TERRA DEI FUOCHI E DISASTRO AMBIENTALE: SOTTACIUTE LE RIVELAZIONI DI CARMINE SCHIAVONE

Il Codacons fa ricorso collettivo al TAR dove le famiglie dei comuni colpiti possono partecipare per ottenere il risarcimento danni al Ministero dell’Ambiente, della Salute, alla Regione Campania, all’Arpac per aver omesso di intervenire sulla gravissima situazione in Campania

di Cinzia Marchegiani

Un paradosso cui nessuno vuole assuefarsi. Il disastro ambientale nella Terra dei Fuochi con un Governo spettatore e addirittura titolare dell’inchiesta anticamorra. Nel 1994, il commissario della Criminapol Roberto Mancini, seguiva i traffici illeciti nell’indagine sui traffici in Campania, dove i Casalesi e la camorra gestivano il trasposto e il versamento / interramento dei rifiuti nelle discariche e terreni agricoli, provenienti da ogni città nonché centrali nucleari. Nel 1996 Roberto Mancini, dopo una lunga e pericolosa indagine depositava un dossier raccapricciante su tutti i movimenti non solo dei rifiuti, ma le relazioni fra i vari personaggi della camorra, le istituzioni..insomma nomi e società che facevano soldi a palate sversando la morte.

I dettagli precisi e attendibili avevano aperto un immenso cratere di abusi immondi e purtroppo senza alcuna via di ritorno. Il dossier Mancini veniva consegnato alla Dda di Napoli, in quell’anno il Presidente del Consiglio era Romano Prodi e il Ministro dell’Interno Giorgio Napolitano…ma questo importante contributo rimase segreto.

I servizi del Commissario Mancini vennero poi indirizzati nella Commissione Parlamentare d’inchiesta che verteva proprio sul Ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, presieduta dall’Onorevole Massimo Scalia.

Ma tutta l’inchiesta parlamentare venne segretata, partendo dall’audizione di Carmine Schiavone che nel lontano 7 Ottobre 1997 collaborava con lo Stato rilevando un’intricata ragnatela di rifiuti tossici e veleni avvalorando quello che lo stesso Mancini aveva scoperto a sue spese, poiché colpito da un grave tumore di non Hodgkin (che lo stesso Stato ha ritenuto di rimborsare con 5 mila euro, e per cui è stata organizzata una petizione popolare su Change.org).

Un segreto di Stato che non ha volti ma solo vittime lasciate a vivere, costruire case ed edifici su quelle terre piene di morte e veleno, senza alcun deterrente di coltivazione su quei terreni che producevano ortaggi e pascolavano bestie per il commercio nostrano ed anche estero. Questa è l’amara verità. Uno Stato che si è macchiato del delitto più grande, quello di non arginare altre morti di cancro. Nell’ottobre 2013, solo a quasi vent’anni da queste rivelazioni, dopo la nota con il quale il procuratore nazionale antimafia dichiarava che non esistevano motivi ostativi nel rendere pubblico il resoconto stenografico dell’audizione di Carmine Schiavone (collaboratore di giustizia) e relativi atti, l’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati espresse all’unanimità il parere favorevole alla “declassificazione degli atti”. Qui potete leggere il documento desecretato

LEGGI QUI il dossier del 1997

Il Codacons i primi di gennaio 2014 è partito con una storica class action, e si rivolge a tutte le famiglie che abitano nei comuni toccati da questo disastro e scempio ambientale nonché istituzionale, per richiedere il risarcimento dei danni al Ministero dell’Ambiente, della Salute, alla Regione Campania, alle Asl all’Arpac per aver omesso di intervenire su questa situazione gravissima.

Il Codacons senza giri di parole affonda le accuse:”Tutti sapevano e nessuno ha fatto alcunché per evitare che – a causa dell’inquinamento dei terreni di rifiuti tossici e non, che hanno inquinato le falde acquifere – l’intero ecosistema andasse distrutto, con gravissimi danni alla salute, all’ambiente, alle colture, con intere produzioni alimentari distrutte. Numerose negli anni le commissioni parlamentari d’inchiesta sui rifiuti ma, nonostante ciò, nulla è stato fatto, e i terreni non sono stati bonificati, l’intervento dello Stato p totalmente assente”.
L’associazione Codacons fa riferimento anche al DL del 10 dicembre 2013 n.136 in cui viene previsto il monitoraggio e la classificazione dei suoli, l’accertamento dello stato d’inquinamento dei terreni, la riforma dei reati ambientali, l’accelerazione e la semplificazione degli interventi, oltreché risorse per le bonifiche indispensabili per il territorio: “troppo tardi per quanto riguarda la bonifica dei terreni (i Ministeri e le autorità locali sapevano della gravissima situazione da almeno 20 anni) totalmente inutile per quanto riguarda l’introduzione di reati penali per chi brucia i rifiuti.
La Class Action rivolta a tutti i comuni della Terra dei Fuochi per l’azione collettiva, chiede risarcimento di 10.000 euro a famiglia e l’azione penale, costituendosi parte offesa nei procedimenti penali pendenti contro le società e soggetti che hanno operato lo smaltimento illegale di rifiuti e contro le pubbliche amministrazioni responsabili di omesso controllo ed intervento.

Molte le procure che stanno indagando su questi reati commessi: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti ambientali inerenti il traffico illecito di rifiuti speciali, pericolosi e non; danneggiamento aggravato, disastro ambientale, falso e truffa aggravata di alcuni enti pubblici; l’illecita gestione e smaltimento di rifiuti smaltiti in corsi d’acqua (fiume Sabato); smaltimento imponente di masse di rifiuti speciali non pericolosi (fanghi tossici) provenienti dal ciclo di lavorazione di quattro impianti campani attraverso l’apparente trasformazione dei citati fanghi in cd impianti di compostaggio; smaltimento di rifiuti liquidi, provenienti dalle fosse settiche e dei lidi domiziani, attraverso conferimento illecito in fogna cittadina o canalette private che confluivano per i corsi d’acqua superficiali o rete fognarie pubbliche e rifiuti provenienti dalle navi attraccate a Napoli, attraverso tre impianti (Naturambiente, Sorieco, Frama) entravano e subito riuscivano senza lavorazione e depotenziamento della carica inquinante e venivano abbandonati su terreni agricoli e fondi in provincia di Foggia, Salerno, Avellino e Benevento.
Un disastro colpito dal silenzio che se rotto avrebbe potuto arginare altre morti e danni ambientali e della salute non solo dei residenti, ma di coloro che per anni si sono nutriti dei prodotti avvelenati dall’omertà.

Ora quelle riflessioni del ministro della salute Lorenzin, sui dati epidemiologici sul cancro sulle Terre dei Fuochi che dipendono da uno stile di vita….riecheggiano come pugnali inferi con troppa superficialità….

Un disastro di proporzioni infinite…
Difficile spiegare tutto questo ai nostri figli, poiché l’ecomafia ha divorato tutti i ruoli istituzionali lasciando terra bruciata, ora una sconvolgente realtà venuta a galla.