NOTIZIE IN BREVE DALLA NAPOLI VIOLENTA – RUBRICA SETTIMANALE DI CHRISTIAN MONTAGNA

di Christian Montagna

Napoli – Anche questa settima ahimè, non giungono notizie incoraggianti dalla bella Napoli. "Secondo una indagine Confcommercio-Eurisko, a Napoli, tra racket, falsi, rapine e abusivismo più di un negozio su tre è bersaglio della criminalità. Nel mirino anche le farmacie. “I colleghi feriti sono sempre di più” osserva Michele Di Iorio, presidente di Federfarma Campania." Neppure i dispensar di farmaci dunque sono risparmiati dalla camorra. Con un giro d'affari che porta milioni e milioni di euro alle casse delle organizzazioni criminali, il Racket, le estorsioni violente, i falsi medicinali spesso anche nocivi,le rapine e l' abusivismo malvagio colpiscono sempre più. E son guai se si prova a ribellarsi! Secondo l'indagine condotta da Eurisko, la maggior parte degli operatori intervistati ha indicato l'aumento di furti e rapine. La situazione dunque resta critica: oltre alla crisi economica che ha colpito Napoli più di ogni altra città, i reati sembrano non diminuire. A spaventare più di ogni altra cosa è l'abusivismo. C'è un'idea collettiva molto diffusa a Napoli che vede chiunque libero di occupare strade, di costruire case senza rispettare alcun piano regolatore. Forse, la maggior parte degli abusivi, nemmeno sa di esserlo. Il 75% dei commercianti ascoltati dai conduttori dell'indagine, ha rilevato un aumento dell'abusivismo record. Tasso nettamente elevato rispetto alla media nazionale. In periodo di crisi, anche i criminali hanno bisogno di darsi da fare per campare! Il reato dell' usura ad esempio è in forte crescita. Strangolati dalla crisi economica spesso i commercianti si rivolgono agli strozzini per poter saldare i conti con lo stato. Ma i tassi di interessi sono troppo alti e si finisce per indebitarsi anche con gli usurai. Un cane che si morde la coda dunque. Ma la strada della legalità sembra sempre più sconosciuta. Questo è il momento più adatto per i criminali per operare: la grande carenza di contanti, spinge la popolazione a servirsi della malavita che va a sostituire lo Stato. In molte zone della Campania in cui lo Stato non da alcun segno di vita, l'unica istituzione riconosciuta è quella della camorra. Ma, questa non fa sconti a nessuno. Spietata molto più che del nostro Stato, contribuisce al non sviluppo della regione. Molte aziende dunque continuano a calare le saracinesche; non conviene più rimanere in commercio. Le tasse, gli interessi e in più il pizzo da dover pagare alla camorra: ma quanto costa ad un'azienda ogni mese il tutto? A volte, è meglio rimanersene a casa! Le infiltrazioni criminali trovano terreno spianato e non faticano ad inserirsi nel tessuto cittadini laddove uno stato non è presente. La questione degli affitti elevati è un ulteriore problema da risolvere che va a gravare su una situazione già di per se complicata: ma quando sarà istituito un tavolo di discussione tra associazioni dei commercianti e costruttori per fissare dei limiti da imporre ad ogni azienda in proporzione anche al fatturato? Forse mai. Purtroppo, la verità è che a poche persone interessa la rinascita di questa città !




NOTIZIE IN BREVE DALLA NAPOLI VIOLENTA – QUARTO APPUNTAMENTO

di Christian Montagna

Giunti al quarto appuntamento con la rubrica settimanale, volevo analizzare il problema che sta attanagliando in questi mesi tutta l’Italia e nello specifico anche Napoli è cioè la gestione dei rom e degli immigrati. Regolari o non che siano, vanno assolutamente integrati in qualche modo. A Napoli, si sono suddivisi ai margini delle periferie dando vita a veri e propri agglomerati urbani. Non pagano le tasse, non collaborano al miglioramento della società e non sono accettati dalla popolazione campana. E’ inutile che si parli di non accettazione dovuta alla delinquenza; la matrice è quella razzista. La paura che i napoletani hanno verso il prossimo e verso il diverso è enorme. Ma la causa di questa intolleranza va attribuita alle istituzioni che non hanno favorito in alcun modo l’inserimento nella comunità cittadina. Non c’è napoletano che non provi fastidio verso un rom; che non sia contro i campi rom. L’intolleranza maggiore è soprattutto verso i rom che hanno occupato in maniera irruenta numerose zone pubbliche usufruendo di acqua potabile e corrente elettrica ai danni dei cittadini. I numeri parlano chiaro: 160 mila rom che vivono in Italia di cui cento mila non censiti e la metà ha meno di quattordici anni. Provenienti dalla ex Jugoslavia, dalla Romania e dai Balcani, si sono suddivisi in maniera non uniforme in tutte le regioni dello stivale. A Napoli, sono stati creati dei campi per accoglierli poi però, sono stati abbandonati a se stessi. Tra abusivi e non, i campi in Campania sono così dislocati: Il campo abusivo di via Cupa Perillo a Scampìa nel quale risiedono oltre 700 persone quasi tutti dasikhanè, in abitazioni costruite con materiali di risulta e roulottes prive di servizi igienici ed elettricità; il villaggio comunale attrezzato di Secondigliano che ospita 450 Rom dasikhanè di provenienza serba sistemati in moduli abitativi con bagni in muratura; il campo abusivo di Poggioreale nei pressi del cimitero che ospita 250 Rom rumeni in baracche fatiscenti; il campo di viale Maddalena e di Barra a Santa Maria del Pozzo dove risiedono complessivamente oltre 400 Rom rumeni; il centro d’accoglienza comunale “Deledda” di Soccavo nonché ex scuola in cui vivono circa 130 Rom rumeni sostenuti dalle associazioni; il villaggio comunale attrezzato di Caivano costituito da container dotati di servizi con una popolazione di circa 120 Rom korakhanè di provenienza montenegrina. Altri campi sono quelli di Giugliano con circa 600 Rom khorakhanè di provenienza bosniaca, di Casoria con 200 Rom dasikhanè di provenienza serba, di Afragola con 200 Rom rumeni e di Acerra con 150 rom dasikhanè di provenienza serba. Tutti questi campi risultano essere privi di servizi e sommersi di rifiuti con condizioni di vita estremamente precarie. Con una condizione simile, non può non scattare la rivolta! E’ accaduto infatti con quello di Scampia, che attualmente registra gravi pericoli per l’incolumità dei residenti e dei rom derivanti dal degrado estremo della zona e dai fumi tossici emessi dalle costruzioni abusive in muratura. Dopo anni e anni di proteste, si arriva poi al cosiddetto punto di non ritorno. Gli abitanti che quotidianamente sono costretti a fare i conti con il degrado, sono stanchi e sono scesi in piazza a manifestare. La verità, è che nei campi rom si bruciano rifiuti velenosi, si costruiscono abusivamente case e baracche, si compiono atti illegali. Altro fenomeno che differenzia il contatto dei rom con la popolazione è che, qui, sono riusciti ad entrare in comunicazione con la criminalità organizzata. Assoldati come manovalanza economica, ai più vengono affidate le piazze di spaccio, i reati di piccolo conto o anche gli omicidi su commissione. La prova evidente di quanto detto, è il comune di CastelVolturno diventata ormai la terra di nessuno. La presenza ingente di africani e marocchini che ha monopolizzato l’intera zona non ha lasciato più spazio ai cittadini italiani che in quelle zone vivevano dalla nascita. Di conseguenza, gli italiani si sono spostati, il degrado è aumentato, i prezzi delle abitazioni sono calate e quei pochi rimasti sono costretti a vivere un incubo. Spesso, cercano addirittura di affrontare le organizzazioni criminali locali creando dei distaccamenti privati ma poi accade l’inevitabile: lo scorso anno una strage di neri ha messo fine alla guerra tra camorra e scissionisti non italiani e ristabilito le gerarchie . Ma si sa, la camorra non perdona nulla. Per tentare una risoluzione al problema, bisognerebbe ricominciare dalle radici, sensibilizzando i cittadini e regolarizzando tutti gli immigrati. In una regione come questa, che arranca a soddisfare le esigenze dei suoi cittadini, non si può pensare di ospitarne altri esterni e se lo si fa in altre parti d’Europa, pazienza, lasciamolo fare a chi è più competente nella gestione delle emergenze, perché noi proprio non ne siamo in grado!
 




