NEMI, IL CENTROSINSTRA TORNA SUL CASO ILCESA: E' STATO GIUSTO O NO FERMARE LA CEMENTIFICAZIONE PREVISTA DAL PIANO REGOLATORE DEGLI ANNI '70?

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Massimo Dionisi – Partecipazione Democratica 

[ LA VIDEO CONFERENZA DI VAIRO CANTERANI SULLA QUESTIONE ILCESA ]  Anche in fondo al presente articolo

Nemi (RM) – Nemi affascinante e particolare territorio,  meta preferita dai turisti italiani e stranieri che visitano Roma e i siti  più importanti e suggestivi della provincia romana. Scelgono  Nemi poiché,  nel tempo, ha, con caparbia fatica, mantenuto quasi inalterate le bellezze del suo territorio, diventando il fiore all’occhiello dei Castelli Romani.

 E non è stato facile, perché anche nel piccolo  territorio nemese, dagli anni “70 la spinta alla speculazione edilizia, all’equazione stolta- sviluppo=cemento- è stata fortissima come su tutti i Castelli Romani. 

Complice una classe di politici e amministratori locali incapace di resistere a quelle spinte, vuoi per mancanza di sensibilità e cultura dell’ambiente, vuoi perché  collusa con i costruttori, il territorio degli altri paesi Castellani è stato, nell’ultimo trentennio, devastato e degradato,  compromettendo irreparabilmente le risorse tipiche dell’intera area ricca invece di storia, cultura, folklore e non ultime tipicità agro-alimentari. Anche a  Nemi,  agli inizi degli anni ’70, le amministrazioni democristiane  approvarono  un  Piano Regolatore Generale (PRG) che da un numero di abitanti, da sempre stabile fra i 1600/1800 , prevedeva tante nuove abitazioni sparse ovunque,con un incremento abitativo che avrebbe portato il totale a  15000/16000 abitanti.

Uno scempio.

In pratica ogni pezzo di territorio, dalle Vallette a Pontecchio sarebbe potuto essere  coperto da una colata di cemento, con pesanti ripercussioni in termini di degrado ,  consumo di territorio  e risorse naturali, in primis l’acqua. Se oggi Nemi è rimasto un luogo di una bellezza estrema, come lo definì Byron, è perché quello scempio si è riusciti con fermezza a bloccarlo. Certo che cancellare previsioni di PRG pesantemente espansive e che avevano attirato su Nemi le mire di molti “palazzinari” castellani non è stato semplice e ancora adesso vi sono strascichi giudiziari con chi non avendo potuto speculare cerca “indennizzi”. Oggi, prima di qualunque disquisizione sull’argomento, prima di lanciare accusare e  “linciare” pubblicamente ex amministratori, prima di nascondere proprie presenti e future  incapacità dietro al risarcimento ILCESA, per correttezza le forze politiche nemesi  dovrebbero esprimersi pubblicamente  su di   un punto fondamentale: è stato giusto fermare quanto previsto da quel PRG? Noi siamo fermamente convinti che è stato giusto. Che  quelle previsioni urbanistiche, se attuate,  avrebbero aperto scenari disastrosi  con possibili effetti devastanti per la nostra comunità. Non solo. Siamo fermamente decisi a contrastare chiunque, in futuro,  abbia in mente qualcosa del genere.

 Le altre parti in campo, che nell’ultimo periodo, hanno detto di tutto  attraverso  l’etere o in sedute di consiglio comunale  contro quella strategia di tutela del territorio come la pensano? Chiariscano, una volta per tutte,  questo punto. Escano da un equivoca posizione che li ha visti in questi anni porsi solo come amministratori “vittime” di una situazione da altri creata e costretti a ripararne i guasti, continuando ad alimentare stucchevoli polemiche sull’argomento, dando l’impressione che alle amministrazioni di sinistra, che hanno cancellato quelle previsioni di insensato sviluppo edilizio, rimproverassero il fatto di  aver avuto l’ardire di mettersi contro  il potere dei costruttori castellani. Alberto Bertucci / Giovanni Libanori – Alessandro Biaggi / Cinzia Cocchi e gli  altri dell’ultima ora, prima di lanciare accuse chiariscano ai cittadini prima di tutto questo importante punto: 

È  stato giusto fermare lo scempio previsto da quel piano regolatore? 

Fermare quel PRG è stato un pericolo scampato per Nemi oppure una opportunità mancata?

