SARDEGNA, MALATI DI SLA: IMPEGNI DISATTESI E TAGLI IN FINANZA.

 

Salvatore Usala, il Presidente del Comitato 16 Novembre chiede gli atti ufficiali della giunta, altrimenti sarà dato il via allo sciopero della fame e della sete al 50% dal prossimo 10 febbraio. Dal 18 febbraio invece inizieranno quello totale.  LEGGI ANCHE: ROMA, TAGLI FONDO DISABILI: IL COMITATO 16 NOVEMBRE IN PROTESTA DAVANTI AL MINISTERO DELL’ECONOMIA


di Cinzia Marchegiani

Era solo lo scorso 4 novembre 2014 quando il Comitato 16 Novembre manifestava a Roma davanti al Ministero dei Economia e Finanza. In prima fila sempre lui Salvatore Usala, il Presidente dell’associazione Comitato 16 Novembre, che era partito proprio dalla sua Sardegna in un viaggio che non si augura davvero a nessuno. Lui, malato di Sla rappresenta i malati che vivono spesso attaccati ad un respiratore e hanno bisogno di assistenza h24 domiciliare, cui provvede quasi sempre un familiare costretto spesso a lasciare il lavoro per poter accudire i propri cari. Malati dimenticati dalla Stato e ignorati nelle loro più elementari necessità. A due mesi esatti di distanza, due giorni fa, il 4 febbario 2015 Salvatore Usala ha inviato il seguente ultimatum al Presidente della regione Autonoma Sardegna, Francesco Paglaru, all’Assessore alla programmazione Bilancio e Credito, Raffaele Paci e all’Assessore all’Igiene e Sanità delle Politiche Sociali, Dott. Luigi Benedetto.

Ecco il testo della lettera:

"Egregi Assessori,
nonostante l'Assessore Arru abbia firmato pubblici impegni precisi il 10 di dicembre 2014, confermati dal Presidente Pigliaru e dall'Assessore Paci venuti a casa mia, avete fatto solo una misera proroga della legge 162/98, tutto il resto l'avete eluso, ovvero peggiorato. Avete previsto in questa finanziaria tagli folli, nonostante gli impegni scritti a non toccare un euro rispetto al 2014.Che parola avete? Ovvero avete previsto nella vostra finanziaria 2015, in discussione ora in Commissione, ben 33 milioni di tagli dalla 162/98 e dal ritornare a casa! Sono tagli ingenti, corrispondono al 27% del totale, il che significa mettere in strada più di 3000 operatori, UNA COSA DA PAZZI! Ma la cosa assurda è che avete fatto tutto di nascosto, nonostante avevate promesso di concordare le cose e ci avete riempito di frottole indegne delle istituzioni che rappresentate. Tutto è certificato dall'emendamento della Giunta alla Finanziaria (il 239) che prevede 166 milioni di finanziamento massimo per il fondo regionale della non autosufficienza, erano previsti 202 dalla finanziaria 2014 nel piano triennale. Ma come vi è venuta in mente questa follia, senza dirci nulla e proprio mentre una commissione di esperti nominata da voi sta riqualificando il sistema? Un taglio del genere non si era mai visto, mai, ne’ con soru ne con cappellacci, con voi ci sono tagli nel sociale superiori a 40 milioni di euro! non si gioca con la pelle delle persone!"

Usala senza giri di parole lancia un ultimatum, il prossimo 18 febbraio saranno in presidio permanente dalle ore 10,30 davanti all'Assessorato alla Sanità in via Roma 223:”stavolta non sarà come i precedenti presidi, dal 10 febbraio inizieremo lo sciopero della fame al 50% delle calorie, se volete che nessuno si faccia male avete tutto il tempo per provvedere. Dal giorno del presidio sciopero della fame e della sete totale, staremo al freddo, anche sotto le intemperie, non andremo via con semplici impegni, vogliamo atti ufficiali della giunta!

La Vice-Presidente del Comitato 16 Novembre, Mariangela Lamanna, contatta da l’Osservatore d’Italia spiega questo ultimatum, che vede purtroppo di nuovo sempre le solite associazioni scendere in campo a combattare battaglie immense affinché i diritti dei malati siano rispettati, quando lo Stato ha preposti affinché siano tutelate garanzie e tutele soprattutto di chi ha reali esigenze.

