Napoli: clan in alloggi popolari per spacciare notte e giorno

NAPOLI – I clan aveva occupato gli alloggi popolari di Marigliano e San Vitaliano, in provincia di Napoli, per allestire piazze di spaccio h24. Non solo. Il “pizzo” veniva imposto a tutti i supermercati, imprese funebri, edili, ambulanti, negozi di ortofrutta e pizzerie della zona. Un imprenditore, restio a pagare, è stato addirittura sequestrato e portato davanti ai reggenti, con la complicità della madre del camorrista.

Lo hanno scoperto i carabinieri di Castello di Cisterna che all’alba hanno eseguito, a Napoli e provincia, Verona, Castel Volturno (Caserta), Terni, Reggio Emilia, Ferrara e Bari, 29 misure cautelari emesse dal gip di Napoli su richiesta della Dda. Scoperti anche due tentati omicidi a colpi di pistola e mazze da baseball e una “gambizzazione” nei confronti di tre ‘capi piazza’ restii a pagare la “quota” al clan. Gli indagati sono ritenuti affiliati al clan dei “mariglianesi” attivo tra Marigliano (Napoli) e i comuni vicini, per gli investigatori una costola del clan napoletano “Mazzarella”.

Gli indagati sono accusati di spaccio di droga nei complessi di edilizia popolare di Marigliano e San Vitaliano. Le piazze di spaccio erano attive 24 ore su 24 e il clan aveva arruolato spacciatori e vedette in gran parte tra i residenti delle palazzine. L’organizzazione aveva inserito famiglie di fiducia nelle palazzine sfrattando gli originari assegnatari degli alloggi.“

 




Napoli, vittima innocente uccisa dai clan: arresti

NAPOLI – Otto arresti, a Napoli, per un agguato nel quale il 17 giugno 2016 morì anche una vittima innocente, il 19enne Ciro Colonna.
Sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Napoli ad eseguire una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale partenopeo su richiesta della locale Dda, nei confronti di otto elementi di spicco dei clan camorristici Rinaldi e Pazzignani ritenuti responsabili di omicidio aggravato da finalità mafiose e detenzione di armi da guerra.

L’indagine ha identificato mandanti ed esecutori del duplice omicidio consumato il 7 giugno 2016 in un circolo privato a Ponticelli, periferia di Napoli, che aveva come obiettivo Raffaele Cepparulo, appartenente al clan rivale degli ‘Esposito-Genidoni’, e in cui rimase ucciso Ciro Colonna, un 19enne presente in quel circolo ma estraneo a contesti criminali.




NAPOLI, LOTTA AI CLAN DEL CENTRO: 43 ARRESTI

di Ch. Mo.

Napoli – Imprenditori, ristoratori e camorristi affiliati ai clan del centro sono tra i destinatari delle misure di custodia cautelare eseguite oggi dai Carabinieri di Napoli. Tra questi, spunta anche il titolare di un noto locale che si trova in via Montecalvario, a pochi passi da via Toledo.


Ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, traffico di stupefacenti, detenzione e porto abusivi d'armi comuni e da guerra, tra gli arrestati ci sono anche titolari di noti esercizi commerciali napoletani. Ad emettere l'ordinanza di custodia cautelare è stata la locale Direzione distrettuale antimafia.


Nel mirino degli inquirenti il clan camorristico dei Mariano sui Quartieri Spagnoli di Napoli. Il generale dei Carabinieri del comando provinciale Antonio De Vita ha eseguito 43 su 45 custodie cautelari di cui 9 agli arresti domiciliari. La cosca, secondo quanto rivelato dal comandante del reparto operativo di Napoli, il tenente colonnello Alfonso Pannone, si avvaleva di manovalanza giovanile per svolgere le sua quotidiane azioni quali spaccio di droga, pizzo ad operatori commerciali e contraffazione di capi di abbigliamento ed orologi di lusso. I due ristoratori arrestati invece sono esponenti del clan titolari di attività imprenditoriali.


A condurre l’indagine, l'ex comandante del Reparto operativo, il colonnello Francesco Rizzo.




CATANZARO: FREDDATO "TORO SEDUTO", CAPO CLAN ROM

di Matteo La Stella

Catanzaro – Antonio Bevilacqua è stato freddato questa mattina a Catanzaro da diversi colpi d'arma da fuoco. L'uomo era il leader indiscusso della comunità rom proveniente dall'est Europa che negli anni si è stanziata ed imposta nel capoluogo, tanto da ottenere il controllo di svariate attività illecite, dalle estorsioni allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il 54enne, conosciuto anche come “Toro Seduto”, è stato colpito mentre era a passeggio in una zona da lui reputata tranquilla: i quartieri del quadrante sud di Catanzaro. L'egemonia del clan di Bevilacqua nei quartieri meridionali era infatti riconosciuta anche dall 'ndrangheta, che, negli anni, aveva lasciato il controllo degli stessi ai rom, diventati vere e proprie roccaforti, difficili da penetrare anche per le forze dell'ordine.

Il 54enne era già finito al centro di numerose indagini, a partire da quella che nel 2005 vide “Toro Seduto”, sfuggire ad un agguato difronte ad un locale di Catanzaro Lido. Anni dopo, emerse dall'inchiesta “Ghibli” che, il tentato agguato operato nei confronti di Bevilacqua era una “punizione” in funzione dei tentativi del capo clan di rendersi autonomo dalla cosca catanzarese, sottoposta al clan degli Arena.

“Toro seduto” compare anche in altre inchieste legate alla criminalità del capoluogo calabrese, come in quella denominata “Domino” e in quella denominata “Effetto Domino”. Secondo la Dda infatti, a Bevilacqua ed a Cosimo Abruzzese, altro esponente dell'organizzazione rom, era stata affidata la gestione degli affari criminosi nelle zone di Catanzaro Lido, Corvo e Germaneto. Quì il duo delinquenziale aveva il compito di ordinare gli accolti di etnia rom per poi indirizzarli, per conto di un accordo che sarebbe stato sancito con i Gaglianesi, alle diverse attività delinquenziali.

Il 25 novembre 2009, sull'onda dell'operazione “Domino”, “Toro seduto” era stato condannato a 6 anni e mezzo di reclusione in prima istanza, pena successivamente accorciata in appello il 3 giugno del 2010. L'uomo, caduta l'aggravante di associazione mafiosa, era rimasto in carcere per estorsione. Era poi tornato in libertà nel 2012, grazie anche alle istanze presentate per le sue condizioni di salute precarie.