All’inizio degli anni ’80 ad un’ amministrazione della democrazia cristiana ne subentrò una del  partito comunista, giovane e con grande sensibilità per la tutela ambientale, che ereditato quel PRG, lo modificò e ridusse, una prima volta nel 1985 da circa 16000 abitanti a 7000/8000, affrontando già allora cause e battaglie contro i “palazzinari”, per salvare in particolare, l’area pregiatissima di Pontecchio.

Nel frattempo  il partito della cementificazione castellano ( allora molto forte con padrini trasversali sia a destra che a sinistra ) si era messo  in moto,  acquistando i terreni interessati dal PRG. Numerose  società di costruzioni erano scese in campo “fiutando” l’affare Nemi. Quindi,  qualunque intervento riduttivo dei mc previsti da quel  piano, sarebbe andato a  colpire gli  interessi particolari di queste.   Nel 1992 con  una variante al PRG  di salvaguardia, si ridussero  ancor più drasticamente i  mc di cemento. Si avviò così  un’altra guerra dei ricorsi  dei costruttori fra Tar e Consiglio di Stato.  Nel ’95 la sentenza del Consiglio di Stato lo annulla con la motivazione che si erano ridotte le cubature solo all’edilizia privata mentre si erano lasciate intatte quelle di edilizia popolare. L’amministrazione reiterò il PRG di salvaguardia con modifiche di recepimento della sentenza, cancellando alcune cubature destinate a zone  167. Nel frattempo intervenne la perimetrazione del Parco dei Castelli Romani che includeva tutto il territorio comunale. Contestualmente l’amministrazione di sinistra agevolò l’ edilizia privata legata ai restauri ed al riuso di manufatti abbandonati o fatiscenti del centro storico ed urbano per non sacrificare ulteriormente quegli operatori privati che volevano investire in modo alternativo e sostenibile  in linea con la vocazione turistica e  di salvaguardia del territorio nemese.  Soluzione  intollerabile  per  dei costruttori che  avevano  come unico interesse quello di  costruire e far fruttare al massimo  i loro terreni e che perciò fecero altri ricorsi.  

Nel ’99 cambio di colore amministrativo. A Canterani (sinistra)  subentrò Biaggi(destra). Nel 2001 l’amministrazione comunale,  della quale erano parte attiva anche alcuni degli attuali amministratori, sindaco compreso, produsse un  nuovo PRG, attraverso  il quale  venivano  ripristinate alcune zone  abitative, precedentemente cancellate, destinandole all’edilizia pubblica.

Considerazione:  la strategia messa in atto dalle precedenti amministrazioni, al di là se condivisa in toto o  meno, mirava comunque  a  fermare un  progetto che, potenzialmente,  poteva avere effetti disastrosi per l’intera comunità nemese. E, poi,  c’erano le azioni giudiziarie in atto   dei costruttori contro il Comune. Sarebbe stato logico, quindi,  che i nuovi inquilini dell’Ente proseguissero nel solco tracciato dai predecessori  continuando  a sostenerne i provvedimenti. Eventuali ripensamenti avrebbero, infatti,  esposto l’Ente al pericolo di  soccombere  nei    ricorsi in atto.  Con il nuovo PRG invece si scelse di cambiare. Una evidente sconfessione dell’impostazione precedente e soprattutto un grave errore tattico. Vediamo perché.

Se ci fosse stata condivisione sul fatto che la posta in gioco  era quella di  un  territorio messo in pericolo da chi ne voleva fare solo un  affare personale,sarebbe stato logico proseguire nel solco tracciato dal predecessore  mantenendo il punto sulla non edificabilità in todo  e   affrontando i ricorsi dei costruttori che puntavano ad evidenziare la disparità dei provvedimenti dell’Ente che favorivano solo l’edilizia pubblica.  Invece si mise  mano ad un nuovo PRG con il quale l’amministrazione Biaggi  aprì ad un  nuovo e  parziale  consumo di territorio,  commettendo, secondo noi, un gravissimo errore  tattico,  destinando questa nuova edificabilità all’edilizia pubblica. Come dire,  a Nemi si poteva   tornare a costruire, però  solo case popolari. Un autogol clamoroso. Era proprio l’accusa che i costruttori sostenevano  nel ricorso contro la giunta Canterani.  Praticamente  andò a rafforzare  quella che era l’accusa dei costruttori nei confronti dell’Ente nei precedenti ricorsi. Infatti nel 2002 i costruttori chiesero  il dolo e quindi che venisse riconosciuto loro un risarcimento. Nel 2010 il TAR da  loro ragione. L’amministrazione  Cocchi/Biaggi/Libanori/Bertucci avrebbe avuto un’altra carta da giocarsi: quella di un ricorso al Consiglio di Stato , evidenziando le ragioni che a suo tempo motivarono l’azione dell’ente: l’interesse pubblico-la tutela dei valori storico-ambientali, archeologici, sociologici, territoriali della comunità nemese, riconosciuti in seguito da enti sovra comunali (regione-provincia-ente parco-sovrintendenza archeologica). Invece, inspiegabilmente,decisero  di non ricorrere al Consiglio di Stato e la  sentenza divenne esecutiva

