Siamo tutti Charlie Hebdo finchè non sfottono noi

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Redazione
PARIGI – Le autorità francesi hanno preso in custodia il cognato di uno degli uomini armati che presero d'assalto gli uffici della rivista satirica francese Charlie Hebdo, nel gennaio 2015, dopo la sua estradizione dalla Bulgaria. Murad Hamid, 20 anni, cittadino francese , era ricercato in virtù di un mandato di cattura europeo ed è stato estradato dalla Bulgaria in Francia. Gli inquirenti lo accusano di aver partecipato alla preparazione degli attentati terroristici. Hamid rischia una pena detentiva fino a 10 anni per effetto delle imputazioni della magistratura francese. Il 7 gennaio 2015 gli aggressori uccisero 12 persone presso la sede della rivista a Parigi. Gli uomini armati, i fratelli Said e Cherif Kouachi, sono morti successivamente in conseguenza di una sparatoria con la polizia a nord-est della capitale francese .
Redazione Spett.
Napoli – «Je suis responsable» è il titolo della performance di Aurèlia Dedieu, giovane attrice comica parigina che vive da dieci anni a Torino. L'obiettivo di Aurèlia è «parlare un linguaggio che ci restituisca la voglia di riavvicinarci gli uni agli altri». Venerdì 8 gennaio 2016 l'attrice porta a Napoli il suo spettacolo, concepito dopo l'attentato a Charlie Hebdo, con l'intenzione di stimolare «il dibattito cittadino, e aprire il nostro rapporto con la politica». Subito dopo l'attentato di un anno fa, spiega Aurèlia: «ho sentito tanto, intorno a me, la volontà di trovare dei colpevoli. La mia reazione profonda è stata di dirmi 'guardiamoci in faccia, noi per primi, interroghiamoci sulle responsabilità che non ci stiamo prendendò rispetto alle cose che non vanno nel mondo». La performance inizia con un monologo dell'attrice, per poi lasciare spazio alle riflessioni e alla parola degli «spettatori». L'evento, già svoltosi a Torino, è previsto per domani, alle 18 e 30, all'ex Opg occupato «Je sò pazzo»
di Cinzia Marchegiani
Non è una moda che sta ammaliando solo il web e gli adulti, ma questi rituali esoterici hanno contagiato anche i bambini che spinti a dimostrare coraggio ai propri compagni di classe, si sono messi ad evocare lo spirito di Charlie tra i banchi di scuola. Il gioco pericoloso in cui cadono i piccoli alunni è dovuto anche ad un fraintendimento, poiché confondono il fantasma del demone bambino Charlie Challenge, con il caso Charlie Hebdo che hanno studiato a scuola, dopo l’attacco terroristico avvenuto a Parigi.
Così, piccoli temerari, molti spinti a partecipare per non essere additati come fifoni, si mettono intorno ad un foglio, con sopra due matite incrociate, che con l'arrivo del demone si muovono. Invocato lo spirito, lui dovrebbe rispondere alle domande dei partecipanti facendo muovere le matite nella direzione del "si" o del "no". L’intento della seduta spiritica però è quello di evocare Charlie, lo spirito di un bambino,che una leggenda metropolitana racconta morì all’età di 10 suicida, e poi diventò per l’eternità un demone.
Charlie è entrato di prepotenza anche nei giochi dei bambini, molti dei quali proprio in questi giorni si stanno instradando a ricevere la prima comunione. Forse gli adulti non comprendono quanto sia importante il ruolo dei genitori e soprattutto quello del social network, dove tra il mistico e realtà esiste un confine che per i bambini non è facilmente comprendibile
Charlie, il gioco inquietante per evocare il demone bambino sul web, ora imperversa anche a a scuola.
Redazione
Ancora reazioni che ostacolano la libertà di espressione e stampa. Al Qaeda nella penisola arabica ha rivendicato la strage a Charlie Hebdo. "Per quanto riguarda la battaglia di Parigi", dichiara in un video postato su YouTube Nasser bin Ali al-Ansi del braccio yemenita della rete del terrore, "Al Qaeda nella penisola arabica rivendica questa operazione come una vendetta per le offese contro il profeta Maometto".
Isis, "stupido" pubblicare vignetta Maometto E' stato un atto "estremamente stupido" pubblicare una nuova vignetta con Maometto sulla copertina del primo numero di Charlie Hebdo, dopo la strage di mercoledi' scorso. Lo hanno affermato gli jihadisti dello Stato islamico (Isis), in un comunicato diffuso dalla radio del gruppo terroristico, Al-Bayan. "Charlie Hebdo ha pubblicato di nuovo vignette che insultano il profeta e questo e' stato un atto estremamente stupido", hanno dichiarato gli jihadisti sunniti.
