ALBANO TERMOVALORIZZATORE, IL DELEGATO AI RIFIUTI FA CHIAREZZA SULLA SCOTTANTE VICENDA CHE STA SCONVOLGENDO I CASTELLI ROMANI

Redazione

La sentenza del Consiglio di Stato sull’Inceneritore di Roncigliano, anche se anticipata dal Ministro Clini, ha spiazzato un po’ tutti. Da quando è uscita si è scatenato un putiferio di dichiarazioni, attribuzioni di colpa, proclami e rimpianti. Luca Andreassi è l’incaricato del sindaco di Albano per i rifiuti. Con lui abbiamo provato a fare un po’ di chiarezza sulla questione inceneritore.

Consigliere, come commenta questa sentenza?
Una sentenza assurda che significa far west. Ha ribaltato la decisione del TAR e consente, di fatto, la realizzazione dell'inceneritore ma, allo stesso tempo, blocca il finanziamento CIP6 all'opera. E fa questo non riconoscendo al TAR la competenza di esprimersi su questi temi.  La sentenza e tutto quello che è accaduto dimostra che non si è più proprietari nemmeno del proprio territorio


Sembra di capire che in futuro questa sentenza potrebbe rivalersi anche su altri territori?

D’ora in poi ogni Regione potrà fare quello che vuole: è sufficiente dimostrare di essere in regime emergenziale. Questo non solo è folle ma costituisce un precedente pericoloso.


Che cosa avete intenzione di fare, come comune di Albano?
Noi andremo avanti convocando immediatamente il tavolo dei sindaci e stabilendo le procedure per il ricorso alla Corte Europea. Stiamo ragionando su un'assemblea pubblica da fare dopo la conferenza coi sindaci. Non è finita. Non ci arrendiamo. E' la mia priorità assoluta come delegato ai rifiuti.


Con questa sentenza si bloccherà anche la strada che porta alla raccolta differenziata?

No, al contrario, continueremo con ancora maggiore energia ad investire nel progetto della raccolta differenziata (che partirà ad ottobre) che riteniamo essere l'unico strumento per ovviare alla costruzione di inutili e nocivi impianti.


Forse se fosse partita prima, si sarebbe potuto evitare la costruzione del termovalorizzatore…

Sfatiamo il luogo comune che se i comuni dei Castelli avessero fatto la raccolta differenziata, l'inceneritore sarebbe stato bloccato. L'inceneritore è l'inceneritore di Roma e serve a risolvere i problemi di Roma.


Sembra di percepire una certa critica a come viene condotta la politica di Roma nei confronti delle aree circostanti.
Roma è Roma Capitale quando si tratta di prendere i finanziamenti statali. Diventa Area Metropolitana quando si tratta di scaricare in Provincia campi nomadi, discariche ed inceneritori. L'impegno per la differenziata porta a porta non solo non si indebolirà ma trarrà un'energia ancora maggiore da questa vicenda incresciosa.

In questo momento più che mai è necessaria la domanda delle domande, perché non è giusto fare di tutta l’erba un fascio. E’ giusto distinguere, è giusto attribuire le responsabilità. Chi ha voluto l’Inceneritore di Albano e soprattutto ad Albano?
Oggi sono tutti contrari. Ma l'ubicazione dell'inceneritore ad Albano nasce a seguito di una proposta dell'allora Sindaco di Albano Marco Mattei all'allora Presidentre della Regione Lazio Pietro Marrazzo per la realizzazione di un impianto autoctono per i Castelli.

Allora ce n’era necessità?
L’impianto come detto da tutti era senza senso economicamente parlando, quindi il Sindaco Mattei mentiva sapendo di mentire. In questo modo però ha dato la possibilità ad un imbarazzato Marrazzo di risolvere un problema enorme che aveva. L’ex presidente della Regione si è detto: “Se addirittura è dal territorio mi chiedono di fare l'inceneritore, perché negarglielo?”
 




LAZIO RIFIUTI. ABBONDATI (SEL): “PAUSA MINISTRO CLINI SPAZZI VIA STUDIO REGIONALE”

Redazione

“Quanti si rallegrano della Sentenza del Consiglio di Stato che ha rimesso in vita il gassificatore di Albano, sforzandosi di dimostrare che questa è la soluzione per chiudere la discarica, dovrebbero spiegare perché a distanza di sei anni dall’autorizzazione del gassificatore di Malagrotta, la discarica più grande d’Europa, dopo l’ennesima proroga, è ancora lì a violentare  la Valle Galeria”. Lo dichiara Guglielmo Abbondati, Coordinatore regionale di Sinistra ecologia e libertà del Lazio.
“Ci piacerebbe anche sapere – prosegue Abbondati – come è possibile infilare  3 milioni di metri cubi di rifiuti in una buca che ne potrebbe contenere neanche un quinto. Stiamo parlando di Pian dell’Olmo, uno dei 7 siti indicati nello studio preliminare, area considerata ad elevata vulnerabilità per ciò che riguarda le risorse idriche e nella quale sono presenti due grandi presenze naturali, la Riserva Naturale regionale della Marcigliana ed il Parco Regionale di Veio”.
“Spero che la pausa decisa ieri dal Ministro Clini – conclude Abbondati – serva a fare piazza pulita dello studio preliminare della Regione, un documento approssimativo e inadeguato, fin qui capace di produrre soltanto diffusa e comprensibile indignazione nelle comunità locali, messe di fronte al perverso gioco del toto discariche. Ciò che non può succedere è che il dopo Malagrotta porti alla fine una nuova Malagrotta”.