Regione Lazio: si discute la legge che abolisce le Comunità Montane e riordina gli Enti

 

Red. Politica

Regione Lazio – "Disciplina e conferimento di funzioni e compiti amministrativi ai comuni, a Roma capitale e alla Città Metropolitana di Roma capitale. Riordino delle forme associative tra gli enti locali e superamento delle comunità montane" Questo quanto sarà discusso la prossima settimana al Consiglio regionale del Lazio.


Silvestroni: "Tra Zingaretti e Raggi è improvvisazione al governo"  "Una legge che sarebbe dovuta essere discussa anni fa, il triste primato della Regione Lazio è quello di essere arrivata ultima tra tutte le regioni Italiane anche questa volta. – dichiara Marco Silvestroni presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d'Italia – AN presso la Città Metropolitana di Roma Capitale – In sostanza – prosegue Silvestroni – la Regione Lazio sceglie per paura di perdere competenze e poteri di non fare nulla e mortificare i piccoli comuni soprattutto quelli montani.
Per tutta risposta la sindaca Raggi convocata in audizione dalla Regione, ci tiene a precisare che lei   parla a nome del comune di Roma  e non parla a nome della Città Metropolitana dove per imposizione di legge, di questo governicchio, è automaticamente sindaco della ex provincia di Roma. Se questa legge dovesse essere approvata una fantomatica “conferenza” comincerà a pensare ai compiti che dovrà svolgere la città Metropolitana di Roma Capitale che dovrebbe essere quell’Ente che insieme a 120 sindaci dovrebbe offrire servizi, soluzioni, risorse e una pianificazione territoriale per oltre un milione e settecentomila cittadini e che  per colpa del PD di Zingaretti e della Grillina Raggi non avranno proprio niente.


L’improvvisazione potrebbe essere qualcosa di positivo  nelle arti dello spettacolo, ma non nel Governo di un territorio, dove ci vuole preparazione, coraggio, competenza e visione politica, tutto quello che manca a Zingaretti e alla Raggi. il 22 Novembre questa legge verrà discussa in Consiglio Regionale e la Raggi non ha convocato neanche il consiglio metropolitano di Roma Capitale per avere indirizzi e proposte dai consiglieri eletti, ne tantomeno i sindaci dei 120 comuni che subiranno ulteriori mortificazioni e ingerenze soprattutto i sindaci delle piccole comunità per non parlare dei comuni montani.
Un caos che si aggiunge a caos, a  15 giorni dal voto referendario per decidere su una modifica costituzionale fatta malissimo, che sta dilaniando il PD, arriva anche  una legge regionale inconsistente che se approvata  produrrà conflitti normativi e stagnazione che si andrà ad aggiungere alla confusissima  legge Delrio, quella che doveva cancellare le provincie e che ha creato l’automatismo che il sindaco di Roma è anche sindaco della città metropolitana in palese contrasto con il principio fondamentale della sovranità popolare.
 
La sindaca Raggi ha l’obbligo politico di difendere il territorio provinciale e quel milione e mezzo di cittadini e qui 120 sindaci che meritano chiarezza e certezza su quelle che sono le funzioni e le competenze della città metropolitana di Roma Capitale e non una inconcludente “conferenza”. Giustificare colpevoli ritardi decisionali con un “noi siamo stati eletti da poco la colpa è di altri” e difendersi  con l’improvvisazione non ha mai pagato, ma soprattutto non rende un servizio ai cittadini. Facesse ciò che reputa più opportuno e più giusto ma blocchi questa legge e democraticamente porti sul tavolo di Zingaretti le proposte del consiglio metropolitano e della conferenza dei sindaci su quelle che saranno le funzioni e competenze della Città Metropolitana che avrebbe dovuto aver chiare il giorno che si è candidata, oggi le scuse non servono.
 




LAZIO COMUNITA' MONTANE: FINITI TUTTI I SOLDI

C.R.
Le comunità Montane dell’hinterland laziale non hanno più soldi neppure per amministrare. Dagli organi centrali regionali non arrivano più neanche i fondi necessari per il normale funzionamento dell'attività amministrativa. Una richiesta condivisa, quella fatta alla Regione dalle Comunità Montane, nel chiedere lo stanziamento nel bilancio regionale delle somme necessarie per fronteggiare le spese vive di funzionamento comprese quelle relative agli stipendi del personale dipendente. Si chiede, inoltre se per l'anno 2011 verrà ripartito l'importo promesso dall'assessore Cangemi nella riunione di giugno di un anno fa di 4.500.000,00 in aggiunta a quello di Euro 2.500.000,00 già liquidato. Anche tale somma è indispensabile per coprire le spese fisse e obbligatorie e permettere di chiudere il conto consuntivo dell'anno 2011. “L’incertezza che aleggia sul destino delle comunità montane della Regione Lazio, non può ripercuotersi sui dipendenti – fa sapere il consigliere regionale del Pd, Francesco Scalia – La Giunta Regionale deve impegnarsi a garantire la copertura finanziaria quantomeno per gli stipendi. Ormai i bilanci degli enti montani sono pari a zero,  ma il futuro di 108 famiglie deve essere assolutamente tutelato“.
 




REGIONE, AL VIA LA SOPPRESSIONE DI 22 COMUNITA' MONTANE DEL LAZIO

Redazione

Riduzione dei costi, massimo rigore nelle spese correnti,  valorizzazione degli enti locali e ammodernamento della macchina burocratica della Regione Lazio. Ovviamente salvaguardando dipendenti e posizioni contrattuali: sono questi gli obiettivi della proposta di legge regionale per il riordino delle forme associative degli enti locali, che prevede la soppressione delle 22 Comunità Montane del Lazio, alla quale la Giunta Polverini ha dato il via libera nell’ultima seduta della scorsa settimana.
Lo ha dichiarato, soddisfatta per l’iniziativa intrapresa che sta ottenendo consensi unanimi in un periodo in cui la parola d’ordine è risparmiare, Annalisa D’Aguanno, vicepresidente regionale della commissione Lavoro, politiche sociali e giovanili: "Questo provvedimento, come ha avuto modo di ricordare anche la presidente Polverini, costituisce è il primo vero intervento di riordino delle forme associative degli enti locali e si inserisce nell’ambito della politica di contenimento dei costi che la Regione Lazio ha messo in campo fin dal suo insediamento. La proposta di legge va inoltre nella direzione indicata nella normativa nazionale, che impone uno stretto rigore sulle spese correnti. Naturalmente – ha proseguito la D’Aguanno – non ci sarà alcuna penalizzazione per i lavoratori che, in accordo con le organizzazioni sindacali, saranno ricollocati, mentre le funzioni degli enti saranno trasferite ai comuni competenti".
Ma c’è di più: "Lo scopo di questa proposta di legge – ha aggiunto Annalisa D’Aguanno – è anche quello di valorizzare di più e meglio gli enti locali, promuovendo al contempo il fondamentale processo di ammodernamento della macchina burocratica della Regione Lazio per cui la Giunta è impegnata".

I dati: attualmente nel Lazio ci sono 22 comunità montane che contano 108 dipendenti a tempo indeterminato, 42 contratti a tempo determinato e 287 contratti a tempo determinato a cui si fa ricorso in specifici periodi dell’anno.