Ravenna, Cesena e Cervia: fiume Savio "sorvegliato speciale"

Redazione

EMILIA ROMAGNA – Maltempo e allerta: il fiume Savio è un "sorvegliato speciale" nei Comuni di Ravenna, Cesena e Cervia. E' sotto osservazione per il passaggio del colmo di piena. La protezione civile, nella notte, ha attivato la fase di allarme dopo le piogge delle ore scorse che hanno ingrossato la portata del fiume. Insieme all'Arpae, la protezione civile sta monitorando in tempo reale l'andamento della piena, e ha raccomandato a tutti gli enti coinvolti di attivarsi anche per preparare eventuali interventi urgenti.

Nel Modenese, invece, a causa della piena del Secchia, dalle 8.30 è chiuso, a scopo precauzionale, il ponte Motta a Cavezzo sulla strada provinciale 8. La piena sta transitando nella zona senza particolari problemi. I livelli dei fiumi stanno lentamente scendendo, nella zona di Modena, sia sul Secchia sia sul Panaro e sono tenuti sotto controllo tramite la rete di monitoraggio collegata con la sala operativa del Centro unificato della Protezione civile a Marzaglia.




CESENA: MORTO 14ENNE CHE HA FATTO IL BAGNO NEL FIUME CON I SUOI AMICI

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Cesena – E' stato trovato morto il ragazzino disperso mentre faceva il bagno insieme a due coetanei nel fiume Savio a San Carlo, frazione di Cesena, nei pressi della E45. Il ragazzino aveva 14 anni ed era originario del Marocco. I due amici che erano in acqua con lui e che lo hanno visto sparire hanno fatto di tutto nel tentativo di salvarlo, inutilmente. Ora sono sotto choc ma in buone condizioni di salute.

Sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco a recuperare la salma della giovane vittima. Ancora non è completamente chiara la dinamica di quanto accaduto, ma sembra che i ragazzi vadano spesso sulle sponde di quel fiume a pescare.




FORLI' – CESENA: IRROMPE IN OSPEDALE ARMATO DI PISTOLA E CHIEDE LA MORFINA, POI SI BARRICA CON GLI OSTAGGI

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Mercato Saraceno (FC) – Un disoccupato di 44 anni, Giacomo Lombardi, originario di Cesenatico ma da tempo residente nel paese di Mercato Saraceno, ieri sera ha tenuto in scacco per due ore il personale sanitario dell'ospedale "Luigi Cappelli" del piccolo centro, e i carabinieri della Compagnia di Cesena intervenuti sul luogo.
Erano le 20,30 quando l'uomo, in evidente stato di alterazione da astinenza da stupefacenti, ha fatto irruzione nel nosocomio e, dopo aver vagato per i corridoi vuoti, ha incontrato una dottoressa e alcune infermiere al primo piano, nel reparto di lungodegenza. A queste ha chiesto della morfina. Al rifiuto da parte del medico ha allora estratto una pistola, minacciando l'incolumità delle presenti, che ha chiuso con sé in una stanza del reparto.

A quel punto, la dottoressa ha accettato di iniettargli, sotto la minaccia dell'arma, un blando sedativo, che non ha però riportato alla calma il soggetto.
Avvisati da un altro infermiere, che ha lanciato l'allarme al 112, sono giunti sul posto due militari della Stazione di Mercato Saraceno, che hanno subito iniziato una prima negoziazione che ha portato al rilascio degli ostaggi trattenuti nella stanza dal Lombardi, mentre questi è rimasto sulla soglia della camera, con la pistola in mano, minacciando i carabinieri che avrebbe sparato qualora avessero tentato di avvicinarsi. In seguito sono giunte anche una pattuglia della squadra radiomobile della Compagnia, la pattuglia della Stazione di Verghereto ed il Comandante della Compagnia. Questi ha assunto la direzione delle trattative, durante le quali è emersa tutta la disperazione del Lombardi. Disoccupato da due anni, separato, con un figlio di 10 anni, l'uomo, spesso tra le lacrime, ha espresso il rammarico di non riuscire a mantenere e a dare una vita dignitosa al figlio. Ha affermato di avere inviato più di duecento domande di assunzione ad altrettante aziende del cesenate, senza mai ricevere risposta positiva. Da lì la disperazione, la caduta nel baratro della droga, fino all'epilogo di ieri sera.
La trattativa è durata due ore, ed ha visto vari momenti di tensione, anche in considerazione del fatto che nelle stanze adiacenti a dove si trovava il Lombardi vi erano numerosi pazienti allettati impossibilitati a muoversi, una Operatrice socio-sanitaria, un medico ed il parente di uno dei ricoverati, ai quali era preclusa la fuga dalla presenza del soggetto nel corridoio. Solo verso la fine, il Comandante della Compagnia è riuscito a fare allontanare le persone in grado di muoversi, mentre Lombardi si ritirava all'interno di una stanza. Ancora qualche minuto, dopodiché il Comandante della Compagnia ha convinto il sequestratore ad arrendersi e a consegnare la pistola ed un coltello a scatto che teneva con sé. Una volta consegnata, la pistola è risultata essere una riproduzione fedele, ad aria compressa, di una Beretta 92, mentre il coltello aveva una lama di circa 10 cm.




FORLI' /CESENA, CENTRI MASSAGGIO A LUCI ROSSE: 4 ARRESTI E 40 PERQUISIZIONI E 19 INDAGATI IN 15 CENTRI ORIENTALI

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Forlì / Cesena – Con l'operazione "Dummy massage" (massaggi finti) la Polizia di Forlì-Cesena ha eseguito, questa mattina, quattro arresti in flagranza di reato e 40 perquisizioni in 15 centri di massaggi orientali e presso le abitazioni di 19 persone indagate per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e dell'immigrazione clandestina. A finire in manette sono stati quattro cittadini cinesi.

Le indagini, avviate la scorsa estate, hanno consentito di individuare e chiudere, sottoponendoli a sequestro penale, 15 "centri massaggi"; gli indagati, 18 cittadini cinesi e una italiana, sono accusati di favorire la prostituzione di giovani donne spesso in Italia clandestinamente.

L'operazione di oggi che ha impegnato gli uomini della Squadra mobile della questura di Forlì-Cesena, del Commissariato di pubblica sicurezza di Cesena ed agenti del Reparto prevenzione crimine Emilia Romagna, rientra nel progetto "Dragone", coordinato dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, finalizzato a contrastare, sull'intero territorio nazionale, le diverse forme di criminalità riconducibili alle associazioni malavitose cinesi.

In tale contesto, gli investigatori hanno monitorato tutte le attività riconducibili ai centri massaggi, riuscendo a scoprire, attraverso i "clienti" e le "massaggiatrici", che in tali locali si esercitava la prostituzione. Le prestazioni sessuali avvenivano al termine del massaggio ed erano concordate con il cliente che poteva essere un manager di passaggio, un imprenditore o un professionista; ma non mancavano artigiani o operai in pausa-pranzo.