Roberta ebbe luogo in autoscuola dopo le 24.17, per questo motivo i bambini non sentirono niente, per questo motivo anche il titolare della scuola di ballo non fu in grado di riferire nulla, se n'era andato verso mezzanotte. Tra l'altro questa ricostruzione ci spiega anche perché il Logli, credendo di essere solo in autoscuola, disse liberamente a Sara: Ti amo, buonanotte.In seguito alla fuga di Roberta il Logli salì sulla propria auto "Escort station wagon" e si diresse in via Gigli, dove parcheggiò il veicolo al margine della strada, sull’erba e proprio mentre era fermo sul ciglio della strada a fari spenti fu visto dal super testimone Loris Gozi tra le 24.30 e le 24.40. Poco dopo Antonio Logli resosi conto di aver danneggiato la coppa dell’olio, forse per averla urtata su un sasso, tornò a casa, parcheggiò la sua auto nel vialetto dove non era solito lasciarla e cambiò macchina, prese la Citroen C3 di Roberta e tornò in via Gigli dove fu nuovamente visto discutere con la moglie da Loris Gozi, infine Antonio Logli convinse Roberta ad entrare in auto e sgommò via.

Su quali basi esclude che l’allontanamento di Roberta possa essere stato volontario?
Nessun testimone ha mai riferito alcuna anomalia nel comportamento della Ragusa nelle ore che hanno seguito la caduta dalla scala e in quelle che hanno preceduto la sua scomparsa, neanche lo stesso Antonio Logli. Roberta era stata dal proprio medico curante poche ore prima della scomparsa e nessun deficit neurologico che potesse far supporre che il trauma avesse provocato un’emorragia o un edema cerebrale era stato rilevato. Inoltre, se la Ragusa si fosse allontanata volontariamente in stato confusionale sarebbe morta di freddo e il suo corpo sarebbe stato ritrovato non distante da casa.

Secondo lei non ci fu una colluttazione in via Gigli tra il Logli e la moglie?
Non credo, fu Roberta a fare il giro dal lato conducente a quello del passeggero, a entrare in auto, lo fece volontariamente, probabilmente il marito le promise di portarla a casa di Sara Calzolaio per chiarire.
Fu Roberta a sbattere con forza le portiere dell'auto per la rabbia, il Logli non aveva alcun interesse a richiamare l'attenzione dei vicini, Antonio a quel punto aveva già in mente di ucciderla. Nessuna traccia di sangue fu trovata in auto, una conferma a questa ricostruzione.
Antonio Logli dopo quella discussione, cui assistette il Loris Gozi,condusse in una zona isolata la moglie dove la uccise e ne occultò il corpo.

Quindi ritiene che le tracce sull’asfalto fossero d’olio?
Sì, tracce che il Logli tentò di pulire, tracce simili si trovavano anche all’interno della sua proprietà, in un punto del vialetto, nella zona dove l’uomo aveva parcheggiato la Escort quella notte.
La domestica vide l’auto del Logli nel vialetto quella notte e vide anche Antonio che puliva la pavimentazione del viale il giorno seguente, pulì per il timore che quella perdita d’olio avrebbe potuto tradirlo.
Per questo stesso motivo il giorno seguente il Logli uscì con la Escort alla ricerca di Roberta e la lasciò al cimitero.

Crede nella premeditazione?
Penso in primis che la caduta di Antonio Logli e di sua moglie sia stato potenzialmente un tentato omicidio, il Logli spinse Roberta e lei se ne rese conto. Per quanto riguarda la notte dell’omicidio ritengo che quantomeno il Logli maturò l’idea di uccidere la moglie mentre si trovava in via Gigli all’interno della sua Escort e per questo cambiò macchina, per non rischiare che l’auto danneggiata lo lasciasse a piedi.

Lei ha anche analizzato la testimonianza del super testimone Loris Gozi, cosa ha concluso?

Loris Gozi quando interrogato si è limitato a riferire ciò che ha visto riguardo ai due episodi di cui è stato testimone quella notte e non ha fatto nulla per compiacere l’interlocutore, non ha aggiunto ciò che gli è stato involontariamente suggerito mostrando di essere un testimone credibile, direi esemplare. Per quanto riguarda le sue insicurezze, quelle relative alla seconda scena di cui è stato testimone ovvero la discussione tra Roberta e Antonio, queste non inficiano la sua testimonianza, Loris Gozi ha riferito solo ciò di cui era sicuro, quando un testimone rievoca un evento non lo fa mai riproducendolo in modo fotografico in quanto è umanamente impossibile.