Iran, copertina Charlie Hebdo "offensiva"
L'Iran ha condannato la copertina del primo numero di Charlie Hebdo, dopo la strage di mercoledi' scorso nella quale e' ritratto il profeta Maometto che piange e dice "Tutto e' perdonato". "E' offensiva e provocatoria", ha sottolineato la portavoce del ministero degli Esteri della repubblica islamica, Marzieh Afkham. La copertina con Maometto "urta i sentimenti dei musulmani in tutto il mondo e potrebbe alimentare la fiamma del circolo vizioso dell'estremismo", ha avvertito Afkham.
Esaurite in Francia prime 700.000 copie Charlie Sono andate completamente esaurite in Francia le 700.000 copie del nuovo numero di Charlie Hebdo, il primo dopo la strage di mercoledi' scorso che ne ha decimato la redazione. Lo ha annunciato l'organizzazione degli edicolanti francesi, Undp, dopo che gia' all'alba si erano fermate lunghe code per acquistare il settimanale satirico a Parigi e in molte altre citta'.
Intanto il distributore ha annunciato che questa settimana saranno stampate e messe altre copie per un totale di cinque milioni, anziche' i tre milioni inizialmente previsti. Il settimanale satirico con la copertina con un Maometto che piange e dice "Tutto e' perdonato" e' stato tradotto in 16 lingue e verra' distribuito in tutto il mondo. Il ricavato andra' ai parenti delle vittime degli attentati di Parigi. Molti francesi che non sono riusciti a comprare Charlie Hebdo hanno ripiegato sull'altro settimanale satirico, Le Canard Enchaine', che in un numero di solidarieta' con i colleghi ha titolato "Non lasciatevi abbattere". Charlie Hebdo e' uscito eccezionalmente con una tiratura di tre milioni di copie, contro le 60mila abituali, e il nuovo numero e' stato tradotto in 16 lingue e sara' distribuito in tutto il mondo. Il ricavato andra' ai parenti delle vittime degli attentati di Parigi.
di Maurizio Costa
Parigi – Il popolo francese si schiera contro il terrorismo e sfila in piazza per dimostrare al mondo che gli attentati non fermeranno la libertà di stampa. Più di un milione e mezzo di persone stanno percorrendo le vie parigine offrendo uno spettacolo unico. Il corteo è cominciato da Place de la Republique e continuerà per tutta la giornata di domenica. Come avvenuto anche nei giorni scorsi in varie città europee, migliaia di matite sono state alzate dai manifestanti, un gesto che è diventato il simbolo della libertà di stampa dopo la strage di Charlie Hebdo. Non vengono dimenticate neanche le persone morte i giorni successivi, tra le quali una vigilessa e degli ostaggi del negozio kosher del quartiere ebraico di Parigi.
Molti capi di stato hanno partecipato alla marcia: Hollande e Sarkozy per primi; il palestinese Abu Mazen e l'israeliano Benjamin Netanyahu; anche Petro Poroshenko, il primo ministro ucraino, e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov hanno partecipato alla manifestazione, sebbene la situazione in Ucraina sia ancora instabile; il re Abdallah II di Giordania con la regina Rania e il premier turco Ahmet Davatoglu; infine anche Angela Merkel e Matteo Renzi hanno sfilato per le vie parigine.
Intanto, i ministri degli Interni statunitense e Ue hanno partecipato ad un meeting per cercare di mettere a punto delle nuove misure di sicurezza internazionale per arginare il problema del terrorismo.
Non sono mancate, però, le polemiche: non è stata gradita la presenza del ministro russo e del premier turco, che hanno partecipato alla manifestazione sebbene le rispettive nazioni non rispettino appieno la libertà di stampa.
di Michele Santulli
Quante cose grandi uscite mai da questa terra! Eppure quanto disinteresse e insensibilità. Uomini politici che hanno retto e reggono le sorti della Terra di Ciociaria, ben nutriti e ben pasciuti, che sono passati e passano senza lasciare un segno positivo, una traccia gratificante del loro operato, se non il loro agitarsi e muoversi sul palcoscenico di un teatrino sempre uguale e il medesimo per tutti loro, marionette vocianti. Cementificazione farneticante e criminale del territorio, la distruzione e inquinamento dell’ambiente, spese e sperperi faraonici per progettazioni mai realizzate, per posti di lavoro inventati, per spese e consulenze varie, divertimenti e mangiamenti, intrallazzi e ruberie…: ecco le loro imprese. Ma ci arrestiamo altrimenti il lettore si bloccherà e si perderà una fonte, invece, di molta gratificazione e di grande godimento, qui appresso.
