Ciampino, sulla chiusura della Barbuta si infiammano i politici

C’è una corsa spasmodica dei politici locali alla presa di paternità per aver sollecitato in qualche modo recondito il sindaco Virginia Raggi allo smantellamento del campo rom “La Barbuta”. Sicuramente c’è chi ha fatto di più e chi meno ma forse è il caso di ricordare che il campo rom ricade nel Comune di Roma Capitale e confina con Ciampino.

Eppure le opposizioni ciampinesi scalpitano mentre c’è da dire che il Sindaco Daniela Ballico in questo caso ha portato concretezza, sollecitando il Prefetto e le istituzioni sovracomunali per accelerare la chiusura, come del resto risulta dagli atti. Ha azzeccato i tempi? Forse sì ma le va dato atto di non essere rimasta immobile.



C’è però chi ha cercato di puntualizzare, se non altro perché gioca in casa. E così il Movimento Cinque Stelle di Ciampino ha ribadito che si tratta di uno degli impegni mantenuti dalla giunta Raggi…si legge “in relazione alla esultanza del sindaco Ballico, espressa sempre a mezzo facebook. Lo smantellamento di una delle più grandi baraccopoli della Capitale era già in atto da diverso tempo e arriverà a completamento nel 2020”. Poi la nota del MoVimento Cinque Stelle continua con tutti i ringraziamenti non solo al sindaco Raggi ma anche al Presidente del VII Municipio Monica Lozzi, a tutte le persone, i comitati, le associazioni che si sono battute in questi anni, a quanti, a vario titolo, hanno tenuto alta l’attenzione sulla annosa questione.

“Il piano targato Raggi – prosegue la nota del M5s Ciampino- era un piano molto complesso e articolato, che nell’arco di due anni, a partire dal 2017, ricalcando la Risoluzione del Parlamento Europeo del 2011 e la conseguente Strategia Nazionale 2012-2020, avrebbe portato alla chiusura dei campi rom La Barbuta” e “La Monachina”. Ricordiamo che per il superamento dei campi sono stati utilizzati 3,8 milioni di fondi europei. L’ accompagnamento all’ abitare è stato necessario proprio per facilitare le famiglie (che, non dimentichiamo, sono composte da nuclei di cittadini italiani) ad uscire dai campi e rappresenta un passaggio importantissimo per la legalità. L’ Unione Europea ha, infatti, sempre sottolineato il carattere discriminatorio della
soluzione campi, per cui ne aveva chiesto lo smantellamento. Quattro gli assi su cui si sta articolando il piano: scolarizzazione, occupazione, salute, abitazione. Per questo sono state previste misure temporanee di sostegno alle persone Rom Sinti e Caminanti in condizione di fragilità che accompagnino il processo di superamento dei campi. Per ciascuna persona o famiglia è stato sottoscritto un Patto di Responsabilità con Roma Capitale. Vogliamo, inoltre, ribadire che nessuna risorsa è stata sottratta alla cittadinanza, trattandosi di fondi già stanziati dalla UE che non erano stati utilizzati dalla Amministrazione precedente. Finalmente si sta risolvendo un problema che da tanti anni gravava sulla cittadinanza ciampinese”.




Ciampino, caos al campo rom La Barbuta: un arresto per tentato omicidio

Redazione

ROMA – E’ accaduto nel pomeriggio del 12 ottobre scorso. Una pattuglia del Commissariato Romanina, transitando in via di Ciampino, è stata avvisata da alcuni passanti di una furibonda lite in atto presso il vicino campo nomadi “La Barbuta”. Gli agenti, dopo aver notiziato la sala operativa e chiesto rinforzi, si sono immediatamente recati all’interno del campo, avendo modo di notare diverse persone che si stavano fronteggiando con mazze e bastoni. All’improvviso un uomo è salito su un furgone, lo ha avviato e si è diretto a tutta velocità contro la fazione rivale investendo in pieno uno dei rivali.