Recentemente il TAR ha quantificato  il danno ai costruttori a 300.000 euro. Purtroppo Bertucci e la sua giunta hanno deciso di non ricorrere al Consiglio di Stato contro questa sentenza. Altro errore gravissimo. Nell’interesse della nostra comunità,  il Comune di Nemi avrebbe avuto il dovere di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che condanna l’Ente a risarcire alla società Ilcesa circa 300 mila euro. 

All’azione ricorrente avrebbe dovuto  altresì garantire  adeguato e convinto sostegno inteso ad evidenziare, non solo la ingiusta pretesa di risarcimento a fronte di un già avvenuto sostanzioso guadagno, ma, soprattutto,  i principi che hanno ispirato  le scelte politico-urbanistiche delle amministrazioni di centrosinistra,  riconducibili esclusivamente all’obiettivo di salvaguardare la nostra cittadina  da un attacco speculativo imponente che avrebbe devastato  il  territorio e stravolto  la sua comunità. 

Invece in questo modo , la giunta Bertucci  oltre a sconfessare i principi ispiratori suddetti,  in modo implicito, fa un ulteriore ammissione di colpa  che, in caso di ricorso al Consiglio di Stato della contro parte (ILCESA)  pone  quest’ultima  in una posizione di indubbio vantaggio, ed espone l’Ente a rischi economici ben più elevati.

Da anni, ormai, la questione Ilcesa tiene banco nella quotidiana razione di critiche che investe Nemi.  Una  vicenda  che  oggi viene  evocata anche come spettro di future disgrazie economiche che porterebbero  l’ente al dissesto economico.

“Se in futuro verranno meno i servizi essenziali per la comunità, la colpa è degli ex amministratori (passati e recenti) che con i loro errori hanno  dato origine alla storia” sono più o meno le parole  usate dal sindaco Bertucci in uno degli ultimi Consigli  in cui venivano resi noti alla cittadinanza l’entità del risarcimento, stabilito dalla recente sentenza del TAR, (300 mila euro) che il Comune è chiamato a risarcire alla società Ilcesa.

Agitare questo “fantasma” è pretestuoso. Infatti nelle casse del Comune sono da tempo già state accantonate somme ampiamente sufficienti (avanzo economico già accantonato circa 500.000 Euro) senza dover intaccare i servizi ai cittadini. Non vorremmo che questo mettere le mani avanti del sindaco  Bertucci sia propedeutico a coprire eventuali mancanze conseguenti   la sua incapacità amministrativa. 

Ultima considerazione: se non avessimo avuto altre opzioni, se non ci fossero state strategie alternative a quelle che hanno portato all’ultima sentenza del TAR ( abbiamo visto che invece c’erano) , comunque crediamo che per la  comunità nemese, questi 300 mila euro sono un danno  infinitamente minore rispetto   allo sfracello ambientale che si prospettava sul suo territorio e i costi che avrebbe dovuto affrontare per servizi come strade-fogne-acqua– e quelli non quantificabili dovuti al fatto che alterare profondamente e irreversibilmente questo territorio ne avrebbe di fatto cancellato la vocazione altamente turistica e di attività legate alla cultura, alla storia e all’ambiente, settori che hanno potenzialità economiche nel tempo durature ed eco-compatibili.

Il consigliere Giovanni Libanori, in un recente Consiglio Comunale, ha promesso un dibattito pubblico sull’argomento.

Attendiamo fiduciosi !

 

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COTRAL, IL CONSIGLIERE CDA GIOVANNI LIBANORI CONTESTA TITOLO E PARTE DELL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE LAZIALE

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Di seguito si pubblica la richiesta di rettifica da parte del consigliere di amministrazione Cotral SpA Giovanni Libanori:

In riferimento agli tabella pubblicati sul quotidiano online "L'Osservatore laziale", in data 01.07.2013, dal titolo "Roma, Cotral. Paura per la perdita della poltrona: si manifesta o si strumentalizza?", a firma di Chiara Rai, il sottoscritto Giovanni Libanori, nella sua qualità Consigliere di Amministrazione di Cotral SpA, chiede formale rettifica del titolo e di parte dei contenuti dell'articolo in quanto ritenuti lesivi della propria dignità personale e istituzionale, oltre che denigratori per la propria immagine. In particolare, nell'articolo, che riferisce della protesta dei lavoratori Cotral Spa dovuta ad ritardato pagamento della 14a mensilità, si legge che "…in mezzo a loro, c'era il Consigliere del CdA Cotral Giovanni Libanori…". A tal proposito, come si evince dalla sequenza dei comunicati stampa inviati anche alla vs testata dall'ufficio stampa Cotral, é su iniziativa del sottoscritto che si é svolta la protesta dei dipendenti davanti la sede di Atac Spa. In secondo luogo, nell'articolo si legge che "…Lui non é un lavoratore… ma un politico…", intendo precisare che conosco perfettamente le problematiche dei lavoratori perché io stesso, oltre ad essere un politico, sono prima di tutto un uomo che lavora nel suo campo professionale da circa venticinque anni. Certamente, la politica non mi distoglie da quelle che sono le problematiche sociali che decido di affrontare. Quanto, poi, alla parte in cui si fa espressamente riferimento "…al suo facoltoso stipendio o al suo personale autista…", tengo a precisare che il compenso corrisponde a quanto stabilito da una delibera dell'Assemblea dei Soci Cotral indistintamente per ogni membro del CdA e che non si tratta di una cifra così facoltosa come subdolamente si vuole far credere all'opinione pubblica. Mentre la dotazione di un autista é legata alle esigenze di servizio: Cotral, come tutti sanno, é un'azienda di trasporto extraurbano, con strutture e impianti presenti in tutto il territorio del Lazio e va da se che si rendono spesso necessari spostamenti per risolvere le problematiche che, di volta in volta, si possono verificare. Per concludere, alla luce di quanto detto, appare del tutto fuori luogo il contenuto del titolo dell'articolo che avrebbe dovuto semmai focalizzarsi all'oggetto vero e proprio della notizia che era la manifestazione dei dipendenti indetta per il ritardato pagamento della 14a mensilità.

Si chiede, pertanto, al fine di ottenere una attitudine informativa equivalente alla notizia ritenuta diffamante e di soddisfare l'esigenza legittima del sottoscritto di riportare la propria verità in merito ai fatti esposti, di volere pubblicare la presente rettifica integralmente, con il medesimo rilievo della stessa notizia e secondo i tempi previsti dalla legge. In difetto e nel perdurare di tale atteggiamento persecutorio che va avanti da mesi attraverso la pubblicazione di tabella pretestuosi e al limite della diffamazione da parte della Vs testata nei miei confronti, mi vedrò costretto a far valere le mie ragioni nelle sedi opportune.

Giovanni Libanori

Consigliere di Amministrazione Cotral SpA

 

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NEMI: DOPO 5 ANNI RIAPRE LA STRADA DEL LAGO

Redazione

"Il prossimo giovedì 21 febbraio, dopo 5 anni di chiusura, a Nemi riapre la strada del Lago, unica arteria che collega il centro del paese allo specchio lacustre". Così in una nota l'Ufficio Stampa Comune di Nemi. "La riapertura della Nemi-Lago è un risultato di grande importanza per il paese castellano visti i riflessi che ciò avrà sull'economia e la viabilità del territorio", hanno dichiarato il sindaco Bertucci e il consigliere Libanori. (omniroma.it)

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NEMI, TACCABANDA: LE ESTERNAZIONI DEL PANCONSIGLIERE GIOVANNI LIBANORI

"L’omino di “Taccabanda” che, nonostante sia volenteroso, si capisce subito che non può mettere utilmente insieme i suoni della grancassa, dei piatti, dei sonarelli e del fischietto senza rischiare seriamente di diventare caricaturale e ridicolo."

