Control, il nuovo incubo sovrannaturale di Remedy

Control è finalmente arrivato su Pc, Xbox One e Ps4. Il
titolo sviluppato da Remedy Entertainment, software house già ben nota per aver
prodotto capolavori del calibro di Max Payne, Alan Wake e Quantum Break,
irrompe sul mercato con una storia incredibile dove il sovrannaturale e l’alone
di mistero che avvolge la trama riescono a catturare il giocatore fin dai primi
minuti di gioco. Ma cos’ha di così speciale questo titolo? Andiamolo a scoprire
insieme. Jesse Faden è una ragazza di origini statunitensi che, a distanza di
tanti anni da un misterioso incidente durante il quale perse il fratello,
decide finalmente di fare chiarezza e si reca quindi al Federal Bureau of
Control, una struttura governativa impegnata nello studio di fenomeni
sovrannaturali.

 Varcata però la
soglia della sede newyorkese del Bureau, denominata Oldest House, Jesse capisce
che qualcosa non va: la reception è deserta, alcuni monitor mostrano la scritta
rossa “Isolamento Interno Attivo” ed anche nei primi uffici che
incontra non c’è traccia di dipendenti. Più si addentra nella struttura, più la
cosa si fa strana: incontra lo strambo custode del palazzo che, con accento
finlandese, le dice di procedere per il suo colloquio di aiutante custode, e
mentre procede sembra parlare con una qualche voce nella sua mente, apparentemente
qualcuno del suo passato. Alla fine arriva fino all’ufficio del direttore del
Bureau, sente il rumore di uno sparo fuori la porta e, quando si precipita
all’interno, lo trova morto con la sua pistola a terra, come se si fosse
suicidato. Sì, sta senza dubbio accadendo qualcosa di strano ed è da qui che la
trama di Control prende vita. Ancora sotto choc per il suicidio del titolare
dell’agenzia, Jesse raccoglie la pistola del direttore per trovarsi
improvvisamente a puntarsela alla testa, dopo di che ha la visione di una
piramide capovolta con una voce, “il Consiglio”, che le spiega che
deve superare una sfida per dimostrare di avere le qualità giuste per diventare
il nuovo Direttore. Improvvisamente si trova quindi nel “piano
astrale”, un’area/percorso composta da parallelepipedi fluttuanti, nella
quale deve dimostrare di saper combattere una serie di nemici usando sia gli
attacchi corpo a corpo che l’Arma di Servizio, la particolare pistola che solo
i direttori del Bureau possono impugnare. Questa sezione è di fatto un breve
tutorial al sistema di combattimento di Control. Superata questa fase, Jesse
viene suo malgrado nominata direttore e, come se non bastasse, inizia anche a
sentire la voce del precedente direttore, che le dice che deve salvare il posto
dalla crisi che sta attraversando. Da questo punto proseguendo con l’esplorazione
della “Oldest House” si verrà a conoscenza del fatto che il luogo è stato
invaso da una presenza sovrannaturale chiamata Hiss, che si è impadronita di
tutti i dipendenti tranne che per quei pochi che indossano dei particolari corpetti
protettivi. Ovviamente Jesse non ha bisogno di tale apparecchio in quanto
sembra che la protagonista sia naturalmente immune al contagio dell’Hiss, cosa
che la rende la persona più adatta per combattere l’invasione; forse il fatto
che sia arrivata proprio in questo momento non è un caso. Questo è solo
l’inizio della storia di Control, nella quale nei panni di Jesse si inizieranno
a scoprire tutti i segreti del Bureau, incontrando alcuni dei personaggi di
spicco, sbloccando un po’ alla volta tutte le aree del palazzo e cercando di
venire a capo del mistero della scomparsa di suo fratello, Dylan. Il tutto
mentre si acquisiscono gradualmente nuove abilità utili a combattere le schiere
di esseri che l’Hiss manderà contro il giocatore, liberando una dopo l’altra le
zone dall’infezione per riprendere così il controllo della struttura. Insomma, la
trama di Control è tutt’altro che semplice e per comprenderla sarà necessario
svelare numerosi segreti e misteri.

