Covid, diminuiscono contagi e decessi: in calo anche i ricoveri in intensiva

Sono 60.381 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri i contagiati erano stati 63.837.

Le vittime sono 199, in calo rispetto alle 207 di ieri. Il tasso è al 20,3%, in lieve calo rispetto a ieri quando era al 21%. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 296.304 tamponi. Sono invece 406 i pazienti ricoverati in terapia intensiva (18 meno di ieri), mentre gli ingressi giornalieri sono 49. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 10.911, rispetto a ieri 183 in meno. 




Covid, Vaia: “Casi in aumento ma senza allarme”

Speranza: “I numeri crescono, il Green pass serve ancora”

Sì alla corsia preferenziale per la terza dose anche a docenti e personale scolastico – rispettando i sei mesi di distanza dalla seconda – perché anche loro lavorano in ambienti a rischio, dice il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervistato dal Corriere. Il rialzo dei casi previsto, e le manifestazioni No vax non hanno giovato,riflette. Spiega che gli under 20 assorbono il 23% dei nuovi contagi: ‘E oltre a prendere il virus lo portano a casa’. Prematuro parlare di alleggerire o addirittura abolire il Green pass, ma ‘vivremo un Natale libero’. Imminente la decisione sulla seconda dose per chi ha fatto il monodose J&J: “Mi risulta che gli organismi tecnici siano orientati a prevedere un richiamo con un vaccino a mRNA, molto probabilmente almeno dopo due mesi dall’unica iniezione. Siamo nei tempi visto che queste persone si sono immunizzate tra aprile e maggio” ha ricordato il sottosegretario.

La campagna vaccinale: in Italia 89.851.272 somministrazioni

Sono 89.851.272 le dosi di vaccino somministrate in Italia, il 90% del totale di quelle consegnate, pari finora a 99.784.121 (nel dettaglio 71.161.190 Pfizer/BioNTech, 15.233.385 Moderna, 11.543.541 Vaxzevria-AstraZeneca e 1.846.005 Janssen). E’ quanto si legge nel report del commissario straordinario per l’emergenza sanitaria aggiornato alle 6.14 di oggi. Le persone che hanno ricevuto la terza dose addizionale sono 263.358, il 30% della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale, mentre sono 1.316.568 (il 44,05% della popolazione) quelle oggetto di dose booster. Le persone che hanno avuto almeno una dose sono, invece, 46.630.490, l’86,34% della popolazione over 12 mentre quelle che hanno completato il ciclo vaccinale sono 44.779.642, l’82,91% della popolazione over 12.

Vaia: “Casi in aumento ma senza allarme”

“L’aumento dei casi era prevedibile ma non c’è da allarmarsi: sta arrivando la stagione fredda, che favorisce la  circolazione dei virus e la gente non usa più le mascherine”, dice il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia che, in una  intervista al Corriere della Sera lancia un appello: ”Bisogna  incrementare le vaccinazioni e renderle obbligatorie per chi è a  contatto con il pubblico”. ”Quello che bisogna fare oggi – rileva  Vaia – è spingere su due fasce di popolazione: soggetti fragili e anziani, ma anche su tutti i non vaccinati e gli immunizzati con una  sola dose, che purtroppo sono tanti. Il governo deve compiere  un’azione coraggiosa per prosciugare questo bacino e ampliare  l’obbligo vaccinale a chiunque ricopre funzioni a contatto con il  pubblico. E anche porre fine alla concezione del tampone come atto  strategico per ottenere il green pass: il test è una fotografia del  momento, non di ieri e non di domani. E non può surrogare il vaccino  che, lo ripeto ancora, si è dimostrato un’arma efficace. È arrivato il momento di infliggere il colpo del ko al Covid”. Sulla eventualità di vaccinare i bambini Vaia ribadisce che ”il mio non è scetticismo, il  mio è realismo. Non vedo la necessità di proteggere una fascia  anagrafica che non incide sulla curva epidemiologica. In Vaia: ”Serve l’obbligo vaccinale per chi lavora a contatto col pubblico”.

Speranza: “I numeri crescono, il Green pass serve ancora”

“Governo pronto ad un nuovo stato di emergenza se ce ne sarà la necessità e con la curva dei contagi in risalita il Green Pass “è fondamentale”. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, interviene dopo che da giorni si registra una ripresa del contagio da Covid: siamo passati in percentuale da un’incidenza di 30 casi per 100 mila persone a oltre 50 e anche l’Rt, l’indice di trasmissibilità, è passato da0,8 a poco sopra l’1. Una fase che comunque non stupisce gli esperti, dal momento che, come è noto, con la stagione invernale i virus a diffusione area hanno la possibilità di propagarsi dipiù.  Anche il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità certifica che  cresce l’incidenza dei casi di Covid in tutta Italia, con alcune regioni più esposte come il Friuli Venezia Giulia che ha visto in una settimana raddoppiare il valore, ma nell’ultima settimana aumenta l’incidenza anche in tutte le fasce d’età e in particolare sotto i 12 anni, cioè nella parte della popolazione che ancora non può essere vaccinata: in totale il 24% dei casi è stato diagnosticato sotto i 20 anni.   Dunque davanti ai dati in risalita Speranza non esclude nè una proroga dello stato di emergenza nè dello stesso Green pass che-ricorda- “ci consente di tenere aperti tutti i luoghi della socializzazione, della cultura, i ristoranti, le scuole e le università: in un quadro epidemiologico diverso, faremo naturalmente tutte le valutazioni necessarie”.    In realtà prorogare l’attuale stato di emergenza è tecnicamente impossibile se non limitatamente fino al 31 gennaio del 2022: il governo tuttavia, se lo riterrà opportuno, potrà procedere per via parlamentare a emanare un provvedimento che preveda un nuovo stato di emergenza al quale sono ovviamente legati anche i protocolli riguardanti per esempio lo smartworking,  il rientro dei lavoratori nei rispettivi posti di lavoro e la cassa integrazione. Anche il Green pass, che ha spinto i vaccini, scadrà il 31 dicembre, come lo stato di emergenza, ma il governo potrebbe ragionare sul futuro della certificazione con un decreto a parte che ne proroghi gli effetti fino, ad esempio, all’estate.




Covid, in calo contagi e decessi: negli ospedali i ricoverati quasi esclusivamente i non vaccinati

Dai decessi per Covid ai contagi, la settimana 8-14 settembre, rispetto alla precedente, ha visto tutti i numeri in calo: scendono -14,7% i nuovi casi (33.712 rispetto a 39.511), del -6,7% i decessi (389 rispetto 417), dell’-8,8% le persone in isolamento domiciliare (117.621 rispetto a 128.917), del -3,3% i ricoveri con sintomi (4.165 rispetto a 4.307) e del -1,6% le terapie intensive (554 rispetto a 563). Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, che sottolinea come in ospedale ci siano “quasi esclusivamente persone non vaccinate”.

“E’ inaccettabile la presa di posizione di personaggi pubblici, tra cui medici e politici, che, sovvertendo la metodologia della ricerca scientifica, alimentano la disinformazione mettendo a rischio la salute delle persone. Soprattutto di quelle indecise, che rifiutano vaccini efficaci e sicuri confidando in protocolli di terapia domiciliare non autorizzati o addirittura in farmaci dannosi e controindicati”. Così Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe nel nuovo report settimanale, interviene nel dibattito scatenato dal convegno promosso dalla Lega e ospitato pochi giorni fa in Senato, in cui si è parlato di terapie alternative contro il Covid, tra cui l’antiparassitario ivermectina e l’idrossiclorochina, entrambi sconsigliati dalle autorità sanitarie. Un comportamento per Cartabellotta tanto più rischioso considerando il particolare contesto in cui ci troviamo. “Il progressivo aumento delle coperture vaccinali e l’adesione ai comportamenti individuali – spiega – hanno permesso di contenere la quarta ondata e i nuovi casi e i ricoveri hanno finalmente iniziato a scendere. Tuttavia con l’autunno alle porte, la riapertura delle scuole e i 9,4 milioni di persone, oltre agli under 12, che non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, si rischia una ripresa della circolazione del virus e un aumento delle ospedalizzazioni con conseguenti limitazioni nell’assistenza ai pazienti non Covid-19”.

“Non ci libereremo facilmente del coronavirus Sarscov2, ma in futuro dovremo essere pronti ad affrontare nuove pandemie dovute ad agenti patogeni sconosciuti. La prossima pandemia potrebbe essere dovuta ad un virus influenzale, ma anche ad un agente diverso”. A dirlo Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, al Congresso Amit (Argomenti di Malattie Infettive e Tropicali) in corso a Milano. “Bisognerà essere pronti con piani pandemici sia contro i virus influenzali che altri a più ampio spettro, facendo tesoro di quanto appreso con la pandemia da Covid-19 .




Scuola e rischio contagi Covid-19 su trasporto pubblico. Regioni spingono per didattica a distanza ma Conte sostiene Azzolina: “Le scuole rimangano aperte”

All’indomani del varo del nuovo dpcm le Regioni sollevano preoccupazioni per la gestione del trasporto pubblico, che deve conciliare salute pubblica ed efficienza del servizio.

E’ “negativo” il giudizio espresso dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana sul nuovo Dpcm, che secondo il governatore “non tiene conto delle osservazioni delle Regioni” e “ignora trasporto pubblico e scuola”. “Nel leggere, finalmente, il Dpcm, prendo atto con rammarico che non vengono affrontati temi fondamentali come la didattica a distanza per le classi superiori e l’affollamento dei mezzi pubblici, laddove l’inizio delle scuole e la mobilità pubblica si sono rivelati due degli aspetti che più hanno influenzato l’aumento della curva epidemiologica” commenta Fontana in una nota. “Verifico – aggiunge il governatore – che poco o nulla è stato recepito dal confronto tra i governatori dal quale erano emerse numerose osservazioni e richieste di miglioramento. Il provvedimento adottato dal Governo, nella versione finale, risulta essere confuso, contraddittorio e in molte sue parti inattuabile. Quindi il giudizio, nel suo complesso, non può che essere negativo”. Fontana ha aggiunto che “la Lombardia è pronta” sui posti di terapia intensiva per i pazienti Covid e che a Milano le misure adottate sono al momento sufficienti.

Oggi riunione preliminare al ministero dei Trasporti, poi la Conferenza delle Regioni farà le sue valutazioni. Il ministro della Salute Speranza sottolinea che, a differenza della prima ondata, “ora il contagio è in tutto il Paese” e richiede soluzioni condivise. Le Regioni spingono anche sulla didattica a distanza per decongestionare i trasporti, ma Conte sostiene Azzolina: “le scuole rimangano aperte”. Possibili nuove misure sui trasporti prima della scadenza del nuovo dpcm.




Coronavirus, in Italia i contagi tornano sotto quota 1000

I contagi da Covid-19 in Italia tornano sotto quota mille. L’incremento in 24 ore è stato di 996, rispetto ai 1.365 di domenica. Sale, invece, il numero delle vittime, sei in un giorno (domenica erano quattro), per un numero complessivo di 35.483 morti. E’ quanto emerge dai dati del ministero della Salute.

Sono 117 i nuovi casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, individuati sulla base di 6.132 tamponi. Di questi 57 sono asintomatici, 53 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 40 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti. Con 9.866 tamponi eseguiti, sono 135 i nuovi casi in Lombardia (di cui 20 ‘debolmente positivi’ e 8 a seguito di test sierologico). E’ positivo quindi l’1,36% dei test eseguiti. “Su oltre 13 mila tamponi oggi nel Lazio si registrano 148 casi di questi 75 sono a Roma e zero decessi. Si conferma una prevalenza dei casi di rientro (circa 44%) e calano i casi con link dalla Sardegna (circa 34%)”. Così l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. “Sono invece ventisette i casi del cluster del San Giovanni di Dio – Fatebenefratelli a Genzano (25 ospiti e 2 operatori) nella struttura che ospita pazienti adulti con disagio mentale e dove è in corso l’indagine epidemiologica”, ha sottolineato l’assessore D’Amato spiegando che la situazione è sotto controllo. Nuova impennata di contagi in Sardegna, dopo il calo di ieri: nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale si registrano 79 nuovi casi, 68 rilevati da screening e 11 da sospetto diagnostico. Sono 73 i nuovi casi di Coronavirus nelle ultime 24 ore in Toscana mentre in Liguria si registrano 44 nuovi positivi.

Covid in hotel a Porto Rotondo, 130 tamponi a staff – Centotrenta tamponi sono stati eseguiti tra i dipendenti dell’hotel Abi d’Oru, struttura a 5 stelle nel golfo di Marinella, vicino a Porto Rotondo. Il personale dell’Ats coordinato da Marcello Acciaro, responsabile dell’Unità di crisi per il nord Sardegna, ha effettuato i test in seguito alla prima positività al covid 19 di un barman di 20 anni di Orgosolo, che nei giorni scorsi aveva denunciato su Instagram la sua odissea prima di riuscire a ottenere il tampone dall’azienda sanitaria. Sottoposti a tampone anche 90 tra addetti e bambini del Centro estivo di La Maddalena, dove si era registrata la positività di uno dello staff. I risultati di entrambi i test arriveranno domani.




Coronavirus, continua il trend di crescita dei contagiati: 140% di incremento nell’ultimo mese

Nuovo boom di contagi per il Covid. Sono 947 i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore.

Nove i morti a fronte dei 6 registrati giovedì. In calo i tamponi: 71mila, circa 6mila in meno di ieri. Questi i dati del ministero della Salute.

Gimbe, contagi nell’ultimo mese aumentati del 140%

I contagi da nuovo coronavirus in Italia sono aumentati di oltre il 140% nell’ultimo mese. Lo rileva la Fondazione Gimbe confrontando i 3.399 nuovi casi rilevati dal 12 al 18 agosto con i 1.408 della settimana fra il 15 e il 21 luglio.

“Si conferma il trend in progressivo aumento dei nuovi casi, siano essi autoctoni, di importazione (stranieri) o da rientro di italiani andati in vacanza all’estero”, rileva in una nota il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta. “La risalita nella curva dei contagi – precisa – desta non poche preoccupazioni sia perché l’incremento inizia a riflettersi progressivamente sull’aumento delle ospedalizzazioni, sia perché solo negli ultimi due giorni, peraltro non inclusi nella nostra analisi settimanale, sono stati riportati quasi 1.500 nuovi casi».

Secondo Cartabellotta “se da un lato bisogna evitare inutili allarmismi, dall’altro non è ammissibile sottovalutare il costante aumento dei nuovi casi, anche in vista di appuntamenti cruciali per il Paese, quali riapertura di scuole e università e consultazioni elettorali”.

Un neonato è stato ricoverato precauzionalmente all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. E’ in condizioni stabili. Lo fa sapere il direttore generale dell’Asl Bari, Antonio Sanguedolce. Il bimbo è tra i 35 contagi di Coronavirus registrati oggi in Puglia, uno dei quattro individuati durante il triage in strutture sanitarie di Bari e “per i quali – ha precisato – sono in corso le indagini epidemiologiche”.

Un caso si registra nel tribunale di Ancona. Due positivi fuggono dall’ospedale di Foggia.

De Luca, tra 15 giorni valuto stop mobilità Regioni – “A fine agosto vedremo se chiedere o no al governo di ripristinare la limitazione della mobilità intraregionale. Lo decideremo tra 15 giorni con grande determinazione, salvo i casi di motivi di lavoro o di salute. Ci regoleremo anche sui contagi nel resto d’Italia”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso di una diretta Facebook.




Veneto, casi coronavirus in picchiata e zero contagi

Zero positivi e zero morti: oggi per la prima volta in Veneto non vede crescere i numeri legati al Coronavirus. I positivi restano fermi a 19.183 (1.085 quelli attualmente positivi al Covid) e i decessi a 1.954 tra morti ospedalieri e non. Una tendenza già anticipata dai dati di ieri sera che vedevano una crescita di 1 positivo e solo 3 decessi.

Non si registrano nuove positività al Covid-19 in Sardegna, invariato anche il numero delle vittime (131). È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. Sono 1.362 i casi complessivamente accertati dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 63.172 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 11, di cui 1 in terapia intensiva, mentre 48 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.130 pazienti guariti (+2 rispetto al dato precedente), più altri 42 guariti clinicamente. Sul territorio, dei 1.362 casi positivi complessivamente accertati, 252 sono stati accertati nella Città Metropolitana di Cagliari, 99 nel Sud Sardegna, 60 a Oristano, 79 a Nuoro, 872 a Sassari




Covid-19, l’ISS: calano i contagi in tutte le regioni

I casi di Covid-19 sono in calo in tutte le Regioni italiane, inclusa la Lombardia, anche se permangono marcate differenze sul territorio. Pure l’indice di trasmissibilità Rt è sotto il valore 1 pressoché ovunque, mentre aumentano gli asintomatici individuati. È la fotografia dell’andamento della curva epidemica che arriva dall’ultimo report settimanale di monitoraggio della Fase 2 dell’Istituto superiore di sanità, con dati aggiornati al 20 maggio e relativi ai giorni dopo la fine del lockdown. Ma è proprio l’Rt, l’indice di contagio, il pomo della discordia e per quanto l’Istituto Superiore di sanità si affretti a spiegare che non è una pagella ed è un dato molto mobile, le regioni si sentono chiamate in causa e scendono in campo.