Non contento, sceso dal veicolo, ha impugnato un’ascia ed ha cercato di colpirlo, fortunatamente senza riuscirci. I poliziotti hanno immediatamente cercato di fermare l’investitore che però, nel parapiglia generatosi, è riuscito a fuggire dileguandosi all’interno del campo.
Il ferito, nel frattempo, è stato soccorso presso il policlinico di Tor Vergata per le lesioni riportate. Sono pertanto iniziate le indagini degli investigatori del Commissariato Romanina, che sono riusciti ad identificare l’uomo per O.B., 22 anni, di origini bosniache, che dopo i fatti in argomento non è più tornato presso il suo alloggio, rendendosi di fatto irreperibile. Gli agenti, però, non si sono persi d’animo ed hanno proseguito nelle sue ricerche fin quando, nel pomeriggio di ieri, hanno notato un’auto con a bordo un uomo che, alla vista dell’auto della Polizia di Stato, ha cercato di dileguarsi per i campi. Raggiunto e bloccato, è risultato essere proprio la persona ricercata. Inoltre, a bordo dell’auto, i poliziotti hanno rinvenuto una mazza ferrata allungabile in acciaio della lunghezza di circa un metro. Per lui, peraltro già noto alle forze dell’ordine ed attualmente sottoposto all’obbligo di firma, sono scattate le manette e l’accompagnamento presso il carcere di Regina Coeli.
Tentato omicidio, lesioni, rissa e porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere i reati di cui dovrà rispondere.
 




CIAMPINO, SCONTRO TRA ROM E ITALIANI: PARLA UN TESTIMONE

di Ivan Galea – Chiara Rai

Ciampino (RM) – ‘La misura è colma’ ha denunciato allarmato sul nostro quotidiano il 23 giugno il Consigliere di Gente Libera Ivan Boccali asserendo di essere ormai arrivati ad “un passo dalla guerriglia urbana e nessuno muove un dito per risolvere la questione".

Questo perché martedì scorso a Ciampino nei pressi del Campo Nomadi de La Barbuta, secondo quanto riferisce il consigliere, un gruppo di cittadini di Ciampino, per scongiurare l’ennesimo incendio tossico, ha cercato di impedire ad alcuni ospiti del campo nomadi di rifornirsi di benzina nella vicina stazione di servizio. Gravissima la reazione di uno dei rom, che ha addirittura avrebbe tentato di investire con la propria auto un cittadino. Un nutrito drappello proveniente dall’insediamento si sarebbe poi minacciosamente avvicinato, facendo oggetto di una fitta sassaiola i mezzi della Protezione Civile sopraggiunti sul luogo.

“Per la prima volta – ha commentato Boccali – si è giunti allo scontro fisico, chiaro sintomo di uno stato di estrema esasperazione”. Questo articolo ha suscitato diversi e numerosi commenti, c’è chi ha contestato la ricostruzione dei fatti, addebitando la causa dello scontro tra alcuni cittadini di Ciampino ed i rom “agli italiani” che avrebbero provocato per primi e c’è chi invece ha confermato la ricostruzione fatta da Boccali.

Il nostro quotidiano, purtroppo, non era presente durante il famigerato episodio ma ha cercato di raccogliere altre testimonianze ed è riuscito a parlare con una persona che era lì quel martedì. Ovviamente non diremo il nome per questioni di privacy e per tutelare la persona da eventuali ripercussioni di sorta, ma comunque vogliamo oltremodo raccontare quello che è accaduto da chi lo ha vissuto. Poi faremo le nostre considerazione come il dovere e diritto di cronaca e di critica ci impone.


Lei c’era quel famigerato martedì?
Io c'ero con un mio parente e altre dieci persone e posso asserire che più o meno e c'è stato un pestaggio e un tentato investimento da parte di un rom verso un concittadino.

La questione è che c'e' chi dice che sono gli italiani che hanno lanciato i sassi
No i sassi li hanno lanciati i rom

Perciò gli italiani sono andati al benzinaio per impedire l'acquisto di carburante? Poi, cosa è successo?
C’era un presidio pacifico nell'area del benzinaio con l'intenzione di essere in numero sufficiente da poter  bloccare la via di Ciampino
Ma si era in pochi, troppo pochi e non è potuto far altro che rimanere a guardare lo svilupparsi dell'incendio e due bambini rom uscire dalla strada del campo e venire dal benzinaio a riempire due tanichette di benzina. Il benzinaio dovrebbe avere le telecamere comunque lo abbiamo visto tutti

Quindi eravate al benzinaio a presidiare visto che non c'era più la volante della municipale di Roma?
Un piccolo fuoco già si stava sviluppando in precedenza cioè prima che arrivassero i ragazzini rom al benzinaio. Subito dopo il ritorno dei ragazzini al campo si è sviluppata una colonna di fumo nero

Ok arrivano i ragazzini e voi che fate?