Per far vivere questa avventura in maniera degna, i ragazzi
di Remedy hanno scelto un formato con il quale si trovano ormai a loro agio,
quello dell’action-adventure in terza persona, ma introducendo numerose novità
rispetto ai loro titoli precedenti come Quantum Break ed Alan Wake. Per prima
cosa c’è la struttura aperta della mappa, anzi delle mappe, infatti, se
inizialmente si potrà esplorare un solo piano della Oldest House, una volta che
si riuscirà a revocare il blocco di sicurezza interno ci si potrà spostare a
piacimento tra i vari piani dell’edificio. Ogni livello ospita una diversa
divisione: manutenzione, ricerca, contenimento ecc… e ognuno di questi piani ha
la sua mappa diversa dagli altri sia per planimetria che per estensione. In
ogni ambiente di Control ci si trova in un luogo in cui viene fatto pesante uso
di “Oggetti del Potere”, ossia particolari oggetti intrisi di potere
sovrannaturale, fatti per stravolgere le leggi della fisica e creare spazi
enormi in quello che esternamente sembra un normale palazzo newyorkese. Ecco
quindi che alcuni piani dell’edificio contengono silo giganteschi o enormi cave
sotterranee, mentre altri sembrano maggiormente dei “semplici” uffici
e laboratori di ricerca, anche se di semplice in questo posto c’è davvero ben
poco. Tutto ciò che abbiamo descritto, una volta sbloccato, diventa liberamente
esplorabile – con tanto di sistema di viaggio rapido costituito da dei punti di
controllo “purificabili” dopo aver combattuto i soldati dell’Hiss che
infestano l’area – più o meno liberamente a seconda del livello di accesso
ottenuto da Jesse e dei poteri posseduti. Gli sviluppatori hanno infatti
strutturato la mappa del gioco in modo tale che molte aree sono bloccate da
porte che richiedono un certo livello di sicurezza o magari si trovano burroni
enormi a separare due aree, raggiungibili solo con il potere di levitazione.
Jesse è infatti molto speciale: oltre ad essere immune dall’Hiss, può anche
controllare alcuni particolari oggetti, chiamati “Oggetti del Potere” per
guadagnare nuove abilità come, appunto, la Levitazione, la possibilità di
compiere veloci scatti, la capacità di crearsi un muro di detriti per
proteggersi dal fuoco nemico, la telecinesi per afferrare e scagliare con forza
gli oggetti e altri che vi lascio scoprire da soli. Non tutti questi poteri
sono obbligatori; alcuni vengono recuperati nel corso della storia principale,
ma altri sono acquisibili solo svolgendo delle missioni secondarie. La
struttura “open” della mappa ha infatti permesso al team di sviluppo di Remedy Entertainment
di inserire anche una serie di quest non obbligatorie, assegnate da alcuni
personaggi come il Custode o scoperte tramite la lettura dei documenti sparsi
per il gioco, che permettono di ottenere risorse, utilizzabili poi per
potenziare sia Jesse e relativi poteri che la sua arma, e nuovi poteri, oltre a
scoprire maggiori retroscena sulla storia del Bureau. Svolgere queste missioni,
così come esplorare a fondo ogni area che si attraversa, è inoltre utile per
trovare i tantissimi oggetti collezionabili – documenti e registrazioni audio e
video – che permetteranno ai giocatori più incalliti di ottenere il 100% di
completamento del gioco.