 

Redazione

Nemi (RM) – A seguito di esternazioni che in questi giorni sono uscite dalla bocca del consigliere di maggioranza ed ex aspirante presidente del Consiglio comunale di Nemi nonche' esponente Udc e Consigliere Cotral  Giovanni Libanori, il quale non ha aggiunto ne tolto (con le sue ultime dichiarazioni) nulla a quella che ormai si è consolidata come una sua dialettica caratteristica e inimitabile che lo contraddistingue. Oltre a sentenziare e dare giudizi dal basso di chi sa quale dei suoi scranni, si è nuovamente lanciato in audaci promesse. Chissà se finiranno come le pregresse? Ma non si è fermato qui. Ha osannato l'opera di un assessore, ma non per le sue dirette qualità e attività di amministratore, bensì in quanto "operaio e assessore". Forse a Libanori è sfuggito il fondamentale principio per cui un assessore comunale non dovrebbe svolgere altre funzioni o meglio mere "faccende domestiche" come mettere la carta igienica ai bagni distogliendo l'attenzione dal suo diritto dovere di offrire un puntuale servizio pubblico ai cittadini svolgendo proprio gli oneri dell'assessore comunale (interagire anche a livello politico con Enti sovra comunali per reperire finanziamenti, seguire con minuzia e dovizia le deleghe affidategli, organizzare eventi che promuovano e valorizzino il proprio assessorato, fornire delle direttive di indirizzo riguardo le numerose attività di sua diretta spettanza.

Con piacere riceviamo e pubblichiamo la nota di Insieme per Nemi:

“Taccabanda!”, come dire: parola in libertà, giusto per dire!

E’ la prima impressione che abbiamo avuto, caro direttore, leggendo l’intervista a Giovanni Libanori, apparsa recentemente su un giornale online locale dei Castelli Romani e su altre testate giornalistiche.

Non è consueto per i lettori poter rilevare in così poche righe tante imprecisioni, accompagnate da approssimazioni e da tanta inconoscienza, proprio come fa l’omino di “Taccabanda” che, nonostante sia volenteroso, si capisce subito che non può mettere utilmente insieme i suoni della grancassa, dei piatti, dei sonarelli e del fischietto senza rischiare seriamente di diventare caricaturale e ridicolo.

Certo, la voglia più forte è quella di contestare innanzitutto le affermazioni politiche contenute nella intervista, come quella che il gruppo Libanori-Palazzi-Bertucci avrebbe vinto le elezioni nonostante i pochi giorni di campagna elettorale avuti a disposizione.

Ma l’illustre intervistato dimentica, forse non sa, oppure finge di non sapere, che Bertucci la campagna elettorale l’ha fatta per tutto l’anno di commissariamento. E fin qui ci può pure stare! Ma per quella strisciante e laida fatta per i due anni dalla consigliatura Cocchi, dal 2009 al 2011, come la mettiamo?

E’ stato come avere una serpe nel seno che ha distribuito veleno a piene mani, diffamando l’impegno amministrativo degli altri colleghi di quella Giunta alla quale pure apparteneva, dipingendoli come inetti ed assenti.

Lui si che era bravo: gironzolava tutti i giorni tra i bar e le piazze, presente e sedicente efficiente ……tanto erano gli altri a lavorare! 

Domanda di rito: ora che deve lavorare come primo cittadino, come mai non è più così presente in giro nelle piazze e nei bar?
Ma nel contenuto di quella intervista si può pescare ben altro e a piene mani!
Vediamo un po’!
Afferma Libanori, testualmente: “Avevamo promesso ai cittadini che nei primi cento giorni avremmo fatto delle cose e le abbiamo fatte”.

Per Bacco e per rispetto del lettore: dì almeno quali!!! Altrimenti qualcuno è legittimato a ritenerti soltanto un Taccabanda ed un imbonitore. E questo è soltanto un doveroso giudizio politico, intendiamoci!

A questo punto l’intervistato, attivato evidentemente da un soprassalto del proprio inconscio, pensa di sciogliere ogni più che legittimo dubbio sulle cose fatte, rammentando che queste “tante cose” poi non sono altro che la “programmazione di tutte le attività ludiche”.

