Roma rifiuti, Raggi: "Malagrotta non riapre, Ama pensi a ripulire la città"

Redazione

ROMA – "Malagrotta non riapre, si bonifica e abbiamo pronta una delibera. A proposito di profezie, TMB a Roma pieni da ottobre, Fortini dov'era?" dice in un tweet la sindaca di Roma Virginia Raggi. "La riapertura di Malagrotta non è un'ipotesi che prenderemo mai in considerazione – scrive su Facebook la Raggi -. Al contrario, andiamo avanti verso la bonifica, che Cerroni dovrà portare a compimento in tempi rapidi. Sorprendono, francamente, le parole del presidente Fortini, soprattutto quando afferma che qualcuno sta tentando di portare avanti una marginalizzazione di Ama per favorire il privato, quando la nostra linea persegue da sempre direzioni diametralmente opposte".

"Stupisce infine, che queste dichiarazioni di Fortini giungano all'indomani del blitz in direzione Ama della nostra assessora Paola Muraro – aggiunge -. Per la prima volta c'è una forza politica che, con estrema trasparenza, chiede un confronto franco e leale ai vertici di un'azienda pubblica per informare i romani e la reazione qual è? Come l'abbiamo vista direi, del tutto scomposta. Il suggerimento è molto semplice: Ama e i suoi dirigenti mettano da parte i titoli di giornale e pensino a lavorare per il bene di Roma ripulendo la città".

 

Muraro verso Ama L’impianto di Rocca Cencia va utilizzato. Anche se dietro c’è il "re della monnezza" Manlio Cerroni. È stato chiaro l’input dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro, protagonista l'altro ieri di un blitz alla «casamadre» di Ama. Visita a sorpresa, poi quattro ore di discussione, tra pioggia di accuse contro la municipalizzata e minacce di occupazione. E i toni più aspri si accendono proprio su Cerroni. Tutto in diretta streaming, di nuovo nella bufera per l’«apertura» all’ex patron di Malagrotta. «Non vuoi portare i rifiuti a lui (Cerroni) e la città piena di immondizia non può essere penalizzata per questo», dice la Muraro all’ad di Ama, Daniele Fortini. Che ricorda però (sottovoce) come «una amministrazione pubblica non può stipulare un contratto con chi ha un contenzioso». Né in teoria con chi è indagato o condannato. «Io non chiederò mai di utilizzare l’impianto di Cerroni – ribadisce l’ad -. O me lo dicono le autorità o senza gara non lo uso».

Muraro insiste, intollerabile il caos immondizia nella Capitale, vuole un piano operativo con soluzioni a breve termine, ma niente «proclami» e cronoprogramma arrivano dal vertice fiume: le strade «vanno spazzate», nuova mappatura dei centri raccolta dei rifiuti ingombranti (la chiede l’assessore), nessuna promessa ma i problemi dei tmb «vanno risolti». Quello del Salario (inquina, è oggetto di denunce) va chiuso entro novembre, ripete la Muraro, che detta l’ultimatum: «In 15 giorni va svuotato dai rifiuti, i residenti non ne possono più». Poi serve anche la collaborazione dei cittadini, «siamo tutti Ama», ripete la titolare dell’Ambiente – veneta di origine- con lancio di appelli solo apparentemente ironici ai romani: mai più «lancio della spazzatura dalla moto» («Si sa, sono famosi per questo»).




ROMA CASO CERRONI: UNITA' D'INTENTI TRA IL RE DELLA MONNEZZA E MARRAZZO?

Redazione

Roma – Il re dei rifiuti è ancora sulla cronaca e stupisce per tutti gli intrecci e le conoscenze che ha mobilitato. «Era sottinteso che vi era un’unità d’intenti tra la parte politica e quella imprenditoriale», in pratica un’alleanza tra Manlio Cerroni e Piero Marrazzo. Lo scrive il gip Massimo Battistini nell’ordinanza che ha portato agli arresti domiciliare il re di Malagrotta e altre sei persone nell’inchiesta sui rifiuti, mentre l’ex governatore del Lazio è indagato per abuso d’ufficio e falso. Dunque, nonostante i poteri da commissario per l’emergenza rifiuti fossero cessati il 30 giugno 2008, Marrazzo ha firmato una ordinanza il 22 ottobre dello stesso anno che autorizzava la costruzione di un termovalorizzatore ad Albano Laziale. Il progetto lo aveva presentato il Coema (un Consorzio composto da Acea, Ama e Pontina Ambiente, azienda del gruppo dell’avvocato). Lo stesso presidente della giunta aveva firmato il Piano rifiuti, approvato dal Consiglio regionale nell’estate del 2008, che prevedeva 4 inceneritori (oltre a quelli di Colleferro e San Vittore, il gassificatore di Malagrotta e un altro impianto). Nel Piano, però, dice la Procura, tra le macroaree che potenzialmente avrebbero potuto ospitare l’inceneritore «nessuna comprendeva Albano». Ma non è tutto perché Cerroni pare avesse in qualche modo coinvolto altri politici. "E' bene che vengano chiariti tutti gli aspetti riguardanti il coinvolgimento dell'ex presidente del Municipio XVI Fabio Bellini e dell'ex assessore Carmine Contrasto nell'inchiesta Cerroni. Era ovvio che il Pd del Municipio XII avesse avuto rapporti particolarmente stretti con Cerroni. Era anche evidente il doppiogiochismo degli esponenti del Pd, guelfi in piazza e ghibellini nelle segrete stanze. Ma ora ci spieghino in cosa consistevano i doni natalizi e se hanno ricevuto altri regali in altre occasioni". Lo dichiara in una nota Marco Giudici, consigliere e presidente della commissione trasparenza del Municipio XII (ex XVI). "Dalle intercettazioni riguardanti alcuni personaggi dell'ex XVI Gruppo di Polizia Locale – prosegue la nota – emergono elementi inquietanti. Voglio sperare che quanto pubblicato sulla stampa non sia la punta di un iceberg di un sistema di controllo trasversale dell'edilizia, dell'urbanistica e del commercio, compresa la gestione del mercato di Porta Portese, posto in essere con il coinvolgimento della politica locale. Auguro buon lavoro alla magistratura".

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