NOTIZIE IN BREVE DALLA NAPOLI VIOLENTA – TERZO APPUNTAMENTO

di Christian Montagna

Napoli – Giunti al terzo appuntamento con la rubrica settimanale, stavolta analizziamo i casi di malasanità campani e la condizione degli ospedali a Napoli. Spesso resi famosi dai programmi televisivi, gli edifici che accolgono le strutture sanitarie campane sono risultate fatiscenti e in stato di abbandono. Soldi del Comune stanziati ma mai spesi correttamente e di conseguenza una sanità ballerina. Di recente in contatto con gli ospedali per la questione Ebola, ho avuto modo di parlare con dottori e dirigenti sanitari. Ebbene, la situazione non è sempre come quella che i nostri cari pennivendoli ci vogliono proporre. L’Ospedale Cardarelli di Napoli, ad esempio, in tempi record, ha predisposto la struttura secondo quanto richiesto dal Ministero della Salute. Non sempre dunque a Napoli le cose non funzionano. Certo, è più facile diffondere la notizia di un disservizio ma per fortuna non c’è soltanto quello! Il problema è che gli ospedali arrancano per mancanza di fondi che dovrebbero arrivare dallo Stato ma non ci sono; i Comuni dunque non possono sostenere le spese mediche ai cittadini e impongono il pagamento di un ticket: alla fine del gioco è sempre il cittadino che paga! Ma paghiamo per cosa? Dove vanno a finire le nostre tasse? Il problema richiederebbe un dibattito in stile manzoniano ma ve lo evito perché oggi è un giorno di festa! Altra cosa è invece quando si parla di malasanità poiché questa non accade soltanto a Napoli ma ovunque. “Errare humanum est” dicevano gli avi: quando c’è in ballo la vita di un essere umano bisognerebbe essere molto più attenti! Troppe volte dimenticanze, errori banali e incompetenza dei sanitari hanno causato morte e dolore. L’ultimo in ordine di tempo è il caso di Maria D’Ambrosio e la sua piccola Francesca, morte entrambe tra la sala parto e la sala operatoria dell’ospedale Sant’Anna di Boscotrecase lo scorso mercoledì. In seguito all’autopsia, non è stato riscontrato nulla che potrebbe giustificare il decesso. Eppure, qualcosa è accaduto; una mamma e la sua figlia appena nata non ci sono più! Si attenderanno gli esami istologici e tossicologici che potranno fornire informazioni riguardo la condizione di salute delle due vittime. Una malasanità che non guarda in faccia a nessuno: giovani mamme, neonati, adolescenti; può colpire proprio tutti. Ma possibile che non ci siano medici competenti? No, non è questa la motivazione.

I nostri medici sono tra i più richiesti al mondo, sono preparati e colti ma talvolta possono sbagliare. Il ramo in cui maggiormente si contano casi di malasanità è quello della chirurgia estetica. Operazioni giunte a buon termine ma con ripercussioni successive; interventi eseguiti in ambulatori privati senza mezzi di primo soccorso; operazioni prive di anestesia e dovuti esami precauzionali: insomma, pur di guadagnare, alcuni sanitari opererebbero anche in un porcile! E intanto, i pazienti muoiono… E’ accaduto di recente a Napoli che due giovani donne morissero in seguito ad un bendaggio gastrico; un ‘altra nel quartiere di Mergellina in seguito ad una liposuzione. Insomma, la schiera dei morti è in forte crescita e chissà quanto ancora si infoltirà, ma possibile che non si emani una legge che vieti tutti i tipi di interventi non in sicurezza totale? Vorrei dire una cosa agli abitanti dell’Olimpo: anziché pensare a riformare la legge elettorale, che in questo periodo è l’ultima delle priorità, cominciate a guardare sul serio i problemi della vostra nazione perché qui, si muore troppo spesso.

