CIAMPINO, BENVENUTI A CASA: ARRIVANO IN ITALIA I 31 BAMBINI CONGOLESI

di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – Tutte le brutte storie dovrebbero finire così, tra abbracci, sorrisi e lacrime di gioia. Questa mattina all’aeroporto di Ciampino sono finalmente sbarcati i 31 bambini congolesi che da mesi aspettavano il via libera dal proprio governo per venire in Italia. Ad attenderli all’aeroporto c’erano le 24 coppie di genitori adottivi italiani.

Da mesi le autorità congolesi trattenevano nel loro paese i genitori italiani e i loro figli adottivi, dopo che il sospetto di procedure irregolari legate alle pratiche delle adozioni aveva colpito tutto l’ambito delle adozioni internazionali. A niente era valsa la missione dell’ex ministro all’integrazione Kyeng, che sul finire dello scorso anno si era recata in Congo, e che pur ricevendo rassicurazioni su una conclusione positiva della vicenda non aveva potuto sbloccare l’iter adottivo.
Alcune famiglie proprio dopo l’intervento dell’allora ministro si erano recate in Congo, dove però erano restate bloccate a causa della mancanza del nullaosta alle adozioni da parte delle autorità competenti.
Il sospetto di procedure irregolari, pur non interessando direttamente l’Italia, ha difatti colpito indirettamente le famiglie italiane, che hanno visto sbloccarsi la situazione solo ieri nel pomeriggio, quando il premier Renzi dal suo profilo Twitter ha annunciato che un aereo di stato era partito con destinazione Kinshasa, proprio per riportare a casa i bambini adottati.

Sull’aereo atterrato questa mattina, oltre ai bambini, c’era anche l’attuale ministro Boschi; ad attenderli, insieme ai genitori, c’erano anche i responsabili degli enti locali coinvolti nelle adozioni e molti giornalisti e fotografi. Renzi, che nella vicenda può certamente rivendicare un ruolo importante, ha invece accolto i bambini lanciando il proprio messaggio su Twitter: “Benvenuti #acasa”, ha sentenziato il premier, dando così il via libera ai messaggi dell’ex ministro Kyenge e della Boschi, ma anche a tutti coloro che nella vicenda hanno voluto vedere una manovra propagandistica. E proprio a questi vogliamo dire che non sempre le favole, belle o brutte che siano, hanno una morale; talvolta basterebbe leggerle così come sono, e compiacersene.