E infatti nell’ambito dell’orribile massacro parigino presso la sede di Charlie Hebdo si registrano anche delle concomitanze che hanno rapporto diretto, sembra incredibile, con la Ciociaria.
Coluche, il grande commediante ed umorista nonché fondatore dei ‘Ristoranti del cuore’, che ha letteralmente improntato di sé e dominato la scena artistica francese per oltre venti anni, onorato e ricordato anno dopo anno in tutta la Francia – ma ignorato in Ciociaria e perfino a Casalvieri suo paese originario- del quale anche su queste colonne abbiamo illustrato vita e opera, ebbe rapporti collaborativi con due delle vittime della strage del 7 gennaio scorso e cioè con Cabu e Wolinski, eminenti vignettisti, massimi disegnatori e molto altro. Coluche e Cabu e Wolisnki, l’uno con la parola, i due con penna e matita, hanno lanciato per anni i loro messaggi e divertito, e ammonito, i francesi con le loro trovate, le loro invenzioni irripetibili e uniche.
Tutti e tre Artisti autentici, di quelli cioè che la Natura regala alla umanità con sensibile oculatezza e molta parsimonia, in grado quindi di aprire spiragli ed orizzonti di idee e di concetti che arricchiscono l’uomo e lo innalzano. Pur se la vita di Coluche è stata improvvisamente spezzata a poco più di quaranta anni, la relazione tra i tre artisti deve essere stata necessariamente molto stretta e ricca non solo e perché coltivavano visceralmente, e praticavano, le medesime idee politiche quanto essendo accomunati dalle medesime finalità ed obbiettivi artistici ed etici, operavano in settori diametralmente opposti: i due prevalentemente nella carta stampata, l’altro nella televisione, nella radio, nel cinema, perciò un completarsi e integrarsi perfetto, come avviene in rarissimi altri casi. Le ricerche mi hanno portato ad individuare almeno due libri che accomunano i tre famosi artisti: uno scritto direttamente da Coluche e intitolato: Pensées et Anecdotes con disegni di Cabu e di Wolinski e di altri tre disegnatori e un secondo volume intitolato: L’Intégrale des Sketches opera di tutti e tre: Coluche, Cabu e Wolinski. Questi libri sono continuamente ristampati e riproposti, tanto sentita la partecipazione che riscuotono. Certamente parecchio altro si potrebbe far venire alla luce del giorno indagando più da vicino i loro rapporti.
Una seconda concomitanza veramente sorprendente chiama di nuovo in relazione la Ciociaria con, questa volta, il solo Georges Wolisnki. Come detto, l’Artista si professava da sempre di certe idee politiche e nelle occasioni ufficiali di riferimento del partito di appartenenza, è inevitabile che esse occasioni rappresentassero anche un luogo di incontro e di conoscenza. E in una di queste manifestazioni il grande artista ha conosciuto e familiarizzato con un altro sodale di partito al quale fece dono di un disegno che, caso o volontà, ne ritrae fedelmente la fisionomia. E la didascalia del disegno, in verità molto acclamato e noto, illustra e dichiara apertamente i loro sentimenti e la loro solidarietà autentica: ”La felicità? Si dovrebbe farla diventare comune a tutti, nazionalizzarla!”. Il sodale di cui sopra che per sua bocca esprime le parole di Wolinski, vittima dell’integralismo e del fondamentalismo, è un ciociaro anche lui, come Coluche.
di Magdi Cristiano Allam
Se in un domani anche in Italia dovesse verificarsi un attentato atroce come quello che il 7 gennaio ha insanguinato la redazione di Charlie Hebdo non dovremo sorprenderci. Perché anche da noi ci sono le condizioni che lo consentono: il convincimento di tutti i musulmani, moderati ed estremisti, che la raffigurazione di Maometto, ancor di più se in chiave satirica, sia inammissibile e da sanzionare; l’impegno ad accreditare l’islamofobia, ovvero il divieto di criticare l’islam, come reato alla stregua del razzismo nei confronti di una comunità etnico-confessionale; il sostegno da parte di fasce della popolazione, prevalentemente nell’ambito cattolico e della sinistra, alla legittimazione dell’islam, alla proliferazione delle moschee e ad attribuire ai musulmani uno statuto giuridico che riecheggia la sharia, come ad esempio il riconoscere gli effetti civili della poligamia; la presenza di terroristi islamici reduci dai campi delle loro guerre sante in Siria ed Iraq che potrebbero scatenarsi in qualsiasi momento.