 




IL DISSENSO DELLE FORZE DELL’ORDINE ITALIANE. SI SALVI CHI PUO’.

di Christian Montagna

Mancava soltanto questo in un’Italia che sempre meno può definirsi nazione. I sindacati di polizia minacciano lo sciopero. Se così dovesse essere, miei cari lettori, siamo a un passo dal baratro. Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica in cui i protagonisti indiscussi della sicurezza, gli uomini e le donne che indossano la divisa decidono di non servire più uno Stato che, a dir loro, non li tutela. Ma i guai in Italia non arrivano mai da soli, si sa. In un momento delicato come questo in cui si teme lo scoppio di una terza guerra mondiale, in cui l’invasione degli immigrati e delle patologie infettive è a livelli record, perdere il sostegno delle forze dell’ordine sarebbe un vero e proprio disastro. I sindacati sono stati molto chiari e si sono espressi senza mezzi termini: polizia di stato, corpo forestale, vigili del fuoco e polizia penitenziaria sono tutti uniti nel protestare contro un sistema che non ha saputo valorizzare sacrifici e professionalità e che per il quinto anno consecutivo proroga il blocco degli stipendi. Renzi dal suo canto, cerca la via del dialogo e della diplomazia progettando al più presto un tavolo di discussione e additando suddetta protesta come insensata visto il momento che il Paese sta attraversando. Ma, caro Presidente, ormai sono tanti anni,forse troppi, che l’Italia sta in queste condizioni. Quale potrebbe essere secondo lei il momento più giusto per insorgere? Mentre passa la patata bollente al ministro Alfano, un intero paese trema per un imminente blocco nazionale. E se stavolta si blocca la nazione, non ci sono più vie di uscita. Magari se qualcuno avesse ascoltato prima le richieste dei sindacati, senza arrivare ad un punto di non ritorno, una soluzione sarebbe senz’altro uscita fuori. Ma è altrettanto risaputo che devono passare tanti e tanti anni prima che un problema possa essere valutato e poi risolto. Sempre più convinto del fatto che si stanno a caro prezzo pagando le spese di chi per anni ci ha governato senza nulla fare per il benessere collettivo, è all’orizzonte un altro flop generale poiché, senza il sostegno delle forze dell’ordine, uno Stato non può essere definito tale. Si salvi chi può.




ROMA, TEATRO AMBRA JOVINELLI: CHRISTIAN MONTAGNA PRESENTA “NOI… INSIEME”

di Angelo Parca

Roma – Giovedì 26 giugno alle ore ventitré si è conclusa la seconda serata di spettacolo al Teatro Ambra Jovinelli. Presentate dal giornalista dell’Osservatore d’Italia, Christian Montagna, le due serate di arte allo stato puro adatte a tutte le generazioni, hanno convinto e conquistato il pubblico. Numerose le tematiche attuali scelte dai coreografi. A cominciare dall’ apertura di spettacolo della prima serata, il 25 giugno, il Maestro Tuccio Rigano, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, ospite in grandi compagnie italiane e straniere, maestro, coreografo e direttore artistico della Compagnia Nazionale del Balletto ha omaggiato il grande Tciaikowsky con coreografie estratte dal repertorio dello Schiaccianoci, Bella Addormentata e Serenade. A seguire quadri contemporanei si sono alternati ad omaggi all’ universo femminile. Ed infatti è proprio “Femme” il titolo dell’emozionante secondo tempo coreografato da Adriana Belloni che ha avuto come protagoniste numerose danzatrici.

La seconda serata dedicata alla danza moderna ha visto alternarsi sul palco le coreografie del direttore artistico del Molinari Art Center, Giacomo Molinari e del coreografo Vinicio Mainini. “Fashion mode” è il quadro coreografico che con estrema leggerezza ma intensità ha indotto il pubblico presente in sala ad una riflessione sulla vita. Un incitazione a chi nella vita nonostante le prove non si arrende e a chi cerca di trovare la propria via o semplicemente la immagina. Momento emozionante della serata la riproduzione del passo a due “Frammenti” dei danzatori U.De Nittis e M. Ruga Gentili che dopo ventitré anni dal primo debutto hanno riproposto il quadro coreografico di G.Molinari. Proprio in un viaggio nella grande Mela infatti, il coreografo, insieme a ballerini della compagnia dell’Alvin Ailey American Dance Center, creò una coreografia dedicata ai sentimenti e alle piccole cose importanti della vita che spesso il ritmo frenetico che viviamo ci fa dimenticare. Ultima in ordine di apparizione l’estratto “Cracovia” dal Musical “Karol Wojtyla, la vera storia “ coreografato da Tuccio Rigano e di recente debutto mondiale in Polonia. Per finire non sono mancate esibizioni di hip hop, flamenco, salsa, break dance e video dance. Uno spettacolo divertente che ha tenuto attenta una platea numerosa di circa ottocento ospiti che dal primo momento hanno risposto con gratificazione alle proposte coreografiche. Un emozionante e profondo significato coreografico, un ottimo disegno luci e una piacevole accoglienza hanno reso possibile due serate di puro spettacolo!