Tutti noi che eravamo là con il cellulare abbiamo chiamato il 115 e abbiamo segnalato l'incendio

La sassaiola come scaturisce?
Con noi c'erano due volontari della protezione civile che hanno fatto notare al benzinaio che era illegale vendere la benzina in quel modo. Infatti dopo la seconda tanica il benzinaio ha mandato via i ragazzini Prima che intervenissimo noi a dire di non farlo

Avevano molte taniche?

Io ne ho notate due

Perciò i ragazzini hanno acquistato la benzina e se ne sono andati?

Prima che intervenissimo noi a dire di non farlo. Insomma mentre eravamo là ad aspettare i pompieri che sono poi arrivati insieme alla polizia è arrivata una macchina con dentro un rom con moglie e un bambino in braccio. Il rom è sceso dall'auto e ha chiesto che stavamo facendo là Io purtroppo ho perso una parte del dialogo…a un certo punto è intervenuto il benzinaio in difesa del rom ma credo parlasse per paura

Dovevate quindi giustificare la vostra presenza al rom?
Poi uno di noi ha perso la pazienza e ha mollato un pugno in faccia al rom. Il rom ha replicato dicendo queste precise parole "adesso sei finito!" È scesa poi dalla macchina la moglie del rom col bambino e ha iniziato a insultarci. Noi intanto cercavamo di calmare quello che stava insieme a  noi (quello che aveva dato il cazzotto al rom) altrimenti la lite sarebbe potuta davvero degenerare. Alla fine il rom è risalito in macchina e il tipo manesco è saltato sul cofano e gli è saltato sopra. A questo punto, il rom ha dato un'accelerazione e ha cercato di investire il nostro concittadino. Poi noi siamo andati via perché non volevamo rischiare di essere arrestati o peggio attaccati dai rom che sono arrivati in massa all'ingresso della strada. Successivamente siamo tornati indietro per vedere che succedeva e abbiamo visto i carabinieri che avevano fermato il nostro concittadino e gli stavano perquisendo la macchina. Siamo arrivati di nuovo al benzinaio e abbiamo visto una folla di rom all'ingresso del campo con polizia, municipale e carabinieri .Stavano urlando e tiravano sassi. Credo ci fosse anche la protezione civile ma non siamo andati troppo vicino. Quello che mi è stato riferito è che i poliziotti dicevano che i bambini rom erano andati a prendere acqua dal benzinaio ma noi sappiamo che non è così. Anche i carabinieri con il tipo che è stato fermato insistevano su questa cosa dell'acqua. Ma il benzinaio dovrebbe avere le telecamere…quei bambini hanno riempito 2 taniche di benzina. Ci sono i testimoni, non solo io. E questo è quanto.


Questo racconto – testimonianza non vuole addebitare ne la colpa ai rom e neppure agli italiani. Sia i rom che in questo caso i ciampinesi sono vittime di un sistema che non funziona. E’ normale che ci siano tutti quei rifiuti al campo nomadi e che, soprattutto in estate, si verifichi un giorno sì e uno no un incendio con conseguenti fumi tossici che inquinano l’ambiente e la cittadinanza? L’Ue ha definito “illegale” il campo de La Barbuta e pertanto andrebbe chiuso.

I campi nomadi non sono altro che dei siti che riducono ad emarginati i nomadi che hanno il diritto dovere di essere integrati nella comunità civile, mandare i propri figli a scuola, procurarsi un lavoro nel rispetto della legalità, pagare le tasse e se disagiati pretendere un alloggio popolare dopo essersi adeguatamente messa in lista di attesa alla stregua degli italiani che comunque, proprio perché si è in Italia, dovrebbero avere la precedenza. Detto questo, non importa chi ha acceso la miccia per primo.

Il fatto è che la mancanza di controlli e di sicurezza in una situazione ormai al collasso fa degenerare gli animi che non sono più predisposti al reciproco aiuto: troppi incendi, troppo degrado e illegalità. Urge una soluzione e quando si constata che davvero “il vaso è colmo” bisognerebbe non soffermarsi su chi ha scagliato la prima pietra ma sul perché si è arrivati a questo punto. Una volante che monitora il campo nomadi non basta più.

