Cerignola, litiga con vicino per un parcheggio e muore

CERIGNOLA – Gli agenti della squadra mobile della questura di Foggia stanno indagando sulla morte del primario del reparto di chirurgia dell’ospedale “Tatarella” di Cerignola, Francesco Saverio Amorese, di 67 anni, deceduto a seguito di un malore avvertito poco dopo aver un litigio con un vicino di casa, per un parcheggio.

L’episodio si è verificato nella notte di domenica scorsa, all’interno del residence dove il medico viveva, in via Torre Quarto. I due già in passato avevano avuto una serie di diverbi perché, secondo quanto raccontato dalla compagna di Amorese, il dirimpettaio parcheggiava l’auto ostruendo l’accesso al box.

L’altra sera, nel rincasare, i due hanno avuto l’ennesima discussione. La compagna del primario, presente al momento del litigio, ha raccontato agli inquirenti che, il vicino avrebbe usato parole pesanti nei confronti del medico e lo avrebbe strattonato, afferrandolo per un braccio e per la gola. Amorese, non appena tornato a casa ha avvertito un forte malore ed è morto




Cerignola: arrestati i componenti della banda del kalashnikov

L’Operazione è stata condotta dai poliziotti delle Squadre Mobili di Firenze, Pisa, Ancona e Foggia, con il coordinamento e la partecipazione diretta del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.

 

CERIGNOLA (FG) – Eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 pregiudicati cerignolani, ritenuti responsabili dell’assalto ad un furgone portavalori sulla A12 perpetrato il 30 settembre 2016. Un anno fa un “commando”, armato di kalashnikov e fucili a pompa, ha assaltato con tecniche paramilitari due portavalori sull’A12: la Polizia di Stato ha catturato i presunti autori dell’episodio criminale, ritenuti responsabili dei reati di tentata rapina, porto abusivo di arma da fuoco, ricettazione e riciclaggio.

 

Nelle prime ore della giornata odierna, infatti, a Cerignola (FG), Firenze, e Stornara (FG), gli investigatori delle Squadre Mobili di Firenze, Pisa, Ancona e Foggia, con il coordinamento e la partecipazione diretta del Servizio Centrale Operativo, hanno eseguito una ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Pisa su richiesta di quella Procura della Repubblica, che dispone la custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di tentata rapina, porto abusivo di arma da fuoco, ricettazione e riciclaggio.

Le indagini, supportate da attività tecniche, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari nei confronti di un gruppo criminale, composto da pregiudicati cerignolani, di età compresa tra i 26 ed i 46 anni, che, lo scorso 30 settembre, a Fauglia (PI), ha compiuto un assalto armato in danno di 2 blindati della ditta BTV Mondialpol adibiti a trasporto valori, uno dei quali contenente circa 6 milioni di euro. In particolare, gli indagati, simulando l’appartenenza alle Forze di Polizia con falsi lampeggianti e dispositivi di segnalazione manuale, hanno iniziato a chiudere la arteria autostradale A12 tra Rosignano (LI) e Collesalvetti (LI). Successivamente, il “commando” ha bloccato oltre 10 chilometri di autostrada, in entrambi i sensi di marcia, costringendo a scendere dalle proprie autovetture gli automobilisti in transito, e posizionando le vetture in maniera da chiudere di fatto la A12, creando peraltro conseguentemente code chilometriche. Il gruppo criminale, a tal fine, ha altresì disseminato lungo la strada una serie di chiodi a quattro punte, per forare gli pneumatici dei mezzi di passaggio ed interrompere definitivamente la viabilità, esplodendo altresì dei colpi d’arma da fuoco sulle autovetture i cui conducenti si sono mostrati reticenti nell’abbandonare immediatamente il mezzo. Nel frattempo, i complici che hanno seguito i blindati hanno posto in essere un assalto armato in danno dei furgoni, bloccati all’interno di una galleria e crivellati con decine colpi di arma automatica; nell’occasione, il commando non è riuscito ad asportare la somma di denaro custodita all’interno del mezzo solo grazie ai sofisticati sistemi di difesa passiva dei mezzi blindati. Nello specifico, gli indagati hanno esploso numerosi colpi di AK 47 (khalashikov) e di fucile a pompa all’indirizzo del blindato, avviando un vero e proprio conflitto a fuoco con le guardie particolari giurate a bordo dei furgoni, nel corso del quale sono stati esplosi circa 170 colpi d’arma da fuoco.