NAPOLI: UN CAPODANNO NEL RISPETTO DELLA TRADIZIONE

di Christian Montagna

Napoli – Inizia il count down. Poche ore e saluteremo questo 2013. Napoli ieri mattina – 31 dicembre 2013 –  si è svegliata con un timido sole che ha accompagnato piacevolmente i cittadini  nell'ultimo giorno dell’anno. L’atmosfera di festa era nell’aria già dalle prime ore del mattino.

Come vuole la tradizione campana, cotechino e lenticchie non sono mancate nel menù del cenone e già a metà giornata i rivenditori avevano esposto il tutto esaurito. Un anno molto difficile quello che è terminato: gli italiani hanno dovuto affrontare e superare molte prove. Dall’indecisione politica, alla crisi economica all’incertezza lavorativa: il tutto in un enorme caos e come se non bastasse a chiusura d’anno i napoletani hanno dovuto fare i conti con il terremoto di 4.9° di tre giorni fa che ha letteralmente scosso l’intera regione.

Ora questo è solo il ricordo di un anno passato. Siamo pronti ad iniziare il tanto atteso 2014 con la speranza che sia un anno ricco di gioia, concretezza e soprattutto realizzazione dei propri sogni. Da Napoli buon anno a tutti i lettori de l’Osservatore d’Italia!
 




ROMA, CRONACA DI UN INCIDENTE: AUTO IN FIAMME E SALVO "PER MIRACOLO"

di Christian Montagna

Roma
– Stavolta mi tocca parlare in prima persona. Quella che apparentemente doveva essere una giornata come le altre fredda ma soleggiata, si è trasformata in un incubo che difficilmente riuscirò a dimenticare.

Mercoledì 4 dicembre come ogni mattina dopo un abbondante colazione, decido di raggiungere degli amici e prendo l'automobile in direzione grande raccordo anulare. Durante il tragitto comincio ad avvertire strane sensazioni riguardo il funzionamento del veicolo ed effettuo la sosta in corsia di emergenza per verificare. Sono le ore 13 ed è tutto apparentemente a posto. Nel dubbio decido di raggiungere l'area di servizio più vicina che dista 4 minuti. I più lunghi della mia vita. Dopo poche centinaia di metri, preciso che sto viaggiando ad una velocità di 80 km/h su un tratto autostradale, l' auto va in black out. Cerco di rallentare ma non ci
riesco: i comandi non rispondono più. Freno, acceleratore e frizione sono fuori uso. Passano pochi secondi e si blocca anche lo sterzo. Non so ancora come ho fatto ad accostarmi alla corsia di emergenza. L'auto si spegne e comincia a fuoriuscire dalle bocchette dell' aria condizionata del fumo.

Lascio l'autovettura. Percorro circa 200 metri in corsia di emergenza per segnalare il guasto tramite la colonnina sos , non faccio in tempo a voltarmi che sento un boato: l'auto è completamente avvolta dalle fiamme. Un probabile corto circuito si scoprirà in seguito. Allerto il 113 che fortunatamente in pochissimi minuti mi raggiunge sul luogo dell'incidente e blocca immediatamente le autovetture che circolano sulle altre carreggiate. Altrettanto veloce l'arrivo dei vigili del fuoco.

Mi son sempre trovato a dover denunciare disservizi e malfunzionamenti ma stavolta devo fare un ringraziamento ed un elogio alle forze dell'ordine per il loro repentino intervento grazie al quale si è evitata quella che poteva essere una vera e propria tragedia per me e per gli altri.