E’ ora di adeguarci a tutti gli altri paesi civili europei che non hanno campi nomadi e non vivono queste ormai insopportabili condizioni disumane e di diseguaglianza sociale. I nomadi devono vivere come vivono gli italiani: se non trovano un alloggio ci sono le macchine. Non è più concepibile che vivano nelle tende e container obsoleti pieni di immondizia e sporcizia e con i bimbi che giocano in mezzo ai roghi a piedi scalzi e chiedono l’elemosina ai semafori. E’ il momento che si provi a restituire un po’ di dignità sia agli italiani che ai nomadi.  




CIAMPINO: LA BARBUTA: LA FURIA DEI RESIDENTI. IL VASO E' COLMO

Redazione
Ciampino (RM)
– Lunghi momenti di tensione martedì scorso a Ciampino nei pressi del Campo Nomadi della Barbuta. Un gruppo di ciampinesi, per scongiurare l’ennesimo incendio tossico, ha cercato di impedire ad alcuni ospiti del Campo di rifornirsi di benzina nella vicina stazione di servizio.

Gravissima la reazione di uno dei Rom, che ha addirittura tentato di investire con la propria auto un cittadino. Un nutrito drappello proveniente dall’insediamento si è poi minacciosamente avvicinato, facendo oggetto di una fitta sassaiola i mezzi della Protezione Civile sopraggiunti sul luogo.

Per la prima volta si è giunti allo scontro fisico, chiaro sintomo di uno stato di estrema esasperazione. ‘La misura è colma’ – dichiara allarmato il Consigliere di Gente Libera Ivan Boccali – ‘siamo ad un passo dalla guerriglia urbana e nessuno muove un dito per risolvere la questione".

"Il Sindaco ci ha di recente riferito i ringraziamenti del Prefetto di Roma sulla gestione del Campo – prosegue Boccali facile ringraziare chi si fa carico dei problemi altrui. L’episodio di martedì non è che la punta dell’iceberg di un disagio che ha radici profonde. Microcriminalità, fuochi pestilenziali, accattonaggio selvaggio, degrado: queste le conseguenze di uno stanziamento provvisorio da oltre vent’anni. E proprio di questi giorni le voci insistenti di un ulteriore incremento della popolazione dell’insediamento. Notizia questa della quale sto chiedendo conto al Primo cittadino e che, qualora si dimostrasse fondata, rischierebbe davvero di far esplodere una situazione già al limite.

Dopo l’aumento dei rifugiati’ – conclude Boccali – ‘un aumento dei Nomadi appare francamente una provocazione. Piuttosto l’Amministrazione faccia sentire tutto il suo peso politico e risolva una volta per tutte la questione Nomadi a Ciampino. Prima che la schiera degli indignati si ingrossi e i cittadini tentino di risolvere da soli, magari malamente, il problema.’ 

 




CIAMPINO – LA BARBUTA, PALOZZI(FI): “LA BEFANA PORTA NUOVI ROGHI. CHE DICE LA DANESE?”

Redazione
Ciampino (RM)
– “Alla Barbuta la Befana non porta carbone ma rifiuti carbonizzati. Dopo un periodo di calma apparente, infatti, sono ripresi impetuosi i roghi tossici all’interno del campo rom situato ai margini della Capitale, a due passi dall’aeroporto Pastine e dall’abitato di Ciampino. L’incendio, alquanto vasto, è divampato nella giornata di ieri e ancora intorno alle 21 le fiamme erano ben visibili dal Grande Raccordo anulare e dall’Appia Nuova. E’ l’ennesima volta che mi ritrovo a denunciare a mezzo stampa tali episodi di illegalità: atti di inciviltà che non fanno altro che testimoniare il degrado e l’abbandono dominanti all’interno dell’insediamento attrezzato. E sono mesi che contestiamo l’insostenibilità di una situazione antropica fuori controllo, i cui effetti incidono negativamente sulla sicurezza e la vivibilità delle popolazioni di Ciampino e Morena. Realtà sempre sottovalutata dal sindaco Marino e dall’ex assessore Cutini. Mi appello, dunque, al neo assessore alle Politiche sociali, Francesca Danese, e rinnovo le sollecitazioni a Estella Marino e Luigi Nieri, affinché si metta la parola fine sulle illegalità alla Barbuta, tra l’altro invasa da discariche abusive a cielo aperto. Non servono interventi spot, ma una pianificazione seria e programmata”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente commissione Ambiente, Adriano Palozzi.
 