Mariangela Lamanna, siete di nuovo a chiedere quello che in realtà dovrebbe essere regolamentato per legge. Voi rappresentate quella fetta corposa di malati che dovrebbero avere tutele istituzionali soprattutto per progetti di assistenza, invece ora, dopo tante promesse vi ritroviamo con questo ultimatum dello sciopero della fame, che è un pugno allo stomaco per u paese civile.

«Siamo davvero allibiti di fronte all'atteggiamento gravemente menefreghista e strafottente della Regione Sardegna. Si sta facendo di tutto per smembrare un sistema collaudato che consente risparmi notevoli alla Sanità ed è al tempo stesso quanto di meglio possa esserci per la gestione domiciliare dei pazienti complessi. Costringere persone gravemente ammalate a protestare per la terza volta nel giro di pochissimi mesi, è disumano ed indegno. I politici devono risolvere i problemi dei cittadini, specie quelli più disagiati, non complicare loro ulteriormente l'esistenza. In un Italia in ginocchio, i disabili rappresentano una grande opportunità lavorativa perché necessitano di assistenti ma con i tagli che si vogliono effettuare tutti questi operatori perderanno il lavoro. Davvero non si capisce che tipo di politica si voglia portare avanti. O meglio, è talmente chiaro che trattasi di politica da marciapiede che si torna a protestare, su quel marciapiede dell'Assessorato alla Sanità della Regione Sardegna. L'ennesima vergogna dopo tante parole, da parte dei politici, al vento!»

Salvatore Usala ricorda, nel suo ultimatum, che la regione Sardegna aveva preso l'impegno pubblicamente a mantenere inalterati i fondi sociali per il 2015, impegno disatteso, ora vogliono immediatamente la correzione dei fondi in finanziaria in Commissione:”poiché – ricorda lo stesso Usala- ci sono gli emendamenti presentati dai consiglieri che vi appoggiano, basta approvare quelli (ve li allego) o fateli propri dalla Giunta, che ci fate bella figura. Il 10.12.2014 avete preso l'impegno di pagare il pregresso della 162/98, a distanza di due mesi nemmeno un euro è arrivato ai comuni. Vogliamo una data certa di liquidazione! Chi sono gli uffici che si arrogano il diritto di non mandare le comunicazioni relative ai rinnovi, come concordato con i precedenti assessori da anni? Spiegategli cos'è la trasparenza e l'accesso agli atti. Vogliamo la comunicazioni in contemporanea con i comuni,anche via E-mail.”
Un paese civile, non dovrebbe vedere malati gravi attaccati ai respiratoti dover fare lo sciopero della fame affinché siano rispettati diritti e tutele che dovrebbero garantire il decoro e il rispetto della dignità personale. Chiediamoci in che Paese davvero stiamo vivendo.




ROMA, MALATI DI SLA: "CURARMI NON E' UN REATO"

Presente anche Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista ed ex Ministro della Solidarietà Sociale del Governo Prodi II, che ha rilasciato delle dichiarazioni a L'osservatore laziale nel video servizio allegato all'articolo

 

Di Christian Montagna

Roma – L'art 32 della nostra costituzione afferma: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.

A questo si appellano i manifestanti che hanno protestato mercoledì 20 novembre dinanzi al ministero di Economia e Finanza in via venti settembre a Roma. Organizzata dal "comitato 16 novembre onlus" che combatte a favore dei malati di sclerosi laterale amiotrofica, la manifestazione ha come obiettivo la richiesta di fondi per un'assistenza dignitosa a domicilio. Ed è così che numerosi disabili accompagnati da tutor e infermieri alle ore 10,30 hanno occupato l'area antistante il ministero. Nei volti dei presenti lo sgomento e la stanchezza di chi lotta da tanti anni.

Malati, familiari e tutor non possono più aspettare. Chiedono a gran voce assistenza domiciliare in tutta Italia ed un facilitato accesso ai costi delle cure mediche. E' assurdo pensare che ancora non sia stato istituito un fondo cospiscuo per la non autosufficienza nella legge di stabilità. "Siamo tutti coinvolti e tutti colpevoli (dice uno dei manifestanti)non si possono costringere i malati alle cure in cliniche private".

Alle ore 12 in punto la tensione sale e dal ministero ancora nessuna risposta. I manifestanti occupano le vie circostanti bloccando il traffico locale. Bisogna fare in fretta cari ministri; ogni giorno che passa nel silenzio e nell'indifferenza può costare caro ai nostri amici disabili.

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