USA, CHIESA DI CHARLESTON: LA STRAGE E' STATA PREMEDITATA

di M.L.S.


USA – Emergono nuovi e inquietanti particolari sulla vita del 21enne Dylann Storm Roof, autore della strage razziale nella chiesa episcopale metodista di Charleston, in South Carolina. A poche ore dall'omicidio plurimo di 6 donne e 3 uomini tutti afro-americani, freddati dai colpi di pistola esplosi dal 21enne, si scopre che quest'ultimo aveva già in mente la creazione di un pretesto per arrivare ad una guerra civile tra neri e bianchi.

Strage premeditata. Secondo Dalton Tyler, coinquilino dell'omicida da un anno, il 21enne: “Era fissato con cose tipo la segregazione razziale e voleva cominciare una guerra civile-ha spiegato Tyler in un'intervista rilasciata al canale Abc- Mi disse che stava per accingersi a fare una cosa di questo tipo e che poi si sarebbe ucciso” ha raccontano il coinquilino, prima di soffermarsi sul rapporto sporadico del "suprematista" bianco con la famiglia. Ed è proprio dalla famiglia, che il ragazzo aveva ricevuto in dono l'arma utilizzata per uccidere le 6 donne e i 3 uomini presenti alla funzione metodista nella chiesa African Emanuel. Roof, infatti, aveva ricevuto la pistola in dono dal padre in occasione del compleanno dei 21 anni. Il genitore aveva proibito l'utilizzo dell'arma al ragazzo, concesso poi una settimana fa, pochi giorni prima della carneficina mossa dall'odio raziale. 

 


La risposta di Obama. Proprio in merito alla presenza diffusa e spregiudicata di armi negli Stati Uniti si è espresso il presidente Barack Obama. “Abbiamo un mucchio di lavoro da fare” ha tuonato il presidente americano in occasione di evento per la raccolta fondi del Partito Democratico a Beverly Hills. Ospitata dall'attore afro-americano Tyler Perry, la testa di serie della casa bianca ha lanciato un appello: “Se non siete contenti che da un mese all'altro si verifca un omicidio di massa, allora ho bisogno che vi mobilitiate”. Prima di chiudere ha poi aggiunto che i prossimi 18 mesi saranno dedicati a sollecitare le persone su temi come il controllo delle armi, senza far emergere, però, una risposta chiara che serva a risolvere il problema. Obama, accortosi di non aver centrato il problema ha così concluso:”Sulla questione razziale ho fatto bei discorsi, ma i bei discorsi non risolvono il problema”. 




USA, CHIESA DI CHARLESTON: ARRESTATO L'AUTORE DELLA STRAGE

di M.C.I.

Usa – Dopo una lunga caccia è stato arrestato dalla polizia il presunto autore della strage razzista nella chiesa di Charleston. A riferirlo è stata la Cnn: si tratta del 21 enne suprematista bianco Dylan Roof, fermato in North Carolina.

 

La dinamica.  Entra in una chiesa in cui era riunita una comunità di afroamericani e spara. Otto persone muoiono sul colpo, un’altra in ospedale. Il killer sarebbe un bianco di cui è stata fornita una descrizione e su cui la polizia ha messo una taglia.Ieri sera, alcuni fedeli della comunità afroamericana si erano dati appuntamento nella Chiesa episcopale metodista African Emanuel di Charleston, in South Carolina, per la lettura della Bibbia. Intorno alle 21, un ragazzo bianco entra in chiesa, apre il fuoco contro la folla e uccide 8 persone sul colpo. La nona, gravemente ferita, morirà in ospedale. Fra i morti, il pastore della chiesa Clementa Pinckney, sui 40 anni e padre di due figli, senatore democratico dello Stato della Carolina del Sud. Sulla base delle descrizioni raccolte dai sopravvissuti, il killer è stato descritto come sui 21 anni, biondo, vestito di stivali, jeans e maglietta grigia. L’uomo, dopo aver sparato, è subito fuggito e vani sono stati fin’ora ricerche e spiegamento di elicotteri. Su di lui il capo della polizia ha messo una taglia il cui importo verrà deciso nelle prossime ore.

 

Falsi allarmi. In un primo momento si era diffusa la notizia dell’arresto di un uomo la cui fisionomia sembrava coincidere con la descrizione del ricercato e alcuni avevano pubblicato su Twitter foto dell’arresto. La polizia ha in seguito fatto sapere di uno scambio di persona. Il timore degli agenti è il rinvigorirsi di focolai di scontri sociali fra bianchi e comunità afroamericana mai completamente sopiti in America, dove la discriminazione dei neri e i soprusi che spesso subiscono da alcuni poliziotti bianchi sono sempre dietro l’angolo. Da ciò l’interesse a trovare immediatamente il colpevole e infliggergli una pena esemplare, in grado di scongiurare, o almeno di attenuare, scontri e manifestazioni di protesta prevedibili in queste ore. Smentita anche la notizia di un allarme bomba nei pressi della chiesa, circolata nelle ore successive alla strage.

Le reazioni. Il capo della polizia cittadina, Greg Mullen, ha parlato di "crimine d'odio" razziale e ha aggiunto: "Posso assicurare che stiamo facendo tutto quanto in nostro potere per trovare chi ha sparato”.
"Io e la mia famiglia preghiamo per le vittime della tragedia di questa notte" ha commentato Nikki Haley, governatrice democratica dello Stato in cui si è consumata la strage. Per il sindaco Joe Riley "E' una tragedia incomprensibile". Anche Hillary Clinton, candidata dei Democratici alle presidenziali, che ieri si trovava in città, è intervenuta commentando via Twitter: "Notizia terribile da Charleston"; mentre Jeb Bush, candidato repubblicano alle primarie per le presidenziali del 2016, esprime vicinanza alle famiglie coinvolte: "I nostri pensieri e le nostre preghiere sono per le persone e le famiglie colpite dai tragici eventi di Charleston".

Il 4 Aprile l'omicidio di W.Scott. Charleston è la città in cui lo scorso 4 aprile l’agente Michael Thomas Slager, bianco, aveva sparato a sangue freddo al 50enne disarmato Walter L. Scott, nero, in seguito a un diverbio scaturito da un fermo per un fanalino rotto. L’agente aveva sparato 8 colpi di pistola all’uomo che dopo il diverbio tentava di correre via, una volta colpito lo aveva ammanettato, mentre era accasciato a terra in fin di vita, aveva tentato di inquinare le prove per tentare di salvarsi con la legittima difesa, piuttosto che fornire i primi soccorsi a Scott, dichiarato morto all’arrivo dei soccorsi. Tuttavia, incastrato dal video di un passante, consegnato alla famiglia dell’afroamericano, è stato incriminato per omicidio e ora rischia 30 anni di carcere senza il diritto di parola. Metà della popolazione del nord di Charleston è costituita da afroamericani che, insieme agli attivisti per i diritti civili, avevano organizzato veglie e proteste. Proprio il pastore Pinckney, rimasto ucciso ieri, nella strage della chiesa metodista, era divenuto uno dei volti simbolo delle veglie di preghiera della comunità afroamericana in memoria di Walter Scott.