Al di là dell’interessante storia personale di Jesse sono
probabilmente i personaggi “secondari” ad essere il vero fiore all’occhiello di
Control. Il burbero e misterioso inserviente Ahti, l’ex Direttore Trench e il
Dr. Darling sono alcuni esempi di una recitazione di altissimo livello in grado
di trasmettere a pieno la profondità di comprimari caratterizzati con notevole
maestria. Sia che si ami immergersi nella lore sia che si preferisca vivere la
trama in maniera lineare senza divagare più di tanto dall’azione, Controlnon
tradirà le aspettative in quanto ce n’è davvero per tutti i palati e la
longevità stessa dell’esperienza può passare dalle 10 ore al superare senza
alcun problema le 20. Una volta terminata la storia si resterà comunque nel
palazzo dell’Agenzia con la possibilità di completare le missioni non ancora
ultimate, quindi non serve necessariamente fare tutto prima dei titoli di coda;
Remedy prevede peraltro diverse espansioni nei prossimi mesi che introdurranno
probabilmente nuove aree dell’edificio e nuovi poteri, quindi ci sarà più di
un’opportunità per tornare a giocare.  Mantenendo
la cura nella narrazione e la grande capacità nella costruzione di universi e
lore abitati da esseri e personaggi complessi e affascinanti, il team
finlandese si è spinto oltre la propria zona di comfort abbracciando una
sperimentazione che ha dato vita ad aree che per level design, impatto visivo e
di gameplay ricordano i migliori lavori di Arkane Studios. Che si tratti di un
misterioso frigorifero da non perdere assolutamente di vista, della missione
Specchio Riflesso, del Labirinto del posacenere, o della “piccola”
deviazione alla ricerca dell’enigmatico Ahti, i momenti memorabili sono davvero
parecchi e si insinuano sia nella storia principale che nelle missioni
secondarie. Altro aspetto davvero ben riuscito è il combat system. I
combattimenti di Control si trasformano presto in un’apoteosi di distruzione
tra sparatorie, utilizzo di poteri e corse frenetiche sul campo di battaglia,
il tutto reso ancor più spettacolare non solo dagli effetti visivi di poteri ed
esplosioni, ma anche dall’enorme distruttività dell’ambiente che vede
praticamente qualsiasi elemento frantumarsi, scomporsi e rispondere fisicamente
alle sollecitazioni, creando un tripudio di frammenti e particelle che permeano
la scena durante gli scontri più intensi. A differenza dei precedenti titoli
Remedy, in cui il numero dei nemici in ogni scontro era tutto sommato
contenuto, qui possiamo trovare orde anche molto numerose di nemici, con
un’ampia varietà di tipologie che spazia dai soldati semplici ad esseri
esplosivi fino a quelli capaci di fluttuare nell’aria e lanciare attacchi
telecinetici o quelli protetti da uno scudo di detriti che sparano granate e
missili i quali possono essere rimandati indietro al mittente grazie all’utilizzo
dei poteri telecinetici della protagonista. Detto ciò va ricordato che control,
pur mantenendo il parlato in inglese, è localizzato in italiano nei testi, così
da permettere a tutti di godersi la trama. Certo, l’effetto non è lo stesso di
un doppiaggio, ma sicuramente i sottotitoli aiutano molto chi non parla la
lingua inglese.

Per quanto riguarda l’aspetto grafico, Control utilizza lo
stesso motore grafico utilizzato per Quantum Break, il Northlight, che ha permesso
agli sviluppatori di dar vita alla grande distruttività ambientale del titolo e
non dà cenno di cedimento neanche nei combattimenti più caotici, ma la resa
grafica pur mantenendo una certa suggestività non dà il massimo in quanto a
pulizia dell’immagine, mantenendo quella “sgranatura” dei materiali
che era presente anche nel precedente titolo di Remedy. Inoltre il fatto che il
gioco non supporti l’HDR è un vero peccato, perché le ambientazioni avrebbero
letteralmente brillato in questo formato. Da sottolineare poi che quando si
riavvia il gioco da una pausa o da una sospensione della console, il motore
arranca un po’ producendo cali di frame-rate che però durano solo un paio di
secondi. Nulla da dire invece sulle animazioni facciali, che si attestano
sempre a livelli eccellenti. Tirando le somme, con Control Remedy Entertainment
e 5050 Games hanno portato su Pc e console un vero e proprio capolavoro. Infatti,
tralasciando il fatto che manca il doppiaggio in italiano e che la grafica non
sia proprio sempre perfetta, la storia proposta è un vero e proprio capolavoro.
Lasciarsi sfuggire Control sarebbe un vero errore, infatti produzioni così
valide da un punto di vista narrativo raramente riescono a essere lanciate sul
mercato. Le grandi qualità di questo titolo sicuramente lo eleggono a uno delle
produzioni più interessanti attualmente in commercio.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Longevità: 8,5

Gameplay: 9,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise