Blitz d'Israele in Cisgiordania: arrestati 25 capi di Hamas

 

TEL AVIV – Blitz dell'esercito israeliano in Cisgiordania nella notte durante il quale sono stati arrestati 25 alti esponenti di Hamas, nel contesto di misure straordinarie adottate dopo le violenze degli ultimi giorni. Fra gli arrestati, secondo fonti palestinesi, figurano un deputato e 5 miliziani di Hamas liberati anni fa da Israele nel contesto di uno scambio di prigionieri. Ieri il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha telefonato alla famiglia al-Abed di Kobar (Cisgiordania) per congratularsi con l'attentato condotto dal figlio che ha pugnalato a morte 3 civili israeliani ad Halamish.




MUORE BRUCIATO VIVO UN BIMBO PALESTINESE. “IL GOVERNO ISRAELIANO E’ RESPONSABILE”

di Ch. Mo.

Gerusalemme – E’ scontro tra palestinesi e israeliani in merito ad una vicenda di cronaca aberrante. I primi infatti ritengono che il governo israeliano sia "pienamente responsabile" della morte di un bambino palestinese di un anno e mezzo, bruciato vivo in un incendio appiccato probabilmente da coloni israeliani. Tale atto orribile sarebbe "conseguenza diretta" dell' "impunita'" accordata dalle autorità israeliani ai coloni.


Il premier. Condanna duramente l’accaduto il premier Netanyahu che si è detto sconvolto dall’accduto definendolo un “atto terroristico”. “E' un chiaro atto di terrorismo e Israele agisce con durezza contro il terrorismo a prescindere da chi siano gli autori" ha poi concluso.


La reazione di Israele. L'esercito israeliano ha istituito dei posti di blocco nella zona e schierato soldati nel tentativo di trovare gli autori del gesto. I sospetti sono tutti appuntati su coloni estremisti considerato che sui muri delle due case a cui e' stato appiccato il fuoco sono state ritrovate frasi inneggianti alla "vendetta" e "lunga vita al Messia" prima di scappare. Resta alta la tensione nell’intera zona: l' incendio e' stato appiccato a due case all'estrema periferia di una località vicino Nablus, Kfar Duoma. Una delle due case era vuota, ma nell'altra dormiva una famiglia svegliata dai rumori e dal fuoco.


La vittima. Il piccolo si chiamava Ali Saad Daubasha. Secondo i testimoni il padre e' riuscito a salvare la moglie e l'altro bimbo ma non e' riuscito ad individuare nel fumo e nel buio il più piccolo, Ali. Il padre e la madre, Saad e Reham ed un altro figlio di 4 anni, Ahmad, sono stati ricoverati in ospedale a Nablus. Anche la famiglia del piccolo, i genitori e un fratellino di 4 anni, versa in gravissime condizioni: sono stati ricoverati con ustioni su oltre il 70 per cento del corpo. 




CISGIORDANIA: TORNA L'INCUBO "APARTHEID"

di Angelo Barraco
 
Cisgiordania-E’ stato  disposto dal ministro della Difesa israeliano un’apartheid. La misura è stata disposta sugli autobus in Cisgiordania e con tale misura i palestinesi non viaggeranno più sugli stesi autobus utilizzati dagli israeliani. Oltre a questo sistema restrittivo posto ai lavoratori palestinesi che si devono recare in Israele, costoro dovranno tornare in Cisgiordania esattamente attraversando gli stessi posti di blocco che li ha visti passare all’andata, il tempo per spostarsi ovviamente si dilata ci vogliono più ore.
 
Tale misura comunque sarà avviata soltanto a livello sperimentale e per tre mesi, dopo i tre mesi si vedranno i risultati e verrà valutato il da farsi. Un funzionario ha riferito: “Nell'ambito di un progetto pilota di tre mesi, i palestinesi che lavorano in Israele dovranno, a partire da mercoledi', tornare a casa attraverso lo stesso valico senza prendere gli autobus utilizzati dai residenti di Giudea e Samaria”. Nel merito della vicenda si è espresso anche il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, dove ha riferito che l’iniziativa serve per “un miglior controllo dei palestinesi e ridurra' i rischi”.
 
La parola Apartheid venne adottata nella Repubblica Sudafricana per separare il paese tra bianchi e neri da una parte, meticci e indiani da un’altra parte. Questa politica portava la popolazione nera a vivere in uno stato di inferiorità e proibizioni. La Repubblica Sudafricana, che in origine era l’Unione Africana, sin dalle origini fu attraversata da contrasti tra culture poiché vi era una minoranza di bianchi che era del 21% e un 60% di neri, ma privi di diritti poiché privati di diritti fondamentali. Negli anni che intercorrono tra il 1943 e il 1950 vi furono leggi contro i matrimoni misti, vi fu l’impedimento a neri, indiani e meticci a luoghi frequentati dai bianchi, luoghi che potevano ospedali, ma anche scuole. Ma negli anni 50 vi fu un’opposizione da parte dell’African National Congress (ANC), organizzazione esistente dal 1912 che usa come esempio Gandhi e come arma la disobbedienza civile e la resistenza passiva. Il risultato però non fu uno dei migliori poiché intervennero le forze armate e la protesta sfociò nel sangue. Ma le cose cambiarono sul finire degli anni 80 e all’inizio degli anni 90. Il primo ministro USA Frederik de Klerk dal 1989 si impegnò ad avviare i negoziati con l’ANC e fece legalizzare le opposizioni. Nel settembre del 1990 vi fu un avvenimento importantissimo che è entrato nella storia poiché Nelson Mandela venne liberato, la fine dell’Apartheid fu sancita nel 1991 con l’abolizione delle principali leggi di segregazione.