Sospendendo momentaneamente ogni giudizio su cotante affermazioni, ricordiamo al “panconsigliere” intervistato che l’unica attività ludica seria, che i cittadini ed i bambini dei cittadini si aspettavano dal Sindaco, era quella della “Ludoteca Comunale”, ancora irrimediabilmente chiusa. Altro che fagioli e cocomeri, mesti e tristi come il rituale logore della più mesta e triste delle Feste dell’Unità.

Dove però il “panconsigliere” Libanori si supera, mettendo a soqquadro la memoria storica, il buon senso e la paziente disponibilità all’ascolto di tutti i lettori, è con le tre seguenti splendide perle:

PRIMA PERLA: sfodera il suo grande e sempre riconoscibile buonismo con la mozione del “volemose bene…., la campagna elettorale è finita….., abbassiamo i toni…., rendiamo più praticabile e civile il confronto ….”. Poi, evidentemente vittima della némesi che si annida nella sua psiche, si scaglia ancora una volta contro “certa minoranza” e “certa stampa prezzolata”. Ma allora sta’ campagna elettorale è finita o no?  Ce lo dica una volta per tutte e dica, soprattutto ai cittadini, che cosa vuole fare da grande, oltre che una splendida carriera politica e di sottogoverno al di fuori di Nemi, che peraltro noi tutti gli auguriamo di cuore.

SECONDA PERLA: a parere del “panconsigliere” Libanori, che lo afferma nonostante la sua diuturna frequentazione dei locali comunali, che la strada del Lago “è chiusa da 12 anni!”. Ma quando mai! Memoria corta e labile. Ma non basta! Travolto dal suo delirio di onnipotenza, promette di risolvere ogni problema promettendo la riapertura della strada addirittura per Natale! Ma di cosa parla l’illustre intervistato? Lo sa che i pochi lavori fatti non hanno interessato la strada provinciale del Lago? Vada a chiederlo ai tecnici ed agli Amministratori della Provincia e, se non ha avuto il buon senso e la prudenza di informarsi prima di parlare, lo faccia ora e poi rilasci una nuova intervista con tutte le doverose precisazioni del caso. Oltre, ovviamente, alle scuse ai Cittadini ancora una volta presi per il …….naso. Altro che semplice problema burocratico! Se continua questo andazzo, Bertucci la strada del Lago non la riaprirà nemmeno per il Natale del 2050, ammesso che dopo il 2013 possa ricoprire ancora la carica istituzionale di primo cittadino di questo Comune.

TERZA PERLA: l’uscita sul PRG è come la ciliegina sulla torta. Quando la consigliatura Biaggi adottò l’attuale PRG, il “panconsigliere” Libanori già frequentava i locali Comunali, ma come fanno tanti bambini intelligenti anche allora non si applicava. Altrimenti ricorderebbe che il “Piano Integrato delle Vallette” fa parte di quel PRG e non vi è bisogno di alcun incremento normativo per farlo decollare.

Piuttosto giova rammentare a tutti che su questa materia, in campagna elettorale, il Bertucci ha preso tanti voti promettendo l’immediata soluzione di ogni problema progettuale e, addirittura, l’eliminazione dell’IMU. Ad oggi, però, i fatti lo hanno di nuovo pesantemente sbugiardato. Ad oggi, infatti, la progettazione edilizia di quella parte di territorio comunale non ha fatto nessun passo in avanti e l’IMU è puntualmente in scadenza di pagamento. Come la mettiamo, egregio “panconsigliere” Libanori?
Caro Direttore, costoro conquisteranno un briciolo di credibilità, solo quando, bandendo le ciance, metteranno in moto lo Scuolabus, per il quale il Sindaco Bertucci è rinviato a giudizio; quando riapriranno la Ludoteca Comunale; quando spiegheranno ai cittadini il perché ed il per come hanno perduto tanti finanziamenti pubblici; e quando rispetteranno le più elementari regole democratiche del confronto dialettico tra le parti, anche rispondendo alle interrogazioni comunali dell’opposizione.

Teniamo a precisare, caro Direttore, che il suddetto elenco è soltanto indicativo e non esaustivo di una problematica infinita, che finirà per schiacciare, irrimediabilmente, la credibilità di questo “gruppetto” limitato in tutto, fuorché nell’autoreferenzialità.

Guadagnato questo briciolo di credibilità, allora sì che il “panconsigliere” Libanori si potrà permettere il lusso di farsi intervistare, perché no, anche dal “Corriere della Sera”!
                                    INSIEME PER NEMI

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