CIAMPINO INCENDIO: ALTRE FIAMME DIVAMPANO AL CAMPO ROM LA BARBUTA

Redazione

Ciampino (RM) – “Un altro vasto incendio è divampato oggi presso il campo rom La Barbuta. Dal rogo, che ha richiesto l’intervento di vigili del fuoco e protezione civile, si è sprigionata una colonna di denso fumo nero, che in pochi istanti ha avvolto i cieli sopra Ciampino, VII Municipio e Grande raccordo anulare. È la quarta volta in venti giorni che mi ritrovo a denunciare a mezzo stampa altrettanti episodi di illegalità: atti di inciviltà che non fanno altro che testimoniare l’anarchia ormai dominante all’interno dell’insediamento attrezzato. Sono mesi che contestiamo l’insostenibilità di una situazione antropica fuori controllo, i cui effetti incidono negativamente sulla sicurezza e la vivibilità delle popolazioni di Ciampino e Morena. Uno scenario impietoso, sul quale il Campidoglio non accenna a muovere un dito. Perché questo ‘straordinario’ immobilismo? Semplice incapacità amministrativa? È ora che gli incompetenti sindaco Marino e assessore Cutini diano risposte concrete alla comunità e mettano in campo azioni di contrasto agli illeciti all’interno de La Barbuta. Per esempio, una volta confermata la dolosità dei roghi e visionati i filmati degli impianti di videosorveglianza, il Campidoglio allontani dall’insediamento rom chi delinque e rinnovi il presidio di monitoraggio all’interno del villaggio”. Così il consigliere regionale FI e vicepresidente della commissione Ambiente, Adriano Palozzi.




CIAMPINO, "LA BARBUTA": CONTINUANO I ROGHI

di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – Non serve affacciarsi per guardare il fumo che lento sale nel cielo ciampinese. Basta l’odore. Quell’odore acre di plastica bruciata che ormai come l’IGDO, l’aeroporto, la cantina sociale o il Muro dei francesi è entrato a far parte della storia di Ciampino. O meglio, della storia moderna di Ciampino.

Ormai quotidianamente i roghi si susseguono nel campo nomadi de La Barbuta, il fiore all’occhiello della segregazione rom, il ghetto ultimato con l’amministrazione Alemanno che ad oggi accoglie quasi 600 rom di etnie diverse. La situazione interna al campo è al limite: diversi reportage parlano di una polveriera pronta ad esplodere, frutto della convivenza coatta tra diverse etnie. Invece che fare squadra infatti i residenti del campo hanno lamentato più volte un racket interno comandato da poche famiglie. Ma parallelamente alla vita del campo scorre anche la vita di chi ci abita vicino, e quindi gli abitanti di Ciampino e Morena. Esasperati dai continui roghi e dalla reiterazione sempre più frequente di furti, lamentano infatti un incremento della microcriminalità dovuto alla sempre maggiore presenza dei rom, seppur nessun dato certo testimoni che ci sia una corrispondenza tra i due fatti. Mentre quindi riguardo i furti possiamo solamente azzardare che i due fenomeni siano effettivamente legati, sulla questione roghi i dubbi non ci sono affatto.

Basta fare un giro sui numerosi spazi web che raccolgono le testimonianze dei cittadini per vedere quasi giornalmente foto di incendi a La Barbuta. A riguardo si è espresso anche il consigliere regionale Palozzi di FI (ex sindaco di Marino) che in una recente dichiarazione ha chiesto come sia possibile che i presidi di sicurezza h24 interni al campo non siano stati rinnovati, anche alla luce del fatto che il centro sinistra in campagna elettorale aveva decantato una soluzione per il campo nomadi. Per questo motivo Palozzi ha chiesto pubblicamente le dimissione di chi si occupa dell’assessorato ai Servizi Sociali.
Già, i servizi sociali. Cosa possiamo chiedere ai servizi sociali se solo il 4% di 24 milioni (cifra spesa nell’ultimo anno per la gestione dei campi nomadi) è stato destinato alla loro inclusione sociale? A questa domanda ha cercato di rispondere l’Associazione 21 Luglio, che in un incontro tenutosi pochi giorni fa nel municipio di Cinecittà ha esposto ed analizzato dati sul fenomeno campi rom. A presenziare all’incontro c’era però anche tale Sartana Halilovic, uno dei capi de La Barbuta, il quale ha minacciato Carlo Stasolla, il presidente della citata Onlus, di mandarlo in coma se avesse ancora parlato del “suo” campo.