Il 7 gennaio verrà ricordato come l’evento che ha segnato l’affermazione del terrorismo islamico autoctono ed endogeno in Europa, perpetrato da terroristi islamici europei, sferrato sul suolo europeo, le cui vittime sono europee. Sono i frutti avvelenati del relativismo religioso, del multiculturalismo, dell’islamofilia e della globalizzazione monca. Ma l’abbiamo capito che stiamo subendo una guerra scatenata nel nome dell’islam in cui tutti i musulmani condividono l’obiettivo di islamizzarci, divergendo solo sui mezzi per perseguire lo stesso fine? Siamo consapevoli che in questa guerra o combattiamo per salvaguardare la nostra civiltà laica e liberale dalle radici cristiane o saremo sottomessi all’islam?
Redazione
Parigi – Sono stati uccisi gli autori della strage nella redazione di Charlie Hebdo e l'assassino della poliziotta freddata alle porte di Parigi. I fratelli Kouachi, gli jihadisti franco-algerini, sono morti durante il blitz a Dammartin-en-Goele, nella tipografia dove erano asserragliati da stamane. L'ostaggio, il 27enne responsabile della tipografia, e' vivo e illeso.
Nella periferia est della capitale francese e' scattato il blitz contro un altro jihadista che ha preso cinque ostaggi in un piccolo negozio di alimentari ebraicokosher e' stato ucciso durante l'irruzione. L'uomo, armato di due kalashnikov, era lo stesso terrorista che giovedi' ha aperto il fuoco e ha ucciso una donna poliziotto a Montrouge, in un'altra banlieue di Parigi. Aveva minacciato di uccidere gli ostaggi se la polizia non lascera' andare i killer di Charlie Hebdo. Per la stessa vicenda e' ricercata una venticinquenne.
E' destinata ad alimentare le polemiche la notizia che i servizi di intelligence algerini avevano alleratato la Francia per un attentato imminente
“Charlie Hebdo” di Manziana
La marea nera della perdita di diritti colpisce al cuore la libertà sovrana di pensiero e di stampa. lo fa nella nazione degli ideali più alti, il paese che ha saputo fare la rivoluzione civile laica più importante d’Europa: la Francia. Siamo con tutti i francesi scesi spontaneamente in piazza con le matite alzate per dire NO. “No” a cosa? No al bavaglio, no al clima di terrore che direttamente o indirettamente discende da dogmi millenari. Sì a uno stato LAICO.
Salutiamo con tutto il cuore lo spirito di questi coraggiosi giornalisti che hanno consapevolmente scelto di “morire in piedi piuttosto che vivere in ginocchio”.
Salutiamo l’ésprit claire della Francia, risorto con tutta la sua forza da ogni angolo del paese. Che questo episodio entri con tutta la sua violenza nelle nostre coscienze per non abbassare la guardia ogni volta che qualcuno, con vigliaccheria o con panni “immacolati”, usa ogni strumento possibile per ledere il nostro diritto all’emancipazione da un passato di “bavagli”. Quello che è successo ieri a Parigi succede già da decenni in molte altre nazioni cosiddette meno civili di noi ed è figlio di secoli di violenze perpetrate in nome di un dio bianco, rosso o nero.
La domanda da farci oggi è: CHI SIAMO DIVENTATI? CHI STA ARMANDO GLI SPIRITI PIU’ DEBOLI?
Diamo il nome a queste macabre culle e togliamo loro il respiratore. Smettiamo di “adorare”. Smettiamo di abdicare alla vera missione affidata alla cosiddetta specie più evoluta. Impariamo a “pregare” in intimità, magari davanti a un magnifico albero o attraverso i nostri comportamenti.
Purtroppo la forza mascolina più primitiva sta giocando un ruolo molto pesante negli eventi più rovinosi che stanno colpendo il diritto di essere Uomini liberi, il diritto a una Salute e a un Ambiente psico-fisico sano, spesso in nome di una religione: religione del controllo delle masse, del potere, dell’accaparramento, del dominio, del profitto.
Dovremmo tutti, maschi e femmine, fermarci, fare silenzio e avere la forza di sopportare il boato di una solitudine mai affrontata e scendere nelle viscere della nostra stessa oscurità per ri-scoprire la sana e laica forza materna che anima il vivente.
Tutto si sta sgretolando e si sgretolerà sempre di più, con attacchi sempre più virulenti. E non saranno certo i rappresentanti di una cultura scadente, che occupano delicate posizioni decisorie, a indicarci la via. La Via è nel cuore di una Madre ancora mai nata, che purtroppo tantissime donne “mascolinizzate” o assenti non conoscono ancora, e tanti maschi ricacciano nel ventre della terra a suon di guerre, bombe, fucili, stupri, assassinii, bavagli, infibulazioni, esilii morali, indifferenza. Paura di essere “rotondi”.