Le indagini inizialmente avviate dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Firenze e dalla Squadra Mobile di Pisa hanno successivamente coinvolto gli omologhi uffici di Ancona (alla luce di evidenti convergenze investigative con un analogo episodio delittuoso perpetrato nel settembre del 2015 sull’autostrada A14 nei pressi di Ancona) e di Foggia, nel cui territorio insiste la “base logistica” dei criminali, nonché il Servizio Centrale Operativo della Direzione Anticrimine Centrale della Polizia di Stato, che ha coordinato le attività e partecipato direttamente alle investigazioni. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pisa, ha immediatamente evidenziato come la rapina fosse stata progettata ed eseguita con grande cura da un gruppo di persone, ben strutturato ed altamente specializzato, che ha utilizzato per i lunghi spostamenti anche un veicolo pesante, ovvero un autoarticolato in grado di trasportare l’intero commando, insieme alle armi ed alle attrezzature impiegate. Le preliminari risultanze investigative – suffragate da intercettazioni, sofisticate analisi del traffico telefonico, accertamenti balistici e servizi di osservazione, nonché mirate analisi sulle tracce di pneumatici, sulle impronte rilevate nell’ambito dell’inchiesta e sui veicoli rubati utilizzati per il colpo – hanno portato gli investigatori ad individuare il possibile luogo di partenza dei rapinatori nella zona del foggiano; è stato successivamente ricostruito, difatti, come alcuni degli indagati abbiano soggiornato sul litorale tirrenico, durante i mesi precedenti alla rapina, per svolgere accurati sopralluoghi e monitorare gli spostamenti dei “portavalori”. In esito alla menzionata, complessa attività di indagine, il Giudice per le Indagini Preliminari di Pisa ha difatti accolto le richieste di quella Procura ed ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti degli 8 indagati, ritenuti gli esecutori materiali del assalto, permettendo, tra le altre cose, di disarticolare un pericoloso gruppo criminale radicato nel foggiano. Nel medesimo contesto investigativo sono in corso di esecuzione 9 decreti di perquisizione personale e domiciliare, nei confronti di altrettanti, ulteriori soggetti, indagati in stato di libertà per i menzionati reati.




Cerignola: padre e figlio uccisi in un garage, l'uomo fermato ha confessato

 
di Angelo Barraco
 
 
Cerignola – L’uomo fermato per il duplice omicidio a Cerignola ha confessato. Dopo un lungo interrogatorio durato tutta la notte Francesco La Stella, 45enne che lavora al Cup dell’ospedale di Cerniola, ha raccontato la sua versione di quanto accaduto riferendo agli inquirenti di essersi incontrato con le vittime nel box di suo nipote. Sarebbe scaturita una discussione alla quale avrebbe partecipato anche un amico di La Stella, tale Giuseppe Dell’Olio, un pregiudicato che avrebbe estratto un coltello a serramanico minacciandolo “a quel punto non ho capito più nulla, ho avuto paura che mi potesse ammazzare e, trovato un coltello sul tavolo, ho colpito padre e figlio” ha riferito agli inquirenti. 
 
Un duplice omicidio che ha scosso profondamente gli animi dei cittadini di Cerignola. Erano circa le ore 18 del 12 dicembre e mentre tutte le città si colorano a festa e si preparano all’imminente arrivo delle festività natalizie, in un garage di Via dei Tulipani si è consumata una tragedia dai contorni ancora poco nitidi e tutta da chiarire anche per l’efferatezza del modus operandi poichè stati uccisi a coltellate Giuseppe Dell’Olio, 65enne con precedenti penali e il figlio Francesco, 24enne. Il padre è stato raggiunto al petto, il figlio invece è stato colpito al collo e all’addome. La macchina investigativa si avvia immediatamente e in poco tempo viene individuato il presunto assassino, si tratta di Francesco La Stella, 45enne con precedenti per droga. Il duplice omicidio sarebbe l’esatta  conseguenza di un violento litigio per un debito di droga che il presunto assassino avrebbe contratto con le vittime. Ma il caso è tutt’atro che chiuso e le dinamiche di quanto accaduto sono ancora al vaglio degli investigatori poiché il quadro delle ipotesi risulta nebuloso e sembrano aprirsi pian piano altri scenari con prospettive ben diverse da quelle tutt’ora emerse. Gli inquirenti sin da subito non escludono che al momento del delitto vi fosse una quarta persona che potrebbe essere scappata via subito dopo e l’intuizione investigativa ha avuto riscontro oggettivo dalle parole del presunto assassino reo confesso.  La comunità di Cerignola è ancora sotto choc per questo duplice omicidio così efferato che ha spento le armoniose e spensierate luci natalizie, e ha  acceso invece i freddi e lapidari riflettori dei luminol lungo il garage sporco impregnato di sangue. 



CERIGNOLA, IL SINDACO RIMPROVERA UN BAMBINO BOCCIATO: "STUDIA ALTRIMENTI TI VENGO A SPEZZARE ENTRAMBE LE GAMBE"

Redazione

Cerignola – All'inaugurazione di un parco giochi insulta e minaccia di punizioni un bambino che confessa di essere stato bocciato a scuola. Protagonista Franco Metta, sindaco di Cerignola, cittadina in provincia di Foggia, il cui staff ha poi pubblicato il video sul profilo Facebook del primo cittadino.

"Sei stato bocciato, stupido che sei, hai detto con contentezza che sei stato bocciato, lo str… che sei – ha detto il sindaco, con tanto di fascia tricolore, rivolgendosi al bambino in dialetto – A scuola si studia, altrimenti sempre nu trimone rimani".

 

"Quando ricomincia la scuola voglio sapere che ci vai e che studi, altrimenti vengo a casa tua e ti vengo a spezzare entrambe le gambe. Guardami in faccia, me lo prometti? Avete sentito?", ha esortato Metta, davanti ai presenti, compreso il sacerdote chiamato per la benedizione. L'unica a protestare è stata una bimba: "Questa è l'educazione che ci insegna il sindaco? E' severo…", la si ascolta dire in sottofondo.


Metta, sempre su Facebook, ha poi replicato alle polemiche suscitate dal video: "Polemiche sul mio rimprovero al ragazzino, ieri sera? Si era VANTATO di essere stato bocciato. L'ho rimproverato, duramente e lo rifarei cento volte. Dopo l'ho tenuto abbracciato per tutto il tempo e gli altri ragazzini mi passavano di fianco e mi sussurravano di essere stati promossi. IO SONO LA VOSTRA OSSESSIONE!".