Fontana: ‘Sceso rischio Lombardia, da moderato a basso’

In Valle D’Aosta, ad esempio, l’Rt è definito pari a 1.06, il valore più alto anche se momentaneo. Ma i responsabili regionali hanno replicato che “negli ultimi dieci giorni l’indice Rt in Valle d’Aosta è tra 0.5 e 0.6. Il calcolo è monitorato settimanalmente e anche pochi casi possono produrre una oscillazione. Ma possiamo senza dubbio affermare che l’indice di contagio Rt è marcatamente sotto l’1”. C’è una “grande oscillazione dell’indice Rt sul territorio. Anche dalla Lombardia arriva una segnalazione: “il nostro Rt e’ passato da moderato a basso” – spiega l’assessore al walfare Gallera – e “l’Istituto superiore di Sanità ha sottolineato l’efficacia messa in campo dalla nostra regione”. Ma Rt – ha spiegato il presidente Iss Silvio Brusaferro – non è una pagella ma uno strumento dinamico che ci aiuta a capire cosa succede e va letto con altri dati”. Questo indice, tra i 21 indicatori previsti dal ministero della Salute per il monitoraggio, varia infatti ora dallo 0.17 della Calabria (il più basso) allo 0.71 del Lazio e 0.86 dell’Abruzzo. Cautamente ottimista il ministro della Salute Roberto Speranza: “I dati sono al momento incoraggianti. Ci dicono che il Paese ha retto bene le prime aperture del 4 maggio. Ma guai a pensare che la partita sia vinta. Serve massima cautela. Basta poco per vanificare i sacrifici fatti finora”.

La conferenza stampa settimanale all’Iss sull’andamento dell’epidemia di Covid-19.
Il trend in calo è confermato anche dai numeri della Protezione civile: sono infatti 59.322 i malati di coronavirus in Italia, 1.638 meno di ieri, e sono saliti a 136.720 i guariti e i dimessi con un incremento rispetto a ieri di 2.160. I contagiati totali (attualmente positivi, vittime e guariti) sono quindi 228.658, 652 più di ieri. Di questi, 86.384 sono in Lombardia. Altro dato positivo è quello delle terapie intensive: 595 i pazienti ricoverati, 45 meno di ieri. Resta invece alto il numero dei decessi, anche se in otto regioni non si sono registrati morti per coronavirus nelle ultime 24 ore: sono 130 le vittime ed in totale i morti salgono così a 32.616.
Quanto ai tamponi effettuati finora, sono arrivati a 3.318.778, 75.380 più di ieri, mai così tanti in 24 ore. E sono 2.121.847 le persone sottoposte a test.​ La situazione generale del primo periodo di post lockdown – con i dati monitorati dall’11 al 20 maggio – sembra dunque non destare particolare allarme. Il parametro dell’incidenza settimanale dei casi risulta infatti ‘basso’ o ‘intermedio-basso’ in tutte le Regioni, tranne 5: in Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Toscana e Valle d’Aosta, infatti, è definito ‘intermedio-alto’. Ciò vuol dire, si rileva nel monitoraggio, che “l’incidenza settimanale è molto eterogenea.
In alcune Regioni il numero di casi è ancora elevato denotando una situazione complessa ma in fase di controllo”. Ma in generale, ha sottolineato Brusaferro, “non si registrano segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri sul territorio nazionale”. L’allerta, però, deve restare alta: “Oggi il virus ancora circola e non possiamo allentare le misure di protezione individuale. Non possiamo escludere un incremento dei casi nelle prossime settimane”, ha detto Brusaferro.
Quanto alla questione della “mobilità tra le Regioni, va affrontata con un numero di nuovi casi ancora più ridotto rispetto a quello che abbiamo”, ha avvertito Brusaferro. Ma sulla base di quali criteri? “L’indice Rt cambia su base settimanale e lo escluderei come criterio per gli spostamenti. Ma sono importanti anche le modalità di movimento, cioè – ha concluso – il come ci si sposta”.