Bisogna scendere alla prima radice di questo Male che ha affondato i suoi artigli nelle nostre aspirazioni più alte per impedire alla forza del progresso di manifestare il futuro di una specie più responsabile e amorevole. Ma in questa discesa ci si va “nudi”, puri, armati di un’inedita sete di Verità e dell’amore nostalgico per tutto il vivente terrestre, abbandonando ogni tipo di accanimento terapeutico perbenista su un malato terminale: la Menzogna, l’Ipocrisia, l’Orrore concentrazionario e ipercompensatorio che caratterizza la mentalità degli spiriti più deboli e cinici.
I giornalisti di “Charlie Hebdo” hanno avuto il coraggio di sfidare questo Veleno collettivo e a loro va tutto il nostro abbraccio immortale perché il loro spirito continui ad aleggiare nelle nostre coscienze imbarbarite.
Il saluto de l'Humanité ai colleghi uccisi al Charlie Hebdo. Undici persone sono morte di cui due sono poliziotti, e un video ormai diventato virale sul web, conferma la brutalità dell’attacco, un poliziotto ferito e inerme a terra davanti alla sede del giornale di Parigi viene freddato con un colpo alla nuca a bruciapelo
di Cinzia Marchegiani
Siamo minacciati perché siamo il Paese della libertà… undici persone sono morte e quattro tra la vite e la morte occorre fare un appello per un’unità nazionale. Così interviene il Presidente Holland intervistato sul luogo della strage appena avvenuta stamattina presso la sede del giornale satirico Charlie Hebro a Parigi. Un assalto in grande regola, uomini col volto coperto con Kalashnikov hanno ucciso il direttore e vignettista “Charb” Stephane Charbonnier e Cabu, Georges Wolinski, e il suo collega Tignous altri tre noti vignettisti. Dio è grande, "Allah u Akbar" è stato il grido che ha guidato gli assalitori. Raggiunta per telefono, mentre era ancora sulla scena della sparatoria, in stato di shock, la vignettista Corinne Rey alias "Coco" si legge su L’Humanité: "Ero andata a prendere mia figlia al nido, Volevano entrare, salire. Ho digitato il codice. Hanno sparato Wolinski, Cabu … è durato cinque minuti …eravamo rifugiati sotto una scrivania … Parlavano francese perfettamente … e sostenevano di essere di Al Qaeda. "
Lo stesso “l’Humanitè” scrive un bellissimo racconto e testimonianza di amicizia dei loro colleghi morti:” Tra le vittime di questo attacco spregevole contro la squadra di Charlie Hebdo, quattro dei nostri amici sono morti: Georges Wolinski che ha partecipato a molte avventure con le squadre e giocatori l’Humanité, Charb che ci ha prestato il suo talento in numerose occasioni, che ha illustrato la sua Tignous mordere la notizia negli ultimi anni e Cabu immenso e riconosciuto artista. l'Humanité è in lutto. Piangiamo colleghi, collaboratori, amici, compagni. Chiamiamo tutte le forze disponibili a venire insieme e di mobilitare contro l'abietto e la difesa della Repubblica. Prima di questa terribile tragedia, va il mio cordoglio e il mio affetto per le loro famiglie e amici, tra cui molti dipendenti dell'Humanité.”
Ma il video dell’uccisione di uno dei due poliziotti francesi morti nell’attentato è diventato virale sul web e ha sollevato indignazione e rabbia in tutto il mondo. Il poliziotto era a terra, sul marciapiede davanti alla sede del giornale Charlie Hebdo, ferito dal confronto a fuoco era inerme, è stato avvicinato da due terroristi, uno di loro lo ha freddato a bruciapelo alla nuca, poi entrambi sono saliti su una macchina di un passante e sono fuggiti via.
Il mondo è ormai sotto tiro degli attacchi terroristici e la strage di ieri a Parigi lo conferma purtroppo. La Francia è una nazione che vive sempre in massima allerta, ma cellule silenti vivono in tranquillità, si mimetizzano nella società e sono facilitati a monitorare siti strategici. Non solo la Francia è sotto shock, ma ormai il nemico, come un cancro, alberga nei nostri territori senza alcun timore, si confondono tranquillamente. Le società occidentali sono diventate facili obiettivi per politiche dell’integrazione che evidentemente hanno solo una direzione a senso unico, ma non per la sicurezza nazionale. Charlie Hebdo è il simbolo della libertà di espressione che si vuole annullare a suon di kalashnikov….