CIAMPINO ELEZIONI: INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO GABRIELLA SISTI

di Daniele Rizzo
 

Ciampino (RM) – A poco più di un mese dalle prossime elezioni del 25 maggio, siamo andati ad intervistare Gabriella Sisti, candidato sindaco di UDC e NDC, ma anche delle liste Ciampino Città Del Volo, Adesso Donna e Riformisti per Ciampino.

Lei ha già esperienza in politica, ma è alla sua prima candidatura come sindaco. Cosa l’ha spinta a candidarsi e perché ha deciso di uscire dalla coalizione?
La necessità di un cambiamento. Il nostro Comune, come il resto d’Italia, sta risentendo di una stasi che si protrae da troppo tempo. Con l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani, ndr) abbiamo combattuto per anni una politica che grava totalmente sugli enti locali, ma questo non deve essere un’attenuante per l’amministratore. Noi abbiamo avuto per anni un’amministrazione molto accentrata sulla figura del sindaco, e questo non ha portato alla massima espressione delle nostre peculiarità e delle nostre maggiori predisposizioni verso il cittadino. Questa è stata la spinta che mi ha convinto a candidarmi sindaco. Molti mi dicono che sono coraggiosa, ed è vero, perché andiamo a rilevare un comune che è in grande difficoltà. Vorrei ricordare la situazione dell’ASP, con i suoi 35 dipendenti in situazione mobilità, con un bilancio che fa piangere; ci sono stati in precedenza grandi costi che hanno attanagliato l’azienda. Considerando che per anni ha governato il centrosinistra, il motivo per cui non ho continuato con l’esperienza della coalizione è quindi scritto nei bilanci dell’ASP. Le risorse ai servizi sociali oggi sono praticamente nulle o inesistenti, e questo è inaccettabile, perché tutte le risorse dovrebbero essere riversate sul cittadino in stato di bisogno. E infatti nel mio programma c’è l’incremento dei servizi sociali del 30%, usando i soldi che andremo a prendere dal taglio delle consulenze esterne e dal rilancio delle professionalità locali.

Inizialmente aveva deciso di partecipare alle primarie di coalizione. Poi si è tirata indietro. Perché?
Io volevo partecipare. Poi però non l’ho fatto perché tra i due candidati PD si è scatenata una guerra assurda a suon di minacce e di magistratura, anche a causa del “superghino” o comunque di queste vicende gestite malissimo. In quel momento mi sono quindi trovata tra due fuochi e non me la sono sentita. Per me le primarie devono essere un momento di serenità, la serenità non c’era e allora ho preferito soprassedere.

Pensa che questa scelta, insieme a quella di star fuori la coalizione, potrebbe penalizzarla in termini di voti alle prossime elezioni?
Assolutamente no, anche perché nello stesso periodo il mio partito ha iniziato un percorso diverso. A livello nazionale l’Unione Di Centro ha iniziato un’esperienza verso le europee e le amministrative con il Nuovo Centro Destra. Sembrerebbe che questo percorso insieme possa continuare anche dopo le elezioni, e quindi anche questo mi porta a pensare ad un percorso diverso per il nostro futuro. Inoltre io volevo presentare un programma mio che rompesse con quello standard delle primarie, anche alla luce del fatto che molto iniziative interne all’amministrazione le ho sempre prese da sola. Perché allora non correre da sola?

Parliamo del suo programma. Quali sono le sue proposte relativamente alla questione dell’Aeroporto?
Innanzitutto il mio è un programma di risveglio della città, visto che anche da un punto di vista commerciale la città è praticamente morta (a causa delle grandi catene di distribuzione che hanno sostituito il piccolo commerciante).
Sull’aeroporto: mentre noi veniamo da un’amministrazione che ha sempre contestato lo scalo aeroportuale tanto da arrivare a chiedere una cosa assurda come 30 decolli e 30 atterraggi, nonostante l’ADR abbia cambiato anche le rotte, io chiedo la permanenza dell’aeroporto e la valorizzazione di questo, perché io non me la sento di mandare a casa 3400 cittadini che ci lavorano, non mi prendo questa responsabilità.
Noi abbiamo parlato anche con Lo Presti (amministratore delegato di ADR, ndr) e l’aeroporto ci darebbe l’opportunità di un investimento pari a 20 milioni di euro in 5 anni. Abbiamo chiesto l’apertura del passaggio pedonale dalla parte di Ciampino, perché i passeggeri non devono andare a Roma ma fermarsi qui. Abbiamo chiesto la creazione della bretella che collegherebbe Viale Marino a Via della Folgarella (riducendo il traffico ciampinese e il relativo inquinamento). E infine l’IGDO sarebbe oggetto di interesse di Aeroporti di Roma che, con un piccolo investimento rispetto alla grande cubatura che rappresenta, potrebbe farci l’Accademia dell’Aeronautica, con gli alloggi per gli studenti e un centro congressi che userebbe anche Ryanair. Non è possibile che un comune come il nostro (e questo lo abbiamo detto ad ADR) non abbia risorse da poter investire sull’ambiente e sul benessere psicofisico dei cittadini.

Sul tema della sicurezza: quali sono le sue proposte?
Io non ho puntato tutto il mio programma solo su campo nomadi; io vengo dai comitati di quartiere e il campo nomadi lo combatto da tanto tempo. Lo combatto perché è illegale. Sta sulle falde acquifere e sotto il cono di volo dell’aeroporto; all’interno del campo sotterrano rifiuti tossici; inoltre gli abitanti sono diventati più di 770, con etnie diverse. Il campo è diventato un pericolo impellente per la loro e la nostra sicurezza. Ma La Barbuta non è l’unico problema. Abbiamo chiesto l’incremento dell’illuminazione pubblica, perché sono stati ad esempio tolti pali della luce pericolanti e non sono stati più ripristinati. Oppure mi viene in mente il parcheggio sterrato in Via di Morena, che è completamente buio e può rappresentare un pericolo per tutte quelle donne (ma anche per gli uomini) che ci parcheggiano la sera. Per noi la sicurezza è da intendersi a 360 gradi.

Cosa ci può dire invece riguardo l’edificazione delle aree 167?
Nel 2009 una mozione avanzata dall’UDC sulla delocalizzazione della 167, in seguito ai ritrovamenti archeologici, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale. Ma alla mozione non è poi stato dato alcun tipo di seguito; e non dare seguito ad un atto così importante della maggioranza (voglio ricordare che è grazie a noi e al nostro 10% che Lupi è diventato sindaco e ha avuto l’opportunità di andare in Regione) ha fatto sì che io abbia poi deciso, come già detto, di presentarmi sola a queste elezioni. Riguardo alla delocalizzazione: la 167 è una legge dello stato nata per aiutare le famiglie in difficoltà in caso di emergenza abitativa. Oltre alle case popolari, c’è quindi questo piano che aiuta anche le giovani coppie ad ottenere alloggi a prezzi agevolati. Quindi queste case vanno edificate per dare una risposta a queste persone, ma anche perché queste persone hanno già versato i soldi.

Sempre riguardo il programma. Le aziende municipalizzate di Ciampino stanno attraversando, come Lei ha già detto prima, un momento difficile. Cosi ci dice a proposito di questo problema?
Trovo che ci sia stata fino ad oggi una gestione troppo accentrata. L’azienda ASP è quasi totalmente del comune: il sindaco decide e le decisioni non vengono portate all’esterno, così che oggi ci troviamo di fronte solo ad una situazione debitoria. Mettici pure che negli anni (e dico una cosa grave) queste aziende sono servite come bacino elettorale, come calderone di voti. Non ricordo se negli ultimi 10/20 anni siano stati fatti bandi pubblici volti a premiare la meritocrazia, ma se fosse così oggi dentro dovremmo trovare tutti plurilaureati, e invece non è così. Credo che la gestione sia totalmente da rivedere. Noi avevamo chiesto un cambio di gestione e l’adozione di un piano industriale urgente, che c’è stato solo a parole e poi nei fatti non c’è stato più. Un piano industriale avrebbe ottimizzato i costi e tagliato le consulenze. L’ASP era un fiore all’occhiello, invece oggi ha 35 soggetti in stato di mobilità, con la presenza di ben 8 forme di contratto diverse. Questo ci dimostra che anche sulla gestione delle risorse umane non tutto è andato per il meglio. I contratti collettivi nazionali vanno rispettati, bisogna dare al dipendente il giusto, non il più perche è mio amico e non il meno perché non è mio amico.

Ultima domanda: qualora venisse eletta sindaco, quale sarebbe il primo atto della sua amministrazione?
La rotazione dei dirigenti e del personale all’interno del comune e delle aziende. La rotazione dei dirigenti soprattutto. Anche ovviamente alla luce dell’ultimo decreto anticorruzione che ce lo chiede e al quale noi non abbiamo ancora dato seguito. Chi non porta i risultati va a casa come i dipendenti privati. Ma poi anche il taglio netto delle consulenze, la riduzione dell’addizionale irpef di un punto e l’incremento (su questo insisto) del 30% dei servizi sociali. Perché ad oggi, a fronte di un contributo alloggiativo dalla regione che doveva dare 1200 euro a famiglia, ne sono arrivati solo 35; 243 famiglie a Ciampino sono in sofferenza, ma nessuno lo dice. Credo che la regione Lazio debba avere lo sguardo più rivolto verso chi soffre.

 




CIAMPINO: 30 ANNI DI AVIS NELLA CITTA'

Redazione

Ciampino (RM) – Si  sono svolti il 26 Maggio scorso, i festeggiamenti per i 30 anni di fondazione dell’AVIS comunale di Ciampino.
A fare gli onori di casa l’Assessore alla Sanità , Terzo settore e  Gestione del Territorio Gabriella Sisti, che emozionata racconta il suo rapporto con AVIS:
“Emozione intensa in una giornata che ha tutto il sapore della vita, perché Avis è vita e dal lontano 1927 sostiene e soddisfa la crescente domanda di sangue in tutta Italia.
Ringrazio in particolar modo, per l’impegno ininterrotto l’attuale Presidente dell’Avis Ciampinese Umberto cetroni, l’ex Presidente Mauro Benassi, il Presidente Nazionale Vincenzo Saturni, con il quale io stessa ho siglato alla sede Milanese di AVIS Nazionale, il Protocollo d’Intesa ANCI-FEDERSANITA’-AVIS che sancisce la stretta collaborazione tra gli Enti Locali e la preziosa realtà Avis e l’impegno chiesto ai Comuni per sostenere il mondo dei donatori di sangue e le loro ramificate strutture. Voglio salutare inoltre tutti i rappresentanti delle sedi regionali e provinciali intervenute all’evento".
La giornata, iniziata con la S. Messa officiata da un commosso Monsignor Carlo Passamonti, è proseguita con la disposizione della goccia di sangue al monumento dei caduti e la conferenza stampa e consegna delle onorificenza in sala consiliare.