E’ chiaro dunque che la situazione interna al campo è decisamente più complicata di come potrebbe apparire, e ci viene da ridere quando sentiamo dire “chiudiamo il campo nomadi” o “mandiamoli a casa loro”. Premettendo che il problema sta alla radice, e cioè nel fatto che solo in Italia esistono questi ghetti organizzati, possiamo solo constatare che il campo è un problema sia politico che sociale. E’ un problema politico perché chiunque metterà mano cercando di risolvere la situazione rischia di farsi un clamoroso autogol politico che comprometterebbe l’eventuale carriera (e parliamo sia dei sindaci locali che dell’amministrazione di Roma Capitale). E’ un problema sociale perché il campo, così come idea in generale, promuove la ghettizzazione e l’esclusione sociale; in particolare quello de La Barbuta è anche posto sotto il cono di volo aeroportuale, così da mettere a rischio anche la salute dei suoi residenti; inoltre, come detto, è una bomba ad orologeria di cui si aspetta solo l’esplosione prima di agire.

Un’ultima cosa va infine detta. A me nessun rom è mai venuto a citofonare chiedendomi se avessi dei copertoni da bruciare. Penso che lo stesso valga per voi che leggerete. Sarebbe dunque bene interrogarci sull’origine di quei copertoni e sul perché i residenti del campo decidano di “collezionarli” per poi bruciarli. E’ forse così assurdo credere che ci sia qualcuno che per dimezzare i costi di smaltimento di rifiuti ingombranti paghi i rom per farlo illegalmente?




CIAMPINO EMERGENZA ROM LA BARBUTA: CHI CI RIMETTE?

Redazione


Ciampino (RM) – “Torna purtroppo alla ribalta mediatica il campo Rom La Barbuta. Grazie all’importante operazione delle forze dell’ordine, è stato smascherato un consistente traffico illecito di stupefacenti diretto al mercato dei Castelli Romani ma con base operativa nel villaggio attrezzato che ospita centinaia di nomadi. Questi atti criminali, ahimè, sono solo l’ennesimo esempio lampante di quanto il Campidoglio stia clamorosamente mancando in politiche di integrazione e sicurezza concrete e gli effetti di tali gravi carenze si riverberano negativamente sul territorio a sud della Capitale. Ricordo, infatti, che La Barbuta è situato ai margini del Grande raccordo anulare, in territorio romano, ma a due passi dal territorio di Ciampino. E, nei mesi passati, nell’insediamento si sono verificati continui roghi i cui fumi tossici si sono innalzati nell’aria creando pericolo e preoccupazione per le popolazioni limitrofe. Una situazione intollerabile a cui si uniscono periodicamente allarmanti episodi di criminalità. Il sindaco di Roma, dunque, la smetta di sonnecchiare e attivi immediatamente tavoli di confronto che coinvolgano tutti i soggetti interessati al fine di trovare soluzioni definitive all’emergenza rom. Questo vale per La Barbuta come per tutti gli altri insediamenti della Capitale, autorizzati e non”. Così in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Adriano Palozzi.

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Redazione

Ciampino (RM) – Un intenso movimento di alcuni componenti del campo nomadi "La Barbuta", tra il campo stesso ed i Castelli Romani, transitando per Ciampino, ha portato negli ultimi giorni gli Agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Albano Laziale e quelli del Comando di Polizia Locale di Ciampino ad indagare su possibili traffici illeciti.

La collaborazione tra le due Forze di Polizia, che già in passato ha portato proficui risultati con operazioni congiunte sul territorio di Ciampino, ha permesso, attraverso lo scambio delle reciproche informazioni, di concretizzare l'ipotesi investigativa di uno spaccio di stupefacenti da parte di alcuni nomadi in favore di giovani e giovanissimi di diversi comuni dei Castelli Romani.

Dopo diverse verifiche, che hanno permesso di individuare l'autovettura utilizzata per il trasporto della droga, la stessa è stata fermata nel corso di un posto di controllo istituito appositamente nella zona nord di Ciampino dalla Polizia Locale e dagli Agenti della Polizia di Stato – che seguivano a distanza il veicolo – immediatamente intervenuti sul posto.

A bordo del veicolo vi erano un uomo ed una donna che si sono mostrati da subito nervosi e la successiva perquisizione personale ha permesso di recuperare all'interno degli indumenti intimi di lei (S.O. 19enne di nazionalità serba) un sacchetto contenente gr.18 circa di sostanza stupefacente, che il narcotest immediatamente effettuato presso il Comando di Polizia Locale ha confermato essere cocaina, di qualità purissima, dalla quale sarebbero state ricavate circa 70 dosi pronte per lo spaccio.

La donna veniva, pertanto, tratta in arresto con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Nella mattinata successiva il Tribunale di Velletri con giudizio direttissimo condannava la donna alla pena detentiva di un anno e quattro mesi, oltre al pagamento di una multa di 4.000 euro e delle spese processuali.




CIAMPINO, CAMPO NOMADI LA BARBUTA: UNA MINORE RIDOTTA IN SCHIAVITU'

Redazione

Ciampino (RM) – All’inizio sembrava una lite tra esponenti nomadi di diverse etnie come avvolte può capitare, ma quando i Carabinieri della Tenenza di Ciampino sono intervenuti hanno capito che le due fazioni, una di origine serba e l’altra di origine macedone, stavano litigando per una ragazzina. Si tratta di una sedicenne, di origine macedone, domiciliata nel campo di Ciampino e che già tre anni fa era “andata in sposa” ad un ragazzo del campo di Castel Romano, di origini serbe, di due anni più grande di lei secondo un accordo stipulato tra le famiglie. Ma ora la ragazzina voleva rompere quel patto e voleva rientrare nella sua famiglia di origine. Questo “inaccettabile” ripensamento ha fatto accendere la lite di ieri visto che “il marito” ed il suocero non ci stavano proprio a “perderla” ed erano andati a riprendersela. I Carabinieri intervenuti, dopo aver placato gli animi hanno ricostruito la vicenda ed hanno accertato che la famiglia acquisita, costringeva la minore a rubare nella Capitale a bordo dei mezzi pubblici o nelle vie del centro di Roma, con guadagni molto alti che però doveva consegnare alla famiglia del marito. Insomma la ragazzina, ipotizzano i Carabinieri, era in uno stato di soggezione continuativa, costringendola a rubare, sfruttandola, considerandola un oggetto di loro proprietà. Per questo motivo i Carabinieri della Tenenza di Ciampino hanno sottoposto a fermo di p.g. i due uomini per riduzione in schiavitù ed hanno accompagnato la ragazza in una comunità di accoglienza su disposizione del Tribunale per i Minorenni.




ROMA / CIAMPINO, BLITZ ALCAMPO NOMADI: SCOPERTA PIANTAGIONE DI MARIJUANA ALLA BARBUTA

Redazione

Roma / Ciampino – L’indagine andava avanti da qualche tempo. Gli agenti del Commissariato Romanina, diretti dal dr. Domenico Condello, nel continuo monitoraggio effettuato nella loro zona, avevano notato recentemente un improvviso aumento nei sequestri di marijuana.

Diversi giovani tossicodipendenti erano infatti stati fermati e trovati in possesso dell’”erba”. Le indagini sono quindi scattate immediate.

Con diversi servizi di appostamento e pedinamento, hanno individuato due fratelli, B.D. e B.S., di 23 e 24 anni, abitanti nel campo nomadi La Barbuta, in via di Ciampino, sospettati di essere gli artefici dell’attività di produzione e spaccio.

Nel pomeriggio di ieri è scattato il blitz. Gli investigatori del Commissariato sono penetrati all’interno del campo nomadi e, in una zona appartata, hanno notato due roulotte con, adiacente, un’ulteriore area recintata e chiusa con un lucchetto.

All’interno era presente un giovane, subito fermato ed identificato per B.D.

L’area recintata, dal controllo effettuato, è risultata contenere una vera e propria serra, celata da bandoni di cellophane e porte in legno, dove all’interno erano presenti 5 veri e propri alberi, ovvero piante di marijuana alte circa 3 metri e con un diametro considerevole, particolarmente verdi e rigogliose.

Mentre era in corso l’operazione, è giunto il fratello del fermato, a sua volta identificato per B.D., di 21 anni, anch’egli abitante nel campo nomadi e precisamente all’interno dell’area recintata.

Oltre alle piante anzidette, i poliziotti hanno rinvenuto anche 50 semi di marijuana.

I due, al termine, sono stati condotti presso gli uffici del Commissariato ed arrestato per la produzione ed il traffico dello stupefacente.