L'ITALIA NELLA MORSA DEL GELO

di Christian Montagna

Napoli – Ore 7.30 Napoli registra 3°, Roma 0°, Bolzano -3°, Milano -2°, Aosta – 5°, Perugia 2°. Gelo e neve al centro Italia. Le cime del Vesuvio appaiono già imbiancate dai primi fiocchi di neve. L'Italia è ufficialmente nella morsa del gelo. Il brusco calo delle temperature era stato già annunciato. La causa è di Attila, un nucleo di area fredda baltico-finlandese che ha investito la nostra penisola portando neve a bassa quota
sulle regioni adriatiche.
Come ogni anno ci coglie impreparati ed è così che le farmacie si sono già attrezzate per  la prima epidemia di influenza di questo inverno. Pericolose sono le condizioni dei senza-tetto che si trovano a dover combattere il gelo nella maggior parte delle città d'Italia.Con queste temperature da brivido non possono non venirci in mente i nostri amici sardi, vittime martedì scorso di una grandissima alluvione che ha causato morte e distruzione ovunque. A loro va il nostro augurio per una pronta ripresa.  In previsione dell'arrivo nel fine settimana del ciclone Nettuno che porterà gravissimi nubifragi al sud non ci resta che attrezzarci al meglio per superare quella che è soltanto la prima ondata di gelo di questo lungo inverno appena cominciato!




ITALIANI ATTANAGLIATI DALLA CRISI

di Christian Montagna

A pochi giorni dall'approvazione della nuova imposta sulla casa IUC gli italiani devono far fronte ad una pressione fiscale sempre più forte. C'è chi rinuncia abbassando le serrande delle attività e chi per fortuna continua a sperare investendo per un futuro migliore. La crisi colpisce le principali città d'Italia ma non solo della nostra penisola. I commercianti sono allarmati e in previsione dell'imminente arrivo del Natale non hanno speranze di ripresa.

Facendo un giro per le principali vie del commercio numerosi sono i negozi che hanno anticipato i saldi invernali; altri optano per offerte e promozioni convenienti e altri ancora perdono le speranze e cercano un impiego diverso. La situazione è allarmante: aumenta il costo della vita ma gli stipendi restano invariati se non diminuiti. Diventerà una Grecia-bis? Siamo sulla buona strada…La sempre più pressante imposizione di tasse ci sta distruggendo. Nessuno ottiene contratti di lavoro; le aziende preferiscono una condizione di tipo familiare all'assunzione di personale qualificato.

La manodopera di cittadini stranieri ad un costo più basso e a nero viene preferita a quella degli italiani.Non c'è crescita nè sviluppo. C'è chi non riesce ad arrivare a fine mese con lo stipendio e chi non riesce a sostenere le spese delle proprie famiglie Aumentano così i reati di furto e rapina  di chi in preda alla disperazione si abbandona a quella che può sembrare l'unica speranza di salvezza. Numerosi i furti ai generi alimentari e supermercati registrati dalle cronache negli ultimi anni.

Basta girare per le stazioni ferroviarie per vedere le numerose file di persone che attendono i pasti donati dalla caritas e da altre associazioni di volontariato. E a far parte di queste file ci sono anche molti italiani. Così continuando dove arriveremo? Torneremo prima o poi al baratto? Altro che era della globalizzazione, questa è l'era della regressione e della distruzione. Siamo ad un passo dal baratro, si salvi chi può!




ROMA CAPUT TILT

Christian Montagna       

Roma – Quartiere tiburtino. Martedì 27 agosto ore 14.52 le prime gocce di pioggia cadono sul manto stradale. Ore 15.15 si scatena l'apocalisse. Gli autobus interrompono il regolare servizio,le automobili incolonnate lungo la strada che collega via Tiburtina al quartiere San Lorenzo. I pedoni cercano riparo nel migliore dei modi: c'è chi cerca di mettere in salvo le proprie attività commerciali dalla furia dell'acqua che, impossibilitata a defluire nel sistema fognario, invade negozi e androni di palazzi.

Il centralino del 115 risulta intasato per 25 interminabili minuti. La paura aumenta. Ore 16, la forza delle pioggia decresce: i negozi restano chiusi causa allagamento, i sensi di marcia invertiti, tratti di strada chiusi per inagibilita. Come se non bastasse il servizio metro subisce un guasto…

E pensare che è stato soltanto un temporale estivo. Ma come affronteremo l'inverno con queste premesse? È possibile che la capitale d'Italia non abbia un sistema fognario efficiente? Rivolgiamo queste domande alle istituzioni competenti e certi di una repentina risposta, non ci resta che sperare in un prolungamento delle belle giornate di sole.